Pogačar: "Vincere Giro, Tour e Vuelta in un anno? Rispetto i miei compagni"
Il fenomeno sloveno dell'UAE Team Emirates ha parlato anche dei Mondiali di Zurigo e del suo rapporto con gli sloveni e con Primož Roglič
La domanda che si fanno tutti i tifosi di ciclismo è se un giorno Tadej Pogačar deciderà di fare Giro d'Italia, Tour de France e Vuelta a Espana in una singola stagione, con l'obiettivo di vincerli, ed effettivamente poi metterà in pratica questa sua intenzione. Di questo e molto altro ha parlato il nativo di Komenda in un'interessante intervista rilasciata ai microfoni di ‘Delo’, il principale quotidiano sloveno, con sede a Lubiana.
Pogačar: “Tre Grandi Giri in un anno? Rispetto i miei compagni”
“Vincere i tre Grandi Giri in una stagione è fattibile, ma rispetto i miei compagni di squadra. Sappiamo che l'UAE Team Emirates ha la possibilità di vincere un GT anche quando non ci sono io. Non c'è bisogno che io sia avido all'interno della mia squadra e mi faccia dei nemici dove in realtà mi sento a casa. Vedremo in futuro comunque, ora non me la sento. La prossime stagione rifaremo due test da tre settimane, ma in futuro ci sono diverse opzioni aperte. Magari vorrò gareggiare solamente in un Grande Giro, magari in nessuno”.
Poi un commento sulla maglia iridata e sul successo ai Mondiali di Zurigo: “La Maglia Rosa e la Maglia Gialla sono belle, ma le puoi indossare solo per tre settimane all'anno. La maglia iridata la indossi in tutte le gare della stagione, ti distingui sempre, ti fanno fare sempre bella figura come campione del mondo. Due ore e mezza sono state molto tese. Non avrei mai immaginato di fare una fuga del genere nella mia carriera. La notte successiva alla vittoria a Zurigo è stata ricca di eventi, non si è trattato solo di una birra per festeggiare”.
Pogačar: “Avevo la sensazione che in Slovenia non mi volessero”
Infine la chiosa sul ciclismo in Slovenia e sul rapporto con Primož Roglič: “Un anno fa o due avevo la sensazione che in Slovenia non mi volessero come uno di loro. Non credo che manchino tifosi tra i miei connazionali, ma quelli che diffondono la negatività sono solamente i più esposti. Sui social sento ancora una certa negatività nei miei confronti, ma sempre meno dei primi tempi. Spero che pian piano tutti si rendano conto di ciò che abbiamo realizzato in Slovenia. Ciò che è stato iniziato da Primož Roglič, al quale poi mi sono unito io, così come Matej Mohorič, Jan Tratnik, Domen Novak e altri. Ciò che abbiamo adesso è incredibile. Dubito che questa era eccezionale del ciclismo sloveno durerà a lungo”.
“Con Roglič non ho mai avuto problemi, ho sempre aspettato con ansia le sue vittorie e ho sempre pensato che fosse un po' pazzo. Poi l'ho conosciuto un po' meglio e ho visto che è davvero pazzo, ma in senso buono. Quando noi che ora corriamo diventeremo tifosi, forse ai giovani ciclisti non verrà più chiesto del doping. Vorrei semplicemente restare nel ciclismo perché è uno sport bellissimo”.