Stefan de Bod dopo la vittoria al GP Syedra Ancient City © Muhammad Zulhilmie Afif
Mondo Continental

Come rilanciarsi alla Terengganu: spiega Stefan de Bod

Non confermato dopo sei anni nel WorldTour, il sudafricano ha scelto di seguire l'esempio dell'ex compagno Merhawi Kudus, tornato tra i professionisti dopo un anno in Malesia, e ha ritrovato la vittoria

09.04.2025 23:00

Decimo appuntamento dell’anno con Mondo Continental. In questa puntata: Jamaica International Cycling Classic, Boucle de l’Artois, Grand Prix Syedra Ancient City e Stefan de Bod che, dopo sei anni nel WorldTour, è tornato alla vittoria con la maglia della Terengganu.

Le corse della settimana

Jamaica International Cycling Classic

Il podio finale della Jamaica International Cycling Classic
Il podio finale della Jamaica International Cycling Classic © shvcc2025

Dopo lo storico esordio internazionale del 2024, la Jamaica International Cycling Classic, una corsa di tre giorni che rappresenta l’unico evento UCI nel paese caraibico (campionati nazionali esclusi), è stata confermata in calendario anche in questa stagione. Come lo scorso anno, tutte le tappe avevano partenza e arrivo a Montego Bay. La start list ha visto un netto miglioramento, sia nella quantità che nella qualità dei partecipanti: al via erano presenti tre Continental (le colombiane Team Medellín-EPM e Nu Colombia e la neerlandese Universe), la nazionale delle Isole Cayman, otto formazioni dilettantistiche e una selezione regionale del Québec.

La prima tappa era completamente priva di difficoltà altimetriche, e, a differenza dello scorso anno, l’andamento della corsa è stato quello più prevedibile, con una volata di gruppo. Lo spunto vincente è stato quello di Jonathan Guatibonza (Nu Colombia), che ovviamente ha conquistato anche la prima maglia di leader. Il ventenne si è messo alle spalle un connazionale decisamente più esperto come Róbigzon Oyola (Medellín-EPM) e il ventunenne beliziano Derrick Chavarria (G-Flow).

La seconda frazione era leggermente più impegnativa della precedente, ma non presentava, comunque, grandi difficoltà. Davanti sono rimasti circa trenta corridori che si sono giocati il successo allo sprint: dopo il secondo posto del giorno precedente, Róbigzon Oyola è riuscito a imporsi, passando anche in testa alla classifica generale. Il trentaseienne ha avuto la meglio su Jyven Gonzalez (G-Flow) e Jonathan Guatibonza. 

L’ultima tappa prevedeva un’altimetria simile a quella del giorno precedente, ma aveva un chilometraggio più ridotto. Ciononostante la classifica generale è stata rivoluzionata dall’attacco di tre uomini, che hanno staccato il gruppo. John Borstelmann (Tow by Us) ha superato una vecchia conoscenza del grande ciclismo, Sergio Henao (Nu Colombia). Gregory Zapata Cordoba (Québec) ha chiuso terzo, con 20” di ritardo, mentre il gruppo ha pagato più di un minuto.

Il successo finale è andato a Sergio Henao, che ha preceduto di 9” John Borstelmann e di 20” Gregory Zapata Cordoba. Il trentasettenne ha, inoltre, trascinato la Nu Colombia alla vittoria nella graduatoria a squadre.

Boucle de l’Artois

Lewis Bower vince la Boucle de l'Artois
Lewis Bower vince la Boucle de l'Artois © Groupama-FDJ

In Francia è andata in scena la trentaquattresima edizione della Boucle de l’Artois, tornata nel calendario UCI dopo undici anni da prova dilettantistica. Per l’occasione, dopo oltre quindici stagioni da corsa a tappe, è tornata a essere una gara di un giorno. Al via erano presenti ventitré squadre: undici Continental e dodici formazioni dilettantistiche.

Il percorso misurava quasi 200 km ed era molto ondulato, con tantissimi strappi e pochissima pianura. Le asperità più impegnative, però, erano situate a metà gara e questo poteva in teoria, scoraggiare gli attacchi. Dopo tanti tentativi a vuoto e numerose cadute, l’azione decisiva è nata a poco più di 70 km dal traguardo, quando dodici uomini si sono avvantaggiati. Il grosso del gruppo è rimasto tagliato fuori, ma alcuni corridori sono riusciti a rientrare e, alla fine, sono stati diciannove coloro che si sono giocati la corsa.

Nonostante alcuni tentativi di evitare la volata, i fuggitivi sono arrivati compatti nel finale e Lewis Bower (Groupama-FDJ Continentale) è stato il più forte. Il neozelandese ha avuto la meglio sull’australiano Matthew Fox (VC Rouen 76), che quest’anno ha fatto il suo esordio nel WorldTour, disputando la Cadel Evans Great Ocean con la maglia della nazionale, e sull’austriaco Sebastian Putz (Red Bull-BORA Hansgrohe Rookies). Milan de Ceuster (Lotto Development) e il primo degli italiani, Davide Donati (Red Bull-BORA Hansgrohe Rookies), hanno concluso la corsa ai piedi del podio.

Grand Prix Syedra Ancient City

Il podio del GP Syedra Ancient City
Il podio del GP Syedra Ancient City © Pedalia Cycling Races

Il calendario di corse turche prevedeva nel weekend il Grand Prix Syedra Ancient City, corsa di un giorno giunta alla terza edizione, che sta crescendo costantemente di livello. Rispetto al 2024, infatti, il numero di Continental è raddoppiato, passando da nove a diciotto. Al via erano presenti anche quattro formazioni dilettantistiche, per un totale di ventidue squadre.

Nella scorsa stagione il percorso misurava poco più di 110 km, mentre quest’anno era più lungo di quasi 30 km, con un giro in più dell’impegnativo circuito che prevedeva due salite di 2.5 km (una con una pendenza media del 6% e l’altra dell’8%). Il punto più duro della corsa era ancora una volta il finale, situato nell’antica città di Syedra, in cima a un’ascesa di 3 km con pendenza del 10%. Il più forte si è rivelato un corridore di grande esperienza, il sudafricano Stefan de Bod (Terengganu), che dal 2019 al 2024 ha corso nel WorldTour con le maglie di Dimension Data, NTT, Astana ed EF.

Il ventottenne ha tagliato il traguardo con 23” di margine sul giovanissimo ungherese Balint Feldhoffer (United Shipping) e 46” sul quarantunenne spagnolo Benjamín Prades (VC Fukuoka), che ha confermato il terzo posto dello scorso anno. Con un ritardo di 51”, l’eritreo Dawit Yemane (BIKE AID) si è fermato ai piedi del podio, mentre la top five è stata completata da un compagno di squadra del vincitore, il danese Mathias Bregnhøj, che ha concluso con un distacco di 53”.

Le Continental tra i big

Tomáš Přidal, miglior giovane dell'International Tour of Hellas
Tomáš Přidal, miglior giovane dell'International Tour of Hellas © Tour of Hellas

Ben dodici compagini di terza divisione hanno disputato l’International Tour of Hellas e diverse hanno ottenuto buoni risultati. Ben tre hanno piazzato corridori nelle prime posizioni della classifica generale: la BIKE AID ha addirittura centrato il podio finale, grazie ad Anton Schiffer, che ha centrato un sorprendente secondo posto, la Vorarlberg è riuscita in una doppia top ten con Colin Stüssi, quinto, e Jannis Peter, decimo, mentre la Hrinkow Advarics ha visto il campione uscente Riccardo Zoidl chiudere in ottava posizione. Undicesimo nella generale, Tomáš Přidal ha regalato alla Elkov-Kasper la maglia di miglior giovane. Nelle tappe, invece, il miglior risultato è stato di Marcin Budziński: il portacolori della ATT Investments è stato terzo nella seconda frazione.

Le quattro Continental francesi storiche, accompagnate dalla danese BHS-PL Beton Bornholm, hanno preso parte alla Route Adélie de Vitré. La Van Rysel-Roubaix è stata l’unica compagine di terza divisione a mettere un uomo tra i primi venti: Maxime Jarnet, infatti, ha chiuso al tredicesimo posto nella volata che ha deciso la corsa. 

Alla Volta NXT Classic erano presenti dodici formazioni di terza divisione, due delle quali sono riuscite a inserire un uomo nel sestetto che ha beffato il gruppo per soli 4”. La BHS-PL Beton Bornholm ha centrato addirittura il podio con Niklas Larsen, terzo, mentre la Soudal-Quick Step Devo si è dovuta accontentare del quinto posto di Jonathan Vervenne.

Le principali novità di ciclomercato della settimana riguardano la Beltrami TSA Tre Colli, che ha ingaggiato tre corridori rumeni: si tratta dei fratelli Edmond ed Edvard Novak e di Alin Toader, vincitore della In the footsteps of the Romans 2024. Il loro connazionale Jozsef-Attila Malnasi, campione nazionale di ciclocross, proseguirà la sua avventura con la MENtoRISE Teem CCN, per la quale era già tesserato lo scorso anno. Nuovo arrivo anche in casa Petrolike: la formazione messicana ha preso il giovane colombiano Erick Damian Parra (Colombia Potencia de la Vida).

Una novità arriva anche dall’Australia: la Hagens Berman Jayco ha annunciato l’arrivo di Fergus Browning, che nell’ultimo Tour Down Under si è messo in grandissima evidenza per il suo grande spirito combattivo, che gli ha permesso di aggiudicarsi la maglia di miglior scalatore. Il ventunenne, che aveva iniziato la stagione con la CCACHE x BODYWRAP, rimpiazza il connazionale William Eaves, che non risulta più nell’organico della squadra.

Il ritratto della settimana: Stefan de Bod

Stefan de Bod
Stefan de Bod © Stefan de Bod

Non confermato dalla EF Education-EasyPost, Stefan de Bod è stato costretto a scendere nel mondo Continental, dopo sei anni nel WorldTour. Il ventottenne ha scelto di ripartire dalla Terengganu, formazione malese da anni ai vertici del continente asiatico. La compagine diretta da Mohamed Saiful Anuar Aziz può contare su un calendario ampio e di buon livello e, con una stagione importante, può garantire il passaggio (in questo caso il ritorno) tra i professionisti: sia Jambaljamts Sainbayar, stella del team nel 2023, che Merhawi Kudus, leader lo scorso anno, hanno trovato posto alla Burgos BH e l’obiettivo di De Bod potrebbe essere quello di seguire le loro orme.

Pochi giorni fa, il sudafricano ha conquistato il Grand Prix Syedra Ancient City, tornando al successo dopo due anni di digiuno, addirittura sette dalla sua ultima vittoria fuori dall’Africa. Rivederlo a braccia alzate non ha sorpreso nessuno, dato che il portacolori della Terengganu aveva già fatto molto bene nelle prime gare stagionali. Oltre al secondo posto nel campionato nazionale a cronometro e al settimo nella prova in linea (prevedibili visto il numero limitato di corridori di alto livello in Sudafrica), si era già ben disimpegnato nelle corse a tappe: era stato, infatti, quattordicesimo al Tour of Thailand (in una corsa non adatta alle sue caratteristiche), sesto al Tour de Taiwan e, soprattutto, dodicesimo all’AlUla Tour (con la quinta posizione nella tappa più dura), in un contesto decisamente più competitivo.

Stefan de Bod si rivelò fra i corridori più interessanti del panorama africano già al primo anno tra gli juniores, quando fu quinto nella cronometro e quarto nella prova in linea dei Campionati Sudafricani. In estate ebbe la possibilità di disputare alcune gare in Europa, in cui non ottenne risultati di spessore, ma poté misurarsi in un contesto di alto livello. 

Al secondo anno nella categoria, invece, su strada gareggiò solo in Africa, ma mostrò comunque progressi: si laureò campione nazionale in linea e fu terzo nella corsa contro il tempo. Effettuò una trasferta intercontinentale per disputare i Campionati del Mondo juniores di ciclismo su pista in Corea del Sud: prese parte a tre gare, con il decimo posto nella corsa a punti come miglior risultato.

Nel 2015 De Bod si accasò nel team di sviluppo della MTN-Qhubeka e si rivelò subito competitivo: iniziò dai Campionati Africani su pista élite, in cui fece parte del quartetto vincitore dell’inseguimento a squadre, arrivando anche al bronzo nella prova individuale. In seguito fece molto bene ai campionati nazionali su strada, in cui ottenne un ottimo sesto posto assoluto (secondo tra gli under 23) nella corsa in linea. Gareggiò quasi esclusivamente in Sudafrica, uscendone solo per la Chrono Champenois, in cui fu diciottesimo. In patria, invece, centrò un buon quarto posto in una gara UCI, la PMB Road Classic, e vinse una delle principali prove del calendario dilettantistico, la 94.7 Challenge.

L’anno successivo fece il suo esordio nel mondo Continental, con la maglia della Dimension Data for Qhubeka (di fatto la stessa struttura in cui già correva). Dopo l’ottima parentesi in patria, con il titolo nazionale under 23 della cronometro, il secondo posto assoluto nella prova in linea e il successo nel Tour of Good Hope (competizione del calendario dilettantistico), corse moltissimo in Italia e Francia, paesi in cui ebbe la possibilità di disputare delle corse professionistiche e alcune delle principali gare under 23. Fu convocato in nazionale per il Tour de l’Avenir, che concluse senza particolari sussulti, e per i Campionati del Mondo di Doha, in cui ottenne un discreto undicesimo posto nella cronometro riservata agli under 23.

Nel 2017 il sudafricano replicò i risultati dell’anno precedente ai campionati nazionali (titolo under 23 a cronometro e secondo posto assoluto in linea) e conquistò una splendida medaglia d’argento nella prova contro il tempo dei Campionati Africani. Dopo il Tour of Good Hope, in cui vinse due tappe, si spostò in Europa, dove, nonostante tanti giorni di corsa, non riuscì mai a lasciare il segno. Tornò in Africa per il Tour du Rwanda, che concluse al sedicesimo posto, con la terza posizione del prologo come miglior risultato.

Nella stagione seguente riuscì a fare il salto di qualità: dopo il terzo titolo sudafricano under 23 a cronometro e il successo al Tour of Good Hope, si spostò in Italia, dove fu subito protagonista: vinse la Strade Bianche di Romagna (corsa dilettantistica) e dieci giorni dopo fece suo il GP Palio del Recioto, che rappresentò la sua prima vittoria UCI. Nel nostro paese ottenne altri ottimi risultati come il secondo posto al Trofeo Alcide De Gasperi, il settimo al Piccolo Lombardia, il secondo nel prologo del Giro della Valle d’Aosta, il quarto nell’ultima tappa del Giro d’Italia Under 23 e la vittoria in un’altra corsa dilettantistica, la Coppa Mobilio. Partecipò ai Campionati del Mondo di Innsbruck, sempre tra gli under 23, centrando l’ottavo posto nella cronometro e il diciottesimo nella prova in linea.

Nel 2019 la Dimension Data scelse di promuoverlo nel WorldTour e De Bod si fece subito trovare pronto: finì sul podio sia nella cronometro (secondo) che nella gara in linea (terzo) dei campionati nazionali e, un mese dopo, si laureò campione africano nella prova contro il tempo. In seguito si spostò in Europa e mostrò il suo valore in particolar modo al Tour of Austria, che riuscì a concludere sul podio finale, in terza posizione. Fu convocato in nazionale per i Campionati del Mondo di Harrogate, ma, pur disputando sia la crono che la gara in linea, non riuscì a lasciare il segno.

Nell’annata successiva la sua squadra cambiò nome in NTT e lui fu condizionato, come tutti, dallo scoppio della pandemia. Non riuscì ad esprimersi al meglio, ma centrò, comunque, un altro secondo posto nella cronometro dei campionati nazionali prima della sospensione delle gare e, alla ripresa, fece il suo esordio sia in una classica monumento, il Lombardia, che in un GT, la Vuelta a España, che portò a termine, rendendosi anche protagonista di un paio di fughe.

Nel 2021 il sudafricano scelse di cambiare aria e firmò per l’Astana. Per la prima volta in carriera saltò i campionati nazionali e partecipò all’UAE Tour, in cui ottenne la sua prima top ten a livello WorldTour, chiudendo all’ottavo posto la seconda tappa. Dopo un nono posto nella cronometro della Volta a Catalunya, ebbe la possibilità di giocarsi le sue carte al Tour de Hongrie e rispose presente, chiudendo al quinto posto in classifica, dopo aver ottenuto lo stesso risultato nella frazione più impegnativa. Esordì al Tour de France, che fu costretto ad abbandonare dopo nove tappe, e fu convocato per i Giochi Olimpici di Tokyo, in cui raccolse un buon quattordicesimo posto nella cronometro.

Nella stagione seguente partì subito forte, migliorando il suo miglior risultato nel WorldTour: nella cronometro dell’UAE Tour fu, infatti, settimo. Ottenne, poi, i migliori risultati nelle corse a tappe estive: chiuse al quarto posto sia il Sibiu Tour (grazie al secondo nella cronoscalata) che il Tour de Slovaquie e al sesto la Vuelta a Castilla y Leon. Nello stesso periodo fece discretamente bene anche in una gara di un giorno, la Clasica di San Sebastian, che terminò in quindicesima posizione.

Nel 2023 De Bod cambiò nuovamente squadra e si accasò alla EF Education-EasyPost. Decise di tornare a disputare i campionati nazionali e la scelta pagò: vinse la prova contro il tempo e nella prova in linea rimase nel gruppo di testa, ma in volata non andò oltre l’ottavo posto. Pochi giorni dopo si schierò al via dell’UAE Tour, che concluse in undicesima posizione. Nel resto della stagione centrò altre due volte la top ten: fu quinto in una frazione del Tour of the Alps e sesto nella Chrono des Nations. Per la prima volta disputò il Giro d’Italia, ma si fermò dopo tredici tappe.

L’anno scorso, sempre con la maglia della EF Education-EasyPost, non ha avuto molta fortuna dal punto di vista personale: è arrivato secondo, battuto in volata da Manuele Tarozzi, in una tappa del Tour de Langkawi e non è riuscito a ottenere altre top ten nel resto della stagione. La più grande soddisfazione del suo 2024 è stata la partecipazione al Giro d’Italia, che, a differenza dell’edizione precedente, è riuscito a portare a termine.

Il passaggio alla Terengganu ha permesso a Stefan de Bod di ritornare a correre per sé stesso: dopo la vittoria del Grand Prix Syedra Ancient City, il ventottenne rimarrà in Turchia per disputare il Tour of Mersin, corsa a tappe di quattro giorni in cui potrà sicuramente fare bene. Continuando a mostrare questo livello, non è impossibile pensare di tornare tra i professionisti, magari seguendo ancora una volta le orme di Merhawi Kudus che, prima di accasarsi alla Burgos, aveva fatto esattamente lo stesso percorso del sudafricano (Dimension Data, Astana, EF, Terengganu).

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