Kristoff apripista, Gaviria finalizza: la UAE vince in casa
UAE Tour, ventagli nella fase centrale ma si arriva in volata. Il norvegese splendido pesce pilota per il colombiano che precede Viviani
Pareva una giornata tranquilla. Pareva, appunto. E invece quello che raramente si è visto nelle passate edizioni dell'Abu Dhabi Tour e del Dubai Tour, si è visto oggi nella prima tappa in linea della storia dell'UAE Tour. Il vento, come spesso in zona, spira forte; e stavolta la voglia di movimentare le cose anima il gruppo che dà vita, attorno a metà gara, ad una tappa che, per lunghi tratti, è da ricordare per lungo tempo. Certo, poi si arriva in volata (e ché volata), ma viva viva tappe come quella di oggi.
Fuga a quattro, il gruppo lascia fare
Dopo la cronometro a squadre di ieri, l'UAE Tour prevede una tappa interamente nell'emirato di Abu Dhabi, la Yas Mall-Abu Dhabi di 184 km tutta pianeggiante ma con un lungo tratto nel deserto. La fuga si forma già nel corso del primo km: presenti quattro elementi, equamente divisi tra le due formazioni Professional invitate: per la Gazprom-RusVelo presenti i russi Igor Boev e Stepan Kurianov, per il Team Novo Nordisk si sono mossi il britannico Sam Brand e il francese Charles Planet.
Il gruppo si disinteressa totalmente dell'azione, lasciando loro un margine enorme sin da subito: al km 10 il gap è di 5'20", al km 20 di 9'15" per poi raggiungere al km 50 il massimo di giornata, addirittura di 11'50", roba più unica che rara. Tutto pare intavolato per una tappa piatta, in tutti i sensi, con la media della prima ora di 39.2 km/h che si abbassa ulteriormente dopo 120' di gara, quando il ritmo è di 37.7 km/h.
Il vento cambia tutto: attenti Nibali, Roglic e Valverde, Porte arranca
Tutto cambia attorno al km 80, man mano che si viaggia verso l'entroterra. Il motivo? Il vento, che inizia a spirare forte attorno ai 30 km/h. E dopo una svolta, diventa favorevole; da qui, si scatena il caos. Il gruppo si spezza in numerosi tronconi, che dopo diversi km a tutta (per una buona mezzora si viaggia a quasi 55 km/h di media) si riducono a tre.
In quello primario vi sono 27 atleti: fra gli altri presenti il leader Roglic con Leezer, Valverde con Mas, il quartetto Bora composto da Baska, Buchmann, Formolo e Schachmann. E ancora, il piccolo Ewan, il gigante Bewley, Kittel con il fido Haller, Janse van Rensburg, Gallopin, i tre possenti UAE Gaviria, Kristoff e Troia, lo scafato Devenyns, lo scaltro Nibali con Haussler, Modolo con Clarke, Izagirre nella sua maglia di campione nazionale, il sempre attento Kwiatkowski.
Più folto il secondo troncone, dove viaggia Viviani con la gran parte della Deceuninck; il veronese, con i suoi, aveva tentato di rientrare ma dopo qualche km di inseguimento ha preferito attendere il rientro di altri colleghi. In questo gruppo, composto da una quarantina di unità, dentro fra gli altri Dumoulin con i suoi gregari, tutti gli Sky escluso Kwiatkowski, Mollema, Cavendish e Van Garderen. L'ultimo plotone, invece, è il più folto ed è quasi alla deriva: i nomi più celebri sono quelli di Porte, dei due (Daniel e Tony) Martin e di Walscheid, uno adatto al terreno odierno.
Il gruppo Roglic guadagna oltre 1' ma si rialza, favorendo il rientro da dietro
Il vento, che porta copiosamente la sabbia sulla carreggiata, non cessa e il margine del quartetto di testa crolla rapidamente. Al km 90, quindi circa una decina di km dal via alle danze, il disavanzo della fuga sul gruppo Roglic è sceso a 3'15" con il gruppo Viviani distanziato a 3'50". La tendenza prosegue incessantemente: al traguardo volante di Al Bahia (km 97.5), vinto da Kurianov su Boev e Brand, il drappello del leader passa con un ritardo di 1'35", quello Viviani a 2'40" e quello Porte si barcamena a oltre 4'30".
Tutto questo fermento, però, cessa una volta abbandonato il deserto più profondo e cambiato direzione imboccando una larga autostrada, Il gruppo Roglic viaggia ancora e va a riprendere a 74 km dal termine i quattro fuggitivi (invero rialzatisi una volta compresa l'antifona); ma una volta ripresi Boev, Brand, Kurianov e Planet, anche nel nuovo drappello di testa l'andatura rallenta di colpo, permettendo così dopo 2 km il rientro del gruppo Viviani. Il gruppo è ora completamente aperto su tutta la larga carreggiata, viaggiando sotto ai 30 km/h; e quindi anche i sommersi, Porte e soci, vengono salvati, rientrando a loro volta dopo circa 5 km.
Kurianov e Planet vengono fatti ripartire all'attacco
In una scena molto particolare, il gruppo quasi di forza invoglia a due fuggitivi della prima ora, vale a dire Kurianov e Planet, di rimettersi all'attacco. E così fanno, godendo di un vantaggio subito elevato loro concesso: nello spazio di 7 km i due vantano 3'25" che divetano 5'20" ai meno 50 km dal termine. Al traguardo volante di Yas Island (km 143.8) Planet passa davanti a Brand; nel gruppo la volata per l'abbuono di 1" va a Wilco Kelderman, che si prende un minimo margine per la classifica.
Nel plotone iniziano a lavorare Mikkel Frølich Honoré per la Deceuninck-Quick Step e Vegard Stake Laengen per la UAE Team Emirates, segno che i rispettivi velocisti sentono il giusto colpo di pedale. E il gap cala, scendendo a 4'10" ai 30 km dalla fine; crolla, il gap, una volta che la Bora Hansgrohe si mette in testa in previsione, ai meno 22 km, di un cambio di direzione del tracciato, con la strada che va verso la ventosa costa. Ma il gruppo non si spezza.
Fuga ripresa, sarà volata. Lavoro stupendo di Kristoff
L'avventura di Kurianov e Planet termina definitivamente a 14 km dall'arrivo, quando le squadre dei velocisti e degli uomini di classifica sono in testa a menare. In particolare è il Movistar Team a darsi da fare, con Andrey Amador a tenere davanti capitan Valverde. E i navarri proseguono a lavorar in testa fino ai meno 2.5 km quando lasciano spazio al Team Sunweb. Si muove anche la Groupama-FDJ che, con due uomini, approccia davanti l'ultimo km.
Si fanno vedere davanti anche Bahrain Merida e Team Katusha Alpecin, così come la Deceuninck-Quick Step. Ma Fabio Sabatini porta troppo presto davanti Elia Viviani, che deve rialzarsi e infilarsi nel minitreno della UAE. Composto dal solo Alexander Kristoff che si mette in testa a 450 metri dall'arrivo rimanendoci fino ai meno 200 metri, quando si sfila (per altro rischiando di cadere dopo uno spalla contro spalla con Ewan).
Parte Gaviria, Viviani prova vanamente a rimontare. Nei 10 Modolo e Mareczko, domani si sale
La volata viene lanciata da Fernando Gaviria, alle cui spalle c'è Elia Viviani; il veronese pare poter rimontare metro dopo metro, ma così non è. E il colombiano riesce a vincere davanti ai datori di lavoro, che subito dopo vanno ad abbracciarlo; un grande grazie il colombiano deve però riservarlo a un Alexander Kristoff che, pur essendo un campione di primo livello, non si è fatto il minimo problema a sacrificarsi per il più giovane compagno.
Seconda piazza per un buon Elia Viviani (Deceuninck-Quick Step), al quale è mancato poco per conquistare il successo. Terza piazza per Caleb Ewan (Lotto Soudal). Seguono Kristoffer Halvorsen (Team Sky), Erik Baska (Bora Hansgrohe), Sam Bennett (Bora Hansgrohe), Sacha Modolo (EF Education First), un Marcel Kittel (Team Katusha Alpecin) troppo intruppato come spesso capita, Marc Sarreau (Groupama-FDJ) e Jakub Mareczko (CCC Team).
In classifica Primoz Roglic (Team Jumbo-Visma) conserva la maglia rossa di leader. Domani la graduatoria sicuramente muterà nella Al Ain-Jebel Hafeet di 179 km, con la salita finale vista come giudice all'Abu Dhabi Tour: sono 10.8 i km all'insù con pendenza media del 5.4% ma con il tratto centrale all8%.