Iván García Cortina da un pezzo la cercava…
Lo spagnolo conquista il Gran Piemonte in una volata ristretta davanti a Matej Mohoric, Alexis Vuillermoz ed Edoardo Zambanini. Il Pilonetto taglia fuori i velocisti, l’Italia sorride con quattro corridori in top 10
Il calendario delle semiclassiche italiane di fine stagione è arrivato agli sgoccioli con l’ultima corsa in programma, il Gran Piemonte. Anche quest’anno il percorso della corsa piemontese, giunta all’edizione numero 106, strizzava l’occhio ai velocisti. Da Omegna a Beinasco, i corridori hanno affrontato 198 chilometri quasi totalmente pianeggianti e con poche insidie planimetriche nell’avvicinamento al traguardo, che avrebbe decretato il successore di Matthew Walls, vincitore a sorpresa dell’ultima edizione. A 63 chilometri dall’arrivo, l’unica insidia altimetrica di giornata: la salita del Pilonetto, versante alternativo della scalata alla basilica di Superga già affrontato nell’ultimo Giro d’Italia, caratterizzata da una lunghezza di 3.3 chilometri all’8.8%. Presenti al via tanti velocisti di qualità, ma anche tanti corridori con l’interesse di infiammare la corsa sul Pilonetto per portare a casa un buon risultato.
La fuga si è formata subito e senza difficoltà. Ad animarla, quattro atleti: Kamil Malecki (Lotto Soudal), Matteo Jorgenson (Movistar Team), Andrea Pietrobon (EOLO-Kometa) e Marco Tizza (Bingoal Pauwels Sauces WB). Si è messa in mostra anche la Alpecin Deceuninck, che ha provato ad entrare nella fuga con Tobias Bayer; l’azione dell’austriaco si è però esaurita dopo pochi chilometri. Il gruppo ha lasciato spazio ai quattro attaccanti, che hanno raggiunto un vantaggio massimo superiore ai cinque minuti. In vista delle rampe del Pilonetto, il gruppo ha aumentato la sua andatura riducendo il ritardo dai quattro battistrada.
A 61 chilometri dal traguardo e con il gruppo quasi alle calcagna, Jorgenson ha deciso di sfruttare le sue doti di scalatore per allungare la sua fuga. Tizza e Pietrobon hanno dato forfait, a differenza di Malecki che si è riportato sulle ruote dello statunitense; i due hanno proseguito nella loro azione di comune accordo. Con un allungo a sorpresa, Giulio Ciccone (Trek Segafredo) è stato il primo a minare le certezze delle ruote veloci portandosi dietro altri scalatori, tra cui Wout Poels (Bahrain Victorious). Un’azione breve ma significativa che ha tagliato fuori velocisti di prim’ordine come Olav Kooij (Jumbo Visma), Elia Viviani (INEOS Grenadiers) e Kaden Groves (Team BikeExchange). Allo scollinamento, dietro alla coppia di testa, è transitato un gruppo di circa quaranta corridori guidato dalla Intermarché Wanty Gobert del giovanissimo Madis Mihkels, recente quarto posto al Mondiale in linea U23, e dalla Israel Premier Tech di Corbin Strong.
Il primo gruppo, trainato da Rein Taaramäe (Intermarché-Wanty-Gobert), è riuscito a mantenere a debita distanza il gruppo dei velocisti e a riprendere Jorgenson e Malecki a 32 chilometri dal traguardo. Da quel momento, la corsa è stata un braccio di ferro tra il primo e il secondo gruppo. Nonostante la superiorità numerica di quest’ultimo, guidato da INEOS Grenadiers e Jumbo Visma, i trenta corridori rimasti al comando hanno conservato quaranta secondi di vantaggio e hanno stroncato le ambizioni degli sprinter. Da segnalare, a 14 chilometri dal traguardo, una caduta nelle retrovie del gruppo di testa; a dire addio alle ambizioni di vittoria sono stati Marc Hirschi (UAE Team Emirates) e Sean Quinn (EF Education Easy-Post).
A 4 chilometri dal traguardo, con un minuto da recuperare, il gruppo dei velocisti ha alzato bandiera bianca. Impossibile ricucire sul primo gruppo, dove peraltro Pieter Serry (Quick-Step Alpha Vinyl) ha tentato un allungo coraggioso, ma molto breve. A giocarsi lo sprint sono rimaste poche ruote veloci: oltre ai già citati Mihkels e Strong, sono rimasti Ivan Garcia Cortina (Movistar Team), Alberto Bettiol (EF Education Easy-Post) e Matej Mohoric (Bahrain Victorious), fresco vincitore del Giro di Croazia e in grande spolvero dopo una seconda parte di stagione al di sotto delle aspettative.
Sul traguardo di Beinasco, Bettiol ha lanciato uno sprint lunghissimo per stroncare la concorrenza dei rivali meno resistenti. Non si è fatto sorprendere Garcia Cortina, che ha seguito il toscano ed è uscito dalla sua ruota nel momento ideale, conquistando la sua terza vittoria in carriera. Nulla da fare per Mohoric, grande protagonista anche quest’oggi, e Vuillermoz, inatteso piazzato di giornata. Quarto posto per Edoardo Zambanini (Bahrain Victorious), che ha preceduto Bettiol, Mihkels e Strong. A chiudere la top 10, Andrea Bagioli (Quick-Step Alpha Vinyl), Alessandro Covi (UAE Team Emirates) e Frederik Wandahl (BORA Hansgrohe). Il gruppo dei velocisti ha chiuso ad oltre un minuto, regolato da Magnus Cort (EF Education Easy-Post).
Il Gran Piemonte ci regala quattro italiani nei primi dieci, anche se nessuno centra il podio per la seconda volta nelle ultime quattro edizioni. Un segnale comunque positivo per i colori azzurri in vista di sabato, quando si correrà il Giro di Lombardia, l’ultima classica monumento della stagione.