Davide Toneatti, anche l'Italia ha un crossista vincente su strada
Dopo tanti risultati nel ciclocross e un 2023 da dimenticare, il friulano ha conquistato la prima vittoria su strada, imponendosi (dopo l'intervento della giuria) in una tappa della Belgrade Banjaluka
Undicesimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Belgrade Banjaluka e Davide Toneatti, che ha trovato la prima vittoria su strada dopo i successi nel ciclocross.
Le corse della settimana
Belgrade Banjaluka
In settimana si è disputata la Belgrade Banjaluka, corsa a tappe di quattro giorni che prende il via dalla capitale serba, spostandosi sin dalla prima tappa in Bosnia-Erzegovina. Quest’anno al via c’erano ventiquattro squadre: quattordici Continental, sette formazioni dilettantistiche, la selezione nazionale serba e due selezioni regionali.
La prima frazione, quasi completamente priva di difficoltà altimetriche, ha visto a sorpresa andare in porto una fuga di tre uomini. L’australiano Dylan Hopkins (Ljubljana Gusto Santic) si è imposto in solitaria, con 19” di vantaggio sui compagni di avventura Anton Albrecht (P&S Metalltechnik) e Daniel Koszela (XSpeed United). Mihael Štajnar (Sava Kranj) è evaso dal gruppo nel finale e ha tagliato il traguardo esultante, ignaro del fatto che i primi tre erano già arrivati.
La seconda tappa era più impegnativa, con una salita di 4 km che terminava a ridosso del traguardo. La volata di una cinquantina di corridori ha premiato Davide Toneatti (Astana Qazaqstan Development), che si è messo dietro Nikiforos Arvanitou (Novapor Speedbike) e Samuel Kováč (Dukla Banska Bystrica). In realtà Jeroen Meijers (Victoria Sports) aveva tagliato il traguardo per primo, ma è stato declassato per sprint irregolare. Il corridore neerlandese ha protestato, sostenendo di aver ricevuto un pugno da Toneatti e che l’italiano sarebbe rimasto chiuso perché l’arrivo era in curva e non per un cambio di traiettoria. La giuria, però, è stata irremovibile. Dylan Hopkins ha conservato la leadership in classifica.
La terza frazione era la più impegnativa, con l’arrivo situato in cima ad una salita di 15 km. Piotr Pekala (Santic-Wibatech) ha staccato tutti ed è andato a conquistare la prima vittoria UCI in carriera. Il polacco, che si è preso anche la maglia di leader, ha preceduto di 33” Mihael Štajnar, di 35” Davide Toneatti e di 37” Nicolas Sessler (Victoria Sports). Dylan Hopkins ha pagato 3’44” e ha dovuto dire addio alla possibilità di ottenere un buon piazzamento in classifica.
L’ultima tappa non presentava alcuna asperità e si prestava perfettamente ad uno sprint di gruppo. A differenza del primo giorno di gara, i velocisti non si sono fatti sorprendere e si sono giocati le loro carte. L’ha spuntata il polacco Radosław Frątczak (Voster ATS), che ha costretto l’Italia ad accontentarsi delle piazze d’onore: il podio di giornata è stato, infatti, completato da Filippo Fortin (Maloja Pushbikers) e dal sempre più convincente Davide Toneatti.
Piotr Pekala ha conquistato il successo finale, si è preso la maglia di miglior scalatore e ha trascinato la Santic-Wibatech al trionfo nella graduatoria a squadre. Davide Toneatti e Mihael Štajnar lo hanno accompagnato sul podio, staccati rispettivamente di 27” e 31”. Jaka Marolt (Sava Kranj), settimo a 1’10”, è stato il miglior giovane della corsa, mentre Albert Gathemann (P&S Metalltechnik) ha vinto la classifica degli sprint intermedi.
Le Continental tra i big
Ben quattordici formazioni di terza divisione hanno preso parte al Giro della Romagna. La General Store-Essegibi ha recitato un ruolo molto importante, grazie a Filippo D’Aiuto, che, dopo essere entrato nella prima fuga, è riuscito a resistere e a centrare un grande settimo posto. Come d’abitudine nelle corse italiane di quest’anno, però, è stata la JCL Team Ukyo a fare le cose migliori: hanno centrato la top ten sia Giovanni Carboni che Thomas Pesenti. Il primo è stato protagonista dell’azione decisiva e ha chiuso in quarta posizione, mentre il secondo si è ben disimpegnato nella volata del gruppo inseguitore, terminando decimo.
La formazione giapponese è stata l’unica Continental a prendere parte al Tour of the Alps e non ha sfigurato di fronte a una concorrenza di altissimo livello. Il solito Giovanni Carboni è stato undicesimo nella seconda tappa e trentottesimo in classifica. Il miglior esponente di una squadra di terza divisione è stato, però, Mathys Rondel, tesserato per la Tudor U23, ma in gara con il ramo Pro del team: il giovane francese ha chiuso la generale in undicesima posizione.
Nell’ultimo periodo c’è stata qualche novità di ciclomercato: la Canel’s Java si è rinforzata con l’ingaggio del costaricano Kevin Rivera, che in carriera ha militato tra i professionisti con Androni, Bardiani e Gazprom. Il venticinquenne non è l’unica novità della formazione messicana, che ha messo sotto contratto anche il connazionale Sebastian Brenes, vincitore di una tappa della Vuelta a Guatemala 2023.
Rimasto appiedato dopo due stagioni alla Bingoal, Karl Patrick Lauk ha scelto di ripartire dalla Cina: il campione nazionale estone ha firmato con la Huansheng-SCOM. Un altro ex professionista che ha trovato posto in una Continental è Stephen Bassett, nuovo rinforzo della Project Echelon: il ventinovenne, visto nelle ultime quattro stagioni alla Human Powered Health, si era accasato in NCL dopo la chiusura del ProTeam a stelle e strisce, ma la lega statunitense ha dato l’appuntamento al 2025, lasciando appiedati tutti i corridori che avevano creduto nel progetto.
Novità anche in Macedonia: Dimitar Jovanoski, lo scorso anno all’Adria Mobil, è stato ingaggiato dalla Novapor Speedbike e ha già esordito on il suo nuovo team alla Belgrade Banjaluka. Il ventenne ha rimpiazzato il campione nazionale a cronometro Darko Simonovski, che ha lasciato la squadra dopo tre ritiri in altrettante gare.
Il ritratto della settimana: Davide Toneatti
Negli ultimi anni la popolarità del ciclocross è cresciuta enormemente, soprattutto grazie ai risultati ottenuti su strada da Mathieu van der Poel e Wout van Aert. Oltre ai due supercampioni e a un altro grandissimo come Tom Pidcock, anche altri corridori di prima fascia come Tim Merlier, Gianni Vermeersch e Quinten Hermans si sono progressivamente spostati sulla strada dopo aver lanciato la propria carriera nel ciclocross, mentre altri fuoriclasse come Julian Alaphilippe e Peter Sagan, che pure si sono formati nel fuoristrada, hanno lasciato la specialità nelle categorie giovanili.
In tempi recenti, in Italia i crossisti di spessore che hanno fatto le cose migliori su strada sono stati Enrico Franzoi e Davide Malacarne. Franzoi è stato campione del mondo tra gli under 23 e bronzo mondiale tra gli élite nel cross. Su strada è stato per cinque anni nel WorldTour, ma non ha mai vinto gare, anche se ha raccolto un prestigioso ottavo posto alla Parigi-Roubaix. Malacarne, invece, ha vinto il titolo mondiale di ciclocross fra gli juniores, ma ha lasciato l’offroad da under 23. Su strada ha corso tra i professionisti per nove anni, vincendo una tappa alla Volta a Catalunya e sfiorando il successo in una frazione del Giro d’Italia.
Gli altri ciclocrossisti italiani di alto livello non sono mai diventati professionisti su strada: alcuni come Marco Aurelio Fontana, Gioele Bertolini e i gemelli Braidot hanno scelto di concentrarsi sulla Mountain Bike, mentre altri come Cristian Cominelli, Jakob Dorigoni e Nicolas Samparisi non hanno sfondato, fermandosi alla categoria Continental.
In attesa di capire quale potrà essere il futuro del baby fenomeno Stefano Viezzi, il crossista italiano che sta facendo vedere le miglior cose su strada è Davide Toneatti, che la scorsa settimana è stato grande protagonista della Belgrade Banjaluka. Il friulano ha dimostrato una certa polivalenza, imponendosi in una volata ristretta (seppur contestata), piazzandosi terzo sia sull’arrivo in salita che in una volata di gruppo e chiudendo secondo in classifica generale.
Davide Toneatti ha iniziato a farsi notare nel ciclocross al primo anno fra gli juniores: si impose, infatti, in una gara internazionale, il Trofeo di Gorizia, e conquistò il podio nel campionato italiano, guadagnandosi, così, la convocazione per i Campionati del Mondo. Nella stagione successiva vinse quattro gare, tra cui il Trofeo di Gorizia per la seconda volta e il Ciclocross del Ponte, e fu convocato sia per i Campionati Europei che per i Mondiali.
Approdato alla categoria under 23 come uno dei ciclocrossisti italiani più interessanti, rispettò subito le attese. Conquistò il secondo posto nel campionato nazionale e si guadagnò la convocazione sia per i Campionati del Mondo che per gli Europei. Riuscì, inoltre, a centrare la top ten in quasi tutte le prove internazionali disputate in Italia, gareggiando contro gli élite.
Nella stagione successiva il calendario delle corse italiane fu drasticamente ridotto, con molte gare cancellate a causa della pandemia. A parte qualche apparizione nel calendario nazionale, il friulano disputò soltanto le prove under 23 dei Campionati Italiani, in cui fu terzo, e degli Europei, in cui raccolse un positivo undicesimo posto. In estate, inoltre, partecipò ai Campionati del Mondo di Mountain Bike Cross Country, che quell’anno si svolsero in Italia, in Val di Sole.
Al terzo anno da under 23, dimostrò di aver fatto dei bei progressi e riuscì a vincere il titolo italiano di categoria. Si impose anche in due gare internazionali, a Brugherio e San Colombano, gareggiando contro gli élite. Fu diciottesimo ai Campionati del Mondo under 23, dopo i quali firmò un contratto con l’Astana Qazaqstan Development per disputare le prime gare internazionali su strada.
Toneatti esordì con la formazione kazaka nelle gare croate di marzo, ma ottenne i primi risultati importanti in Italia. Fu nono alla Coppa della Pace e ottavo al Trofeo Città di Meldola e questi risultati gli permisero di essere convocato per il Giro d’Italia Under 23. A settembre centrò il miglior risultato stagionale, il terzo posto finale al Giro della Regione Friuli Venezia Giulia, e poté disputare il Giro della Toscana e la Coppa Sabatini con il team WorldTour.
A fine stagione tornò a dedicarsi al ciclocross per l’ultima stagione da under 23 e i risultati furono ottimi: sfiorò il podio ai Campionati Europei (quarto) e centrò le prime tre top ten in carriera in Coppa del Mondo. Ai Campionati Italiani scelse di disputare la prova élite e andò ad un passo dal colpaccio, arrendendosi solo a Filippo Fontana. Nel nostro paese vinse anche le prove internazionali di Torino e Firenze.
Dopo un inverno ciclocrossistico ricco di soddisfazioni, il friulano si è presentato al via della stagione su strada con grandi ambizioni, ma le cose non sono andate come si sperava. Dopo alcuni mesi privi di risultati, si è presentato al via del Giro d’Italia under 23 con grandi ambizioni, ma si è ritirato subito, dopo aver scoperto di aver contratto la mononucleosi, e ha chiuso in largo anticipo la sua stagione, rinunciando anche al ciclocross.
Quest’anno è stato confermato dall’Astana Qazaqstan Development, sebbene non sia più under 23, e ha mostrato di essersi ripreso alla grande, facendo bene anche prima della Belgrade Banjaluka. Ha chiuso nono al Visit South Aegean Islands e quarto al Tour of Rhodes, nonostante un ruolo da gregario in entrambe le occasioni. L’Astana, inoltre, ha dimostrato di avere fiducia in lui, schierandolo al via di Muscat Classic, Tour of Oman e Giro d’Abruzzo con il team WorldTour.
Se si confermerà al livello mostrato in questa prima parte di stagione, Davide Toneatti può sicuramente puntare all’approdo fra i professionisti, anche considerando che l’Astana Qazaqstan è a rischio retrocessione e può aver bisogno della sua polivalenza.