Vittoria Bussi ha finito i tentativi: stavolta il record è solo italiano
La primatista dell'ora manca il record nell'inseguimento individuale e chiude la carriera agonistica
Ci ha tenuto ad avvisare tutti di non scrivere “fallimento", Vittoria Bussi, nel post di commento al tentativo di record del mondo nell'inseguimento individuale in cui si è prodotta nei giorni scorsi, tra giovedì 12 settembre e domenica 15 settembre:
Ah, il primo giornalista che scrive di "fallimento" me lo mangio, almeno mi sfogo un pò 😆
Con questa chiosa la primatista mondiale sull'ora ha voluto esprimere (va bene, Vittoria, nessuno parlerà di fallimento, ma tu metti un apostrofo a quel pò invece dell'accento, ti preghiamo) lo spirito con cui tornerà a casa dopo l'ennesima prova a cui ha sottoposto il proprio fisico, senza però riuscire a far scendere il cronometro sotto il 3'16"937 stabilito dalla statunitense ai mondiali su pista di Berlino 2020.
Bussi torna dal Messico con il record italiano
La trentasettenne romana (torinese di adozione) non è riuscita ad andare oltre il crono di 3'19"787 nei tentativi messi in atto negli ultimi quattro giorni: quasi 3" in più della campionessa mondiale e detentrice del primato Chloé Dygert, ma 7" in meno del record italiano fatto segnare, sempre nel 2020, da Martina Alzini. Come per il primato dell'ora, il luogo scelto era il Velódromo Bicentenario de Aguascalientes “Alfedo Morales Shaadi”, considerato idoneo sia per l'accessibilità economica (Vittoria Bussi è un'atleta indipendente, come ha raccontato nella sua biografia) sia per l'opportuno equilibrio tra le componenti che variano con la quota (rarefazione dell'ossigeno, densità dell'aria, umidità).
Un'idea bizzarra
Quella di tentare il record nell'inseguimento individuale (sulla distanza dei 3 km) è stata, come scrive la stessa Bussi, un'idea bizzarra, nata dopo l'impresa del primato dell'ora nell'ottobre 2023. Dopo un 3'19" e addirittura un 3'18" nei test Vittoria si era convinta di potersi cimentare nella nuova sfida contro se stessa e la storia, pensando, per motivarsi, di “puntare alla luna per colpire l'aquila” cercando cioè il record del mondo, consapevole che almeno il record italiano sarebbe stato battuto. Sempre stando alle sue parole, durante il tentativo decisivo le speranze del record mondiale si sono esaurite ai 2500, quando era chiaro che le gambe non potevano tenere per ulteriori due giri il ritmo dei primi dieci.
"Appenderò il cartello del record italiano sui 3km accanto ai due record del mondo sull'ora, forse con ancora più orgoglio, per il coraggio, per accettare il dolore, per non aver rimpianti.
Spingetevi sempre oltre, anche dove non siete capaci" ha poi aggiunto la cronowoman, chiudendo con queste parole la propria carriera agonistica.