Davide Rebellin © Davide Rebellin
Professionisti

Rebellin, una carriera infinita

Ripercorriamo i 30 anni di professionismo di Davide, atleta esemplare, scomparso ieri in un tragico incidente in bicicletta

01.12.2022 12:40

Se c’è un esempio di abnegazione e di dedizione da prendere per lo sport che pratichi, per un giovane sportivo non può che essere quello di Davide Rebellin. Per qualsiasi sport che voglia praticare. È stato il ciclismo, nella sua pluricentenaria storia, che ha avuto il privilegio di accogliere nel suo grembo, tra tormenti e trionfi, un uomo dal carattere schivo e riservato, ma capace di trasformarsi sulla strada. Rebellin ha sempre avuto una forte passione per questo sport e lo ha dimostrato nella sua trentennale carriera. Lo shock della condanna per doping nel 2009 ha fatto probabilmente da propellente per continuare a correre fino a 51 anni, al di là dei risultati che inevitabilmente venivano meno con il tempo che passava.

La carriera professionistica di Rebellin, classe 1971, iniziava, dopo già qualche buon risultato tra i dilettanti, dopo le Olimpiadi di Barcellona del 1992, quando in maglia azzurra e neanche ventunenne, lavorò da scafato gregario contribuendo al magnifico oro di Fabio Casartelli, altro ciclista prematuramente scomparso sulla strada. Davide terminò in ventesima posizione, secondo degli italiani, dopodiché si legò per quattro anni alla neonata GB-MG Maglificio.

Si trovò in una squadra subito fortissima ed avere come compagni ciclisti dello spessore, tra gli altri, di Ballerini, Cipollini, Chioccioli, Museeuw, Richard, Tchmil e come direttori sportivi prima Patrick Lefevere e poi Giancarlo Ferretti, e un simile ambiente non poteva che giovare sul suo processo di crescita. La sua prima vittoria da professionista la colse nel 1993 all’Hofbrau Cup, breve corsa a tappe tedesca. In quell’anno si distinse in altre brevi corse a tappe tra le quali ricordiamo il quinto posto nella Tirreno-Adriatico.

Nel 1994 non ottenne vittorie ma iniziò a correre e prendere le misure al Trittico delle Ardenne – LBL, Freccia Vallone ed Amstel Gold Race – che dieci anni dopo lo avrebbe catapultato nella hall of fame del ciclismo. Nel 1995 ottenne un’unica vittoria di tappa al Giro del Trentino ma la crescita costante del ciclista veronese era testimoniata da numerose top ten e top five in corse di una settimana: tra i piazzamenti più significativi il quarto posto alla Tirreno, il quinto al Giro dei Paesi Baschi, il quarto al Giro di Romandia e l’ottavo al Giro di Svizzera.

La maglia rosa e la dimensione internazionale

Nel 1996 passò alla Polti e provò a fare classifica al Giro d’Italia, riuscendo a vincere la sua unica tappa in un GT, precisamente la settima, da Amantea al Monte Sirino, quando precedette Pavel Tonkov, il vincitore di quell’edizione. Rebellin quel giorno indossò la maglia rosa che tenne nelle successive cinque tappe, fin quando lo stesso Tonkov gliela tolse dalle spalle a Prato Nevoso. Alla fine chiuse in sesta posizione ad oltre 9 minuti di ritardo dal russo. Partecipò successivamente alla Vuelta dove chiuse settimo.

Nel 1997 in maglia Française des Jeux si distinse soprattutto nella seconda parte di stagione quando vinse due corse valide per la Coppa del Mondo di ciclismo, ovvero la Classica di San Sebastián e il Gran Premio di Svizzera. Nel 1998 fece ritorno alla Polti ed ottenne i migliori risultati anche stavolta a fine stagione quando ad agosto vinse prima Tre Valli Varesine, poi Giro del Veneto ed infine a settembre l’ultima edizione del Memorial Gastone Nencini, corsa anche conosciuta col nome di Cronoscalata della Fusa.

Il 1999 fu l’ultimo anno trascorso alla corte di Gianluigi Stanga e sicuramente il migliore dal punto di vista dei risultati, visto che già a inizio stagione fece bene in Francia al Tour Mediterranéen, vincendo una tappa e la classifica generale, al Tour du Haut Var, all’epoca corsa di un giorno, che vinse, ed infine al Critérium International, nel quale si aggiudicò una tappa. Nella seconda parte di stagione vinse in altre due occasioni, ottenendo il successo al Giro del Veneto ed al Giro del Friuli.

Il 2000 fu l’anno del passaggio alla Liquigas, squadra con la quale si legò per due anni ottenendo le vittorie di Giro del Veneto, Tirreno-Adriatico, GP Industria & Artigianato, Giro di Romagna e GP Industria & Commercio, oltre a diversi piazzamenti in corse a tappe e in corse di un giorno.

Il periodo Gerolsteiner e la tripletta delle Ardenne

Dal 2002 al 2008 corse per la Gerolsteiner. Al primo anno con la squadra tedesca fu autore di un’ottima seconda parte di stagione, che lo vide vittorioso al GP di Camaiore ed alla Luk-Cup Bühl. Su 18 corse disputate da agosto ad ottobre termino nella top ten in ben 13 occasioni ed oltre alle due vittorie citate andò vicinissimo alla vittoria nel Giro di Lombardia, quando nella volata di un gruppo piuttosto folto si dovette arrendere soltanto a Michele Bartoli. Il 2003 lo vide subito protagonista con alcuni buoni piazzamenti alla Vuelta a Andalucía ed alla Parigi-Nizza, corsa nella quale vinse anche la seconda tappa di Saint-Étienne battendo in una volata ristretta Alexandre Vinokourov. A maggio vinse il GP di Francoforte anticipando il gruppo regolato in volata da Erik Zabel. A fine stagione, tra i consueti piazzamenti in top ten, vinse anche il suo secondo GP Industria & Commercio.

Il 2004, come detto in precedenza, fu l’anno in cui il suo nome si legò indissolubilmente alla tripletta ottenuta nel giro di otto giorni nelle Ardenne. Rebellin fu il primo ciclista a vincere nello stesso anno Amstel Gold Race, Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi ed il ricordo di quell’impresa è ancora vivo negli occhi e nel cuore degli appassionati di ciclismo. Chiuse l’anno con diversi piazzamenti e con la vittoria al Trofeo Melinda. Nel 2005 si impose soltanto nella prima tappa del Brixia Tour, cogliendo diversi piazzamenti nel resto della stagione. Il 2006 fu un anno appena più positivo di quello precedente, con la vittoria della prima tappa e della classifica generale del Brixia e la vittoria al Giro dell’Emilia. Nella volata a due in cima al San Luca Rebellin ebbe la meglio su Danilo Di Luca.

Nel 2007 si ripresentò in una buona forma sulle Ardenne e vinse la sua seconda Freccia Vallone, oltre a conquistare il secondo posto all’Amstel ed il quinto alla Liegi. Vinse inoltre una tappa del Brixia Tour per il terzo anno consecutivo. Nel 2008 vinse subito il Tour du Haut Var e si riconfermò il mese successivo alla Parigi-Nizza, vincendo la maglia gialla pur senza ottenere vittorie di tappa. Le Ardenne questa volta furono amare, visto che ottenne un sesto posto alla Freccia, un quarto all’Amstel ed un secondo alla Liegi, battuto da Alejandro Valverde. Ad agosto fu protagonista alla prova su strada delle Olimpiadi di Pechino, ma la medaglia d’argento conquistata gli fu revocata l’anno successivo quando si scoprì la positività al CERA.

L'ultima Freccia e il finale di carriera

Nel frattempo Rebellin aveva iniziato il 2009 con la Diquigiovanni-Androni Giocattoli di Gianni Savio, dopo che la Gerolsteiner aveva chiuso i battenti per alcuni casi di doping all’interno della squadra. Con la nuova squadra iniziò subito bene la stagione con due vittorie di tappa ed il terzo posto finale della Vuelta a Andalucia. L’apice della stagione lo ebbe il 22 aprile quando vinse la sua terza Freccia Vallone. A 38 anni fu capace di domare ancora una volta il muro di Huy ed ebbe la meglio su ciclisti emergenti e molto più giovani di lui come Andy Schleck e Damiano Cunego. Quattro giorni dopo si piazzò in terza posizione alla Liegi. Fu l’ultima corsa del suo 2009, visto che la spada di Damocle della giustizia sportiva si abbattè ineluttabile su di lui, comminandogli una squalifica per doping che durò due anni, dopo la positività al CERA accertata il 28 aprile.

Rebellin non si diede per vinto e tra avvocati, carte bollate e ricorsi, ottenne dopo sette anni, il 30 aprile 2015, l’assoluzione dalle accuse di doping.

Dopo la squalifica rientrò comunque in gruppo in squadre di secondo livello, che non gli potevano garantire la partecipazione a corse WT. Dal 2011 al 2022 corse in ordine cronologico per la Miche Guerciotti, per la Meridiana Kamen, per la CCC Polsat, per la Kuwait-Kartucho.es, per la Sovac, di nuovo per la Meridiana Kamen e per la Work Service. Fu con la CCC che conquistò le vittorie più importanti: nel 2014 il Giro dell’Emilia e nel 2015 la Coppa Agostoni.

Nel 2015 grazie alla squadra polacca riuscì a tornare all’Amstel Gold Race dopo sette anni di assenza. Anche se in quella corsa non brillò, concludendo in ottantesima posizione, era un giusto ritorno nelle Ardenne che tanto amava. La sua ultima vittoria risale al 2018, in maglia Sovac, quando si aggiudicò la terza tappa del Tour International de la Wilaya d'Oran, in Algeria. Al Veneto Classic 2022 la sua ultima apparizione in maglia Work Service, prima del ritiro. 

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Giuseppe Scarfone
Da sempre amico, amante e praticante del ciclismo, scrivo nel tempo libero per diletto e per passione.