Soffia la Bora, ma vince ancora Van Aert
Tour de France, i tedeschi fanno tappa dura dalla partenza ed eliminano i velocisti. Ventaglio nel finale, perdono terreno Pogacar, Landa, Mollema e Porte
Per fortuna che c'è la Bora-Hansgrohe. Una delle giornate, sulla carta, da cui aspettarsi di meno nell'intera edizione 2020 del Tour di France si trasforma nella più entusiasmante, e di gran lunga, della settimana inaugurale. Capopopolo, come accaduto ad Albi nel 2013, è Peter Sagan: in un anno in cui la lotta per la classifica a punti è decisamente complessa, lo slovacco gioca d'anticipo e scombina i piani dei velocisti più puri: se vogliono battermi, pare pensare, bene ma dovranno sudarsela questa maglia verde.
La Bora fa subito sul serio, Cosnefroy "eroico" per un gpm di terza categoria
La settima tappa della Grande Boucle, la Millau-Lavaur di 168 km, è movimentata nella fase iniziale e, dopo il lungo (14.5 km) ma semplice (3.9%) Col de Peyronnenc a metà tracciato, si scende e si viaggia in pianura fino al traguardo. La partenza alle 13.36 in prossimità del famoso viadotto è a tutta, complice la presenza subito dopo il via della Côte de Luzençon; il primo a provarci è Benoît Cosnefroy (AG2R La Mondiale), seguito da Michael Schär (CCC Team). Attivo è anche il régionale de l'étape, l'albigese Lilian Calmejane (Total Direct Energie), irriconoscibile in questa prima settimana.
Purtroppo per loro c'è chi non ha la minima intenzione di lasciare spazio e prova una mossa fuori dai canoni consueti: è la Bora-Hansgrohe che imbocca la salita al km 5 con un passo deciso di Lukas Pöstlberger che fa male, oltre agli evasi, soprattutto ai velocisti che in massa perdono contatto. Il povero Cosnefroy merita l'applauso: dopo essere stato riassorbito a un centinaio di metri dallo scollinamento (km 9) quasi si contrae per lo sforzo di fare uno sprint, riuscendo a prendere i 2 punti in palio - con il beneplacito dei tedeschi.
Il gruppo si disintegra, la Bora centra l'obiettivo
Con il vento che soffia lateralmente si formano subito tre tronconi: davanti sono una novantina, con tutti gli uomini di classifica e la Bora Hansgrohe a lavorare compatta. Come ruote veloci, oltre all'ovvia presenza di Peter Sagan, ci sono Trentin, Van Aert, Coquard, Stuyven, Colbrelli, Venturini, Mezgec, Hofstetter e Laporte. Nel primo gruppo inseguitore spicca la maglia verde di Sam Bennett, Bonifazio oltre a qualche uomo ancora nelle posizioni alte ma non certo pericoloso come Martínez, Pozzovivo e Latour. In fondo, invece, tutti gli altri sprinter, quindi Nizzolo e Viviani, Ewan, Kristoff, Bol e Greipel, con i vari gregari.
È soprattutto la Deceuninck-Quick Step che si dà da fare nel drappello inframezzato - dopo qualche km di inseguimento l'ultimo gruppo getta già la spugna, nonostante l'opera di Lotto Soudal e Team Sunweb: Asgreen e Jungels vengono fatti fermare per supportare il tentativo di Sam Bennett ma, dopo essere giunti al massimo ad una dozzina di secondi dalla coda del plotone di testa, iniziano a perdere sempre più, arrivando ad avere 1' di gap attorno al km 40. La bandiera bianca viene virtualmente sventolata al km 45, quando i 90 di testa pedalano con 1'20" sul gruppo Bennett e 2'30" sul gruppo Ewan. Da qui in poi, dunque, la lotta è tra i battistrada - che, nonostante il vento e un tracciato esigente, hanno affrontato 46.2 km nella prima ora.
Traguardo volante per Trentin, cavallo pazzo De Gendt ci prova
Nonostante il lavoro dei suoi Bora, in particolar modo in questa fase di Oss (che a fine giornata, per il lavoro, si vedrà attribuire il premio di combattivo) e Schachmann, Sagan non riesce a conquistare il traguardo volante di Saint Sernin sur Rance (km 58): al fotofinish il tre volte iridato viene regolato da Matteo Trentin, con Bryan Coquard terzo. Il gruppo maglia verde passa dopo 2'10", il gruppo Ewan sfiora i 5'30". Il destino della corsa sembra segnato, con i Bora a lavorare senza cambi anche sulla Côte de Peyronnenc con Kämna e Mühlberger e gli attardati a cercare di non andare alla deriva, evitando ogni rischio in chiave fuori tempo massimo.
Tutto sembra procedere tranquillamente, seguendo il canovaccio di giornata, fino a pochi metri dal gpm: il corridore meno inquadrabile del plotone internazionale allunga, quando all'arrivo mancano la bellezza 94 km. Ma la distanza non fa di certo paura a Thomas De Gendt, uno che con gli attacchi a lunga distanza ci campa da anni; il belga della Lotto Soudal non trova reazione e inizia così la sua consueta cavalcata, mentre alla Bora nel lavoro si aggiunge la B&B Hotels-Vital Concept con Gautier e Pacher. Allo scollinamento (km 73.5) il gruppo Bennett passa dopo 4', quello Ewan dopo 7'55".
Il belga ci prova, il vento torna ad aumentare
Mentre Hugo Hofstetter e Marc Soler scivolano in discesa ma rientrano - pur con una sbucciatura sul lato sinistro per il francese, De Gendt prosegue a testa bassa la sua marcia, mantenendosi con un margine attorno al mezzo minuto che sale di poco all'ultimo gpm di giornata, la breve e agevole Côte de Paulhe (km 97.5). Il vantaggio massimo del belga ammonta a 50" attorno ai meno 60 km, nell'unico momento in cui la Bora si "sgranchisce" dopo tanto faticare.
Fora ai meno 55 km Bauke Mollema, imitato un paio di km dopo da Tadej Pogacar, ma ambedue gli uomini di classifica non hanno fatica a rientrare. Nel passaggio cittadino a Castres, a 40 km dalla fine, la Bahrain McLaren fa strike: vanno giù tutti assieme Pello Bilbao, Damiano Caruso e Matej Mohoric che, pur senza conseguenze, devono comunque faticare data l'elevata andatura ora imposta dalla Ineos Grenadiers, in testa per approcciarsi alla successiva fase nel quale soffia forte l'Autan, vento caldo tipico della zona.
Ecco il ventaglio: Landa, Mollema, Pogacar e Porte restano attardati
Questo passo pone fine all'avventura di De Gendt, ripreso ai meno 35.5 km. E con Michal Kwiatkowski a darci dentro sul rettilineo, aiutato da Alberto Bettiol e Julian Alaphilippe, il gruppo si spezza ai meno 34 km: il primo pesce grosso a rimanere attardato è Richie Porte, ma non è l'unico. Anche il suo compagno di squadra Bauke Mollema, nonché Esteban Chaves, Ilnur Zakarin e soprattutto Mikel Landa e Tadej Pogacar. Tutti i gregari disponibili della CCC - Trentin e Van Averamet - della Trek - Skujins - della Bahrain - Caruso e Colbrelli - e della UAE - Aru, Formolo, Marcato e Stake Laengen - si fermano per dar man forte; ma davanti, come logico che sia, cercano di dar man forte i Jumbo-Visma, gli Astana, gli Ineos e i Groupama-FDJ.
I quaranta corridori al comando riescono subito a costruirsi un margine di tutto rispetto, avendo già ai meno 25 km 45" che salgono a 55" ai meno 20 km. Particolarmente sfortunato è Richard Carapaz, che fora ai meno 18 km e, supportato da Jonathan Castroviejo, si ritrova tutto solo a bagnomaria; l'ecuadoriano vede però il gruppo allontanarsi sempre più. Al cartello dei meno 10 km i due inseguitori sono a 50" mentre il gruppo Pogacar-Landa è lontano ben 1'20".
Il vantaggio sale, Boasson Hagen ci prova ma questo Van Aert è imbattibile
Nella fase seguente il plotone degli attardati, che riassorbe i due della Ineos, ha il merito di recuperare una manciata di secondi, entrando negli ultimi 5 km a 1'10". La Groupama con Küng e Molard e la Jumbo con Bennett e Kuss si danno da fare, tirando senza soluzione di continuità sino all'arco dell'ultimo km. Il testimone lo prende la NTT con Michael Gogl in versione apripista per Edvald Boasson Hagen che lancia la volata.
Il norvegese parte forte in questa volata caotica, nella quale non si vede in prima fila, a sorpresa, Peter Sagan, che si deve accontentare di un misero tredicesimo posto complice un contatto con Hofstetter. EBH, Stuyven e Alaphilippe si trovano sulla stessa linea, con il francese che scarta per un presunto, ma inesistente, contatto con il belga. Un fiamminga che vola c'è, ma non è quello della Trek; come accaduto mercoledì, Wout van Aert coglie l'attimo fuggente e passa in carrozza la concorrenza.
Va a vincere di nuovo il belga del Team Jumbo-Visma, formazione al terzo centro in quattro giorni; seguono nell'ordine di arrivo Edvald Boasson Hagen (NTT Pro Cycling Team), Bryan Coquard (B&B Hotels-Vital Concept), Christophe Laporte (Cofidis), Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), Clément Venturini (AG2R La Mondiale), Hugo Hofstetter (Israel Start-Up Nation), Egan Bernal (Ineos Grenadiers), Adam Yates (Mitchelton-Scott) e Alejandro Valverde (Movistar Team). Il ritardo del gruppo Pogacar-Landa è abbondante, dato che tocca quota 1'21"; il gruppo Bennett giunge dopo 14'32", quello Ewan dopo 15'54", salvandosi ampiamente dal tempo massimo fissato a 21'12".
Yates resta leader, ma la generale cambia. Domani tocca ai Pirenei
In classifica c'è qualche cambiamento: Adam Yates (Mitchelton-Scott) indossa la maglia gialla con 3" su Primoz Roglic, 9" su Guillaume Martin, 13" su Egan Bernal, Tom Dumoulin, Nairo Quintana, Romain Bardet, Miguel Ángel López, Thibaut Pinot e Rigoberto Urán. A 15" c'è Julian Alaphilippe, a 22" Emanuel Buchmann ed Enric Mas.
Domani primo dei due giorni sui Pirenei, per altro un po' snobbati in questa edizione: la Cazères sur Garonne-Loudenvielle di 141 km offre tre note salite come Menté - 6.9 km all'8.1%, ma ad oltre 80 km dalla fine, Port de Balès - 11.7 km al 7.7% a 36 km dalla fine e Peyresourde - 9.7 km al 7.8%, con vetta a 11.5 km dal traguardo raggiunto dopo una veloce discesa.