Adesso tocca anche alle donne fare sul serio
Dopo l'antipasto australiano, nel weekend scatta in Belgio la vera stagione del ciclismo femminile
Doveva esserci il Tour Femenino de San Luis ma è stato cancellato, doveva esserci il Ladies Tour of Qatar ma anche quello ha fatto la stessa fine: è vero, si è gareggiato in Australia, ma il fine settimana che ci aspetta può essere considerato a tutti gli effetti il vero inizio della stagione 2017 del ciclismo femminile anche perché da lì in avanti non ci sararanno più soste. E senza il sentitissimo appuntamento dei Giochi Olimpici che hanno condizionato la preparazione di molte atlete nel 2016, è facile immaginare che tutte le più forti proveranno ad essere protagoniste fin da subito.
Subito muri, pavé e vento
L'impatto con le prime gare dell'anno non sarà dei più agevoli. Sabato si correrà infatti l'Omloop Het Nieuwsblad, una classica che tutti gli appassionati di ciclismo conoscono bene visto che in contemporanea di disputa anche una corsa maschile: le donne dovranno affrontare un percorso di 124 chilometri con diversi settori di pavé e la bellezza di nove muri fiamminghi, compreso il durissimo Paterberg posizionato a metà tracciato. Dall'ultimo muro, il Molenberg, all'arrivo mancheranno 35 chilometri dove i giochi tattici avranno il loro peso: l'anno scorso Elizabeth Deignan fece tutto da sola ben coperta dalle compagne di squadra mentre in 11 edizione disputate l'unico podio italiano l'ha conquistato Noemi Cantele, seconda nel 2009.
Il giorno successivo, domenica, si resterà in Belgio per l'Omloop Van het Hageland, gara che l'anno scorso vide il successo in volata di Marta Bastianelli. Altimetricamente questa seconda gara è più semplice della precedente, ma non mancano tratti di pavé e stradine strette e tortuose che possono creare molti problemi al gruppo, soprattutto nel caso in cui non dovesse essere dei migliori. Non è assurdo pensare che qualche atleta possa tenere un atteggiamento tattico più prudente al sabato per essere più brillante e competitiva il giorno successivo.
Boels-Dolmans sempre squadra da battere
In gruppo la squadra di riferimento sarà sempre la fortissima corazzata olandese Boels-Dolmans che, pur perdendo atlete del calibro di Ellen Van Dijk (partita in direzione Sunweb) ed Evelyn Stevens (che si è ritirata), se possibile è riuscita addirittura a rinforzarsi ulteriormente: il colpo è senza dubbio l'ingaggio della campionessa olimpica ed europea Anna Van der Breggen, ma anche Amy Pieters è un innesto di valore soprattutto per le classiche del pavé. Proprio la Van der Breggen sarà l'atleta da tenere maggiormente d'occhio in questo 2017 perché ha dimostrato di essere capace di vincere su ogni tipo di tracciato ed assieme alle compagne può davvero fare il bello e cattivo tempo in corsa: nella seconda parte di stagione la 26enne olandese potrebbe puntare tutto sul Mondiale, l'unico grande successo che ancora le manca.
Restando in squadra c'è grande curiosità per vedere come si comporteranno Elizabeth Deignan e Amalie Dideriksen. Dallo "scandalo" dei controlli antidoping mancati, la britannica non ha più vinto una corsa ma ha pur sempre fatto quarta a Doha e quinta a Rio: l'anno scorso a inizio stagione era stata assolutamente irresistibile, vedremo se saprà avvicinarsi a quei livelli. La giovane danese invece ha sorpreso tutti in Qatar vincendo il Campionato del Mondo a soli 20 anni: per lei non sarà una stagione facile perché la maglia iridata che si metterà addosso porterà molte attenzioni e pressioni, ma è giovane e la durissima concorrenza interna potrebbe rischiare di toglierle un bel po' di spazio.
Marianne Vos lancia la WM3, occhio alla Sunweb
Tra le rivali più accreditate c'è ovviamente la fuoriclasse olandese Marianne Vos, rientrata in gruppo l'anno scorso dopo praticamente un anno di inattività: nel 2016 ha conquistato subito nove vittorie su strada ma senza un grande acuto di prestigio, quest'anno invece la Vos dovrà puntare per forza anche alla qualità per dimostrare di essere tornata quella di un tempo. Per ritrovare il ritmo giusto, quest'inverno Marianne Vos si è dedicata di nuovo al ciclocross dove, pur perdendo il Mondiale, ha dominato la scena con 8 vittorie: nella sua nuova WM3 Pro Cycling Team c'è anche la giovane polacca Katarzyna Niewiadoma, altra atleta che proverà finalmente a conquistare una grande classica del calendario internazionale.
A livello di squadre c'è curiosità attorno al progetto del Team Sunweb, l'ex Liv-Plantur, che si è rinforzata e che in organico ha anche diverse giovani dotate di grande potenzialità: oltre ai nomi più nomi di Van Dijk e Brand segnaliamo la statunitense Coryn Rivera che può stupire alla prima stagione intera in Europa, la giovane olandese Floortje Maackij che può essere una rivelazione nelle classiche mentre a Sabrina Stultiens auguriamo soprattutto di riprendersi dai mille problemi fisici. La Wiggle High5 ha perso pedine importanti e ha una Emma Johansson nel nuovo ruolo di mentore per le più giovani, ma ha sempre un blocco competitivo con Elisa Longo Borghini ha avrà più libertà e ciò può solo essere positivo per l'ossolana; la Canyon-SRAM ha riconfermato tutta la squadra ma ha anche aggiunto all'organico Pauline Ferrand-Prévot che cerca riscatto dopo un 2016 non all'altezza delle aspettative.
In Australia una vittoria per la Alé Cipollini
Poche indicazioni invece si possono trarre dalle gare australiane, ormai distanti praticamente in mese: per le atlete locali sono appuntamenti importanti e, grazie anche al clima, si preparano con grande intensità facendosi trovare in ottime condizioni; un mese senza gare ed il ritorno in Europa possono però cambiare tante cose. Katrin Garfoot e Amanda Spratt non potranno dominare in lungo ed in largo come fatto rispettivamente ai Campionati Nazionali e al Santos Women's Tour mentre altre atlete hanno dato buone conferme: Annemiek Van Vleuten ha vinto brillantemente la Cadel Evans Great Ocean Road Race e potrebbe essere un osso duro nelle prime gare europee, Kirsten Wild ha dimostrato che anche a 34 anni è sempre tra le più forti in volata, mentre Chloe Hosking ha regalato il primo successo alla Alé Cipollini che ha costruito un organico più internazionale rispetto al passato, ma sempre con ottime individualità del ciclismo femminile italiano.