Tom Pidcock re della Strade Bianche: decolla sullo sterrato, atterra nel cuore di Siena
Il britannico della INEOS Grenadiers arriva in solitaria in Piazza del Campo a Siena dopo un volo di 50 km. Sul podio Valentin Madouas e Tiesj Benoot, Alberto Bettiol caduto malamente dopo aver acceso la corsa
Tom Pidcock è uno che raccoglie sfide. Raccoglie quella del cross, diventa Campione del mondo. Raccoglie quella della mountain bike, diventa Campione Olimpico. Raccoglie quella della strada, anzi delle strade, anzi delle Strade Bianche, e per vincere questa corsa bellissima chi sceglie di imitare, o insomma con quale sfida decide di misurarsi? Con l'impresa 2022 di Tadej Pogacar. E come Tadej parte all'attacco da lontano, da 50 km o giù di lì, sul Monte Sante Marie, e raggiunge i fuggitivi del mattino ma questo era il meno, quel che doveva impegnarlo di più era tenere a bada tutti gli altri, quelli che fino alla fine l'avrebbero inseguito col sangue agli occhi.
È arrivato a un passo dal più fragoroso dei crolli, perché a 6-7 km dal traguardo l'avevano praticamente ripreso, ma la cosa bella è che non si è arreso, non ha smesso di crederci, ha trovato non si sa dove la forza di tenere mentalmente, ha spinto il proprio limite un centimetro alla volta più in là, aspettando che arrivasse il rallentamento di quelli dietro, con fiducia in sé e nelle leggi della fisica, e alla fine ha avuto ragione lui. Primo, all'ombra della Torre del Mangia, ma col sole - splendido per tutta la giornata sui bellissimi colli del Chianti - a illuminarne il volto che incorniciava un'espressione felice, soddisfatta, compiuta, appena un po' incredula (il minimo sindacale, diciamo).
A 23 anni è il primo britannico a iscrivere il proprio nome sull'albo d'oro della più giovane delle classiche antiche, ennesimo crossista a riuscirci, dopo Stybar 2015, Alaphilippe 2019, Van Aert 2020, Van der Poel 2021. Proprio Van der Poel e Alaphilippe sono stati i più deludenti oggi, mai in corsa - il francese fuori dai giochi già prima del neerlandese, il quale era alla gara d'esordio stagionale su strada.
A contendere il successo a Pidcock, invece, una serie di ottimi corridori da classiche, alcuni emergenti come Valentin Madouas (secondo), altri ondivaghi nel rendimento sebbene già a segno a Siena (Tiesj Benoot, terzo), altri in pieno revamping (Rui Costa, quarto, che pare tornato ai livelli di un lustro fa), altri ancora già affermati anche senza avere il seguito dei superbig (ci riferiamo a Matej Mohoric, protagonista prima di chiudere al sesto posto); una corsa di certezze - Pidcock ormai lo è, nel ciclismo dei fenomeni - ma anche piena di se: se gli Jumbo-Visma - con Benoot c'era pure Attila Valter, poi quinto - avessero corso con maggiore armonia staremmo ora raccontando forse un'altra storia?
E se gli UAE Emirates, che avevano in Tim Wellens un possibile favorito e in Davide Formolo uno dei più forti -visibilmente - oggi, non fossero stati falcidiati dalle forature per tutto il giorno? Ma se ci pensiamo bene, quale corsa non è piena di snodi alla Sliding Doors? Anzi, se ci pensiamo ancora meglio, quale evento della vita di tutti non lo è?
Strade Bianche 2023, la cronaca della corsa
184 km da Siena a Siena passando per 11 settori di sterrato, la 17esima Strade Bianche si è svolta oggi in una splendida giornata primaverile. Non partito Yevgeniy Fedorov (Astana Qazaqstan), il primo ad accelerare, al quarto chilometro, è stato Sven Erik Bystrøm (Intermarché-Circus-Wanty) che però è stato raggiunto dopo 5 km di azione solitaria; ma al norvegese la cosa non è andata giù, e allora al km 28, sul secondo settore di sterrato (Bagnaia), ha allungato nuovamente, stavolta insieme a un collega, Alessandro De Marchi (Israel-Premier Tech); ai due si è aggiunto poco dopo anche Iván Romeo (Movistar), e abbiamo così avuto il terzetto dei fuggitivi di giornata. Erik Fetter (Eolo-Kometa) ha provato a propria volta a unirsi agli attaccanti ma è uscito troppo tardi dal gruppo e, dopo un po' di bagnomaria, è stato raggiunto, mentre i battistrada volavano a un vantaggio massimo di 5'50" intorno al km 64 (120 dal traguardo).
In gruppo si sono segnalate poche cose: una caduta che l'ha temporaneamente frazionato sullo sterrato numero 5 a Lucignano d'Asso (-100), la prima difficoltà di Peter Sagan (TotalEnergies) sul settore 6 a Pieve a Salti (-90), quindi il ritmo in testa fatto dalla Groupama-FDJ che un po' a sorpresa si è assunta l'onere di fare la corsa nella fase centrale.
Sul settore 7, San Martino in Grania ai -73, il gap del plotone dai primi è sceso sotto i 4' e la Fenix-Deceuninck di Mathieu van der Poel è andata a occupare le prime posizioni. Ma è stata la Soudal-Quick Step a muovere una pedina, segnatamente Casper Pedersen che ha accennato un paio di allunghi. E ancor più rilevanti sono stati i classici intoppi da sterrato: una caduta in curva che ha coinvolto tra gli altri Attila Valter (Jumbo-Visma), Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers) e Valentin Madouas (Groupama), molte forature, vittima più illustre Davide Formolo (UAE Emirates) che si è fatto dare la ruota dal compagno Sjoerd Bax e ci ha messo poi tre chilometri per riprendere la coda del plotone. All'uscita dallo sterrato, ai -63, il distacco dai fuggitivi era a 3'.
Il settore numero 8, Monte Sante Marie, storicamente uno dei più importanti nell'economia della corsa, ha visto Romeo perdere contatto da Bystrøm e De Marchi, ma soprattutto ha visto, ai -53, l'attacco dal gruppo di Alberto Bettiol (EF Education-Easypost) a cui subito si è accodato Andrea Bagioli (Soudal) e su cui è rientrato poco dopo anche un calibro da 90 come Tom Pidcock (INEOS). Bagioli sulle prime non ha collaborato, ma è bastata la joint-venture anglotoscana per permettere all'azione di decollare.
A 50 km dall'arrivo di Siena Pidcock prende il volo in discesa
Ai -50 lo sterrato si metteva in discesa, e qui Pidcock con naturalezza, senza nemmeno dover forzare ma solo assecondando le proprie attitudini, ha mollato i due italiani, ha preso e superato Romeo e poi non ha certo aspettato Bagioli (che ora collaborava) e Bettiol, i quali anzi sono stati rimessi nel mirino dai resti del gruppo, dal quale si muoveva solitario Valter.
L'ungherese ha rapidamente raggiunto Bettiol, intanto Bagioli perdeva contatto e il plotone era guidato ora dalla Bahrain-Victorious con Matej Mohoric. Nel drappello c'era Mathieu van der Poel (Alpecin) ma non Julian Alaphilippe (Soudal), che era in un plotoncino più attardato. Ancor prima che il settore finisse, anche Valter e Bettiol sono stati raggiunti dal primo troncone del gruppo. Ma intanto Pidcock metteva sempre più margine tra sé e gli altri favoriti di giornata.
A 42.5 dalla fine, proprio negli ultimi metri di sterrato, Pidcock ha raggiunto De Marchi e Bystrøm; un mezzo minuto abbondante più indietro Mathieu ha piazzato il suo scatto, chiamando a coagularsi un gruppetto ancor più selezionato all'inseguimento dei battistrada. Intanto un altro corridore molto atteso, Tim Wellens, forava ed era costretto a prendersi al volo la bici del compagno George Bennett: per la UAE una giornata piena di forature, di Formolo abbiamo detto, ma avevano bucato pure Alessandro Covi e Brandon McNulty.
Dal gruppetto MVDP è partito -40 Andreas Kron (Lotto Dstny), su cui son rientrati prima Madouas e poi Pello Bilbao (Bahrain); negli stessi frangenti caduta di Bettiol e Magnus Sheffield (INEOS), con l'italiano ad avere la peggio, colpo al capo e conseguente ritiro (con trasporto in ambulanza).
La corsa era del tutto saltata, un allungo di Quinn Simmons (Trek-Segafredo) ha provocato una selezione nel gruppo, e non tutti sono riusciti a rispondere bene all'americano: gli si son portati addosso Matej Mohoric (Bahrain), Valter, Romain Gregoire (Groupama), Formolo, poi Rui Costa (Intermarché) e infine Tiesj Benoot (Jumbo). Più indietro Van der Poel restava con Filippo Zana (Jayco AlUla), Bagioli, Maxim van Gils (Lotto) e Ben Tulett (INEOS); e nessuno collaborava col fuoriclasse olandese.
Invece il gruppetto Simmons veleggiava discretamente, ai -30 ha raggiunto Kron, Madouas e Bilbao, poco dopo pure Bystrøm è stato ripreso: si era appena staccato da Pidcock-De Marchi, i quali conservavano sempre mezzo minuto sui primi inseguitori; e questi avevano già 40" sul gruppetto Van der Poel, ormai ufficialmente fuori dai giochi e di lì a poco anche raggiunto da un gruppo più grosso in cui la Bora-Hansgrohe tirava per Aleksandr Vlasov.
La presenza di diverse coppie nel gruppetto inseguitore faceva sì che dietro non si mollasse, coi gregari di turno a sacrificarsi per i rispettivi capitani: Bystrøm per Rui Costa, Bilbao per Mohoric, Valter (a tratti) per Benoot, Gregoire per Madouas. Simmons, Formolo e Kron facevano da sé, in ogni caso il distacco da Pidcock-De Marchi è stato portato sotto il mezzo minuto ma sullo sterrato di Monteaperti, settore 9 ai -23.5, il folletto britannico ha staccato il Rosso di Buja (e fin qui nessuna sorpresa), ma ha pure riallungato rispetto agli inseguitori.
A questo punto serviva una sortita per invertire l'inerzia della corsa, e dopo un accenno di Mohoric con Gregoire è stato Benoot a fare la sparata giusta: il belga ha messo sullo strappo uno scatto potentissimo, in un secondo momento l'hanno poi raggiunto Madouas e Rui Costa, ma quel che è più rilevante è che i tre hanno mangiato in un attimo 15" a Pidcock.
Pidcock, strenua difesa sugli ultimi sterrati per vincere la Strade Bianche 2023
Sul settore 10, Colle Pinzuto ai -19, Benoot ha tirato ancora il collo a Rui Costa e Madouas, ma sono arrivate anche le reazioni di altri del gruppetto dietro: Simmons è partito con Mohoric, poi anche Valter si è accodato e ha rilanciato, e i due terzetti si sono ricongiunti a 17.5 dalla fine. Benoot, vedendo arrivare Valter, non l'ha presa benissimo, peraltro.
Ne è derivato un momento di incertezza, con i due Jumbo che parevano più che altro corrersi contro e non collaboravano; il grosso del lavoro in questa fase l'ha svolto Simmons, coadiuvato principalmente da Mohoric, fatto sta che il braccio di ferro con Pidcock proseguiva sul piede dei 15-20" di distacco col britannico che a tratti rientrava ormai nel campo visivo dei suoi inseguitori.
Mohoric si è riservato lo scatto buono per Le Tolfe, 11esimo e ultimo settore di sterrato ai -12, ma la sua azione ha solo scatenato la reazione di un Valter che ormai non si teneva più. L'ungherese è uscito dal muro con soli 10", comunque Madouas gli ha riportato sotto tutti gli altri a eccezione di Simmons, saltato sulla salita. Attila non s'è dato per vinto e ai -10 è ripartito, ormai dietro sentivano fortissimo l'odore della lepre e a turno scattavano, Mohoric in un tratto di discesa ai -9, Benoot in uno di salita ai -8, a questo punto Mohoric prima e Valter poi hanno perso nettamente contatto, sembravano out ma ai -6 son riusciti a rientrare.
Significava, ciò, che Benoot, Rui Costa e Madouas non avevano tenuto un ritmo insostenibile, e infatti Pidcock, arrivato poco prima a un vantaggio minimo di 7", è riuscito a riprendere agio rimettendo le lancette sopra i 20". Tom ha valicato la porta di Fontebranda, a 800 metri dalla linea d'arrivo, con 30" di margine, decisamente imprendibile, e da lì al traguardo si è goduto il bagno di folla, davvero numerorissima sulla rampa finale nel cuore della meravigliosa Siena.
Pidcock ha vinto con 20" su Madouas, 22" su Benoot, 23" su Rui Costa e Valter, 34" su Mohoric; a 1'04" è arrivato Bilbao, che sulle Tolfe aveva staccato tutti gli altri; a 1'18" Gregoire, a 1'23" Formolo, autore di una bella rimonta nel finale, e a 1'35" Kron a chiudere la top ten. Per Pidcock seconda classica conquistata dopo la Freccia del Brabante 2021. Per gli altri una sconfitta determinata non solo dalla superiorità del giovanotto di Leeds, ma anche da alcune scelte tattiche alquanto rivedibili: prevedibile che i prossimi siano giorni di processi interni in casa Jumbo-Visma…