Ryan Cavanagh alla partenza della Japan Cup 2023 © Kinan Racing Team/Ryan Cavanagh
Mondo Continental

Cavanagh, il nuovo campione d'Oceania finalmente profeta in patria

Dopo tante vittorie in Asia, l'australiano ha rotto la maledizione e ha conquistato il primo successo UCI in patria, laureandosi campione oceanico

17.04.2024 23:00

Decimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Tour du Loir et Cher, Campionati Oceanici, Arno Wallaard Memorial e Ryan Cavanagh, alla prima vittoria in patria dopo i tanti trionfi in Asia.

Le corse della settimana

Tour du Loir et Cher

Emil Toudal festeggia la vittoria del Tour du Loir et Cher con la sua squadra
Emil Toudal festeggia la vittoria del Tour du Loir et Cher con la sua squadra © ColoQuick Cycling

In Francia si è disputata la sessantatreesima edizione del Tour du Loir et Cher, corsa a tappe di cinque giorni che vedeva al via venticinque squadre: diciannove Continental, quattro formazioni dilettantistiche francesi e le selezioni nazionali di Germania e Svezia.

La prima tappa non presentava grosse asperità e prevedeva, nel finale, tre giri di un circuito di 8,5 km. Tre uomini sono riusciti a fare la differenza e a tenersi dietro il gruppo: Lorenz van de Wynkele (Lotto Dstny Development) si è imposto davanti a Edvin Lovidius (Nazionale Svezia), con Stijn Daemen (VolkerWessels) a completare il podio di giornata con 3” di ritardo. Il plotone principale è arrivato sul traguardo con un distacco di 8”.

La seconda frazione presentava le principali difficoltà nella prima metà del percorso e, come nella giornata precedente, il finale prevedeva tre giri di un circuito (lungo 10,5 km). La volata di gruppo è stata nuovamente scongiurata: soltanto dieci corridori, infatti, sono riusciti a rientrare sui fuggitivi di giornata. Lo sprint del gruppetto di testa ha premiato Simon Dehairs (Alpecin-Deceuninck Development), uno dei migliori velocisti al via, che si è messo dietro Steffen De Schuyteneer (Lotto Dstny Development) e il leader della generale Lorenz van de Wynkele.

La terza tappa era più ondulata delle due precedenti, ma comunque non presentava troppe salite. Nel finale era previsto un primo passaggio sul traguardo, ai -18. Ancora una volta i fuggitivi hanno avuto la meglio sul plotone: il gruppo di testa, composto da quindici corridori, si è giocato la vittoria allo sprint e il più veloce è stato Jelte Krijnsen (Parkhotel Valkenburg), che ha preceduto Jakob Söderqvist (Nazionale Svezia) e Storm Ingebrigtsen (Coop-Repsol). Edvin Lovidius si è impossessato della maglia di leader.

La quarta frazione era probabilmente la più semplice della corsa, vista la lunghezza di soli 120 km e la quasi totale assenza di difficoltà altimetriche. Dopo tante fughe arrivate al traguardo, per la prima volta c‘è stata una volata di gruppo. La vittoria è andata nuovamente a Simon Dehairs, che ha battuto Lukáš Kubiš (Elkov-Kasper) e Patryk Stosz (Felt Felbermayr). Edvin Lovidius ha conservato la testa della classifica generale.

L’ultima tappa era la più breve, ma anche la più impegnativa, con un circuito di 7,5 km da ripetere dodici volte, comprendente uno strappo di un chilometro, in cima al quale era situato l’arrivo. Sette corridori hanno fatto la differenza e si sono giocati tutto in volata: lo spunto migliore è stato quello del norvegese André Drege (Coop-Repsol), bravo a superare Axel van der Tuuk (Metec-SOLARWATT) e Steffen De Schuyteneer.

I protagonisti dell’attacco dell’ultima frazione hanno ribaltato la classifica e, così, il successo finale è andato a Emil Toudal (ColoQuick), che ha preceduto di 15” Steffen De Schuyteneer, miglior giovane della corsa, e di 16” Axel van der Tuuk. Simon Dehairs ha vinto la classifica a punti, mentre quella dei GPM ha premiato Lars Vanden Heede (Soudal-Quick Step Devo). La graduatoria a squadre, infine, è andata alla VolkerWessels.

Campionati Oceanici e Campionati Argentini

Ryan Cavanagh conquista il titolo oceanico
Ryan Cavanagh conquista il titolo oceanico © AusCycling/Mat Gilfedder

In Australia sono andati in scena i Campionati Oceanici, le uniche gare continentali in cui i corridori (o almeno la maggior parte di loro) partecipano con le loro squadre di appartenenza e non con le nazionali. Ben settantotto dei novanta partecipanti alla prova in linea erano australiani; a loro si sono aggiunti nove neozelandesi, due tahitiani e un neocaledoniano.

Quattro corridori si sono giocati la corsa e, nel finale, Ryan Cavanagh (Kinan) si è avvantaggiato insieme a Matthew Greenwood, per poi batterlo agevolmente. Quasi in scia al corridore del Team BridgeLane, che si è consolato con il titolo under 23, Aaron Gate (Burgos-BH) ha conquistato la medaglia di bronzo, superando allo sprint Ben Metcalfe (BridgeLane). Jackson Medway (BridgeLane), quinto a 1’43”, si è preso il secondo gradino di un podio under 23 che è stato completato da Jack Ward (BridgeLane), nono a 3’46”.

La prova a cronometro, disputata su una distanza di soli 20 km, prevedeva due classifiche separate per élite e under 23, nonostante competessero sullo stesso percorso. La gara élite è stata dominata dall’unico neozelandese in gara, Aaron Gate. Il trentatreenne ha staccato di ben 41” Oliver Stenning (Blakshaw) e di 1’34 Benjamin Dyball (Victoire Hiroshima). Fra gli under 23 si è imposto Jackson Medway, che ha fatto segnare un tempo superiore a quello di Gate di soli 12”. Sul podio con lui sono saliti Lucas Murphy (Quality Food) e Guy Yarrell (Oxford Edge), che hanno pagato rispettivamente 29” e 53”.

In Argentina, invece, si sono disputati i campionati nazionali. La prova a cronometro ha premiato Sergio Fredes (City Bikes Miami), che ha, così, confermato il titolo dello scorso anno. Alle spalle del trentaduenne si sono piazzati Leonardo Cobarrubia (SEP San Juan), staccato di 29”, e Diego Valenzuela (SAT), che ha pagato 1’05”. Tra gli under 23 il titolo è andato a Valentin Rossello, che ha preceduto di 20” Fausto Gomez (Murray) e di 31” Tomás Moyano (Municipalidad de Pocito).

La prova in linea è stata decisa da una volata a tre, che ha visto prevalere Laureano Rosas (SwiftCarbon), al terzo titolo nazionale in carriera dopo i due successi contro il tempo (2014 e 2016), davanti a Daniel Juarez (Municipalidad de Las Heras) e Leandro Velardez (Municipalidad de Pocito). Nehuen Erripa (Grupo Intxausti) ha conquistato il successo fra gli under 23, superando in volata Santiago Videla (Fuerza Activa) e Maximo Cornejo.

Arno Wallaard Memorial

Pete Uptegrove vince l'Arno Wallaard Memorial
Pete Uptegrove vince l'Arno Wallaard Memorial © Wielervereniging de IJsselstreek

Nei Paesi Bassi è andata in scena la sedicesima edizione dell’Arno Wallaard Memorial, corsa dedicata allo sfortunato corridore neerlandese morto per arresto cardiaco nel febbraio 2006, poco dopo aver fatto il suo esordio tra i professionisti. Al via erano presenti quattordici Continental e dieci formazioni dilettantistiche.

La gara presentava un percorso del tutto privo di difficoltà altimetriche, ma è stata più insidiosa del previsto. Purtroppo, a caratterizzare l’evento sono state due importanti cadute, che hanno costretto gli organizzatori a sospendere la corsa. Fortunatamente, comunque, nessuno dei corridori coinvolti sembra aver riportato danni seri. Dopo una lunga attesa è stata presa la decisione di ripartire, anche se con un percorso accorciato

Dopo il secondo via c’erano da percorrere circa 80 km, che i corridori in gara hanno percorso a tutta, con sei uomini che sono riusciti a fare la differenza. I battistrada sono andati d’accordo fino agli ultimi 3 chilometri, quando è subentrato l’aspetto tattico e, a 1500 metri dal traguardo, Jens van den Dool (GRC Jan van Arckel) ha sfruttato un momento di incertezza per attaccare. L’azione del venticinquenne sembrava poter essere quella vincente, ma da dietro è rinvenuto fortissimo Pete Uptegrove (Monda Vakantieparken), che è riuscito a raggiungerlo e a saltarlo.

Il ventitreenne, attivo anche nel ciclocross, ha centrato, così, la sua prima vittoria internazionale su strada, precedendo di 3” Van Den Dool. A sorpresa, quindi, sono state due formazioni dilettantistiche a salire sui primi gradini del podio. Bert-Jan Lindeman (VolkerWessels) ha chiuso terzo a 5”, mentre gli altri reduci dell’attacco a sei, Tijmen Eising (BEAT), Thomas Joseph (Tarteletto-Isorex) e Magnus Bak Klaris (Airtox-Carl Ras), hanno tagliato il traguardo nell’ordine a 11”, resistendo di poco alla rimonta del gruppo.

Le Continental tra i big

Matteo Malucelli arriva a pochi millimetri dalla vittoria di tappa in Abruzzo
Matteo Malucelli arriva a pochi millimetri dalla vittoria di tappa in Abruzzo © Il Giro d'Abruzzo/LaPresse

Ben tredici Continental hanno preso parte al Giro d’Abruzzo, ma una ha mostrato di avere una marcia in più: la JCL Team Ukyo. La formazione giapponese ha piazzato Giovanni Carboni al nono posto in classifica generale, e ha centrato la top ten in tutte le frazioni, raggiungendo il podio di tappa con Matteo Malucelli, secondo nella prima, e con Thomas Pesenti, terzo nella seconda. Anche la Zalf Euromobil si è fatta notare, grazie ad Andrea Guerra, che ha indossato per due giorni la maglia di miglior scalatore.

Sei formazioni di terza divisione hanno partecipato al trittico di gare francesi composto da Classic Grand Besançon Doubs, Tour du Jura e Tour du Doubs: le locali CIC U Nantes Atlantique, Nice Métropole Côte d'Azur, St.Michel-Mavic-Auber 93 e Van Rysel Roubaix, la tedesca BIKE AID e la belga Philippe Wagner/Bazin. Nell’ultima corsa, inoltre, si è aggiunta l’austriaca Hrinkow Advarics. Le cose migliori le ha fatte la CIC U Nantes Atlantique, con Clément Braz Afonso, quindicesimo al Tour du Jura e ottavo al Tour du Doubs. Alla Classic Grand Besançon Doubs, invece, il migliore è stato Joris Delbove: il ventitreenne della St.Michel-Mavic-Auber 93 ha chiuso diciannovesimo.

In settimana ci sono state diverse novità di ciclomercato: la Saint Piran ha chiuso la sua squadra dilettantistica di sviluppo e ha promosso nella Continental cinque corridori: i britannici Huw Buck Jones e Dylan Westley, gli australiani Joshua Ludman e Rhys Robotham e il mauriziano Alexandre Mayer, recentemente vincitore della prova in linea degli African Games.

Novità anche dal Marocco: la Sidi Ali-Unlock ha ingaggiato gli spagnoli Eduardo Pérez-Landaluce e Victor Martínez, rimasti fuori dal mondo Continental dopo che la Kamen Pazin Cabo de Penas non aveva ottenuto la licenza. Un cambio di casacca anche in Portogallo, dove Pedro Miguel Lopes ha lasciato i dilettanti della Óbidos per tornare alla Kelly/Simoldes, formazione nella quale aveva già militato dal 2018 al 2021. L’UCI ha rivelato anche un movimento in uscita dalla categoria: dopo poco più di un anno nel vivaio, la Intermarché-Wanty ha promosso in prima squadra il crossista Gerben Kuypers

Il ritratto della settimana: Ryan Cavanagh

Ryan Cavanagh vince l'Oita Urban Classic 2023
Ryan Cavanagh vince l'Oita Urban Classic 2023 © Kinan/Syunsuke Fukumitsu

Come Jesse Ewart, anche Ryan Cavanagh è nato in Australia e ha raccolto i suoi migliori risultati in Asia. A differenza del corridore della Terengganu ha militato per tanti anni in formazioni del Down Under, senza, però, mai riuscire ad alzare le braccia al cielo in patria a livello UCI. Dal 2022 corre in Giappone e, paradossalmente, proprio con la maglia di una formazione nipponica, la Kinan, ha trovato la prima vittoria internazionale su suolo australiano.

Non si è trattato di una vittoria da poco: il ventottenne, infatti, ha conquistato il titolo oceanico in linea. Si tratta del meno prestigioso fra i campionati continentali, considerando che si corre nel bel mezzo della stagione europea e che, al di fuori di Australia e Nuova Zelanda, non ci sono nazioni davvero competitive, ma per un ragazzo che ha sempre militato in squadre Continental e che non aveva mai vinto nel suo paese, è sicuramente una grandissima soddisfazione, anche perché potrà indossare per un anno una maglia speciale. 

Ryan Cavanagh iniziò a farsi notare nel 2012, al primo anno da junior, quando chiuse all’ottavo posto il campionato nazionale a cronometro di categoria, ma la stagione in cui il suo nome iniziò a circolare a livello internazionale fu la successiva: vinse il titolo oceanico degli juniores battendo Jai Hindley, disputò alcune delle più importanti corse europee, raccogliendo qualche buon piazzamento, e si guadagnò la convocazione per i Campionati del Mondo di Firenze.

Al primo anno tra gli under 23, l’australiano disputò un calendario esclusivamente dilettantistico, per attutire le difficoltà del salto: vinse una corsa in Cina, la classifica finale del Tour of Poyang Lake, fu quarto nella cronometro under 23 dei Campionati Oceanici e si piazzò in un paio di tappe del Tour of Tasmania. Nel 2015, dopo il quarto posto nel campionato nazionale under 23, fece il suo debutto in corse UCI, disputando la Cadel Evans Great Ocean Road Race (allora di categoria 1) e l’Herald Sun Tour. In seguito si trasferì in Francia, al CR4C Roanne, ma in Europa non riuscì a lasciare il segno.

Nella stagione seguente Cavanagh fece il suo debutto in una Continental, firmando con la State of Matter-MAAP. Disputò un calendario misto, alternando gare dilettantistiche (vinse il Tour de Tweed), under 23 (fu ottavo nel campionato nazionale in linea e quinto in quello oceanico a cronometro) e professionistiche (partecipò all’Herald Sun Tour e al Tour of Qinghai Lake). Nel 2017, in seguito alla chiusura della sua squadra, passò alla NSW Institute of Sport, neonata Continental australiana. A livello internazionale non riuscì ad ottenere risultati importanti, anche a causa dello scarno calendario della sua formazione, ma fu buon protagonista delle corse dilettantistiche locali, in cui ottenne ben quattro vittorie.

Costretto a cambiare nuovamente squadra, a causa della chiusura della NSW Institute of Sport, Cavanagh trovò spazio alla St.George, una struttura decisamente più solida delle precedenti. Con la nuova compagine continuò a correre nel calendario dilettantistico australiano (centrò due successi) e disputò molte corse in Asia, continente che gli avrebbe regalato tante soddisfazioni anche negli anni successivi. Conquistò la prima vittoria UCI, imponendosi nella quinta tappa del Tour de Singkarak e ottenne altri buoni piazzamenti come il decimo posto al Tour de Kumano e il quarto al Tour de Siak. 

Confermato anche per l’annata seguente, decise di limitare le sue apparizioni nel calendario nazionale e si concentrò maggiormente sulle corse asiatiche. La scelta diede subito i suoi frutti: l’australiano dominò la tappa regina della The Princess Maha Chakri Sirindhorn's Cup (il Giro di Thailandia), rifilando distacchi abissali a tutti e imponendosi, di conseguenza, anche in classifica generale. A fine stagione, inoltre, conquistò un’altra corsa a tappe, il Tour of Quanzhou Bay.

Nel 2020 rimase alla St.George, ma risentì molto dello scoppio della pandemia, che azzerò, di fatto, l’Asia Tour. Prima della sospensione delle corse, però, fece in tempo a vincere una tappa del Tour de Taiwan. Sfiorò anche il successo in classifica generale, ma perse la maglia di leader proprio nell’ultima tappa, che vide Nicholas White conquistare al traguardo l’abbuono decisivo per il sorpasso. Il 2021 fu praticamente un anno perso per Cavanagh, che non poté disputare alcuna corsa UCI (ad eccezione del campionato australiano) e fu costretto a incentrare la sua stagione sulle gare dilettantistiche australiane.

Dopo due stagioni difficili, decise di trasferirsi in Giappone, firmando con la Victoire Hiroshima. Per la formazione nipponica si trattava dell’esordio nel mondo Continental e l’australiano, unico straniero in rosa, regalò al team la prima storica vittoria UCI, imponendosi nell’ultima tappa del Tour de Kumano, di cui conquistò anche la classifica a punti. Fece bene anche nelle altre corse internazionali a cui prese parte: chiuse al settimo posto la generale del Tour of Japan e all’ottavo l’Oita Urban Classic.

L’anno scorso è rimasto nel paese del Sol Levante, ma ha cambiato squadra, passando alla Kinan insieme al connazionale Drew Morey (proveniente dal Team BridgeLane). Si è imposto nell’Oita Urban Classic ed è andato vicinissimo al successo in altre tre occasioni: ha chiuso, infatti, al secondo posto una tappa del New Zealand Cycle Classic, una del Tour of Japan e una del Tour de Kyushu (in cui è stato settimo nella generale). Ha saputo, inoltre, imporsi anche in due corse dilettantistiche (una in Australia e una in Giappone).

In questa stagione, dopo il titolo oceanico, Ryan Cavanagh si presenterà al via di una corsa di alto livello come il Presidential Cycling Tour of Türkiye, in attesa delle corse giapponesi, che inizieranno nel mese di maggio.

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