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Questo Ganna la vincerà, prima o poi

17.04.2022 18:32

La prestazione di Filippo nella Parigi-Roubaix è ben più che incoraggiante e ci dà una certezza che sinora non avevamo: il verbanese, bellissimo e tanto efficace sul pavé, se la giocherà molte volte nei prossimi anni


C'è una cosa che fino a stamattina non sapevamo e ora invece sì: Filippo Ganna potrà vincere la Parigi-Roubaix. Qualcuno dirà "ma come, se l'ha già conquistata da under 23!", ma la storia ci insegna che le due possibilità, ovvero di imporsi nel velodromo da ragazzi e da professionisti, non sono necessariamente consequenziali, e a mettere qualche dubbio nella testa degli appassionati italiani c'erano state le primissime uscite del Pippo pro' nella Regina delle classiche: fuori tempo massimo nel 2018 all'ultimo anno in UAE, ritirato nel 2019 al primo in Sky. Poi più nulla, nel 2020 la corsa saltò del tutto, nel 2021 andò a confliggere coi Mondiali su pista e quindi lui la saltò, per cui c'era un vuoto informativo al posto dei riscontri che avrebbero potuto suffragare la tesi di un Ganna protagonista nella Roubaix.

Di contro, i non ignorabili miglioramenti del Filippo corridore a tutto tondo in questi anni di INEOS. Ci restava la curiosità di vedere finalmente il Ganna 2.0 nella corsa più bella di tutte, e oggi è arrivato quel momento. Ebbene, non possiamo dire di non essere felici di quanto abbiamo visto. Il verbanese ha chiuso a 4'47" dal suo compagno Dylan Van Baarle, 35esimo e ultimo del gruppetto che ha espresso il 14esimo classificato, per cui con fiducia si potrebbe dire che l'italiano è arrivato subito dopo i primi 13, e ciò sarebbe a suo modo una verità incontrovertibile.

Ma tutto ciò è un dettaglio, intendiamo che anche si fosse piazzato 80esimo la questione non sarebbe poi così rilevante, perché quel che oggi conta è averlo visto pedalare sul pavé, ed esserci riempiti gli occhi di alcune sue trenate, di alcuni suoi momenti, dei due inseguimenti che è stato costretto a fare dopo due meschine noie meccaniche (una foratura e un salto di catena) che ne hanno pesantemente influenzato (ovviamente in negativo) la prestazione. Perché se non devi spendere le energie per chiudere buchi da 20-40" a 150 e a 120 km dalla fine, te le ritrovi per forza più avanti.

E nonostante il gran dispendio già messo in campo, Ganna l'abbiamo ritrovato protagonista pure sul drittone di Arenberg, allorché ha proposto un nuovo allungo nel cuore della Foresta, dopo che il suo gruppo di attaccanti era stato raggiunto non molto prima dal grosso del plotone. Insomma una prestazione che non possiamo nemmeno definire promettente, perché quel che abbiamo visto non sono state promesse ma solida realtà.

La tecnica di guida di Filippo, la leggerezza con cui scorreva sul pavé, la tenacia nel non mollare mai la presa, la consapevolezza di assumersi responsabilità sapendo di poterlo fare, sono tutti elementi che ci fanno dire: questo ragazzo tornerà su queste strade e questi tratturi per lasciare il segno in maniera indelebile. Anche se dice che tutto sommato la Roubaix non gli piace, che è bella se guardata dal divano ma bruttissima da correre, anche se oggi ha sofferto tanto e ancor di più. Ma siamo convinti che stasera Pippo, ripensando a quanto ha realizzato in gara, e a quanto egli stesso ha scoperto di sé, alla Regina vorrà un po' più di bene. Noi, che già amiamo l'una (la Roubaix) e l'altro (Ganna), non vediamo l'ora di assistere al matrimonio perfetto. Che poi sia tra un anno, tra due, tra cinque, tra dieci, il nostro riso da lanciare è già pronto.
Notizia di esempio
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Marco Grassi
Giornalista in prova, ciclista mai sbocciato, musicista mancato, comunista disperato. Per il resto, tutto ok!