Al Tour Down Under è nata una stella: Isaac Del Toro
Il vincitore dell'ultimo Tour de l'Avenir, appena ventenne, regala al Messico il primo successo di sempre nel World Tour con un perfetto colpo da finisseur
Mai un messicano aveva vinto una corsa del World Tour. Scartabellando un po', risaliamo all'ultima vittoria di un esponente del paese centramericano in una corsa professionistica internazionale: Julio Alberto Pérez Cuapio al Giro del Trentino 2005. Il corridore che oggi al Tour Down Under ha interrotto questo doppio digiuno (totale nell'un caso, lunghissimo nell'altro) non è però uno che passava di lì per caso.
Si chiama Isaac Del Toro, ha vent'anni appena (li ha compiuti a novembre) e nei mesi scorsi abbiamo parlato di lui a ripetizione, com'è d'obbligo fare per uno che ti vince il Tour de l'Avenir dopo aver fatto podio al Giro della Valle d'Aosta. Ovvero le due gare a tappe più esigenti per gli under 23. Lui è molto under, e in questo si mette in scia ai giovanissimi fenomeni che negli ultimi anni stanno caratterizzando il ciclismo mondiale con esordi al fulmicotone in età che fino a non troppo tempo fa era impensabile vedere negli ordini d'arrivo dei pro'.
Dopo Egan, Tadej, Remco e via dicendo (non tralasciando Juan, Cian, Carlos, Joshua… troppo lungo l'elenco!) è il momento, al secondo giorno dell'anno, di sbattere in prima pagina un nuovo mostro: Isaac. Mostro ancora potenziale, intendiamoci, però se uno che passa per essere uno dei più forti scalatori della sua generazione ti piazza, alla settima ora da professionista, un colpo da finisseur tanto ardito quanto velenoso, e porta a casa una vittoria da corridore scafato quale oggettivamente non può ancora essere, il leggerissimo sospetto che si tratti di un altro fuoriclasse assoluto ti viene.
Vedremo e giudicheremo negli anni. Lui si gode il momento, gli trema un po' la voce al momento delle interviste, ci crede e non ci crede ancora, ma la personalità traspare già tutta (così come viene confermata la sua attitudine all'attacco). Bravo chi l'ha pescato in autunno dal team A.R Monex, squadra messicana affiliata a San Marino: nella fattispecie, quella UAE Emirates che, da Pogacar ad Ayuso e venendo a oggi con Del Toro, continua a perseguire una politica dei giovani di ammirevole lungimiranza.
Tour Down Under, la cronaca della seconda tappa
Seconda tappa del Tour Down Under 2024, la Norwood-Lobethal di 141.6 è partita al km 0 con un allungo di Luke Burns (Nazionale australiana) che, trovata subito la complicità di Jardi Christiaan van der Lee (EF Education-EasyPost), ha dato luogo alla fuga del giorno. Il 22enne olandese ha vinto il Gpm di Ashton (2a categoria) ai -132, poi la cronocoppie è proseguita guadagnando bel margine sul gruppo, fino a un massimo di 6'45" toccato ai -126.
Il plotone, Jayco AlUla in testa, ha capito a quel punto che non era il caso di lasciare altro vantaggio a due corridori piuttosto sconosciuti, considerando che soprattutto del giovane della EF i limiti sono tutti da scoprire, e ha cominciato a rosicchiare terreno ai fuggitivi. Van der Lee è transitato per primo allo sprint intermedio di Woodside ai -111 (non conteso dal 25enne australiano), e la stessa cosa sarebbe accaduta più avanti allo sprint di Lobethal ai -70.
Ai -78 il primo dei tre passaggi dal Gpm di Fox Creeks (2a categoria) è stato appannaggio di Burns, e il gruppo - tirato ora dalla Bora-Hansgrohe della maglia ocra Sam Welsford - è transitato a 3'20", un margine che è rimasto invariato per molti chilometri; in particolare fino ai -48, quando una foratura di Van der Lee ha inceppato l'ottima marcia del duo al comando. Burns ha aspettato il compagno d'azione, ma mezzo minuto di vantaggio è volato via così.
Il secondo passaggio da Fox Creeks ai -43 è stato ancora conquistato da Burns, che aveva proprio l'obiettivo della maglia dei Gpm; non è stato un frangente pacifico, dato che Van der Lee ha sprintato eccome; il gruppo è transitato a 2'30" di distanza. A questo punto anche la INEOS Grenadiers ha cominciato a contribuire all'inseguimento, che è stato finalizzato a 20 km dalla conclusione.
Un guaio meccanico ha costretto Caleb Ewan (Jayco) agli straordinari per non perdere la coda del gruppo proprio nell'avvicinamento alla terza scalata di Fox Creeks. Lungo la salita (un muretto di un chilometro e mezzo al 7.5% medio e con punte anche in doppia cifra) il ritmo Soudal-Quick Step ha fatto staccare i primi velocisti (tra questi Elia Viviani della INEOS), ma è stato l'attacco di Luke Plapp (Jayco) a sfarinare tutto il gruppo.
Al campione nazionale australiano s'è accodato Jhonatan Narváez (INEOS), in cima ai -8 è passato per primo il padrone di casa, i due hanno visto che avevano scavato un minimo margine e allora hanno insistito, ma l'accordo tra loro non è stato il migliore possibile, sicché ai -6 sono stati raggiunti da un plotone che si era abbastanza ricompattato in discesa nonostante qualche tentativo di contrattacco, su tutti una breve escursione della coppia UAE Emirates formata da Finn Fisher-Black e Isaac Del Toro. Isaac Del Toro, abbiamo detto?
Su una chicane di Lobethal è nata una stella: Isaac Del Toro
Ai 4.5 km, su una salitella, Bastien Tronchon (Decathlon AG2R La Mondiale) è scattato seguito da Quinn Simmons (Lidl-Trek), l'americano ha subito rilanciato, e dietro si è visto brevemente anche un allungo di Julian Alaphilippe (Soudal) ai -3 insieme a Jack Haig (Bahrain-Victorious). Simmons e Tronchon ci hanno creduto (più il campione nazionale statunitense, a dire la verità), ma il gruppo è un'altra volta piombato sugli attaccanti di turno.
Proprio mentre agli 800 metri si stava consumando il ricongiungimento, dal plotone è uscito come una scheggia Isaac Del Toro, proprio lui. Una chicane: semicurva a sinistra e il ragazzo ha chiuso quel che restava del buco rispetto ai battistrada, semicurva a destra e si è fiondato in avanti, prendendo qualche decina di metri di vantaggio sul gruppo (che ha pagato un momento di incertezza ai 500 metri) e riuscendo a difendere quel margine fino alla linea d'arrivo.
I velocisti già impegnati nella volata sono arrivati a un passo dal 20enne messicano, ma non sono riusciti a togliergli la gioia incontenibile del primo successo da professionista. Del Toro è balzato anche in testa alla classifica, anche se le distanze sono risicate e le prossime due tappe, molto facili, offriranno agli sprinter l'occasione di riprendere la maglia ocra grazie ai vari abbuoni a disposizione. L'americano è anche maglia bianca di miglior giovane, mentre Burns ha conquistato la casacca verdolina (coi pois bianchi) dei Gpm (23 punti contro i 17 di Van der Lee), e Bini Girmay (Intermarché-Wanty), quarto al traguardo davanti a Ewan, quella blu della classifica a punti.
Tappa facile domani, dicevamo: la terza frazione del Tour Down Under 2024 sarà la Brighton-Campbelltown di 145.3 km, davvero poco da segnalare sul percorso, che in avvio presenta anche qualche salitella ma via via si tranquillizza parecchio. La città d'arrivo ospita per la settima volta un traguardo del Down Under maschile, e una settimana fa vi si era conclusa la prima frazione della versione femminile della corsa (vittoria di Ally Wollaston).