Jorgenson si prende la Dwars door vallen
Al termine di una gara che somiglia piuttosto ad un campo di battaglia, arriva la prima di un americano a Waregem; Bettiol ci prova ma è preda dei crampi; 7° Jonathan Milan
Che Matteo Jorgenson fosse un gran talento lo si era capito subito - ad esempio portando a termine la Roubaix alla sua prima partecipazione stando anche a lungo in fuga - anche se nei primi anni di attività i risultati non arrivano certo numerosi. Già l'anno scorso aveva trovato una sua dimensione, da un lato vincendo l'Oman e arrivando 8° alla Parigi-Nizza e 2° al Romandia, dall'altro piazzandosi 4° ad Harelbeke e 9° al Giro delle Fiandre. Si era anche già capito che il passaggio nel Team Visma - Lease a Bike gli aveva fatto fare un ulteriore step, vincendo alla grande la Parigi-Nizza correndo d'attacco e tenendo Remco nell'ultima decisiva giornata. Poi capita che la sfortuna si abbatta sui compagni di squadra facendo sì che si ritrovi oggi, dopo essere arrivato 5° ad Harelbeke venerdì scorso, capitano in corso d'opera nel corso dell'ultima semiclassica fiamminga in vista della Ronde e che l'americano sia in grado di cogliere l'occasione per prendersi anche il suo primo successo sulle pietre e risultando anche il primo statunitense a vincere la Dwars door Vlaanderen.
Matteo così controbilancia in parte il momento pessimo della squadra, già decimata da infortuni ed altri malanni e adesso orfana pure del capitano Wout Van Aert che si preparava a sfidare domenica il grande rivale di sempre Mathieu Van der Poel. Il fuoriclasse belga ha dovuto infatti abbandonare la corsa dopo una maxi-caduta da cui è uscito a dir poco malconcio, come dimostravano anche i pianti e i lamenti trasmessi dai microfoni delle telecamere. Da questa caduta ne esce ridimensionata in vista di domenica anche la Lidl-Trek, con Jasper Stuyven che si è ritirato e del quale bisogna accertare le conseguenze; anche Mads Pedersen è finito a terra, ma il danese è riuscito a ripartire e forse non vede compromesse le sue possibilità.
La cronaca della corsa
Dopo la partenza da Roeselare la fuga fatica a sganciarsi, fatto che provoca un avvio velocissimo (47 km/h di media nella prima ora); solo a ridosso del primo muro si forma il gruppo buono, composta da ben undici uomini e anche di una certa qualità: Casper Pedersen (Soudal Quick-Step), Mathias Norsgaard (Movistar Team), Donavan Grondin (Arkéa-B&B Hotels), Dries De Bondt (Decathlon AG2R La Mondiale Team), Filip Maciejuk (Bora-hansgrohe), Niklas Märkl (Team dsm-firmenich PostNL), Amund Grøndahl Jansen (Team Jayco - AlUla), Pascal Eenkhoorn (Lotto Dstny.), Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), Thomas Gachignard (TotalEnergies) e Victor Vercouillie (Team Flanders Baloise). Con la corsa già entrata su muri e pietre, il ritmo non diminuisce e il vantaggio dei fuggitivi non supera mai i 2'40", mentre il gruppo viene falcidiato da molteplici cadute.
Il primo segmento tosto con Knokteberg, Kotekeer e Mariaborrestrataat è terreno d'attacco per la Lidl-Trek che prende in mano il gruppo alzando nuovamente il ritmo e creando selezione anche grazie al forte vento laterale, mentre davanti una foratura costringe Niklas Märkl a mollare la testa. Il muro successivo, Berg Ten Houte, vede i primi attacchi a viso aperto, in particolare un'azione violenta di Magnus Sheffield (INEOS Grenadiers) che seleziona ulteriormente il gruppo. Mentre il britannico si avvantaggia su un gruppo ormai molto ridotto nel numero, una caduta tremenda - come accennato più su - taglia fuori molti dei possibili protagonisti nonché i più temibili avversari di Van der Poel per il Fiandre di domenica: vanno a terra Wout Van Aert (Team Visma - Lease a Bike), Mads Pedersen, Jasper Stuyven e Alex Kirsch (Lidl - Trek), Biniam Girmay (Intermarché - Wanty), Anthony Turgis (TotalEnergies), Gianni Vermeersch (Alpecin - Deceuninck), Michele Gazzoli (Astana Qazaqstan Team), Harry Sweeny (EF Education - EasyPost) e Brent Van Moer (Lotto Dstny).
La maxi-caduta avvenuta a 68 km dal traguardo
Le fasi decisive
Con la corsa ormai lanciata e il nuovo passaggio sul Knokteberg alle porte, le carte rimangono in mano ai pochi superstiti e quando la strada inizia a salire si sgancia l'attacco buono portato avanti da Stefan Küng (Groupama - FDJ), Tiesj Benoot e Matteo Jorgenson (Team Visma - Lease a Bike), Alberto Bettiol e Michael Valgren (EF Education - EasyPost), sui quali rientra più tardi con uno sforzo tremendo anche Joshua Tarling (INEOS Grenadiers). Questi 6 guadagnano subito terreno e mettono nel mirino i fuggitivi, tenendoli a meno di 30". L'inseguimento termina sul muro di Ladeuze, una quindicina di km più avanti, dove in testa si riforma un gruppo di 11 composto da 5 superstiti della fuga del mattino (De Bondt, Eenkhoorn, Abrahamsen, Gachignard e De Pooter) e dai 6 big rientrati da dietro. Alle spalle prova un'azione violenta Michael Matthews (Team Jayco - AlUla), senza sortire effetto in un gruppo che ormai accusa 1'40" di ritardo dalla testa.
Davanti iniziano i giochi tra gli attaccanti, con Küng che forza l'andatura sul settore in pavè di Huisepontweg a 27 km dall'arrivo; gli rimangono agganciati Jorgenson, Bettiol, Abrahamsen e De Bondt, poi si riagganciano con grande fatica anche Bennot e Tarling. Dietro merita una menzione d'onore Jonathan Milan (Lidl-Trek) che ritrovatosi improvvisamente leader dopo la maxi-caduta, dopo aver stretto i denti e fatto l'elastico sui muri, sfrutta le sue doti da inseguitore per mollare il gruppo inseguitore in pianura e andare alla ricerca di un piazzamento, trovando la collaborazione degli ex-fuggitivi Norsgaard e C.Pedersen.
Alberto Bettiol piazza uno scatto da manuale sul Nokereberg quando mancano 22 km all'arrivo, mettendo tutti in difficoltà, ma pochi km viene colpito dai soliti crampi e molla, lasciando al comando gli altri 6 che intanto si sono riappallati. A questo punto la corsa volge a favore dei Visma, che iniziano a scattare a turno: apre le danze Jorgenson a 17 km dal traguardo; più avanti ci prova Benoot approfittando dell'ultimo tratto in salita verso Nokere, ma in cima si ricompattano tutti; dopo un altro paio di scatti a testa è l'americano a piantare lo scatto giusto a 7 km dal traguardo.
Matteo Jorgenson vince così in solitaria, mentre dietro Abrahamsen, che aveva anche tentato di andar via da solo, regola la volata per il secondo posto davanti a Küng, Benoot, De Bondt e uno stremato Tarling. Dopo 1'47" (avendo dunque viaggiato alla stessa velocità dei fuggitivi per circa 25 km) arriva 7° Jonathan Milan che porta a termine una prova di altissimo livello, regolando Valgren, Norsgaard e Gachignard.