Un po' Rischiatutto, un po' Lascia o Raddoppia
Presentato il percorso del Tour de France 2021, non mancano gli azzardi. Due crono, il Ventoux si scala due volte e soli tre arrivi in salita
In questa maledetta stagione 2020 il Tour de France è stata la prima delle tre grandi corse a tappe a disputarsi tra fine agosto e settembre, e adesso i francesi sono stati anche i primi a svelare il percorso completo della prossima edizione. Come già sarebbe dovuto avvenire quest'anno prima dello stravolgimento di tutti i calendari, le date della Grande Boucle saranno condizionate dai Giochi Olimpici di Tokyo: tutto è stato quindi anticipato di una settimana con la partenza fissata per sabato 26 giugno mentre il finale a Parigi sarà domenica 18 luglio, soli 6 giorni prima della prova in linea della rassegna olimpica; questo cambio di date ha anche fatto slittare il Grand Départ da Copenhagen al 2022.
Ma veniamo alle considerazione generali sul percorso, prima di andare a vedere le tappe più nel dettaglio. Dopo un Tour de France caratterizzato da uno strepitoso epilogo nella cronometro di La Planche de Belles Filles ma anche da uno spettacolo non altrettando eccelso nelle tappe di montagna, il direttore Christian Prudhomme sembra aver scelto una via interessante e rischiosa allo stesso tempo, in cui si cercano caratteristiche della tradizione più storica del Tour con gli elementi necessari per disegnare una corsa moderna ed al passo con il ciclismo attuale. Le prime due cose che saltano all'occhio sono infatti un aumento dei chilometri complessivi a cronometro (58, divisi in due tappe) ed una riduzione del numero di arrivi in salita, che saranno solo tre: tanto potrebbe invece giocarsi nelle tappe di montagna con arrivi in discesa od in quelle caratterizzate da strappi nel finale. Insomma, l'azzardo c'è, ma il Tour de France 2021 sembra fatto apposto per invitare all'attacco coloro che non vorranno giocarsi tutto nelle prove contro il tempo, a patto che qualche squadrone non anestetizzi tutto.
La prima settimana: le colline bretone, una cronometro ed infine le Alpi
Andando più nel dettaglio, già nelle prime giornate in Bretagne potrammo assistere a qualche movimento interessante e magari anche qualche buco di una manciata di secondi tra i favoriti. La prima maglia gialla infatti si giocherà sullo strappo della Côte de la Fosse aux Loup in quel di Landerneau: l'ascesa che porta al traguardo misura 3 chilomentri con una pendenza media del 5.7%, anche se le rampe più ripide sono subito all'inizio. Il giorno successivo ci sarà subito una rivincita tra gli stessi protagonisti visto che la seconda tappa si concluderà a Mûr de Bretagne con la sua salita di 2 chilometri al 6.9% che il Tour de France ha già affrontato tre volte negli ultimi 10 anni: scattisti, uomini da classiche e scalatori esplosivi dovranno farsi trovare pronti.
Molto più importante in ottica classifica generale sarà invece la quinta tappa: dopo due frazioni per velocisti in Bretagna, i corridori si troveranno di fronte ad una cronometro individuale di 27 chilometri da Changé a Laval in cui gli specialisti, con gambe ancora fresche, potranno scavare margini importanti rispetto ai corridori meno avvezzi a questo tipo di esercizio; bisogna tornare indietro al 2008 - e combinazione anche allora si partiva da Brest - per trovare un'altra cronometro individuale di lunghezza comparabile a questa posizionata così presto. Una terza tappa per velocisti servirà sostanzialmente ad iniziare il percorso di avvicinamento alle Alpi, grandi protagoniste del secondo weekend di gara.
Prima di arrivare sulle montagne, però, bisognerà fare i conti con la tappa maratona di Le Creusot: sono ben 248 chilometri, la distanza più lunga da 20 anni a questa parte, in cui bisognerà fare attenzione al durissimo muro del Signal d'Uchon, un rampa di poco meno di 2 chilometri all'11% medio che i corridori si troveranno di fronte a poco meno di 20 chilometri dal traguardo. Le grandi montagne inizieranno dall'ottava tappa che presenterà la classica accoppiata Col de Romme e Col de la Colombière prima del traguardo posto a Le Grand Bornand: dall'ultimo gpm ci saranno 15 chilometri per andare al traguardo e nel 2018 i big arrivarono tutti assieme, ma immaginando una classifica già allungata dalla cronometro potrebbero esserci corridori vogliosi di recuperare terreno; ed il terreno per attaccare c'è. La prima (lunga) settimana si concluderà con un arrivo in salita a Tignes come risarcimento dell'arrivo mancato nel 2019 causa grandine e frana, ma stavolta su arriverà dal Col du Pré e dalla Cormet de Roselend e non c'è da aspettarsi molta battaglia prima della lunga ascesa conclusiva (21 km al 5.6%).
La seconda settimana: il clou è la doppia ascesa del Mont Ventoux
Sarà proprio la località di Tignes ad ospitare il primo giorno di riposo del Tour de France 2021, mentre la ripartenza sarà segnata da una tappa sulla carta tranquilla dedicata ai velocisti. Una data che tutti gli appassionati dovranno segnarsi sul calendario è quella di mercoledì 7 luglio quando in programma ci sarà l'11a tappa: qui in programma ci sarà una doppia ascesa del Mont Ventoux, prima dal versante più lungo e più facile di Sault, poi nel finale da quello classico di Bédoin con i suoi 15.7 chilometri all'8.8%. A causa di alcuni lavori nella zona dell'osservatorio, l'arrivo non potrà essere in cima, ed è per questo che una volta raggiunta la vetta i corridori dovranno testarsi anche con la picchiata verso il traguardo di Malaucène: questi ultimi 22 chilometri di discesa saranno un diversivo interessante, e non dovrebbero essere un'ostacolo per chi vorrà o dovrà attaccare in salite.
Dopo il Ventoux avremo altre due tappe sulla carta adatte ai velocisti, ma in cui il gruppo dovrà tenere gli occhi bene aperti: nella frazione con arrivo a Nîmes, infatti, l'insidia principale potrebbe essere rappresentata dal vento, mentre il giorno successivo il menù prevede la bellezza di 220 chilometri verso Carcassone che potrebbero prestarsi anche ad una fuga da lontano. Il terzo weekend di gara offre invece un primo timido assaggio di Pirenei, sebbene le due tappe proposte non siano proprio quello che i tifosi si aspetterebbero di vedere al sabato o alla domenica. La quattorcisima tappa sembra terreno da fughe per quanto il Col de Saitn Louis (4.7 km al 7.4%) a 17 chilometri dall'arrivo di Quillan non sia certo da sottovalutare. La domenica invece sarà proposto uno sconfinamento nel Principato di Andorra con la conclusione posizionata proprio nella capitale Andorra La Vella: la tappa è classificata come di montagna visto che si toccheranno i 2408 metri del Port d'Envalira, vetta più alta di questo Tour, ma se battaglia deve essere sarà sul Col de Beixalis, salita di 6.4 km all'8.5%. Ancora una volta, dall'ultimo gpm mancheranno ancora 15 chilometri di strada, prevalentemente in discesa: il rischio che nessuna si muova c'è.
La terza settimana: gli arrivi in salita e la seconda cronometro
Nelle prime due settimane di Tour de France potrebbe succedere di tutto con i rapporti di forza tra i big già ben definiti, o potrebbe non succedere nulla con i migliori quattro o cinque corridori ancora racchiusi nell'arco di pochi secondi: ma nelle ultime tappe il discorso cambierà e arriveranno questi che potremmo definire gli unici due veri arrivi in salita di questa edizione, visto che quella di Tignes è una salita lunga ma abbastanza pedalabile. Dopo il giorno di riposo avremo una tappa di trasferimento dedicata alla fughe, ma la tappa numero 17, nonostante circa 115 chilometri di pianura iniziale, potrebbe offrire spettacolo tra Col de Peyresourde e Col de Val Louron prima dell'arrivo in salita al Col de Portet, già visto nella mini tappa del 2018. È evidente che tutto si giocherà negli ultimi 16 chilometri (al 8.7%), ma le gambe potranno arrivarci già abbastanza affaticate.
Sul Col du Portet, però, qualcuno potrebbe decidere di non esagerare perché il giorno successo ci sarà l'ultima tappa di montagna di questo Tour de France, forse anche la più impegnativa se non fosse per i soli 130 chilometri. Una settantina di chilometri di riscaldamento (immancabile il via da Pau) e poi si farà subito sul serio con il Col du Tourmalet che potrebbe essere teatro di battaglia se qualcuno vorrà provare a ribaltare la corsa: dalla vetta mancheranno infatti solo 35 chilometri all'arrivo, circa 22 di discesa e poi gli ultimi 13 di nuovo all'insù, con pendenza media del 7.4%, per arrivare a Luz-Ardiden. Per gli scalatori sarà l'ultima occasione e anche stavolta ci sarà il terreno ideale per muoversi da lontano, aiutati anche da fatto che dopo ci sarà una tappa per velocisti che darà molto di rifiatare un po' in vista dell'ultima sfida, la cronometro di 31 chilometri da Libourne a Saint-Emilion.
Le due cronometro, non lunghissime ma comunque entrambe di una distanza significativa, messe all'inizio e alla fine di questo Tour de France sembrano posizionate proprio con l'intento di spingere i corridori ad attaccare in salita, prima per recuperare e poi per avvantaggiarsi e questa potrebbe essere la chiave vincente della prossima edizione; ed anche la tappa di Luz-Ardiden sembra collocata al punto giusto per assistere ad attacchi importanti senza per forza dover aspettare gli ultimi chilometri di salitau. Ma come abbiamo detto, è forte il rischio che per almeno due settimane a dare spettacolo siano solo i cacciatori di tappe e non gli uomini di classifica.
Le altimetrie disponibili ed i dettagli delle salite
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