Una semplice tappa da Girmay. Una semplice tappa in cui Roglic cade
Bini vince la sua terza volata al Tour de France 2024 battendo Wout van Aert e Arnaud Démare che poi viene declassato (così come Mark Cavendish) per manovre pericolose. Primoz perde oltre due minuti e va in sala raggi
La tappa più insignificante può sempre nascondere nelle sue pieghe i risvolti più significativi, per qualcuno. Per esempio se vieni coinvolto in una caduta a poco più di dieci chilometri dalla fine, e i tuoi avversari non ti fanno sconti - del resto c'è una volata che incombe - ecco che puoi perdere in un colpo solo oltre due minuti, nonostante il generoso aiuto di tutta la squadra. Quante volte Primoz Roglic ha vissuto quest'eterno ritorno dell'uguale? Quanti Tour de France ha buttato via per la solita caduta del cavolo? Forse anche un Giro; forse anche una Vuelta.
È uno dei corridori che più spesso finiscono per terra, il 34enne di Trbovlje, questo film l'abbiamo già visto talmente tante volte che immancabilmente, in sede di previsioni della vigilia, accanto al bravissimo Roglic c'è sempre un asterisco che conduce al disclaimer: “Sempre se non cade”.
La beffarda vicenda di Primoz è ovviamente coronata dalle ricadute in classifica, laddove il capitano Red Bull retrocede di due posizioni e, se già prima non era il più brillante dei quattro superbig, figuriamoci ora che i minuti da recuperare alla maglia gialla sono quasi cinque, e quelli che lo separano dal podio tre e mezzo.
Roglic si prende la scena anche se non avrebbe voluto, in una tappa di cui avremmo scritto piuttosto poco dato che era iscritta all'elenco delle giornate interlocutorie del ciclismo, e che alla fine ha avuto come vincitore un volto piuttosto noto, e sempre di più: Biniam Girmay, fasciato di un verde che nessuno gli toglierà più (talmente ampio è il suo vantaggio nella classifica a punti), ha centrato il terzo successo nel Tour che - molto più che la famosa Gand, molto più che la famosa tappa del tappo al Giro - lo proietta in una dimensione di massima grandezza. Non c'è dubbio alcuno che Girmay in questa Boucle stia mettendo in ombra tutti i velocisti avversari, e la fame di vittoria aumenta di volata in volata, anziché smorzarsi: fin qui due settimane indimenticabili per lui e per il mezzo popolo che si porta appresso in ogni suo spostamento.
Tour de France 2024, la cronaca della dodicesima tappa
203.6 km da Aurillac a Villeneuve-sur-Lot, dodicesima tappa del Tour de France 2024, vissuta dal gruppo in tono dimesso dopo gli strabordii di ieri sul Massiccio Centrale. Lo svolgimento della frazione è stato piuttosto canonico, sebbene in partenza non siano mancati molteplici tentativi di fuga. Quello buono l'ha attivato ai -185 Valentin Madouas (Groupama-FDJ), a cui si sono accodati il compagno Quentin Pacher e Jonas Abrahamsen (Uno-X Mobility), e, in un secondo momento, anche Anthony Turgis (TotalEnergies).
Intanto una caduta ha coinvolto diversi corridori, tra cui marginalmente anche la maglia gialla Tadej Pogacar (UAE Emirates), con Neilson Powless (EF Education-EasyPost) che è parso il più ammaccato, al punto da farsi guardare il polso sinistro dal medico di bordo. Anche oggi non si è andati piano, la prima ora a oltre 51 di media, e i malconci del peloton hanno alzato bandiera bianca, prima Fabio Jakobsen (DSM-Firmenich PostNL), completamente fuori forma, poi Pello Bilbao (Bahrain-Victorious); entrambi staccati, entrambi ritirati.
La fuga ha guadagnato fino a 3'32" (ai -170), Abrahamsen si è dedicato al suo hobby preferito ovvero vincere Gpm di quarta categoria: sue la Côte d'Autoire ai -141, la Côte de Rocamadour ai -120 e la Côte de Montcléra ai -68. Un punto + un punto + un punto ed ecco che il norvegese ha colmato il gap che lo divideva da Pogacar nella classifica a pois (3 punti per l'appunto), 36 pari e domani si va nuovamente in cerca di quarte categorie per staccare il fellone di Komenda!
Turgis invece si è preso lo sprint intermedio di Gourdon ai -94, laddove in gruppo Bini Girmay (Intermarché-Wanty) ha preceduto Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) per il quinto posto. Saldo, l'eritreo, nella sua maglia verde davanti al vincitore della Sanremo e proprio a Turgis, entrambi distanziatissimi da Bini e tra di loro.
Lo stesso Turgis è stato il primo a staccarsi dalla fuga, sulla Côte de Montcléra (del resto il suo obiettivo, i 20 punti del traguardo volante, l'aveva centrato); l'azione degli altri tre andava comunque scemando, sicché a 42 km dalla fine l'attacco è stato annullato dopo essere stato tenuto tutto il giorno sotto controllo. In particolare, si è segnalata al lavoro la Movistar di un fiducioso Fernando Gaviria.
Come ti perdo un Tour (Roglic), come ti vinco la tappa (Girmay)
La gara è andata avanti in maniera relativamente tranquilla sebbene a ritmo sostenuto, finché ai -12 dei cordoli bassi in mezzo alla strada, in cemento, dopo uno spartitraffico, che erano messi lì proprio per far cadere qualche corridore, hanno fatto il proprio dovere, mandando giù Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan) e conseguentemente altri uomini, tra cui la peggio l'hanno avuta Jarrad Drizners (Lotto Dstny) e Raúl García Pierna (Arkéa-B&B Hotels
Tra i coinvolti pure Primoz Roglic (Red Bull-BORA-Hansgrohe), che ha battuto pesantementa la spalla destra ed è rimasto attardato di oltre un minuto. I suoi compagni hanno provato a riportarlo dentro ma tale intento è stato reso difficile dall'aumento di andatura del gruppo operato dalla Visma-Lease a Bike, che lavora per Wout van Aert (perlomeno ufficialmente…). Dopodiché eravamo in zona volata, per cui i team degli sprinter hanno tenuto un ritmo che non ha fatto altro che aumentare il gap di Primoz e dei suoi. E tra una curva e l'altra, anche la UAE Emirates di Pogacar non ha disdegnato di dare qualche cambio in testa.
La volata è stata costruita dall'Arkéa-B&B Hotels che ha lanciato in maniera piuttosto buona Arnaud Démare, il quale nel suo sprint partito ai 200 metri ha un po' stretto alle transenne Van Aert; quest'ultimo è allora passato da destra al centro, andando ad affiancare Démare contendendogli il successo, ma ancor più forte e ancor più al centro è uscito Bini Girmay, che ancora una volta non ha fatto sconti, andando a vincere la sua terza tappa in questo Tour con un margine piccolo ma necessario su Van Aert e Démare. Solo sesto Philipsen.
La giuria ha poi fatto il proprio, declassando Démare per la chiusura su Wout e Mark Cavendish (Astana), che - privo del fido apripista Michael Mørkøv, non partito stamattina a causa di una positività al covid - si era piazzato al quinto posto dopo aver fatto un paio di scarti da scavezzacollo per stare agganciato a Girmay, il secondo dei quali per poco non faceva volare via Bryan Coquard (Cofidis). 67esimo e 68esimo alla fine Arnaud e Mark. Circondato dai suoi, Roglic ha chiuso a 2'27", ammaccato, incavolato, deluso, pronto alle radiografie di prammatica.
La generale cambia proprio a danno di Primoz, che scivola dalla quarta alla sesta posizione e ora paga 4'42" dalla maglia gialla Tadej Pogacar. Remco Evenepoel (Soudal Quick-Step) è secondo a 1'06", Jonas Vingegaard (Visma) terzo a 1'14", e ora al quarto e al quinto posto troviamo João Almeida (UAE) a 4'20" e Carlos Rodríguez (INEOS Grenadiers) a 4'40". Giulio Ciccone (Lidl-Trek) sempre decimo a 7'36".
Domani il Tour de France 2024 vivrà un'altra tappa simile a quella di oggi, la tredicesima, da Agen a Pau, preludio ai Pirenei che però non avrà nulla di anche lontanamente pirenaico: piattone di 165.3 km, tutt'al più con qualche increspatura nel finale (due salitelle di quarta categoria) che però non inciderà in alcun modo con l'esito di una frazione nata per essere destinata al volatone.