Il Colle Fauniera col monumento a Marco Pantani
Sogni in Bicicletta

La solitudine dello scalatore

Il mondo di Luca Cavallo, grimpeur cuneese che cerca un modo per lasciare il segno nel ciclismo: scattando in salita

08.04.2024 16:49

"...E quando penso che sia finita
È proprio allora che comincia la salita
Che fantastica storia è la vita..."
(Antonello Venditti)

Il gruppo che marcia spedito, come se dovesse sprintare appena dopo la curva. Velocità vertiginose, concentrazione al massimo grado, palpitazioni alle stelle. Sembrerebbe prossimo l'attimo in cui ogni tassello s'incastra al proprio posto, invece spesso dietro quella svolta si rivela la salita. Il regno di ogni scalatore. Il momento atteso per tutto il resto della giornata dove occorre farsi trovare pronti nella giusta posizione.

Lo scalatore puro di questi tempi moderni vive spasmodicamente l'attesa di quegli attimi, in cui attende che la strada s'impenni vertiginosamente sotto le ruote prima di prepararsi allo scatto. Quel colpo secco che permette (o che almeno si spera possa produrre simili effetti) di staccare tutti gli altri ed andare a godersi quella solidudine capace di regalare un meraviglioso senso di libertà. Perché gli scalatori puri vivono di quella solitudine, in cui tutto pare diventare così diafano da non farti quasi sentire più nulla: il rombo dei motori dei mezzi al seguito, le urla dei tifosi che incitano a squarciagola al passaggio, il suono ritmico della catena all'incedere ondeggiante.

Sembra quasi di entrare in un altro regno, in un altro universo dove si è i soli padroni del proprio destino. In un ciclismo come quello odierno che procede rapidissimo e che sovente non attende chi resta indietro, essere scalatori puri assomiglia molto ad una vocazione più che ad un semplice mestiere, tanto più se a preferire la salita si è ragazzi italiani, vogliosi magari d'imitare le memorabili e indimenticabili gesta di Marco Pantani.

Luca Cavallo, una carriera da costruire sulle montagne

Luca Cavallo © Vivian Ghianni

Luca Cavallo è uno di questi ardimentosi ragazzi che della salita hanno fatto il proprio terreno d'elezione, impegnandosi con tutto se stesso per emergere lì dove è sempre più complicato avere la meglio, soprattutto se non sei dotato di uno spunto veloce eccelso e l'unica concreta speranza che hai è riposta nel riuscire a fare il vuoto alle proprie spalle.

Cuneese di Dronero, nato il 26 ottobre 1999, Luca ha iniziato a correre nella categoria G4, seguendo le orme di suo fratello più grande di cinque anni e assecondando una passione per le due ruote che coinvolgeva anche suo papà. Nel corso degli anni, con la determinazione sempre crescente e con quel fisico esile che lo rendeva particolarmente adatto alle corse impegnative, ha cominciato a mettersi in mostra in maniera sempre maggiore in gare dal profilo altimetrico complicato, una volta superate le prime stagioni di ambientamento nel dilettantismo.

Il suo 2023, vissuto come l'annata precedente nelle file della Overall Tre Colli, ha costituito per lui la rampa di lancio per riuscire finalmente ad approdare nel professionismo, grazie a tre vittorie di ottima fattura (alla Freccia dei Vini, alla Zané-Monte Cengio e al Giro delle Valli Aretine, oltre ad un bel podio al Giro del Veneto concluso in terza posizione). La chiamata alla Technipes #inEmiliaRomagna gli consente di accumulare importanti esperienze per mettersi in luce e meritare il definitivo salto nella massima categoria, con alcune prove già confortanti come il Trofeo Laigueglia concluso nelle prime trenta posizioni.

Fauniera, dove prendono vita i sogni

Indubbiamente Luca è consapevole delle difficoltà incontrate finora nel suo percorso di crescita, avendo spesso a che fare con percorsi non sempre adatti per le proprie caratteristiche e dovendo scontrarsi anche con una realtà che non sempre ha permesso la disputa di quelle gare a tappe che consentirebbero ad un grimpeur come lui di emergere in maniera ancor più evidente. Tanto più se si pensa che proprio nelle sue terre natie una bellissima e spesso durissima corsa come il Giro delle Valli Cuneesi non viene disputata ormai da diverse stagioni, cosicché il limitarsi a gareggiare nei soli Giro d'Italia Under 23 o Giro della Valle d'Aosta non sempre si rivela sufficiente, se non si ha l'occasione di andare a gareggiare fuori dai confini nazionali.

Tuttavia Cavallo appare fiducioso per il futuro, avendo iniziato la stagione subito con una condizione soddisfacente per cercare di ottenere buoni risultati e guadagnarsi un posto nei taccuini degli osservatori (sul finire della scorsa stagione ebbe già modo di sostenere uno stage con la Green Project-Bardiani). Il suo sogno però sarebbe quello di riuscire a dimostrare che mettersi in luce scattando in salita è ancora possibile anche nel professionismo, tanto che nella scorsa stagione decise di prendere parte anche al primo Campionato Europeo degli Scalatori sul San Gottardo, concluso con un lusinghiero quarto posto.

Le strade di casa però occupano sempre un posto importante nel suo cuore, tanto che almeno due o tre volte l'anno Luca si regala una scalata al terribile Colle Fauniera, il gigante su cui Pantani regalò alcuni dei suoi proverbiali scatti e che da tantissimo tempo attende di essere riaccolto magari in una frazione del Giro d'Italia. Per Luca resta un posto magico, dove far prendere vita ai sogni. Dove immaginare quella meravigliosa solitudine di cui ogni scalatore sente di aver bisogno.

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