Iserbyt spiana anche il Koppenberg
Si allunga la striscia positiva del nuovo talento belga, battendo un Pidcock in crescita nel DVV Trofee. Alice Arzuffi ancora sul podio davanti a Eva Lechner
Monta l'attesa verso la prossima tappa del Superprestige a Ruddervoorde: domenica, al rientro alle gare, Mathieu Van Der Poel dovrà vedersela con un atleta finora imbattuto nei challenge principali, Eli Iserbyt. Il quale, completato il ciclo degli under 23, ha cominciato facendo sul serio nella categoria maggiore: 3 vittorie in Coppa del Mondo, 2 in Superprestige, ed adesso anche la vittoria nella prima, tembile tappa del DVV Trofee, il Koppenbergcross, una delle gare più dure in assoluto, se non la più dura che attualmente il calendario internazionale può proporre, dove tra l'altro l'alfiere della Pawuels Sauzen mette un bel mattoncino nella conquista del challenge stesso, visti i pesanti distacchi inflitti a quasi tutti i rivali: ricordiamo he il DVV è un challenge a cronometraggio. Ancora una volta va preso atto della superiorità, stavolta in un contesto di gara dove è soprattutto la capacità polmonare a dare vantaggi (e anche qui Iserbyt eccelle, dato che può vantare un VO2 max che oscilla tra gli 85 e i 90 ml/kg) più della destrezza, dove invece Tom Pidcock ha dato prova di rinnovate capacità e coraggio, ma ha subito la "rivincita" del rivale che nel 2017 venne da lui sconfitto in categoria under 23 .
Se tra gli uomini il dominio è di uno, tra le donne è più una squadra a fare il pieno, la 777 di Bart Wellens che oggi si è permessa addirittura una tripletta: il numero di Yara Kastelijn segue il recente successo a Gavere, con la Worst in seconda e la Arzuffi in terza posizione. Un challenge che parte bene per le azzurre (quarta Eva Lechner), considerando che quest'anno, salvo enormi sorprese, non sarà della partita la dominatrice usuale Sanne Cant, costretta dopo una caduta a Gavere a restare ancora ferma ai box: dal 2012-13 a oggi solo una volta ha perso il challenge, anche in quel caso solo a causa di un incidente.
Iserbyt all'attacco dal primo giro
Una gara particolarissima, unica nel suo genere, dove gli atleti non cambiano la bicicletta due volte al giro: non per il fango, ma per avere rapporti più agili in salita. Conscio dell'ottimo jolly in mano da giocare in questa prova, Iserbyt ha condotto una gara senza pietà e senza posa, andando all'attacco sin dal primo giro, che comincia infamissimo con subito lo scollinamento al celebre muro in pavé: va a chiudere sull'effimero allungo di Thijs Aerts e riparte in velocità, costringendo i rivali della Telenet ad andare subito in affanno. Ad avviare l'inseguimento sarà però Tom Pidcock, partito malissimo ma portatosi a ridosso di Iserbyt alla fine del primo giro. Non è una gran giornata per Toon Aerts, che proprio non riesce a stare al passo dei due e annaspa a 10". Nel secondo giro la situazione è così cristallizzata, nel terzo Iserbyt da' un'ulteriore sgasata mettendo una certa distanza nei confronti dei rivali.
Audacia e destrezza, Pidcock rientra
A metà gara la situazione sembra già definita: alla fine del quarto giro il vantaggio di Iserbyt supera i 20" su Pidcock, mentre Aerts viene rimontato e sorpassato da Michael Vanthourenhout ad 1' di distacco. Le insidie sono però dietro l'angolo: con la salita il Koppenbergcross porta con sé anche tanta discesa, resa infida e scivolosa dalla pioggia a tratti, con il vento forte ad aumentare la difficoltà. Sarà un banale salto di catena ai piedi del Koppenberg a rimettere in equilibrio la situazione: al termine del quinto giro così Iserbyt si ritrova di nuovo Pidcock a ruota, il quale non ha nessuna voglia di accontentarsi e aspettare: l'inglese rilancia con una discesa a rotta di collo nel penultimo giro, grazie alla quale guadagna un po' di metri sul rivale. In salita però gli equilibri non sono cambiati e con una progressione, Iserbyt si riporta facilmente sotto.
Toon Aerts accusa già 2'
Nell'ultimo giro non c'è storia: Iserbyt accelera già sul percorso, Pidcock ha finito le scorte. Alla fine dell'ultimo muro, pur con Iserbyt sfinito, pagherà ulteriormente, 31". Sono niente in confronto ai distacchi rifilati agli altri rivali: Vanthourenhout arriva ad 1'29", Toon Aerts, vincitore della gara l'anno scorso, accusa ben 1'57". Gara in crescita per Lars Van Der Haar, il quale termina quinto a 2'11". Poi Tom Meeusen a 2'46", Corné Van Kessel a 2'55", e distacchi ancor più pesanti per Tim Merlier (3'14"), Jens Adams (3'27") e Jim Aernouts (4'12", ossia più o meno quanto accusò Mathieu Van Der Poel dopo la crisi dell'anno scorso, ma arrivando 21esimo).
Tra le donne, Yara a tutta e la sorpresa Vas
Anche la gara femminile ha visto un'unica protagonista dall'inizio alla fine, e un po' di incertezza nel finale senza un cambiamento del verdetto: la protagonista è Yara Kastelijn, protagonista di un netto cambio di passo alla sua prima stagione da élite, che le ha permesso di vincere a Gavere domenica scorsa. Oggi parte forte sul muro, seguendo la come sempre pimpantissima in partenza Eva Lechner, esaltata sulle pendenze dure. Ma nella prosecuzione del tracciato, Eva non può stare al passo della rivale olandese e la lascia andare, venendo passata anche dalla campionessa europea Annemarie Worst. A ridosso della Lechner, per competere per il terzo posto, si avvicinano le altre atlete del momento: Ceylin Del Carmen Alvarado e Alice Maria Arzuffi, con Ellen Van Loy e Alicia Frank. In questo primo giro la sorpresa è la giovanissima ungherese Kata Blanka Vas, classe 2001: è la terza a scollinare al primo passaggio del muro, e resta nelle prime posizioni della corsa. Un talento che ha fatto bene anche su strada ( 7° al mondiale juniores) e resterà in orbita belga, indossando nel 2020 la maglia della Doltcini, quindi vicino e proteso, chissà, ad allargare ulteriormente gli orizzonti del ciclocross.
Worst 2°, duello Arzuffi-Lechner per il terzo posto
Annemarie Worst alla fine del primo giro accusa 16", e ne ha altri tre per recuperare. La Kastelijn punta sulla costanza, non cambia passo, mentre la compagna di squadra prova nell'ultimo giro a dare tutto per riportarsi sotto: e si avvicina, in vista dell'ultimo muro, ma poi comunque si ritroverà a perdere di 11". Per il terzo posto, Arzuffi e Lechner riescono nell'obiettivo di distanziare la Del Carmen Alvarado, poco a suo agio sulle pendenze odierne, e se la giocano per il terzo posto. Anche se la Lechner sembrava gestire meglio la salita nei passaggi precedenti, all'ultimo giro Alice Maria Arzuffi risulta la più forte, andando a siglare un podio tutto 777 con 42" di ritardo; l'altoatesina ne ha invece 46". Al posto non la Alvarado, ma una rimontante Kaitlin Keough ad 1'21"; l'olandese accuserà 1'33". Settima Alicia Franck ad 1'59", la Van Loy ottava a 2'06", l'emergente Anna Kay in non a 2'22", ed al decimo posto, proprio la nostra beniamina Vas a 2'29", tenacemente capace di mettersi alle spalle un monumento come Katie Compton, ormai giunta a 41 anni.
Un'ultima nota interessante, la presenza di Lorenzo Masciarelli nella prova juniores: l'abruzzese, già presente a Gavere e l'anno scorso da allievo in diverse gare belghe, ha ottenuto un incoraggiante settimo posto, primo degli atleti al primo anno, ad 1'02" dal vincitore Arne Baers.
infografica a cura di Giacomo Lini