Il ciclismo francese è proprio à la Page
Prima vittoria in carriera per Hugo, che a Limoges conquista l'ultima tappa del Tour du Limousin. Luca Mozzato terzo di giornata, a Martin Marcellusi la classifica dei Gpm. Nessun problema per Romain Grégoire che porta a casa la corsa
Nel giorno in cui Romain Grégoire vince il Tour du Limousin 2023, dando così seguito alla Quattro Giorni di Dunkerque conquistata in maggio, il ciclismo francese promuove alla pubblica attenzione un'altra delle sue giovani promesse: Hugo Page. 22 anni compiuti da poco, si era messo in evidenza già l'anno scorso, al primo anno da pro', con diversi piazzamenti interessanti al Delfinato e in altre corse transalpine di minore rilevanza. L'abbiamo ritrovato all'alba della presente stagione con una buona resta al Tour Down Under e un secondo posto alla Cadel Evans Great Ocean Road Race, battuto da un altro ragazzo di prospetto, Marius Mayrhofer.
Il ritorno in Europa non è stato foriero di soddisfazioni per Hugo, almeno fino a questo Tour du Limousin: piazzato tanto nella prima quanto nella seconda tappa, ieri ha pagato moderatamente dazio ma oggi ha potuto vivere il giorno più intenso della sua ancor fresca carriera nella quale, date le doti di velocità e resistenza in salita, è proiettato verso un potenziale ruolo nelle classiche.
Quarta e ultima tappa del Tour du Limousin 2023, partenza da Glandon - Pays de St-Yrieix e arrivo a Limoges dopo 170.6 km dall'altimetria rapportabile a un elettrocardiogramma. Partenza con gli Arkéa Samsic particolarmente al traguardo volante di Ladignac-le-Long, posto dopo 15 km di gara: Kévin Vauquelin ha attaccato poco prima, Élie Gesbert è riuscito a prendere 2" di abbuono, arrivando secondo alle spalle di Joris Delbove (St Michel-Mavic-Auber93), in lotta per restare nei 10 della generale. I tentativi rilevanti non si sono esauriti lì: Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën), secondo della generale, si è mosso con Alessandro Tonelli (Green Project-Bardiani CSF-Faizanè) ai -145, poi ovviamente il gruppo non poteva lasciargli spazio e tutto si è ricomposto.
Solo allora, dopo oltre 30 km di tappa, si è avuta una fuga, iniziata da Imanol Erviti (Movistr), Thomas Joseph (Tarteletto-Isorex) e Stijn Appel (ABLOC CT), e su cui poco dopo si sono riportati anche Paul Ourselin (TotalEnergies) e il leader dei Gpm Martin Marcellusi (Green Project). Poi la fuga è cresciuta sino a sfiorare i 3' di vantaggio massimo ai -95, intanto Marcellusi s'è vinto il Gpm della Côte de Saint-Victurnien ai - 105, quindi - quando il margine aveva già cominciato a scendere - pure quello della Côte de Peyrelade ai -85.
Dopodiché il romano ha perso colpi, finendo con lo staccarsi dalla fuga sul terzo Gpm, la Côte de Villerajouze ai - 74. In discesa poi Martin è temporaneamente rientrato davanti, salvo saltare definitivamente ai -65. Tanto il suo l'aveva comunque fatto, mettendo al sicuro la maglia rossa da lui già indossata. Gli altri quattro fuggitivi hanno proceduto insieme fino ai -33, quanto Joseph ha perso contatto per essere poi ripreso dal gruppo; nel secondo giro del circuito, tutto un saliscendi, Appel e poi Erviti hanno mollato la presa ai -22, ma anche per Ourselin, ultimo superstite dell'azione, la prospettiva era abbastanza asfittica: e infatti il plotone - tirato dall'Arkéa e nonostante una bella resistenza del 29enne normanno - ha raggiunto pure lui ai -9.6.
Contemporaneamente è scattato Adrien Boichis, ventenne della Trinity Racing che si è fatto un paio di chilometri al vento, sempre tenuto a vista dal gruppo piuttosto lanciato. Sul francese è rinvenuto ai 7.6 Lorenzo Quartucci (Corratec-Selle Italia), che ha subito scavalcato il collega ereditandone però il destino: due chilometri al vento (qualcosa meno) tenuto a vista dal gruppo.
Data l'alta velocità nonostante non si fosse su un piattone, era estremamente difficile evadere: la St Michel-Mavic-Auber93 tirava per tutti puntando a giocarsi Thomas Gachignard, 23enne che nei giorni scorsi si è fatto intravedere con piazzamenti a ridosso della top ten. Ai 3 km è passata a trenare l'AG2R, quindi la Groupama-FDJ del leader Romain Grégoire. I nomi caldi erano tutti nelle prime file pronti a giocarsi il successo.
Ai -2 François Bidard (Cofidis) ha ulteriormente accelerato, e quando 300 metri più avanti si è spostato è stato direttamente Grégoire a prendere la testa del gruppo, solo in un secondo momento supportato dal compagno Rudy Molard. All'ultimo chilometro l'ultima trenata l'ha fatta la Intermarché-Circus-Wanty, dopodiché è stata volata. E a lanciarla, lunghissima, è stato proprio Grégoire, con a ruota Lewis Askey, alla cui causa oggi si era votato; ai 150 la maglia gialla ha esaurito le energie, rinculando a centro strada.
Askey ha provato a competere per il successo, ma nulla ha potuto contro l'emersione impetuosa di Hugo Page (Intermarché), bravo prima a respingere con perdite Geoffrey Soupé (TotalEnergies), solo decimo alla fine, e poi a resistere al ritorno di Paul Magnier (Trinity Racing), andando così a vincere la sua prima gara da professionista. Al terzo posto si è piazzato Luca Mozzato (Arkéa), al termine di una corsa per lui molto positiva, baciata dalla vittoria dell'altro giorno. Quindi Cosnefroy e il suo compagno Clément Venturini, con Askey sesto e Giovanni Lonardi (Eolo-Kometa) piazzato in top ten, ottavo.
In classifica non cambia granché, Romain Grégoire vince il Tour du Limousin 2023 con 38" su Cosnefroy, 50" su Michael Storer (Groupama), 56" su Jesús Herrada (Cofidis), 1'08" su Vauquelin e Jordan Jegat (CIC U Nantes Atlantique). Il prossimo impegno ciclistico per Grégoire sarà la Vuelta a España in partenza sabato 26, suo esordio nei grandi giri; il ricco calendario francese proporrà invece la prossima settimana il Tour Poitou-Charentes en Nouvelle Aquitaine: altri quattro giorni di gara, dal martedì al venerdì, per una formula collaudata da tempo oltralpe.