E voi lo sapevate che Mads Pedersen ha una squadra tutta sua?
L'ex iridato è comproprietario della Restaurant Suri-Carl Ras, con cui spera di lanciare qualche giovane danese. Reguigui mattatore nelle corse algerine, Bruttomesso sfiora la vittoria in Slovenia, Cardis cerca un altro posto al sole
Settimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour d’Algérie, GP de la Ville d’Alger, International Tour of Rhodes, GP Slovenian Istria, Classica da Arrabida, Romain Cardis a caccia del ritorno tra i professionisti e la Restaurant Suri-Carl Ras.
Le corse della settimana
Tour d’Algérie e GP de la Ville d’Alger
Dopo cinque anni di assenza, è tornato nel calendario UCI il Tour d’Algérie International de Cyclisme, composto quest’anno da dieci tappe. Al via si sono schierate cinque Continental, sei selezioni nazionali, una formazione dilettantistica tedesca e quattro locali. La gara si è aperta con un cronoprologo di 4 km, che ha visto prevalere il tedesco Adrian Callies (Embrace the World), bravo a precedere di 5” Lars Quaedvlieg (Universe) e di 6” Manuel Oioli (Q36.5 Continental). La seconda tappa prevedeva una sola salita, piazzata a circa 90 km dalla fine, e si è conclusa, come da pronostico, in volata: ad imporsi è stato il vicecampione d’Africa Yacine Hamza (Madar), abile a superare Youcef Reguigui (Terengganu Polygon) e Sergey Rostovtsev (Beykoz Belediyesi), mentre Alessio Portello (Q36.5 Continental), sesto, è stato il migliore degli italiani. A sorpresa Callies ha perso 19” e ha ceduto il primato in classifica a Quaedvlieg. Anche la terza frazione si è conclusa in volata e stavolta è stato Reguigui ad imporsi davanti a Portello e al compagno di squadra Mohd Hariff Saleh. Ancora una volta la generale è cambiata: Quaedvlieg ha infatti perso 1’28” e Oioli si è preso la maglia di leader.
La quarta tappa ha portato ad un nuovo arrivo allo sprint e Hamza ne ha approfittato per conquistare il secondo successo personale davanti a Rostovtsev e Reguigui. Il miglior italiano è stato ancora una volta Portello, decimo, mentre Oioli ha conservato il primato in classifica. Priva di grosse difficoltà altimetriche, la quinta frazione si è rivelata decisiva per le sorti della corsa: sedici corridori sono evasi dal gruppo e hanno guadagnato un margine incolmabile. Dodici di loro sono arrivati a giocarsi il successo in una volata che ha premiato Luuk Schuurmans (Universe), bravo a superare Oussama Chablaoui (Majd El Guerara) e Paul Hennequin (Nice Métropole Côte d'Azur). Quest’ultimo era il corridore messo meglio in classifica fra i battistrada e ha così preso il comando della generale, con soli 2” di margine su Edoardo Sandri (Q36.5 Continental), giunto sesto. Il gruppo ha perso più di 8’.
La sesta tappa, conclusasi in cima ad una salita di un paio di chilometri, ha visto sei corridori fare la differenza. Si è imposto il corridore di casa Nassim Saidi (Madar) davanti al connazionale Hamza Amari (Q36.5 Continental) e a Natnael Berhane (Beykoz Belediyesi). In classifica non è cambiato nulla, con Sandri che è giunto settimo a 20”, appena davanti al leader Hennequin. La settima frazione si è conclusa in volata, con la terza vittoria di Hamza. Alle sue spalle si sono piazzati Saleh ed Hennequin, che ha ovviamente conservato la maglia gialla, mentre Portello è giunto quarto. L’ottava tappa ha visto sette corridori riuscire ad evadere dal gruppo e a resistere fin sul traguardo: a vincere è stato ancora una volta Hamza che, sfruttando anche la presenza nel drappello di testa del compagno Saidi, terzo, ha avuto ragione di Travis Stedman (Q36.5 Continental).
La nona frazione ha proposto un arrivo su uno strappetto che non ha scongiurato la volata di gruppo: Reguigui ha conquistato il suo secondo successo parziale, battendo Maxime Urruty (Nice Métropole Côte d'Azur) e Saleh, con Oioli quinto. La corsa si è conclusa con la tappa più impegnativa: in partenza era prevista una salita di 20 km e anche gli ultimi 2 km erano in salita, anche se con pendenze non eccessive. Circa venti corridori si sono giocati la vittoria e a spuntarla è stato ancora una volta Reguigui, che ha preceduto Stedman e Nahom Mekonen (Nazionale Eritrea). Hanno chiuso nel primo gruppo sia Oioli, sesto, che Sandri, ottavo. La classifica generale ha visto il trionfo di Hennequin, che ha mantenuto i 2” di margine su Sandri, con Akilu Ghebrehiwet (Nazionale Eritrea) a completare il podio a 4”. Il ventenne francese ha vinto anche la graduatoria riservata ai giovani, mentre Hamza ha conquistato la classifica a punti e Dawit Yemane, tesserato per la Bike Aid, ma qui in gara con la Nazionale Eritrea, si è aggiudicato quella dei GPM.
Il giorno successivo alla conclusione della gara, era in programma il GP de la Ville d’Alger, corsa in circuito nelle vie della capitale con un profilo adatto ai velocisti. Al via erano presenti le stesse squadre del Tour d’Algérie, con qualche piccola differenza nei roster, la più importante delle quali era certamente l’assenza di Yacine Hamza. Senza il suo grande rivale, Youcef Reguigui era dunque il grande favorito e non ha tradito le attese. Il trentatreenne ha conquistato il successo, battendo in volata Meron Teshome (Nazionale Eritrea), che ha così riscattato un pessimo Tour d’Algérie in cui era andato fuori tempo massimo nella seconda tappa, e Jarri Stravers (Universe). Manuel Oioli, settimo, è stato il migliore degli italiani. A meno di aggiunte dell’ultimo minuto, nel 2023 non ci saranno altre corse UCI in Algeria.
International Tour of Rhodes
Con l’International Tour of Rhodes, corsa a tappe di quattro giorni, si è concluso il trittico di gare greco che ha caratterizzato il mese di marzo. Al via erano presenti le stesse squadre che avevano partecipato al Rhodes GP, con la sola assenza degli svizzeri della Taurus. La corsa prevedeva un inizio interessante, con un cronoprologo di 3,8 km interamente in salita, ma, a causa di una tempesta che si è abbattuta sul percorso, gli organizzatori hanno deciso prima di sospendere e poi di annullare la tappa. Lo svizzero Colin Stüssi, che aveva fatto segnare il miglior tempo, è rimasto, quindi, beffato, ma ancora peggio è andata alla sua squadra, il Team Vorarlberg, che al momento della sospensione aveva tre uomini ai primi quattro posti.
Tornato il sereno, non c’è stato nessun problema per la disputa delle altre tappe. La prima, disputata su un percorso molto simile a quello del Rhodes GP, ha visto un gruppo di una cinquantina di unità giocarsi il successo in volata: a spuntarla è stato il danese Christian Ingemann Lindquist (Restaurant Suri-Carl Ras), bravo a precedere Brody McDonald (Aevolo) e il vicecampione del mondo junior António Morgado (Hagens Berman Axeon). La seconda tappa, dal profilo altimetrico simile, ha avuto uno svolgimento diverso. Quattro uomini, Marckus Njor e Hjalmar Klyver (IBT-Tripeak), Josh Housley (Sn Vitae Bim Bam Coaching) e Alexandros Agrotis (Nazionale Cipro) hanno attaccato a circa 6 km dal traguardo, guadagnando un piccolo margine sul gruppo. Entrando fortissimo nell’ultima curva, situata ai -700 metri, Klyver ha staccato i compagni di avventura ed ha tirato dritto, resistendo alla rimonta di Matúš Štoček, uscito di forza dal plotone nel finale. Lindquist ha chiuso terzo, con lo stesso tempo dei primi due, e ha conservato la maglia di leader.
L’ultima frazione, la più impegnativa, ha rivoluzionato la classifica: dieci uomini sono riusciti a fare la differenza e si sono giocati sia il successo parziale che quello finale. Sentendosi battuto in volata, Andreas Miltiadis (Nazionale Cipro) ha attaccato all’ultimo km, cogliendo l’attimo giusto e andando a conquistare la tredicesima vittoria UCI in carriera, la prima in una gara internazionale dopo dodici titoli ciprioti. Morgado ha chiuso al secondo posto davanti ad André Drege (Coop-Repsol), mentre gli altri uomini del gruppetto di testa sono arrivati più sgranati. Grazie agli abbuoni, Morgado si è aggiudicato la corsa con 2” di margine su Miltiadis e 4” su Drege. Il portoghese ha ovviamente conquistato anche la classifica dei giovani, Stüssi ha vinto la graduatoria riservata agli scalatori e Alexander Arnt Hansen (Restaurant Suri-Carl Ras) quella degli sprint intermedi. Il ciclismo tornerà in Grecia a maggio per l’International Tour of Hellas.
GP Slovenian Istria
In Slovenia si è disputata la decima edizione del GP Slovenian Istria, con partenza e arrivo ad Izola. La corsa prevedeva un percorso abbastanza adatto ai velocisti, ma con alcuni strappetti nel finale che potevano stimolare la fantasia di qualche coraggioso. Al via si sono schierate ventisei squadre: un ProTeam (la Green Project-Bardiani), diciassette Continental, sette formazioni dilettantistiche e una selezione nazionale bulgara. A 4 km dal traguardo, nel tentativo di scongiurare la volata, Marcin Budzinski (HRE Mazowsze Serce Polski) ha provato ad andarsene in solitaria in salita, ma la sua azione si è esaurita due chilometri dopo. In contropiede è scattato Luca Colnaghi, ma anche il corridore della Green Project-Bardiani è stato ripreso dal gruppo. La Ljubljana Gusto Santic ha preso in mano la situazione in vista dello sprint, ma il velocista designato, Anže Skok ha dovuto accontentarsi del terzo posto. A vincere è stato il polacco Bartlomiej Proc (Santic-Wibatech), riuscito finalmente a capitalizzare l’ottima forma mostrata nelle ultime settimane nelle corse croate, mentre al secondo posto si è piazzato l’italiano Alberto Bruttomesso (Friuli ASD), promesso sposo della Bahrain-Victorious. In settimana il calendario di corse in Slovenia proporrà altri due appuntamenti: il GP Goriska & Vipava Valley e il GP Adria Mobil.
Classica da Arrabida – Cyclin’Portugal
Dopo Volta ao Algarve e Figueira Champions Classic, è stato il momento della terza corsa UCI stagionale in Portogallo, la Classica da Arrabida. Il percorso presentava due settori di sterrato nella seconda metà di gara e un finale ondulato, con un arrivo in leggera salita su terreno lastricato. Al via si sono schierate diciassette squadre: due ProTeam (Caja Rural-Seguros RGA ed Equipo Kern Pharma), dodici Continental e tre formazioni dilettantistiche locali. Il grande favorito era certamente Orluis Aular (Caja Rural-Seguros RGA), già vincitore lo scorso anno su un tracciato più semplice, e, probabilmente, ancora più adatto al percorso di quest’anno. Il campione nazionale venezuelano ha rispettato pienamente i pronostici ed è andato a vincere davanti ad Álex Jaime (Equipo Kern Pharma), unico corridore in grado di rimanere con lui nel finale. Al terzo posto, con un ritardo di 8”, si è piazzato il primo dei portoghesi, Francisco Campos. Il venticinquenne era stato arrestato lo scorso anno alla vigilia della Volta a Portugal, nell’ambito di un’inchiesta riguardante il doping, ma era in seguito stato scagionato dalle accuse. Nonostante la sua innocenza sia stata provata, nessuna Continental gli ha offerto un contratto e così ha firmato per la Fonte Nova-Felgueiras, formazione dilettantistica nata sulle ceneri della W52-FC Porto. Alle spalle di Campos si è piazzato Alejandro Ropero (Electro Hiper Europa), finalmente tornato a buon livello dopo un biennio non esaltante in maglia EOLO-Kometa. Il calendario UCI in Portogallo va avanti con la Volta ao Alentejo, che si concluderà domenica.
Le Continental tra i big
Nell’ultimo periodo le Continental hanno saputo farsi valere anche nelle corse di livello superiore. I migliori risultati sono arrivati al Tour de Taiwan, in cui le formazioni di terza divisione al via erano addirittura quattordici. La Terengganu Polygon ha mostrato di avere una rosa profonda e di alto livello: mentre Reguigui vinceva a ripetizione in Algeria, la squadra malese ha saputo fare grandi cose anche a Taipei e dintorni, soprattutto con Jeroen Meijers, vincitore di una frazione e della classifica finale della corsa a tappe asiatica. Si sono mossi bene anche Jambaljamts Sainbayar e Anatoliy Budyak, che hanno contribuito alla conquista della classifica a squadre. Anche la JCL Team Ukyo ha potuto festeggiare il podio finale, grazie a Benjami Prades, terzo, mentre il velocista Raymond Kreder si è piazzato nei primissimi in quattro tappe su cinque, ma non è riuscito a vincere.
Risultati positivi anche per la Global 6, che ha visto Giacomo Ballabio sfiorare il successo nella quarta tappa e raggiungere un buon quinto posto nella generale. Hanno centrato la top ten nella classifica finale anche la Kinan (Drew Morey ha chiuso sesto), la Hrinkow Advarics (con Riccardo Verza ottavo e Jonas Rapp nono) e la Trinity (con il decimo posto di Camilo Gomez). La nazionale thailandese, composta interamente da corridori della Thailand Continental, ha, inoltre, piazzato Thanakhan Chaiyasombat al settimo posto. Non ha inserito nessuno nelle zone alte della classifica, ma la Maloja Pushbikers ha conquistato un successo di tappa con Roy Eefting-Bloem. Ha centrato un successo parziale anche il giovane Tijl De Decker (Lotto Dstny Development), in gara con il ramo Pro del team. L’ultima citazione è per la St.George, che, pur senza uomini di classifica né successi di tappa, ha portato un uomo sul podio finale: Jack Aitken, infatti, ha vinto la graduatoria riservata agli scalatori.
Le corse italiane della settimana hanno trattato le Continental in modo molto diverso: se alla Milano-Torino non è stato dato spazio ad alcuna compagine di terza divisione, la Per Sempre Alfredo ne ha invitate ben dieci. Erano presenti al via Beltrami TSA, Biesse-Carrera, Colpack-Ballan, D’Amico-UM Tools, Gallina Ecotek, General Store-Essegibi, Mg.K Vis-Colors for Peace, Technipes #inEmiliaRomagna, Work Service-Vitalcare e la colombiana GW Shimano-Sidermec. Il miglior esponente del ciclismo Continental è stato Anders Foldager (Biesse-Carrera), capace di centrare un grande terzo posto, mentre Sergio Meris (Colpack-Ballan) ha chiuso quinto. Erano presenti nel gruppo di testa, ma hanno concluso appena fuori dalla top ten Thomas Pesenti (Beltrami TSA), dodicesimo, e Alessandro Monaco (Technipes #inEmiliaRomagna).
Le formazioni Continental non hanno avuto molto spazio nelle corse belghe: alla Danilith Nokere Koerse ha trovato spazio soltanto la Tarteletto-Isorex, mentre alla Bredene Koksijde Classic, la Continental locale è stata raggiunta dalle neerlandesi TDT-Unibet e VolkerWessels. In entrambe le corse Timothy Dupont è stato il migliore del team diretto da Peter Bauwens: il trentacinquenne è stato ventisettesimo a Nokere e ventesimo a Koksijde, ma in nessuna delle due gare è stato il miglior esponente del ciclismo Continental. Timo Kielich (Alpecin Development), in gara con il ramo WorldTour della sua squadra, ha chiuso la Nokere Koerse al quarto posto, mentre Martijn Budding (TDT-Unibet) ha concluso la Bredene Koksijde appena fuori dalla top ten, undicesimo.
Nelle tre corse francesi disputate in settimana è stato dato un buono spazio alle formazioni di terza divisione: al GP de Denain–Porte du Hainaut erano presenti le locali CIC U Nantes Atlantique, Go Sport-Roubaix Lille Métropole e St.Michel-Mavic-Auber 93. Tutte hanno fatto bene, con Thomas Gachignard (St.Michel-Mavic-Auber93), che ha ottenuto uno splendido nono posto, ma sia Maxime Jarnet (Go Sport-Roubaix Lille Métropole), undicesimo, che Maël Guégan (CIC U Nantes Atlantique), sedicesimo, non gli sono arrivati troppo lontano. In realtà, come a Nokere, anche a Denain il miglior Continental è stato Timo Kielich, in prestito dalla formazione di sviluppo della Alpecin-Deceuninck a quella WorldTour. Il corridore belga si è superato, arrivando addirittura al terzo posto.
Le Continental francesi CIC U Nantes Atlantique, Nice Métropole Côte d'Azur e St.Michel-Mavic-Auber93 hanno disputato insieme alla danese BHS-PL Beton Bornholm, alla canadese Ecoflo Chronos e alle belghe Materiel-Velo.com e Tarteletto-Isorex la Classic Loire Atlantique e la Cholet-Pays de la Loire. La britannica Saint Piran ha disputato solo la prima corsa, venendo sostituita nella seconda dall’estone Tartu2024. In entrambe le prove il miglior esponente del ciclismo Continental è stato Romain Cardis (St.Michel-Mavic-Auber93): il francese è giunto quarto a Cholet, migliorando l’ottavo posto del giorno precedente. Anche Emmanuel Morin (CIC U Nantes Atlantique) si è ben comportato chiudendo in nona posizione la Classic Loire Atlantique,.
Buoni risultati per le Continental anche nella seconda prova della Coppa delle Nazioni di ciclismo su pista: il quartetto danese con Carl-Frederik Bevort (Uno-X Dare Development), Tobias Hansen e Robin Skivild (Leopard TOGT), ha bissato il successo nell’Inseguimento a Squadre ottenuto nella prima prova. Anche Roger Kluge e Theo Reinhardt (Rad-Net Oßwald) si sono confermati padroni della Madison, mentre ha festeggiato per la prima volta la Saint Piran, grazie alla vittoria di William Tidball nell’Eliminazione. Thomas Boudat ha, invece, regalato un sorriso alla Go Sport-Roubaix Lille Métropole, ancora a rischio chiusura, aggiudicandosi l’Omnium.
In un periodo particolarmente positivo per il ciclismo Continental, è arrivata una brutta notizia dalla Gran Bretagna: la AT85 ha annunciato la chiusura con effetto immediato per problemi economici. Si tratta di una pessima notizia per il movimento britannico, che solo quattro anni fa poteva contare su ben sei formazioni di terza divisione e ora si ritrova soltanto con Saint Piran e Trinity alle spalle della INEOS Grenadiers. Fra i sedici corridori rimasti a piedi spiccano i nomi di Chris Lawless, professionista con Sky e TotalEnergies tra il 2018 e il 2022, di Maximilian Stedman, visto lo scorso anno in Italia con la Mg.K Vis, e di Oliver Wood, fortissimo pistard.
Il corridore della settimana: Romain Cardis
Dopo due stagioni in cui, nelle gare più semplici, ha ricoperto il ruolo di ultimo uomo per Jason Tesson, Romain Cardis farà lo stesso con Rudy Barbier quest’anno, ma nelle gare in cui ci si aspetta sprint ristretti il leader è lui. Nello scorso weekend ha dimostrato di essere in buona forma e di poter recitare un ruolo da protagonista: il corridore della St.Michel-Mavic-Auber93 è stato ottavo alla Classic Loire Atlantique e quarto alla Cholet-Pays de la Loire, risultando in entrambi i casi il miglior Continental al traguardo.
Cresciuto in una famiglia di ciclisti, Romain Cardis iniziò a correre in bici all’età di cinque anni e non si è più fermato. A livello nazionale si mise in luce nel 2010, quando chiuse al sesto posto il campionato francese juniores. L’anno successivo esordì tra gli under 23 con la maglia della Véranda Rideau Sarthe, ottenendo due vittorie in gare dilettantistiche del calendario francese e facendosi vedere anche a livello UCI, con tre top ten di tappa al Tour de Martinique.
Questi risultati convinsero la Vendée U, una delle principali formazioni dilettantistiche transalpine, a puntare su di lui. Nel nuovo team riuscì a conquistare due vittorie, nonostante il suo ruolo fosse principalmente quello di appoggio ai due velocisti Bryan Coquard e Morgan Lamoisson. Nel 2013, con il passaggio dei due sprinter tra i professionisti, Cardis ebbe maggiore spazio e chiuse la stagione con tre successi e diversi piazzamenti, ma senza riuscire nel salto di qualità sperato. Nella sua ultima stagione da under 23, il francese vinse due gare del calendario nazionale e cercò di concentrarsi sulle corse UCI, prendendo parte a diverse gare 2.2. Nel mese di agosto l’Europcar lo ingaggiò come stagista e lui ripagò la fiducia del team con un buon lavoro per i suoi capitani ed un ottimo quinto posto alla Primus Classic Impanis-Van Petegem.
Il sogno di passare tra i professionisti si infranse contro i problemi di budget della Europcar, così Cardis rimase alla Vendée U per il primo anno da élite. A livello UCI dominò il Tour du Loir et Cher, aggiudicandosi due tappe e la classifica finale, mentre nel calendario nazionale vinse altre sei corse, arrivando a conquistare il prestigioso Challenge DirectVélo, una classifica stilata dall’omonimo sito riservata ai dilettanti delle squadre francesi. Questi risultati gli aprirono le porte della Direct Energie, nuova denominazione della Europcar. L’eccellente 2015, però, rischiò di chiudersi nel peggiore dei modi già a giugno: di ritorno verso casa dal campionato nazionale (molto deludente sia per lui che per la Vendée U), Cardis fu vittima di un incidente stradale a causa di un colpo di sonno mentre era al volante. Se la cavò con la frattura di una mano, che non gli impedì di disputare un fantastico finale di stagione, ma le cose potevano andare molto peggio.
Nella prima stagione tra i professionisti, Cardis non ebbe molto spazio per cercare risultati personali, ma si tolse la soddisfazione di esordire sia in una classica monumento, il Giro delle Fiandre, sia in un grande giro, la Vuelta a España. Proprio in una tappa del GT spagnolo, ottenne il suo miglior risultato stagionale, un dodicesimo posto. Le cose andarono meglio l’anno successivo, quando fece il suo esordio alla Parigi-Roubaix e conquistò buoni risultati come il quarto posto al GP de la Somme e il sesto alla Primus Classic. I tempi erano ormai maturi per la prima vittoria tra i professionisti, che arrivò nel 2018, in occasione della prima tappa del Tour de Wallonie. Nell’anno successivo non riuscì a confermarsi, con un terzo posto di tappa alla Boucles de la Mayenne come miglior risultato, mentre nel 2020, in una stagione accorciata dalla pandemia, fu secondo in una tappa al Tour du Rwanda e nel GP d’Isbergues-Pas de Calais.
Nonostante i buoni piazzamenti, a fine anno non fu confermato dalla sua squadra, che decise di rinforzare il reparto scalatori, e fu costretto a scendere nella categoria Continental, con la St.Michel-Auber93. Il francese tornò subito al successo alla Paris-Troyes, rientrando, insieme a Mathieu Burgaudeau, sui fuggitivi a 600 metri dal traguardo e beffandoli in volata. La sua stagione proseguì con altri sei piazzamenti in top ten e il fondamentale lavoro per portare Jason Tesson al successo in una tappa del Tour Poitou-Charentes. Nel 2022 ha mancato il successo a livello personale, ma ha aiutato Tesson a vincere due corse e ha dimostrato una crescita sui percorsi ondulati che lo ha portato a chiudere nei primi dieci il Circuit de la Sarthe e la 4 Giorni di Dunkerque.
Dopo i buoni risultati della scorsa settimana, il trentenne punterà sulla Roue Tourangelle di domenica, mentre l’obiettivo a più lungo termine è quello di trovare una squadra di categoria superiore per tornare a disputare le corse più importanti.
La squadra della settimana: Restaurant Suri-Carl Ras
La Restaurant Suri-Carl Ras è certamente tra le Continental che hanno cominciato molto bene la stagione. La formazione danese ha disputato nel mese di marzo le tre corse greche, vincendo una tappa sia al Visit South Aegean Islands che all’International Tour of Rhodes e chiudendo sul podio il Rhodes GP.
Giunta al terzo anno di attività, la squadra ha l’obiettivo, comune a molte realtà del panorama Continental, di lanciare i talenti locali, ma ha anche una particolarità che la rende unica: ha quattro proprietari e uno di loro è un ciclista professionista tuttora in attività, il campione del mondo del 2019 Mads Pedersen. Anche i soci del corridore della Trek-Segafredo sono personaggi molto conosciuti: Brian Holm, campione nazionale nel 1990, è stato direttore sportivo di squadre di primissima fascia come Telekom, HTC e Quick Step; Jan Bech Andersen è il presidente del Brøndby, uno dei club calcistici più noti del paese, con all’attivo undici titoli danesi; Henrik Egholm, team manager del team, è il nome meno noto, ma ha esperienza nel ciclismo (anche se non ai massimi livelli) ed è il padre di Jakob Egholm, campione del mondo tra gli juniores nel 2016. Si potrebbe pensare che il ruolo di Pedersen sia solo di rappresentanza, ma in realtà il ventisettenne è molto attivo nel progetto. Nei primi due anni di attività, la squadra non è riuscita a lanciare corridori tra i professionisti, ma l’ottimo inizio di questa stagione potrebbe portare ad un’inversione di tendenza.
Il roster 2023 è composto da tredici corridori, nove dei quali facevano già parte del team lo scorso anno. Il più noto è sicuramente Rasmus Bøgh Wallin, vincitore di una tappa al Visit South Aegean Tour e secondo al Rhodes GP. Professionista con la Riwal Readynez nel biennio 2019-2020, il ventisettenne aveva sorprendentemente deciso di lasciare il ciclismo professionistico a metà del secondo anno e di tornare tra i dilettanti. Lo scorso anno ha scelto di tornare nel mondo UCI, passando alla Restaurant Suri, con cui ha vinto ben quattro corse e ha conquistato la classifica degli scalatori al Post Danmark Rundt. È al terzo anno in squadra, invece, Christian Ingemann Lindquist, vincitore di una tappa all’International Tour of Rhodes. Nella corsa greca il venticinquenne ha portato la maglia di leader fino all’ultima tappa, quando ha ceduto agli attacchi degli avversari, riuscendo comunque a difendere la top ten finale.
In Grecia si è fatto notare anche Alexander Arnt Hansen, quarto nella seconda tappa e vincitore della classifica degli sprint intermedi. Ha solo diciannove anni, quindi sarà interessante vedere come procederà il suo percorso di crescita. È decisamente più esperto Magnus Bak Klaris, vincitore lo scorso anno del Lillehammer GP. Il ventisettenne, che nel 2014 era uno dei migliori juniores al mondo, non è riuscito fino ad ora a fare il salto di qualità che lo portasse al professionismo, ma per una squadra giovane è certamente una figura importante. Un altro corridore da cui ci si aspettano segnali importanti è Mathias Larsen, sesto al recente Rhodes GP. Il ventitreenne, al terzo anno in squadra, può contare anche su un po’ di esperienza internazionale, dato che nel 2020 ha corso con la Kometa Xstra, la squadra divenuta EOLO-Kometa l’anno successivo.
Anche il ventunenne Oscar Bluhm è al terzo anno nella formazione danese, ma finora non ha ottenuto risultati di spessore e nelle corse greche ha lavorato per i compagni. Arrivato piuttosto tardi al ciclismo di alto livello, Daniel Stampe ha preso parte al Post Danmark Rundt con la maglia della nazionale nel 2021 ed è stato ingaggiato l’anno scorso dalla Restaurant Suri, ma l’esordio con il team a livello UCI è arrivato solo ieri nel prologo dell’Olympia’s Tour. Anche Martin Pedersen ha poca esperienza, sebbene non sia più giovanissimo, ma, a differenza di Stampe, lo scorso anno ha disputato diverse corse UCI. Chiude l’elenco dei confermati Albert Holm, che a soli diciannove anni è ancora un corridore tutto da scoprire.
Tra i quattro corridori arrivati alla Restaurant Suri-Carl Ras nell’ultima sessione di mercato, il più famoso è sicuramente Jakob Egholm, campione del mondo tra gli juniores nel 2016 e figlio del team manager Henrik. Dopo il trionfo di Doha, il ventiquattrenne non è mai riuscito a ripetersi e nella sua esperienza biennale alla Trek-Segafredo non è mai riuscito a mettersi in luce, relegato a compiti di gregariato. Con il ritorno in una Continental spera di rilanciarsi. Oltre a Jakob è arrivato nel team anche un altro Egholm, il fratello Kristian. Classe 2004, lo scorso anno è stato campione danese a cronometro tra gli juniores e sarà interessante valutare la sua crescita. Ci si aspetta qualche segnale anche da Gustav Wang, campione del mondo a cronometro tra gli juniores nel 2021 e reduce da una prima stagione tra gli under 23 decisamente al di sotto delle attese. All’esordio stagionale nelle corse greche non ha stupito, ma ha tempo per rifarsi. Chiude l’organico il ventiduenne Gustav Frederik Dahl, all’esordio in un team Continental, che ha già avuto modo di debuttare in Grecia.
La stagione della Restaurant Suri è ripresa ieri con l’Olympia’s Tour, corsa a tappe neerlandese che terminerà domenica.