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Viviani, un argento che brucia

06.08.2017 21:07

Kristoff beffa Elia di un soffio al termine di una gara ben condotta dagli azzurri di Davide Cassani


Tutti sanno bene che nel ciclismo si corrono corse, anche di oltre 240 km, che alla fine sono decise da un centimetro e quando questo avviene è opportuno dire che c’è un vincitore ed un beffato perché è proprio una vera e propria beffa perdere una corsa per un solo centimetro. Ed anche ai campionati europei di Herning è successo ciò; ed il beffato di turno è Elia Viviani. L’azzurro ha assaporato la medaglia d’oro fin sulla linea del traguardo ma con un grandissimo rammarico si è dovuto accontentare della seconda piazza.

Un piazzamento che brucia per il campione olimpico di Rio 2016 che aveva preparato alla perfezione l’appuntamento di Herning. Il lavoro svolto al Giro d’Austria, alla Sei giorni di Torino e alla RideLondon Surrey Classic aveva infatti consentito al veronese di arrivare in Danimarca con un’ottima condizione per centrare il bersaglio grosso. Bersaglio pieno che però ha solo accarezzato visto che è stato superato sulla linea del traguardo dal norvegese Alexander Kristoff dopo 241 km corsi in maniera perfetta dagli azzurri diretti da Davide Cassani. Ed è proprio la prestazione degli azzurri che andiamo ad analizzare nel dettaglio.

Davide Ballerini tiene sotto controllo la fuga
Appena la corsa è partita si sono avvantaggiati in tre: lo svizzero Spengler, il bielorusso Shumov e l'islandese Elfarsson. Gli attaccanti hanno preso subito il largo essendo un’azione che non impensieriva al gruppo; in testa al quale si è messo Davide Ballerini. L’azzurro, insieme ad un portacolori del Belgio e della Danimarca, ha svolto il cosiddetto lavoro sporco tenendo la fuga sotto controllo per tutta la prima metà di corsa.

Viviani rimane dietro a causa di un ventaglio
Ma a poco più di 120 km dalla conclusione i belgi hanno aperto un ventaglio nel quale è rimasto intrappolato Elia Viviani. Pronta è stata la reazione del commissario tecnico Davide Cassani che ha fermato 5 azzurri per permettere al veronese di riportarsi sotto. Gli italiani non hanno mai perso la calma e si sono ottimamente organizzati. E nel momento in cui la corsa poteva prendere una piega sfavorevole per gli azzurri, Davide Cassani è stato lucido nell'organizzare l’inseguimento. Inseguimento che dopo 30 chilometri è stato portato a termine. Pericolo scampato per l’Italia.

Tanti attacchi, Davide Cimolai per l’Italia
Negli ultimi 70 km molti corridori hanno provato ad avvantaggiarsi ma gli azzurri non si sono mai scomposti e sono riusciti a tenere gli attaccanti sempre a meno di un minuto. Nell’azione più numerosa con ben 14 elementi si è prontamente inserito Davide Cimolai per non lasciare all’Italia il compito di ricucire su un attacco molto pericoloso. L’unica nazione che in questa circostanza si è fatta sorprendere è stata la Danimarca. Ed è stato proprio sotto il loro impulso dei danesi che il gruppo si è ricompattato.

Boasson Hagen spaventa il treno azzurro
L’unico vero attacco che stava per far mandare al vento il piano tattico italiano è stato messo in atto ai meno 5 chilometri dall’arrivo dal belga Jens Keukeleire, dal russo Alexander Trusov e dal norvegese Edvalad Boasson Hagen; proprio quest’ultimo ha tentato il tutto per tutto cercando di arrivare in solitaria all’arrivo. In un primo momento gli azzurri sono rimasti passivi a ruota dei danesi, ma a 2 chilometri dalla conclusione sono entrati in azione.

Il treno italiano, preparato in maniera sontuosa in settimana da Davide Cassani, ha preso in mano le redini del gruppo per andare alla caccia di Edvald Boasson Hagen. Prima è entrato in azione Davide Cimolai che ha preso dal fondo del suo serbatoio le ultime energie per ridurre il vantaggio del gruppo dal norvegese. Mentre quando il corridore militante nella FDJ si è spostato è entrato in scena Roberto Ferrari che ha tirato il gruppo fino a 700 metri dall’arrivo portandolo a solo una decina di metri da Boasson Hagen che poi è stato ripreso sotto l’impulso di Jacopo Guarnieri.

Sabatini lancia Viviani, ma sorride Kristoff
Come programmato da Davide Cassani, l’ultimo vagone del treno italiano doveva essere Fabio Sabatini. E così è stato. Il toscano al Tour de France è stato l’ultimo uomo per le volate di Marcel Kittel e come in Francia anche quest’oggi non ha sbagliato nulla negli ultimi 500 metri riuscendo in maniera eccezionale a lanciare il campione olimpico di Rio 2017.

Elia Viviani però si è trovato in una posizione molto scomoda quando è partita la volata. Il veronese aveva a destra le transenne mentre a sinistra Alexander Kristoff e non è riuscito a trovare lo spazio per mettere in porta l’assist fornitogli da Sabatini. Il norvegese ha così vinto il campionato europeo davanti all’azzurro e portando a quota otto i suoi successi stagionali. Dopo la linea d’arrivo sono anche volate parole tra i due con Viviani che protestava contro Kristoff imputandogli di averlo chiuso alle transenne. Dalle immagini televisive si vede come l’italiano non avesse spazio per rimontare ma non si può di certo condannare Kristoff perché non si vedono scorrettezze nel suo sprint.

Davide Cassani è il più soddisfatto ed adesso guarda con fiducia ai mondiali
Al termine dell’europeo di Herning in casa Italia c’è molto rammarico per il mancato successo di Elia Viviani ma non si può non assegnare un voto molto positivo alla condotta degli italiani che dopo un digiuno lunghissimo sono riusciti a salire sul podio. Cronometro escluse, era infatti dal Campionato del Mondo vinto da Alessandro Ballan nel 2008 che un azzurro non si classificava nei primi tre; un periodo di astinenza veramente lungo che oggi con Elia Viviani si è interrotto.

L’artefice della medaglia italiana è stato Davide Cassani ed è proprio il C.T. azzurro colui che deve essere il più soddisfatto di tutti della prestazione dell’Italia. Adesso per Cassani non ci sarà nemmeno un giorno di vacanza perché già da domani deve continuare a preparare il Mondiale di Bergen in programma il 24 settembre per andare alla caccia della medaglia d’oro che oggi per un soffio non è riuscito a portare a casa.
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