Zimmermann vince la sesta tappa del Giro del Delfinato 2023
Il tedesco della Intermarché precede i due compagni di fuga Burgadeau e Castroviejo. Ciccone fa lavorare la squadra che però non riesce a ricucire il gap, l'abruzzese regola il gruppetto dei big
Con la sesta tappa odierna si è potuto celebrare l'inizio delle montagne del Critérium du Dauphiné 2023, che tra oggi e domenica vede ben tre arrivi in saliti in conclusione delle frazioni finali della corsa a tappe francese di preparazione al Tour de France. Il menù odierno prevedeva 170.5 chilometri da Nantua a Crest-Voland con la Côte de Clermont-en-Genevois (7.5 km al 4.7%) nel primo terzo di gara e poi, dal traguardo volante di Saint-Jean-De Sixt (-29 km al traguardo) altri tre GPM: il Col des Aravis (7.8 km al 5.7%) con scollinamento ai -18.3, successivamente discesa e infine, una dietro l'altra, Côte de Notre-Dame-de-Bellecombe (3.2 km al 6.1%) e la salita che portava all'arrivo di Crest-Voland (2.3 km al 6.6%).
Data l'altimetria della tappa e la situazione già chiarissima in classifica generale, almeno per ciò che concerne il primo posto, la battaglia per entrare in fuga nei primi chilometri è stata furiosa: nessuno è evaso dal gruppo nei primi sessanta chilometri. Solamente ai -108 si è avvantaggiato un piccolo gruppo di quattordici corridori. Questi i nomi dei 14: Nans Peters (AG2R Citroën Team), Jonathan Castroviejo (INEOS Grenadiers), Andrea Bagioli e Dries Devenyns (Soudal Quick-Step), Andrey Amador (EF Education-EasyPost), Georg Zimmermann (Intermarché-Circus-Wanty), Matteo Jorgenson (Movistar), Matteo Trentin (UAE Team Emirates), Axel Zingle (Cofidis), Lawson Craddock (Team Jayco-Alula), il terzetto TotalEnergies formato da Mathieu Burgadeau, Mattéo Vercher e Alexis Vuillermoz e infine Simon Guglielmi (Arkéa-Samsic). Il plotone non si è però arreso. Team DSM, Trek-Segafredo e Uno-X Pro Cycling Team hanno tenuto il gap nell'ordine dei tre minuti e avvicinandosi al traguardo volante hanno iniziato a rosicchiare ai battistrada diversi secondi, portandosi a 1'45" dalla testa all'imbocco del Col des Aravis.
Lungo la salita la fuga si è disunita un po' per selezione naturale e un po' a causa dello scatto di Castroviejo e Burgadeau, uscito dal drappello di testa dopo il grande lavoro dei due compagni di squadra. La coppia franco-iberica è rimasta davanti sino al GPM. In loro compagnia è transitato in cima al Col des Aravis Zimmermann, rientrato in solitaria a tre chilometri dallo scollinamento. A circa 35" sono passati i quattro inseguitori: Guglielmi, Peters e i due italiani Trentin - gestitosi molto intelligentemente lungo l'ascesa - e Bagioli - che invece ha fatto un fuorigiri per seguire il ritmo di Zimmermann. Gruppo distante 1'23", il lavoro di Trek e Uno-X non è bastato a diminuire ulteriormente il vantaggio della fuga.
Tra la discesa e la Côte de Notre-Dame-de-Bellecombe il distacco del plotone dalla fuga è rimasto invariato, complice l'esaurirsi delle forze di Uno-X e Trek e l'intervento in testa di Tiesj Benoot (Jumbo-Visma) a imporre un ritmo conservativo per non esporre la maglia gialla di Jonas Vingegaard ad attacchi dei rivali. I tre battistrada sono arrivati insieme agli ultimi 2.3 chilometri della salita di Crest-Voland e se le sono date di santa ragione soprattutto grazie all'attacco di Zimmermann ai -1.5 che ha provocato la reazione di Castroviejo, privo di ogni tipo di cambio di ritmo e apparso subito abbastanza piantato, e di Burgadeau, il quale superato l'arco rosso dell'ultimo chilometro ha staccato l'alfiere della INEOS e si è riportato ai -500 sul tedesco. Mathieu ha poi lanciato una volata lunga che ha pagato cara, venendo sorpassato negli ultimi 200 metri da Zimmermann. Il tedesco ha preceduto di 1" il francese e di 8" Castroviejo. Il gruppetto dei big è giunto compatto a 48" regolato da Giulio Ciccone (Trek), il quale aveva fatto lavorare a lungo la squadra proprio alla luce del finale adattissimo alle sue caratteristiche. Non ha sortito effetti l'attacco sferrato da Vingegaard nell'ultimo chilometro; era assente il terreno per scavare davvero la differenza, ma anche in quei 200 metri di salita un po' più dura il danese ha dato l'impressione di poter scherzare con tutti i rivali. Solo Ben O'Connor (AG2R), secondo nella generale, è sembrato poterlo seguire agevolmente.
Domani in programma la tappa regina di questo Giro del Delfinato 2023: da Porte-de-Savoie al Col de la Croix de Fer per soli 148 chilometri. Da scalare tre gran premi della montagna a cominciare dal Col de la Madeleine (25.1 km al 6.2%, hors catégorie) con scollinamento ai 72.5 dal traguardo, per poi proseguire con la decisiva accoppiata finale: Col du Mollard (18.5 km al 5.8%, HC) e l'ascesa finale verso l'arrivo (13.1 km al 6.2%, 1^ categoria).