Ganna conquista la Rosa dei Venti
Sotto la spinta dello scirocco il campione del mondo rispetta il pronostico e vince la crono inaugurale del Giro a Palermo. Tra i big sorridono Thomas e Yates, López finisce in ambulanza
C'è più rosa del solito oggi a Palermo, una città che già per definizione è rosanero: c'è il rosa del Giro d'Italia, che parte con una cronometro dalla Sicilia, in questo insolito ottobre ciclistico. Non c'è la pioggia che sta martoriando il Nord, ma per gli effetti della stessa perturbazione c'è un insistente scirocco che metterà in difficoltà gran parte dei partecipanti: lo doma Filippo Ganna, che a 24 anni sta vivendo uno dei periodi più belli e memorabili della sua giovane carriera: nel giro di due settimane, dopo essere stato campione del mondo a cronometro, potrà vestire la maglia rosa.
Dominando, il passista della Ineos Grenadiers ha rifilato distacchi abissali a tutti gli altri rivali (molti di essi molto giovani e altrettanto sorprendenti), ed ha sfiorato il record assoluto di velocità di una tappa del Giro d'Italia (58.831 km/h di media, di poco inferiore al successo ottenuto da Rik Verbrugghe nella crono di apertura a Pescara nel 2001). in una giornata che ha visto la Ineos vincere due volte: per la tappa, e la prima manche per la classifica, con Geraint Thomas che ha già cumulato un consistente vantaggio su praticamente tutti i rivali.
I rischi di una crono anomala col vento di Scirocco
La crono da Monreale a Palermo, di 15.1 km, presentava già di suo un tracciato anomalo, con una salitina iniziale alla Cattedrale di Monreale, buona per assegnare la prima maglia azzurra al figlio d'arte Rick Zabel (Israel Start-Up Nation) - il quale si toglie lo sfizio di soffiarla a Peter Sagan (Bora-Hansgrohe), che voleva subito lasciare una traccia al suo esordio assoluto al Giro d'Italia, per 1". Poi, una lunga picchiata in rettilineo verso il centro di Palermo, preceduta da un insidioso doppio tornantino dove in molti hanno assaggiato l'asfalto: tra i favoriti, Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) è quello che è risultato più penalizzato, ma son finiti a terra anche Kamil Malecki (CCC Team) e Geoffrey Bouchard (AG2R La Mondiale). Altri, come Simon Yates o Chad Haga (parente, per caso?), si sono salvati in corner con derapate da paura.
Ad acuire le difficoltà, il forte vento di scirocco che ha messo in crisi molti degli specialisti, costringendoli a tenere le mani lontano dalle pendici, ha convinto gran parte dei favoriti per la vittoria di tappa o la classifica ad anticipare il più possibile la partenza ed ha spinto gli atleti senza interesse per la tappa o la generale a correre con la bici da strada. Uno di quelli che ha più subito queste condizioni è sembrato Rohan Dennis (Ineos Grenadiers), il quale non ha proprio saputo trovare il suo passo, finendo a 48" dal vincitore. Un percorso così schizoide ha moltiplicato anche i problemi meccanici: ne sa qualcosa uno dei possibili outsider, Alex Dowsett (Israel Start-Up Nation), che dopo diverse difficoltà ha finito rialzandosi, o Luca Covili (Bardiani-CSF-Faizanè), costretto a un doppio cambio di bici e arrivato con addirittura 7'14" di ritardo da Filippo Ganna, ben oltre il tempo massimo previsto in condizioni regolari.
Ganna, potenza e controllo. Sorpresa Almeida
In questo scenario Filippo Ganna ha corso in maniera assennata: ha spinto il giusto nella parte iniziale (nono tempo al primo intermedio) ed è andato più che cauto nel primo tornante, andando tanto largo. Qualche scarto di troppo anche sull'ultimo tornante nel finale ma poco male, perché col suo 60*11 era già in testa al secondo intermedio di 11", ed ha finito per dilagare a 22" nel finale, ai danni di João Almeida (Deceuninck-Quick Step), altro corridore giovanissimo (22 anni) e sorpresa, ma fino a un certo punto: chi ha seguito il ciclismo post-lockdown si ricorderà le sue ottime prove alla Vuelta Burgos e alla Settimana Coppi & Bartali, e sopratutto il colpaccio mancato di poco al Giro dell'Emilia: uno dei tanti candidati alla maglia bianca in un Giro d'Italia molto giovane e che sin dalle prime battute vede tanta concorrenza da questo punto di vista (dopotutto gli atleti al via under 25 sono ben 51!).
Intanto, domani la maglia bianca la indosserà, anche se solo come vicario. 50 i centesimi che distanziano da Almeida Mikkel Bjerg (Uae Team Emirates), suo coetaneo e altro grande passista emergente, unico atleta nella storia a vincere per 3 volte di fila il campionato del mondo Under 23: c'è da scommettere che in futuro farà vedere i sorci verdi anche a Ganna, oggi intanto è stato quello che ha perso meno dal verbanese nell'ultimo tratto.
Geraint Thomas prende 1' agli altri big: si salva solo Yates
Tra i favoriti per il successo finale quello che ride di più è Geraint Thomas, come da previsioni: il capitano della Ineos Granadiers è di un soffio dietro ad Almeida e Bjerg, pagando 23" da Ganna, guadagnando già da 25" in su sui più diretti rivali, e non è poco. Nella classifica di tappa lo segue un altro giovane talento delle corse a tappe, ossia l'ultimo vincitore del Tour de l'Avenir, il norvegese Tobias Foss, tesserato per la nemesi Jumbo-Visma: quinto a 31" da Ganna, pur partendo pianissimo (quasi la metà del distacco l'ha presa sulla salita iniziale, probabilmente partendo troppo piano o con qualche problema), chissà che anche il ventitreenne Foss non possa annoverarsi tra le sorprese di questo giro.
Lo specialista Josef Cerny (CCC Team) è sesto a 36", precedendo il secondo miglior azzurro, anch'esso una giovane sorpresa: Matteo Sobrero (NTT Pro Cycling) aveva già mostrato in passato buone qualità a cronometro, questo settimo posto a 40" da Ganna è il suo secondo risultato di rilievo quest'anno dopo il 5° posto negli assoluti a cronometro. Completano la top ten Lawson Craddock (EF Pro Cycling) a 41", Miles Scotson (Groupama-FDJ) e Matthias Brändle (Israel Start-Up Nation) a 42".
La stragrande maggioranza dei favoriti per la vittoria finale, partendo nel finale, è finita nelle retrovie della classifica, accusando all'incirca 1' o più da Geraint Thomas. Fa eccezione Simon Yates, unico insieme al gallese a partire nelle fasi iniziali della prova, giovando dunque del vento a favore. Una prova gagliarda, come già testimoniato dai rischi che si è preso in discesa, che gli vale il diciassettesimo a 49" da Ganna, e dunque a 25" da Thomas. Si salvano anche gli outsider Tanel Kangert (EF Pro Cycling), a pari tempo con Simon Yates, e Ben O'Connor (NTT Pro Cycling), a 1' esatto da Ganna.
Disastro Astana: naufraga Fuglsang, Lopez via in ambulanza
Il calo di vento nel finale ha avuto effetti disastrosi su praticamente tutti gli altri big: basti pensare che due specialisti come Edoardo Affini (Mitchelton-Scott) e Benjamin Thomas (Groupama-FDJ) sono finiti a metà classifica, con più di un minuto e mezzo di ritardo. Tra tutti quello che se l'è cavata meglio, partendo un po' prima, è Alexander Vlasov (Astana Pro Team), arrivato ad 1'20" da Ganna. Per contro, quella degli altri co-capitani dell'Astana è stata una prestazione horror: Jakob Fuglsang ha accusato 1'47", praticamente il più staccato tra i favoriti con l'esclusione di Rafal Majka (Bora-Hansgrohe) che ha preso 2' netti. Ma peggio che a chiunque altro è andata a Miguel Ángel López, vittima dell'ennesimo incidente assurdo nella sua ancor breve carriera: in pieno rettilineo, cambiando impugnatura, ha preso un tombino perdendo il controllo del mezzo e finendo a schiantarsi sulla barriera. Per lui impossibile risalire in bici, per via della forte contusione alla gamba destra nonché un profondo taglio all'altezza dell'inguine: in ospedale si chiarirà meglio l'entità del suo infortunio, ma verosimilmente la sua stagione finisce qui.
Abbastanza vicini tra di loro tutti gli altri: Patrick Konrad (Bora-Hansgrohe) accusa 1'22", Ilnur Zakarin (CCC Team) è a 1'26", Wilco Kelderman (Team Sunweb) a 1'28". E a 1'29" arriva Vincenzo Nibali (Trek-Segafredo), correndo in casa per modo di dire (è pur sempre un messinese a Palermo...), per una prova comunque in linea con le aspettative, così come non devono sorprendere i 2'15" accusati dal compagno di squadra Giulio Ciccone. C'è anche Domenico Pozzovivo (NTT Pro Cycling), di ritorno dai dolori del Tour, che arriva ad 1'33", e infine inizio sottotono per uno degli affezionati del Giro Steven Kruijswijk (Team Jumbo-Visma), con 1'44" di ritardo.