Battistella-Zambanini ok, ma Meintjes è ingiocabile
Vittoria del sudafricano a Les Praeres davanti ai due giovani italiani; quinto Conca. Ma la Vuelta a España è spazzata una volta di più dal ciclone Remco Evenepoel: altro attacco in salita e allungo in classifica per lui
Una bella giornata di fuga per il giovane ciclismo italiano alla Vuelta a España, ritrovare tre ragazzi (tre volti nuovi, aggiungiamo) del nostro movimento nei primi cinque di una corsa non accade tanto spesso nel World Tour, anzi magari siamo proprio davanti a un evento piuttosto unico (andiamo a memoria, non chiedeteci di spippolare migliaia di ordini d'arrivo degli ultimi anni), tre under24 in top five non ce li ricordiamo proprio. Sono stati Samuele Battistella, Edoardo Zambanini e Filippo Conca, secondo, terzo e quinto sulla salita di Les Praeres, a centrare un risultato tanto rilevante. E pur permanendo lo 0 nella casella vittorie (ma ci sono ancora tanti giorni di Vuelta davanti), l'appassionato italiano oggi ha tutte le ragioni per vedere il bicchiere mezzo pieno.
Pienissimo lo vede Louis Meintjes, bravissimo a entrare in una fuga difficile, e poi corretto nel lasciar andare gli eventi per il proprio corso naturale: era proprio lui il più forte in salita - sulla carta - tra i nove uomini andati in fuga, e le rampe durissime della salita d'arrivo gli hanno permesso di far valere questa superiorità tecnica; il che non è poi sempre scontato, troppe fughe abbiamo visto in cui i valori teorici venivano sovvertiti dai casi della corsa o dal semplice confronto fisico tra i contendenti. Con quella di oggi sono due le vittorie stagionali per un corridore che non è tanto abituato ad alzare le braccia sotto uno striscione d'arrivo. Questo 2022 diventa ipso facto l'anno più fruttuoso, dal punto di vista dei risultati, per Louis, considerando che all'ormai classico ottavo posto nella generale del Tour (il suo terzo in carriera) aggiunge due belle vittorie (anche se di questa stagione ricorderà molto anche la delusione dell'Alpe d'Huez soffiatagli da uno scatenato Tom Pidcock).
Festeggia Meintjes ma ha ottime ragioni per sorridere pure Remco Evenepoel, che su un terreno certo a lui più favorevole che non uno Stelvio (o almeno così immaginiamo, ma chi l'ha mai visto Remco sullo Stelvio?) non si è fatto pregare per dare un'altra bella botta assestando nuovi distacchi ai rivali di classifica, i quali attualmente si dichiarano (nei fatti prima che nelle parole) impotenti di fronte allo strapotere che il ragazzo sta evidenziando giorno dopo giorno. E martedì, dopo il riposo, avrà un'altra opportunità di distanziare ulteriormente tutti, quella crono della quale è il naturale favorito e nella quale non lesinerà ovviamente una pedalata, anche considerando che per la perfezione di questa sua Vuelta manca ancora un successo di tappa.
Non è certo che Evenepoel regga a questi livelli fino alla fine, il suo è un percorso che scopriamo e scopriremo insieme a lui, alla ricerca di limiti attualmente ignoti, dato che una terza settimana ancora il giovane fiammingo non l'ha affrontata. E anche se quella di questa Vuelta non fa tremare i polsi, siamo comunque curiosi di seguire l'evolversi della corsa del capitano Quick-Step. I rivali per il momento latitano, il solo Enric Mas l'altro giorno ha tenuto la ruota di Evenepoel (non dando nemmeno un cambio al collega) ma oggi ha pagato dazio come gli altri, come Juan Ayuso e Carlos Rodríguez (che comunque si confermano come splendide realtà del ciclismo spagnolo), e un po' meno rispetto a Primoz Roglic o Simon Yates, più indietro al traguardo odierno e pure nel sembrare convincenti agli occhi del pubblico.
E andiamo in cronaca. Non c'erano Sepp Kuss (Jumbo-Visma), Wout Poels (Bahrain-Victorious) e Pieter Serry (Quick-Step Alpha Vinyl) - il primo con la febbre, gli altri due direttamente col covid - al via della nona tappa della Vuelta a España 2022, 171.4 km da Villaviciosa a Les Praeres, una rampa da garage di quelle che rappresentano un marchio di fabbrica della corsa iberica. Ma le salite non mancavano anche lungo il percorso, e ciò rendeva particolarmente laboriose le grandi manovre per costruire la fuga del giorno. Non stiamo qui a fare un elenco completo di tutti i movimenti nei primi chilometri, basti dire che tra gli altri hanno tentato la sortita Jay Vine (Alpecin-Deceuninck), Marc Soler (UAE Emirates) e un Richard Carapaz (INEOS Grenadiers) alla ricerca di riscatto dopo una prima settimana molto deficitaria. In un primo caso è stata proprio la maglia rossa Remco Evenepoel (Quick-Step) a chiudere sull'ecuadoriano, il quale ci ha poi riprovato senza fortuna più avanti.
Chi invece ha avuto il semaforo verde per uscire sono stati i 9 che si sono avvantaggiati al km 44, ovvero Samuele Battistella (Astana Qazaqstan), Edoardo Zambanini (Bahrain), Dylan van Baarle (INEOS), Louis Meintjes (Intermarché-Wanty), Filippo Conca (Lotto Soudal), Jimmy Janssens e Robert Stannard (Alpecin), José Manuel Díaz (Burgos-BH) e Simon Guglielmi (Arkéa Samsic); in realtà all'inizio in questo gruppetto c'era pure Thymen Arensman (DSM), che però si è volontariamente staccato sull'Alto del Torno (perché con lui dentro, la fuga non avrebbe forse preso gran margine); su questa prima scalata di giornata si sono segnalati gli ultimi tentativi di fuoriuscita dal plotone, operati ancora da Vine, Soler e Santiago Buitrago (Bahrain). In tutto il bailamme della prima ora di corsa c'è stato chi ha sofferto, per esempio João Almeida (UAE), che comunque è poi riuscito a chiudere sul gruppo maglia rossa dopo esserne stato distanziato per diversi chilometri.
Il Gpm al km 55 (ai -116) è stato monopolizzato dagli Alpecin con Stannard primo e Janssens secondo, in difesa della maglia a pois del loro compagno Vine; il gruppo è passato a 3'25" e il distacco dai primi sarebbe salito fino ai 5' abbondanti con cui i fuggitivi hanno approcciato il Mirador del Fito, seconda salita (Gpm ai - 78) su cui il margine si è un po' assestato al ribasso; anche questo secondo Gpm (di 1a categoria) è stato vinto da Stannard su Janssens.
Sull'Alto de la Llama, terzo colle di giornata approcciato ai -60, il drappello di testa ha raggiunto il vantaggio massimo nella misura di 5'30" abbondanti, al Gpm dei -53 l'andazzo è stato il solito (Stannard su Janssens), e pure sulla penultima salita di giornata, La Campa ai -23, chi volete che abbia vinto?, Stannard su Janssens; nel mezzo, Conca s'è tolto lo sfizio di vincere il traguardo volante di Villaviciosa ai -33.
A 13 km dalla fine, col gruppo a 3'30", l'accordo tra i 9 battistrada è saltato e l'abbiamo capito quando Janssens - giocando di superiorità numerica - è scattato, contrato da Conca in primis e poi pure dagli altri; poco male (e riprova del fatto che c'era un piano studiato), l'olandese è ripartito e stavolta è stato il solo Battistella ad accodarglisi. I due hanno guadagnato una quindicina di secondi e poi ai -7 si son messi a litigare (perché Janssens non tirava e l'italiano se l'è presa, ma l'olandese aveva Stannard dietro ed era quindi più che giustificato); dal gruppetto dietro è uscito in quegli stessi momenti Van Baarle, ma non ha fatto grandi differenze, mentre invece la gamba di Battistella garantiva comunque alla coppia al comando di continuare a guadagnare sui mangia&bevi immediatamente precedenti la scalata finale, approcciata dai due con mezzo minuto sul gruppetto Meintjes.
Il gruppo, sempre dominato dalla Quick-Step, è arrivato invece ai piedi di Les Praeres a 3'30" dai primi, non senza che ai -6 si registrasse una caduta di Tao Geoghegan Hart (INEOS) e Chris Harper (Jumbo-Visma) in discesa, fatto che ha contribuito a frastagliare il gruppo stesso: non una massa compatta ha affrontato l'approccio alla salita conclusiva, ma una sequela mai finita di drappellini.
Sulla salita conclusiva Janssens ha subito staccato Battistella, a 3.6 km dal traguardo. E dietro, subito Juan Ayuso (UAE) ha dato la stura alla lotta tra i big: al suo affondo hanno risposto Remco Evenepoel (Quick-Step), Enric Mas (Movistar) e Primoz Roglic (Jumbo), più indietro Carlos Rodríguez (INEOS) cercava di non naufragare, invece per Simon Yates (BikeExchange-Jayco) luce spenta. Remco non si è limitato a controllare ma è passato al contrattacco, disperdendo ai 3 km Roglic e Ayuso, mentre Mas cercava in tutti i modi di non perdere contatto dalla furia belga. Primoz non ne ha avuta nemmeno per tenere le ruote di Ayuso e addirittura s'è fatto scavalcare pure da Rodríguez, e intanto Evenepoel staccava pure Mas e cominciava a recuperare fuggitivi: a 2.5 dalla vetta il suo distacco dalla testa della corsa era di poco superiore ai 2'.
La testa della corsa, appunto: ai -2.6 la situazione è totalmente cambiata dal momento che Meintjes - favorito d'obbligo tra i 9 in fuga - ha raggiunto Battistella mentre Janssens finiva ogni energia e naufragava; il sudafricano ha subito staccato anche Samuele involandosi verso il primo successo nel World Tour in carriera, lui che solo quest'anno, al Giro dell'Appennino a inizio giugno, ha interrotto un digiuno di vittorie che durava dal 2015.
Ai 2 km Ayuso e Rodríguez, precedentemente riunitisi, hanno raggiunto Mas, poi nell'ultimo chilometro il corridore della UAE ha staccato gli altri due mentre più indietro Roglic tutto sommato riusciva a limitare i danni: nei confronti degli spagnoli, però, non di Evenepoel che stava scavando un altro piccolo solco in classifica.
Battistella ha centrato il secondo posto a 1'01" da Meintjes, e rimarchevole la terza piazza di Zambanini a 1'14": il 21enne trentino ha fatto una scalata conclusiva davvero degna di nota, e si è conquistato un meritato podio respingendo il veemente ritorno di Remco, alla fine quarto a 1'34" dal vincitore; a 1'58", in top five, è riuscito ancora ad arrivare Conca, complimenti anche a lui per il piazzamento, e a 2'08" Ayuso ha tagliato il traguardo insieme a Guglielmi. Mas è stato cronometrato a 2'18", Rodríguez a 2'20", Roglic a 2'26"; Yates è arrivato a 2'37" con Janssens, Miguel Ángel López (Astana) a 2'58", Alejandro Valverde (Movistar) a 3'06", Mark Padun (EF Education-EasyPost) a 3'15", Van Baarle a 3'17", Hugh Carthy (EF) a 3'20", Almeida a 3'22", Rein Taaramäe (Intermarché), David De la Cruz (Astana) e Pavel Sivakov (INEOS) a 3'42", Arensman con Jan Polanc (UAE) a 4'01", Jai Hindley (Bora-Hansgrohe) a 4'19" e più indietro hanno chiuso Ben O'Connor (AG2R Citroën), a 4'28", Daniel Navarro (Burgos), a 5'01", Domenico Pozzovivo (Intermarché), a 5'07", Rigoberto Urán (EF), a 5'08", Geoghegan Hart, a 5'31" e Gino Mäder (Bahrain), a 6'06". Ritirati nel corso della tappa Henri Vandenabeele (DSM) e Gerben Thijssen (Intermarché).
In classifica le distanze si ampliano, Evenepoel guida con 1'12" su Mas, 1'53" su Roglic, 2'33" su Rodríguez, 2'36" su Ayuso, 3'08" su Yates, 4'32" su Almeida, 5'03" su López, 5'36" su Hindley, 5'39" su Sivakov, 5'45" su Arensman, 5'51" su Geoghegan Hart, 5'53" su O'Connor e Valverde, 5'58" su Carthy, 6'44" su Meintjes, 7'47" su Padun, 7'57" su De la Cruz, 8'15" su Mäder, 8'42" su Urán; Pozzovivo è 22esimo a 9'49". Domani il secondo giorno di riposo servirà a recuperare prima di una frazione determinante, la decima in programma martedì: la cronometro da Elche ad Alicante, 31 km (anzi 30.9) completamente piatti che rappresenteranno un nuovo set point per Remco Evenepoel. Gli altri si difenderanno.