Pawel Szczepaniak, qui sul podio dei Mondiali di Ciclocross a Tabor insieme al fratello Kacper © Bart Hazen
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La strana storia di Pawel Szczepaniak: da promessa del ciclocross a ladro di tir

Il 35enne polacco è stato fermato anche per doping dopo aver vinto un titolo mondiale Under 23, che gli è stato tolto per la positività riscontrata

28.08.2024 12:24

Ve lo ricordate Pawel Szczepaniak? Se siete conoscitori attenti del ciclismo, in tutte le sue forme, probabilmente sì, altrimenti il suo nome non vi dirà nulla. La sua storia, però, è una di quelle che devono essere raccontate, nonostante sia tutt'altro che un percorso di redenzione il suo. Anzi è proprio il contrario. Trattandosi di un ragazzo che è stato campione del mondo di ciclocross nella categoria Under 23, però, non possiamo esimerci dal raccontarla.

Pawel Szczepaniak, qui in una gara di ciclocross © Bart Hazen
Pawel Szczepaniak, qui in una gara di ciclocross © Bart Hazen

Pawel Szczepaniak, gli albori della sua carriera

Pawel Szczepaniak nasce a Zwierzynie, un villaggio della Polonia situato nella contea di Strzelce-Drezdenko, che ha dato i natali anche ad un altro sportivo, Zenon Plech, pilota motociclistico, il 22 marzo del 1989. Innamoratosi del ciclismo, passa professionista nel 2009, quando firma un contratto con il Team Utensilnord, ma allo stesso tempo si divide tra la strada e il ciclocross. Ed è proprio in questa seconda disciplina che trova le migliori fortune. Ai Campionati Mondiali di Hoogerheide, nello stesso anno, conquista infatti la medaglia di bronzo nella categoria Under 23, alle spalle dei due tedeschi Philipp Walsleben e Christoph Pfingsten

La strada è decisamente un ripiego per Pawel Szczepaniak, che condivide il proprio percorso insieme al fratello Kacper, due anni più piccolo di lui, tanto che i due non solo corrono nello stesso team, ma prediligono entrambi il ciclocross. E nel 2010, ai Campionati Mondiali di Tabor, conquistano una doppietta mai riuscita a nessuno né prima, né dopo di loro. Per la prima volta nella storia della rassegna iridata, almeno nella categoria Under 23, infatti, due fratelli salgono sui primi due gradini del podio: in questo caso è proprio il protagonista della nostra storia a vincere l'oro, mentre il minore si tinge d'argento.

Pawel Szczepaniak, la positività al doping e l'ingresso nella gang

La doppietta arriva a fine gennaio, ma a metà marzo per i due arriva la notizia che speravano di non ricevere. Entrambi, infatti, sono risultati positivi al controllo antidoping, effettuato proprio a Tabor, e in modo particolare la sostanza rinvenuta nel loro sangue è stato l'EPO. I due fratelli rinunciano a quel punto all'analisi del campione ‘B’ e vengono squalificati per 4 anni (Kacper) e 8 anni (Pawel). Non solo, perché, come ovvio che sia, le medaglie conquistate all'ultima rassegna iridata vengono loro tolte. 

A quel punto Pawel Szczepaniak decide di trasferirsi in Spagna, più precisamente a Maiorca, dove avvia un'attività propria come rivenditore di biciclette. O almeno questo è quello che fa vedere a tutti, perché la seconda ‘occupazione’ lo vede parte di una gang dedita ai furti nei camion in Germania. A riportarlo è il portale tedesco ‘Tag24’. Secondo quanto riferito il classe 1989, accompagnato anche in questo caso dal fratello, è entrato a far parte di questo gruppo nel 2013. Il processo era molto semplice. Entravano in azione nelle aree di sosta della Sassonia e tagliavano i teloni dei camion: se c'era qualcosa di utile lo mettevano nel loro mezzo e lo rivendevano in Polonia, Ucraina e Russia.

Nel novembre 2023 Pawel Szczepaniak è stato arrestato, mentre si trovava in Spagna, e da subito ha collaborato alle indagini degli inquirenti, venendo comunque condannato a 4 anni di carcere da scontare in Germania. A raccontare la vicenda è stato lui stesso: “Sono arrivati la mattina, hanno fatto saltare la porta e hanno confiscato tutte le biciclette”. A dare qualche dettaglio in più anche tale Rafal B., che era un dipendente dell'ex ciclista: “Se non avete trovato il mio DNA sui teloni, è perché io guidavo il nostro camion. Ho ricevuto 5000 zloty per un viaggio”.

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Fabio Barera
Amante del ciclismo grazie alla passione che mi ha trasmesso il nonno. Aspirante giornalista a cui piace raccontare storie di sport