L'uragano Jakobsen si abbatte sul lago Balaton
Al Tour de Hongrie, volata regale del campione d’Europa, che si prende anche la maglia di leader, alla vigilia del primo dei due arrivi in salita. Nono Moschetti. Nessun problema per Bernal.
Come ieri, Fabio Jakobsen pareva tagliato fuori dalla lotta per la vittoria di tappa. Abbandonato al suo destino dai compagni di squadra sullo strappetto che inticipava l’ingresso nell’ultimo chilometro, il campione d’Europa non appariva nelle inquadrature che mostravano, a 500 metri dal traguardo, i primi 20 corridori del gruppo. In testa, come ieri, la DSM, a servizio di Casper Van Uden, alla cui ruota pareva splendidamente piazzato Caleb Ewan, ancora a secco di vittorie in questa stagione. Poco più indietro, da solo, Yves Lampaert, ancora una volta molto più avanti rispetto al proprio capitano; al suo fianco la maglia verde di Sam Bennett, mentre Groenewegen, leader dopo il successo di ieri, pagava lo sforzo fatto per mantenere le prime posizioni del gruppo nella brevissima salita del finale. Pochi metri più avanti, sull’estrema sinistra dell’ampia carreggiata che caratterizzava il rettilineo finale, Jakobsen era tutto solo alla ruota di un Jayco-AlUla, senza Mørkøv a guidarlo alla caccia delle posizioni all’avanguardia del gruppo.
Per qualche istante, la sagoma di Jakobsen è scomparsa dalle inquadrature. Poi, a 250 metri dall’arrivo, la sua maglia bianca ha fatto capolino sul fianco destro del gruppo, il lato opposto rispetto a quello in cui l’avevamo visto l’ultima volta. Sopraggiungendo a doppia velocità, Jakobsen è riuscito a introfularsi in un pertugio a centro strada, tra il campione lettone Liepinš e Alex Edmondson, che aveva appena lanciato la volata di Van Uden. Affiancato Bennett per un istante, alla ruota di Bauhaus, Rocket-Fabio si è lanciato a centro strada, ha sfruttato per un istante la scia del giovane connazionale della DSM per poi superarlo, lasciando sul posto lui, Bauhaus e Ewan, che hanno quasi smesso di pedalare dopo aver visto il rivale superarlo con tanta facilità. Quasi una vittoria per distacco quella del velocista della Soudal-QuickStep, che ha preceduto Bauhaus, Braet, Van Uden, Zijlaard, Nys, Ewan, Jones e Moschetti, primo italiano all'arrivo in nona posizione. In virtù del settimo posto di ieri – e della controprestazione di Groenewegen, solo 19o – Jakobsen si è preso anche la maglia gialla di leader della classifica generale, alla vigilia del primo dei due arrivi in salita di questo Tour de Hongrie.
A proposito di classifica generale, vanno segnalati: il ritiro di Luke Plapp, non partito questa mattina dopo la caduta che ieri lo aveva coinvolto, insieme al compagno di squadra Bernal; il 78o posto dell’incerottato Egan, che per una volta è rimasto fuori dai guai, non rimanendo coinvolto nelle due cadute che hanno caratterizzato il finale della frazione odierna; sempre in casa Ineos, i 2 e 3" di abbuono guadagnati rispettivamente da Tulett e Narvaez all’ultimo traguardo volante: domani i distacchi dovrebbero essere di tutt’altra entità, ma questo potrebbe essere il segnale che, più di Bernal, saranno loro i due corridori su cui punterà il team brittanico; un altro ritiro, quello di Damien Howson, capitano della Q36.5 e vincitore dell’edizione 2021 della corsa a tappe magiara: il brizzolato australiano è rimasto coinvolto, insieme a una decina di corridori, in una caduta a 25 km dal traguardo e non è più riuscito a ripartire. Domani, come detto, primo arrivo in salita al Tour de Hongrie, a Pecs, sullo strappo di Allatkert.