Geraint Thomas in maglia rosa al Giro 2023 (© Giro d'Italia)
Professionisti

Geraint Thomas annuncia il ritiro: «Questa sarà la mia ultima stagione in gruppo»

Il corridore gallese, vincitore del Tour de France 2018, appenderà la bicicletta al chiodo al termine della sua 19ª stagione da professionista

Lo sapevamo già, ma sentirlo dire dal diretto interessato fa un effetto diverso: al termine della sua diciannovesima stagione da professionista, Geraint Thomas appenderà definitivamente la bicicletta al chiodo. Lo ha annunciato lo stesso corridore gallese, olimpionico nell'inseguimento a squadre a Pechino 2008 e Londra 2012, vincitore del Tour de France 2018 (come ricordano in Gran Bretagna, si tratta dell'unico corridore nato sul suolo natio ad aver vinto il Tour) e di altre 24 corse, attraverso i propri canali social.

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«Ho pensato fosse arrivato il momento di rendere la notizia ufficiale», ha spiegato Thomas nell'incipit del post con cui ha annunciato il proprio ritiro dal professionismo. «Niente male come corsa, eh?», ha proseguito nel suo stile il corridore della Ineos-Grenadiers, passato professionista nel 2007 con la Barloworld e poi fedelissimo del sodalizio Sky-Ineos dal 2010 in poi.

«Nemmeno nei miei sogni più sfrenati avrei immaginato di poter essere professionista per 19 anni», ha confessato Mister G, nato a Whitchurch, quartiere di Cardiff, il 25 maggio del 1986. Un rapporto indissolubile, quello tra Geraint e la bicicletta, iniziato da ragazzino e coinciso con l'esplosione della passione per le due ruote in Gran Bretagna. Notato il suo innegabile talento in sella, la Federazione britannica investì da subito su di lui, che già nel 2004 conquistò il suo primo titolo iridato su pista a Los Angeles, tra gli junior, nello scratch.

Nell'olimpo dell'inseguimento a squadre

Geraint Thomas, Union Jack in mano, festeggia la conquista dell'oro nell'inseguimento individuale a Londra 2012
Geraint Thomas, Union Jack in mano, festeggia la conquista dell'oro nell'inseguimento individuale a Londra 2012

Durante i suoi primi anni da pro', Thomas conciliò l'attività da pistard con quella da stradista. Proprio su pista, precisamente nell'inseguimento a squadre, Thomas raccolse i risultati migliori: tre titoli mondiali tra il 2007 e il 2012, a Palma di Mallorca, Manchester e Melbourne, e le due già citate medaglie d'oro olimpiche a Pechino nel 2008 e nell'edizione di casa a Londra nel 2012. Proprio quell'oro rappresentò per Thomas la conclusione perfetta della propria carriera da pistard: dal 2013, il gallese si dedicò infatti internamente alla strada.

L'iconico "mic drop" con cui Thomas concluse il proprio discorso sul podio del Tour de France 2018
L'iconico "mic drop" con cui Thomas concluse il proprio discorso sul podio del Tour de France 2018

Da subito, Thomas si distinse per due caratteristiche: la polivalenza, che gli permise di essere competitivo tanto nelle brevi corse a tappe, quanto nelle classiche del Nord, oltre a garantirgli il posto fisso come gregario di lusso nella Sky padrona assoluta del Tour de France negli anni ‘10, prima con Wiggins e poi con Froome; l'incorreggibile tendenza a cadere, che gli è costata carissima in particolare sul pavè, terreno sul quale il gallese avrebbe sicuramente potuto ottenere qualcosa in più della vittoria ad Harelbeke, unico suo successo sulle pietre.

Il trionfo al Tour de France 2018, apice della carriera

La vittoria di Geraint Thomas all'Alpe d'Huez, nel Tour vinto nel 2018
La vittoria di Geraint Thomas all'Alpe d'Huez, nel Tour vinto nel 2018

Un po' per questo, un po' per le sempre migliori performance in salita, nell'ultima parte della propria carriera Thomas si è pian piano trasformato in un corridore da grandi giri, più specificamente da Tour de France. È alla Grande Boucle, infatti, che Thomas si è tolto le soddisfazioni più grandi, soprattutto tra il 2017 e il 2018: dalla maglia gialla indossata a Düsseldorf al termine della cronometro inaugurale, fino al trionfo dell'anno successivo, quando il buon Geraint vinse davanti a Dumoulin e Froome, reduci dal Giro vinto dal compagno di squadra Chris grazie all'impresa del Colle delle Finestre, con Roglič quarto e Nibali fatto fuori da un fotografo sull'Alpe d'Huez, nel giorno in cui Thomas ipotecò il trionfo finale vincendo la sua terza e ultima tappa al Tour, la seconda consecutiva dopo quella alla Rosière. Iconico il suo discorso finale, concluso con un sentito “Vive le Tour!” e con il microfono lasciato cadere a terra subito dopo.

Il Giro nel mirino - A un passo dal trionfo rosa

Geraint Thomas è stato in maglia rosa prima di cedere il simbolo del primato © Giro d'Italia

Secondo nel 2019 alle spalle dell'astro nascente Egan Bernal, nell'ultima edizione del Tour de France dominata dal fu Sky (trasformatosi proprio quell'anno in Ineos) prima dell'inizio dell'era Pogačar, dalla stagione successiva Thomas iniziò a mettere il mirino sul Giro d'Italia. Nella maledetta edizione ottobrina del 2020, Thomas fu costretto al ritiro a causa dell'ennesima, rovinosa caduta nella tappa dell'Etna, portata comunque a termine. L'edizione 2023 fu quella in cui il campione gallese andò più vicino a centrare il bersaglio grosso. Complice anche la caduta del compagno di squadra Geoghegan Hart (un altro habitué degli assaggi di asfalto), Thomas divenne il capitano del team rossonero, vestendo la maglia rosa dalla decima tappa (per effetto del ritiro di Evenepoel) alla penultima, quella del sorpasso di Roglič nella cronometro di Monte Lussari. Il giorno successivo, a Roma, Thomas tirò per un chilometro per aiutare il suo ex compagno di squadra e grande amico Mark Cavendish, che pochi giorni prima aveva annunciato l'intenzione di ritirarsi, a vincere la sua ultima tappa al Giro.

L'abbraccio dopo il traguardo della tappa di Roma tra Mark Cavendish e Geraint Thomas

Giro o Tour per salutare?

Tornato al Giro anche l'anno successivo, Thomas non potè nulla contro il dominio di sua maestà Pogačar, centrando comunque il secondo podio consecutivo, certamente meno amaro del precedente, alle spalle dello sloveno e di Dani Martínez. «Ci sarà tempo per pensare a tutto ciò che ho fatto ma, prima di ciò, ho ancora alcune grandi gare per cui prepararmi», ha puntualizzato Thomas alla fine del suo messaggio. Quali? Innanzitutto la Tirreno-Adriatico, che affronterà dopo la partecipazione alla Volta ao Algarve; poi Catalunya, Romandia e… e ancora non si sa. Giro? Tour? Nulla di ufficiale è stato ancora deciso in merito; l'unica certezza, da oggi, è che la straordinaria carriera di Thomas si concluderà a inizio settembre, a casa, al Tour of Britain. Niente male davvero, Geraint!

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