Juan-Carlos coppia regale: e i tifosi spagnoli se la godono tutta
Giro dei Paesi Baschi indirizzato dagli attacchi concentrici orchestrati dalla UAE con l'obiettivo (centrato) di lanciare Ayuso in vetta alla classifica. Rodríguez collabora e si prende la tappa
Sapete a quando risale l'ultima vittoria di Juan Ayuso in una gara a tappe, prima di oggi? Al Giro d'Italia Under che, ancora 18enne, dominò nel 2021. Da lì il volo a planare nel professionismo, tanti piazzamenti importanti (terzo alla Vuelta, secondo al Suisse), qualche vittoria ma mai nelle classifiche generali, ovvero nel perimetro in cui da lui ci si attendono le cose migliori.
È lecito chiedersi se l'affermazione nella Itzulia sarebbe arrivata lo stesso, per il 21enne di Barcellona, qualora i superbig (categoria alla quale non può - ancora - dire di appartenere) non si fossero più o meno malamente ritirati. È inutile fingere che una corsa con Vingegaard, Roglic, Evenepoel, sia uguale a una corsa da cui togli questi nomi (mettiamoci pure Mikel Landa, secondo un anno fa proprio dietro a Jonas). Parimenti è però inutile ancorarsi all'idea che i ritiri non facciano da sempre parte del ciclismo: sarà crudele, ma le somme le tirano quelli che restano in corsa.
Ayuso ha potenzialità che nemmeno lui conosce ed è ancora talmente giovane che nulla di quel che fa (che non è poco, precisiamolo per i distratti) merita sostanzialmente di essere discusso. Quel che conta è che stia crescendo, e la vittoria basca fa parte di questo percorso innegabilmente in atto. Oggi Juan si è giovato di un'ottima tattica di gara della UAE Emirates, che ha giocato a più livelli (concentrici, diremmo) il tema del gregario-testa-di-ponte: prima con Igor Arrieta in favore di Marc Soler - pedina fondamentale della manovra emiratina oggi - quindi con lo stesso Soler per Ayuso.
Mattias Skjelmose e la sua Lidl-Trek non si sono neanche mossi malissimo, viste le forze in campo, e non è che il danese si sia lasciato sfuggire il successo finale per chissà quanto: giocoforza, sulle pendenze più dure della giornata ha dovuto procedere di gestione (alla Almeida, diciamo), solo che c'erano forse un po' troppe salite per le sue possibilità, e alla lunga la tenaglia UAE l'ha fiaccato e infine piegato.
In questa sfida di classifica si inserisce, a margine ma neanche tanto, la vittoria di giornata di Carlos Rodríguez, che con Ayuso ha interpretato in maniera ottimale un finale che gli ha portato anche la piazza d'onore nella generale. Anche l'andaluso è una galassia in espansione, tanto quanto il collega con cui oggi si è spartito il bottino: 23 anni appena compiuti, un quinto al Tour dello scorso anno (con annessa vittoria di tappa, a Morzine davanti nientemeno che a Pogi&Vingo), qualche caduta di troppo a intopparlo in questi primi anni da pro', un futuro comunque radioso a giudicare quel che s'è visto sinora. Ai tifosi spagnoli, comunque la si guardi, una coppia del genere ha regalato una giornata da incorniciare.
Giro dei Paesi Baschi 2024, la cronaca della sesta tappa
Da Eibar e Eibar 137.8 km per la sesta e ultima tappa del Giro dei Paesi Baschi 2024, un continuo su e giù sulle salite dell'Euskal. Classifica completamente aperta e la frazione si è comportata di conseguenza, partendo subito con una fuga nutritissima, 23 uomini in viaggio sin dalla salita di Elkorrieta, la prima del giorno dopo una decina abbondante di chilometri.
Il gruppo non ha messo in campo un'opposizione apprezzabile, sicché il drappellone si è involato e ciò significa che dobbiamo fare l'elenco maximo: Steven Kruijswijk, Sepp Kuss e Milan Vader (Visma-Lease a Bike), Gregor Mühlberger (Movistar), Matteo Sobrero (BORA-Hansgrohe), Esteban Chaves e James Shaw (EF Education-EasyPost), Lucas Hamilton, Christopher Juul-Jensen e Mauro Schmid (Jayco AlUla), Bauke Mollema (Lidl-Trek), Gorka Izagirre (Cofidis), Igor Arrieta e Sjoerd Bax (UAE Emirates), Jasha Sütterlin (Bahrain-Victorious), Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty), Fabien Doubey (TotalEnergies), Romain Combaud, Oscar Onley e Martijn Tusveld (DSM-Firmenich PostNL), Brandon Rivera (INEOS Grenadiers), Jimmy Janssens (Alpecin-Deceuninck) e David De la Cruz (Q36.5). Il più prossimo in classifica, Rivera a 1'21" da Mattias Skjelmose.
Qualcuno non ha retto il ritmo dei battistrada e ha perso contatto: Schmid (frenato anche da un problema meccanico) sulla salita di Azurki ai -116, Vader e Combaud su quella di Gorla ai -95; intanto il margine sul gruppo volava verso i quattro minuti (che non sarebbero mai stati toccati). Un breve attacco nell'attacco di Juul-Jensen e Arrieta ai -80, quindi la più dura delle scalate di giornata, Krabelin, 5 km al 9.5%.
E qui si è accesa la lotta tra i battistrada, con Kruijswijk, Kuss, Mühlberger, Chaves, Mollema, Arrieta e Onley che hanno distanziato gli altri; nel gruppo maglia gialla si è mosso William Junior Lecerf (Soudal Quick-Step) e poi in contropiede ai -70 Marc Soler (UAE), che via via avrebbe preso e superato molti dei fuggitivi del mattino. Intanto arrivava la notizia del ritiro di Pablo Castrillo (Kern Pharma) in seguito a una caduta nella quale era stato coinvolto anche Warren Barguil (DSM).
Ai -62 Shaw è riuscito a rientrare sui primi, quindi è stata superata di slancio la salita di Trabakua: al Gpm dei -45 Kuss è transitato per primo come sulla salita precedente; coi 25 punti conquistati sin lì era saldamente in testa alla classifica degli scalatori, avendo superato Louis Meintjes (Intermarché-Wanty), 33-20 per il momento.
Intanto proseguiva la rincorsa di Soler, che ora era insieme al raccattato Hamilton a pochi secondi dai battistrada: Arrieta a questo punto si è fermato ad aspettare il compagno e l'ha aiutato a rientrare sui primi a 41 km dalla fine. Il distacco del gruppo - tirato per gran parte del tempo dalla Lidl-Trek di Skjelmose - ammontava a un minuto, ma dato che Soler non era lontanissimo dalla testa della classifica (47") occorreva che dietro si stringessero un po' i tempi.
A Izua si concretizza la bella tattica UAE
L'impegno di Arrieta è proseguito fino alla prima parte della salita di Izua ai -31; qui lo spagnolo si è staccato come anche Hamilton e Shaw, e Soler ha proseguito in prima persona a tirare il primo gruppetto; a 3 km dallo scollinamento (e 30 dall'arrivo) anche Mühlberger ha perso contatto, quindi Chaves è scattato con Onley a ruota; Soler e Kruijswijk non sono riusciti a chiudere ma son rimasti a vista, invece Mollema e poi anche Kuss hanno alzato bandiera bianca.
Ai -29, a 2 dalla vetta, Onley ha staccato Chaves, ripreso poi da Soler-Kruijswijk. Ma intanto anche dietro succedevano cose: Skjelmose, forse presumendo troppo da se stesso sulle dure pendenze di Izua, ha accelerato esponendosi al contropiede di Carlos Rodríguez (INEOS), su cui ha pagato dazio, e in seconda battuta di Juan Ayuso (UAE), che a un chilometro e mezzo dalla vetta ha staccato lo stesso Carlos e si è proiettato sul terzetto intercalato, aiutato a rientrare da Soler, che l'ha atteso come poco prima Arrieta aveva atteso lui. Diciamo che la tattica UAE oggi si è dispiegata benino.
Al Gpm Onley è transitato con 25" su Soler, Ayuso e Chaves (Kruijswijk aveva perso contatto in vista della vetta); a 40" è passato Skjelmose, che gestendosi bene era riuscito a riprendere Rodríguez proprio allo scollinamento. Le distanze non erano enormi e c'era ancora spazio per recuperi, e infatti ai -22 Skjelmose e Rodríguez sono rientrati su Soler, Ayuso e Chaves; ai -20 questo drappello ha ripreso Onley, e già si era in vista dell'ultima salita di giornata, Urkaregi, 5 km morbidi rispetto ai muri precedenti, ma comunque potenzialmente selettivi a quel punto della tappa.
E a Urkaregi il progetto vincente di Ayuso prende il volo
Ayuso non ha perso tempo e ha attaccato dopo neanche un chilometro di salita, ai -17, seguito da Rodríguez ma non da Skjelmose, che invece è rimasto con Onley e Soler; saltato Chaves. La coppia al comando ha trovato un ottimo accordo e ha rapidamente scavato mezzo minuto sul danese, più che sufficiente ad Ayuso che nella generale partiva appena da -2" rispetto a MSJ.
Da Urkaregi alla fine non è più cambiato niente di sostanziale. Ai -5 Ayuso ha chiesto a una moto della tv quale fosse il vantaggio sul secondo drappello, e quando ha saputo che era ancora di massima sicurezza (45" in quel momento) si è aperto in un persistente sorriso di gioia. Si è come sciolto. A quel punto ha pensato che non valesse nemmeno la pena contendere la vittoria di tappa a Rodríguez, che una bella mano gliel'aveva comunque data nell'azione a due.
Sicché all'arrivo di Eibar Carlos ha vinto senza sprint, davanti a Juan che si portava a casa la generale. Non solo, il corridore della INEOS - che alla partenza pagava 50" a Skjelmose - era in corsa anche per la piazza d'onore in classifica: gliel'ha regalata Soler, che sprintando per il terzo posto a 41" dai primi ha tolto a Mattias quell'abbuono che gli avrebbe permesso di difendere il secondo posto finale. Cornuto e mazziato, il danese.
Il Giro dei Paesi Baschi 2024 va in archivio con la vittoria di Ayuso con 42" su Rodríguez, 43" su Skjelmose e 1'23" su Soler. Primo degli italiani, Luca Vergallito (Alpecin), 22esimo a 6'41". Oggi il milanese si è piazzato 28esimo a 3'44" dal vincitore.