Un uragano si abbatterà sulle classiche: M-V-D-P!!!
Un fantastico Mathieu Van der Poel vince il GP di Denain dando spettacolo sul pavé: e ora chi lo ferma più? Podio odierno per Sarreau e Dupont, quarto posto per Moschetti
Ancora un mese fa ne incensavamo la stagione crossistica con parole di ammirazione ma anche con la consapevolezza che uno così è sprecato solo sul fango, a parte il fatto che ormai ammazza ogni tipo di competizione; appena quattro giorni fa invece lui si sfragagnava nel convulso finale della Nokere Koerse, una botta impressionante (con tanto di pesante investimento da parte di un collega, mentre era a terra) che per lunghi minuti ci aveva fatto temere che dovesse come minimo ricoverarsi in ospedale per un mese. Ma questo qui è fatto di titanio, pare: il giorno dopo era già di nuovo in sella. E oggi... mon dieu, signori, oggi ha veramente illuminato la scena come solo i fuoriclasse assoluti possono fare.
Sì, si trattava di una corsa minore, il 61esimo GP de Denain - Porte du Hainaut, gara della Coupe de France dominata solitamente dalle squadre transalpine; ma era pure una corsa che prevedeva diversi settori di pavé (12 per la precisione), un paio anche in comune con la Parigi-Roubaix. E assistere allo spettacolo meraviglioso che Mathieu Van der Poel ha dato è un regalo per qualsiasi appassionato di ciclismo. Quanto ci potrà far divertire ancora da qui in avanti il Fenomeno? O WonderPoel, o ThunderPoel, alcuni dei soprannomi che gli abbiamo dato qua e là nel corso dei suoi cross, e che magari i nostri lettori "da strada" non conoscono ancora. Li conosceranno a breve.
Sì, li conosceranno molto presto perché li useremo anche per alcune delle più importanti classiche che ci attendono da qui a poco: il campione nazionale olandese parteciperà infatti alla Gand-Wevelgem, alla Dwars door Vlaanderen e al Giro delle Fiandre; non farà la Roubaix ma sgambetterà al Circuit de la Sarthe, poi lo ritroveremo alla Freccia del Brabante e all'Amstel Gold Race. Ha preferito evitare la regina delle classiche in questa sua prima stagione da pro' su strada (ma forse è più la squadra che - a livello tecnico e di materiali - non se ne sentiva all'altezza); ritroverà a breve il suo amiconemico Wout Van Aert, che solo ieri si concedeva una bella Milano-Sanremo (chiusa al sesto posto), e che però certamente avrà qualche pensiero in questi giorni di vigilia delle grandi classiche del pavé, dopo aver visto quanto Van der Poel ha realizzato oggi: "oddio, ma pure qui viene a rompermi le uova nel paniere?"...
Una fuga numerosa contenente il germe del trionfo
La cronaca della gara: partenza e arrivo a Denain, 197 km, quattro passaggi dalla linea del traguardo al termine di giri vari, con due tornate di circuito (33 km l'una, con tre bei settori di pavé) a chiudere la prova. Nella prima parte di gara ha preso le mosse una nutrita fuga composta da 15 uomini, e li andiamo a elencare tutti: Tom Wirtgen (Wallonie-Bruxelles), Quentin Jauregui (AG2R La Mondiale), Thibault Guernalec e Maxime Daniel (Arkéa-Samsic), Damien Touzé (Cofidis, Solutions Crédits), Lasse Norman Hansen e Jimmy Janssens (Corendon-Circus), Przemyslaw Kasperkiewicz (Delko Marseille Provence), Mathieu Burgaudeau e Alexandre Pichot (Direct Énergie), Guillaume Boivin e Mihkel Raïm (Israel Cycling Academy), Stijn Steels (Roompot-Charles), Piet Allegaert (Sport Vlaanderen-Baloise) e Bert De Backer (Vital Concept-B&B Hotels). Occhio soprattutto alla presenza dei due Corendon, dopo si capirà perché.
Il drappello ha proceduto di buon accordo, e il gruppo (controllato principalmente dalla Groupama-FDJ di Marc Sarreau, uno dei favoriti) non ha concesso più di 2'05" di vantaggio massimo (limite toccato a 118 km dalla fine); strada facendo si sono staccati davanti prima Steels, vittima di foratura ai -94, e poi Jauregui, fatto fuori da un forcing di Raïm sul settore di pavé di Avesnes-le-Sec->Hordain ai -52. Tale settore (ripetuto 3 volte durante la gara) era segnato come numero 6: esattamente come alla Roubaix i tratti in pavé hanno qui numero regressivo, oggi dal 12 all'1.
Entra in scena Mathieu Van der Poel
A quel punto della corsa i battistrada, ridotti a 13, avevano circa un minuto sul gruppo già abbastanza selezionato (un'ottantina di unità al suo interno, non di più). Sul settore 5 (Bouchain->Mastaing) ai -45 la Trek-Segafredo ha cominciato un certo lavorìo alla guida del plotone: il motivo era l'intenzione di attaccare da parte di Alex Kirsch.
Puntualmente il lussemburghese si è mosso sul successivo settore (Marquette->Abscon), ai -41. Il forcing che ha permesso a Kirsch di avvantaggiarsi ha chiamato la risposta di un solo corridore: Mathieu Van der Poel. A questo punto della contesa avevamo già intuito come sarebbero andate a finire le cose...
La prima conferma di quanto sospettavamo è giunta quando la coppia si è riportata sul drappello dei fuggitivi, ai -36: il vantaggio sul plotone era sceso a 35", dietro tirava la Roompot, ma non appena Mathieu e l'altro son giunti davanti, ecco che Hansen&Janssens, che di loro sono due passistoni paurosi, si son messi a trenare in favore del sopraggiunto capitano. L'obiettivo era ridar fiato all'azione in vista dei successivi passaggi sui tre settori di pavé, previsti 15 km più avanti. E il disegno tattico è riuscito alla perfezione, dato che l'intera Roompot non riusciva a evitare di perdere nuovamente terreno rispetto al ritmo dei due gregari della Corendon.
Il margine è risalito a 46" (ai -31), e ci si è dovuto mettere con tutto l'impegno possibile Gediminas Bagdonas (AG2R), a trainare il gruppo per favorire un successivo agire da parte di uno Stijn Vandenbergh che si sentiva in palla.
Le supertrenate di Bagdo hanno sortito un notevole effetto, visto che il gap è stato abbassato ad appena 22" ai -22, ma a quel punto si è finalmente (per quelli davanti) approdati al pavé, settore 3, nuovamente Avesnes-le-Sec->Hordain. Hansen ha alzato bandiera bianca, più tardi l'avrebbe fatto anche Janssens, ma l'impresa di tener viva la fuga con Mathieu al suo interno era riuscita alla perfezione. In questo settore è stato il turno di Marc Sarreau giocare il tutto per tutto: il corridore della Groupama è uscito con prepotenza dal gruppo con l'idea di andare a chiudere sui battistrada, e a un certo punto l'obiettivo pareva possibile, ma è sfumato di poco nel momento in cui davanti Kirsch ha dato un'altra botta ai -20. Col lussemburghese della Trek son rimasti solo in due: Mathieu, ovviamente, e l'ottimo Raïm. Sarreau s'arrese, rialzandosi ai -19 all'uscita del settore. Gli altri della fuga son rientrati sul terzetto ai -18, a eccezione di Guernalec, Daniel e Allegaert, staccati definitivamente. Noi spettatori, da parte nostra, non avevamo visto ancora niente.
Un finale da palpitazioni con un protagonista superbo: Mathieu
Per qualche chilometro il gruppo (ulteriormente selezionato) ha vissuto fasi d'anarchia, con scatti e rilanci che però non davano grande continuità all'azione di inseguimento. In ogni caso il drappello dei 10 battistrada era sempre più vicino, i respiri di quelli davanti e di quelli dietro erano praticamente indistinguibili, 10" a dividere le due fazioni. Di nuovo, l'obiettivo per Mathieu era arrivare al successivo settore di pavé con un minimo di luce tra il suo drappello e il gruppo. Di nuovo ce l'ha fatta.
Ai -13, alle soglie di questo settore 2 (Bouchain->Mastaing), Boivin ha fatto una sparata che gli ha fatto guadagnare 20 metri, ma appena raggiunto il pavé ai -12.7 ecco che è partito Van der Poel, con Kirsch e Raïm a seguirlo: i tre hanno preso e superato Boivin, mentre il gruppo piombava sugli altri fuggitivi. Ai -12, uscendo dal settore, il terzetto di testa, dominato da MVDP, conservava una decina di secondi di margine. Altri tentativi di evasione da dietro sull'asfalto in attesa dell'ultimo pavé, un gruppo ancora troppo numeroso perché quelli al comando avessero effettive chance di portare a casa il risultato (se quelli al comando fossero stati tutti e tre corridori normali) ed eccoci al settore 1, Marquette->Abscon, 10 km alla conclusione, 10" di vantaggio per i battistrada, conservati grazie alle indefesse trenate di Van der Poel, che ha continuato a spendersi anche per tutta la prima metà di pavé.
Al centro del tratto, a 9 km dall'arrivo, la magistrale mannaia fatta cadere sulla corsa da ThunderPoel ha tuonato in tutta la sua potenza: aumentato il già folle ritmo, Mathieu ha staccato Kirsch e Raïm, e ha obbligato anche il gruppo a far salire i battiti, e a questo punto Vandenbergh è uscito in caccia da solo, riportandosi in breve sui due uomini staccati dal Fenomeno. Fenomeno che però era già in un'altra dimensione a quel punto.
A 6 km dalla conclusione, dopo il pavé, il vantaggio di Mathieu sui tre immediati inseguitori non era che di 7"; il gruppo a 15"; l'andatura del battistrada è risultata forsennata e ingestibile per chiunque, e nei tre chilometri successivi son rimaste polpettine e niente più: il plotone ha raggiunto VdBergh e gli altri due, ma Van der Poel a quel punto aveva 20" e non più 15" di vantaggio. Imprendibile.
A Sarreau solo la volata dei battuti, bravo Moschetti al quarto posto
Il finale pareva quello di tante gare di cross a cui abbiamo assistito quest'inverno: l'uomo solo al comando a controllare, senza più dover spingere a fondo, e un ondeggiare stanco e pienamente soddisfatto sul rettilineo conclusivo, nel tripudio del pubblico grato per aver assistito a cotanta esibizione. Mathieu ha tagliato il traguardo esultando con una mano sola, poi è crollato dopo quell'esagerazione di fuorigiri, salvo riprendersi subito in vista del podio.
Il plotone rabbioso e impotente ha chiuso a 3" da lui, con Sarreau che si è dovuto accontentare della volata dei battuti precedendo Timothy Dupont (Wanty) e un sempre bravo Matteo Moschetti (Trek), ottimo col suo quarto posto. La top ten prosegue con Emiel Vermeulen (Natura4Ever-Roubaix Lille Métropole), Justin Jules (Wallonie), Pierre Barbier (Natura4Ever), Bram Welten (Arkéa), Samuel Dumoulin (AG2R) e Romain Cardis (Direct Énergie); al 13esimo posto si è piazzato Mattia Frapporti, primo di un'Androni Giocattoli-Sidermec - unica Professional italiana presente - insolitamente in ombra. Da segnalare una brutta caduta di Yoann Offredo (Wanty) sull'ultimo pavé, col francese che per un attimo ha perso conoscenza, e che è stato poi - nuovamente cosciente - elitrasportato all'ospedale di Lille con problemi alle vertebre cervicali. I successivi esami hanno fortunatamente escluso fratture.
Con la vittoria di Denain, Mathieu Van der Poel va pure al comando della Coupe de France, affiancando Anthony Turgis (che aveva vinto il GP La Marseillaise) a 50 punti; ma non sarà certo la challenge transalpina al centro dei pensieri del Fenomeno, che, come scrivevamo in apertura, da qui a diverse settimane sarà impegnato a esser protagonista su ben altri scenari. Noi lo aspettiamo con curiosità, passione, quasi ansia.