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Sicuri che ieri il gruppo si sia poi così riposato?

28.05.2021 11:09

Il mattinale di Francesco Dani - Nonostante il grande ritardo rispetto ai fuggitivi, il plotone nella frazione di ieri ha dovuto comunque pedalare forte. E oggi? Può bastare la salita finale


Com'è andata ieri


Non c'è niente da fare, ieri Bettiol era nettamente il più forte. Ha messo in atto una prova di forza impressionante, ulteriormente sorprendente se si pensa alle energie spese in salita al fianco di Carthy per gran parte di questo Giro.

La tappa è stata corsa ad un ritmo molto alto, nonostante fosse lunga e contraddistinta da una fuga a lunga gittata. Il ritmo è stato altissimo in partenza: molti sapevano che ieri la fuga sarebbe arrivata, anche e soprattutto con il benestare di Peter Sagan, sempre più saldamente in ciclamino. E non è un caso che si sia sganciata una fuga con così tanta qualità, fatta di corridori che in gran parte avevano già ottenuto piazzamenti in questo Giro. Proprio per questo motivo il ritmo dei battistrada ha continuato ad essere sostenuto, facendo sì che venisse registrata la media oraria più alta di questo Giro. E nemmeno dietro si sono potuti risparmiare: nonostante il ritardo elevatissimo, il gruppo maglia rosa ha comunque terminato la tappa con 41 km/h di media; fare 231 km con una media così alta può ritenersi una giornata di recupero?

Tornando alla fuga, si è capito subito che la gamba di Alberto era incontenibile. Tuttavia Cavagna è riuscito con una mossa delle sue a sorprendere tutti da lontano. Bettiol sapeva di essere il più forte e si è intelligentemente comportato come tale: sulla penultima salita è partito di forza ed è rimasto da solo all'inseguimento di Cavagna. In cima aveva soltanto 10 secondi di ritardo e poteva puntare sull'uno contro uno a distanza. Chi ha rischiato di ribaltare le sorti di questa tappa è stato Roche, che raschiando le ultime energie dal barile è riuscito a riagganciare il toscano e tenergli la ruota, non esattamente la cosa più utile da un punto di vista prettamente psicologico. Purtroppo per Roche e per nostra fortuna, l'irlandese ha mollato sull'ultima asperità. A quel punto un incontenibile Bettiol, che aveva ritrovato il terreno giusto per rimontare, ha rimesso a tiro Cavagna per poi riprenderlo, tirare dritto e staccarlo di prepotenza. Un'azione entusiasmante. Talmente entusiasmante da aver oscurato un'altra miriade di azzurri in grande spolvero, partendo da Consonni che ottiene un bellissimo secondo posto, passando poi a Ulissi che conferma di aver ritrovato la gamba dei giorni migliori, senza dimenticarci di tutti gli altri (Battistella, Zana, Mosca, Oldani, Cataldo, Vendrame, Rivi e Gavazzi) tutti meritevoli di un applauso non solo per la tappa di ieri, ma per il Giro nel suo complesso.

 

Come andrà oggi


Se già nel disegno originale sembrava difficile che la sfida per la classifica non si limitasse alla salita finale, l'assenza del Mottarone toglie ulteriore spazio per anticipare, considerando che si arriverà senza troppe difficoltà ai piedi della penultima salita con un gruppo relativamente compatto. Non dovrebbe creare troppi problemi la salita sostitutiva di Gignese (indicativamente 13 km al 3%, con i primi due piuttosto impegnativi), che però da un punto di vista planimetrico rappresentano un bel trabocchetto per qualche imboscata.

Ad aprire le danze sarà il Passo della Colma (7.5 km; 6.4%; max 11%), salita sicuramente non impossibile ma comunque impegnativa (tratto iniziale di 3 km all'8.5%) se rapportata alle poche energie rimaste. Un attacco studiato bene, con le giuste teste di ponte ad attendere davanti, potrebbe anche funzionare: la discesa è tecnica a termina a meno di 20 km dall'imbocco della salita finale, non pochi ma nemmeno troppi. Giunti a questo punto del Giro, la crisi può essere dietro l'angolo ed ogni occasione è buona per mettere in difficoltà gli avversari.

La salita finale comunque basta da sola a garantire una discreta battaglia: sono 9.7 km con una pendenza media del 9% e massima del 14%. Questa tappa probabilmente non ribalterà la classifica, ma sarà un test per vedere se qualcuno scricchiola (o continua a scricchiolare) in vista della stupenda tappa di domani.
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Francesco Dani
Volevo fare lo scalatore ma non mi è riuscito; adesso oscillo tra il volante di un'ammiraglia, la redazione di questa testata, e le aule del Dipartimento di Beni Culturali a Siena, tenendo nel cuore sogni di anarchia.