E per i quartetti venne la serata delle finali perse
Ganna e compagni battuti in finale dai danesi ai Mondiali su pista di Glasgow; le inseguitrici sconfitte dalla Francia per il bronzo (oro alle britanniche). Brava Vece nel Keirin, domani in gara ancora Ganna e Milan, Viviani e Barbieri
Il nuovo mantra è: ci rifacciamo a Parigi. La sconfitta del quartetto maschile contro la Danimarca fa male ma non in maniera esagerata, perché questi Mondiali su pista 2023 sono sì importanti, ma le Olimpiadi del 2024 lo saranno di più. L'oro lasciato oggi - che fa il paio con quello perso un anno fa dai britannici a Saint-Quentin-en-Yvelines - verrebbe volentieri barattato con un'altra affermazione ai Giochi, e le scelte di Marco Villa (il lancio di Manlio Moro, chiamato oggi a fare altra esperienza) ci fanno pensare che il percorso quello sia. Del resto l'appuntamento olimpico presuppone anche degli avvicinamenti ben più mirati - da parte degli stradisti - rispetto a quelli che abbiamo visto quest'anno. Insomma le prospettive ci sono, inutile nascondersi dietro a un dito.
Ma ci sono pure gli avversari, e se la Gran Bretagna si è autoeliminata in qualifica, la Danimarca c'è sempre, anche se qualcuno di quel quartetto ha cambiato carta d'identità (Lasse Norman Hansen è diventato Lasse Norman Leth da quando si è sposato e ha assunto il cognome della moglie Julie, collega pistard); c'è ancora e vince, come aveva fatto solo due volte nella storia, 2009 e - fatto recente - 2020. Niklas Larsen, Carl-Frederik Bevort, Rasmus Pedersen e il citato Hansen/Leth hanno chiuso la finale col tempo di 3'45"161, dopo aver ceduto anche nettamente il passo all'Italia nella prima metà di gara.
Una partenza da urlo di Francesco Lamon che dopo il primo chilometri ha lasciato ai compagni una rendita di 7 decimi, poi il tentativo di Manlio Moro e Jonathan Milan di tenere il possibile, ma di fatto si è dovuta attendere l'ultima tornata per vedere l'Italia girare più veloce della Danimarca, con la strappata conclusiva di Filippo Ganna; in mezzo, l'inesorabile rimonta degli scandinavi, che ai 2 km sono passati al comando e poi non hanno più smesso di guadagnare. 2"235 il vantaggio sugli azzurri, che hanno concluso la prova in 3'47"396. Quelle stesse gambe, più o meno quelle, furono capaci di fare oltre cinque secondi meglio, in quell'indimenticabile finale di Tokyo 2021, tuttora record del mondo (3'42"032): a quel livello si può tornare, e a quel livello si tornerà. In Villa we trust.
La finale per il bronzo è stata un derby oceanico, con la Nuova Zelanda che ha vinto nettamente, raggiungendo l'Australia dopo 3625 metri. Un'Australia che era partita malissimo, con un problema ai blocchi che si è riverberato su una prima parte lentissima, con un ritardo di due secondi e mezzo già dopo un giro, rivelatosi di fatto subito incolmabile.
Mondiali su pista 2023, per l'Italia amaro epilogo anche nell'Inseguimento femminile
Lo stesso discorso fatto per gli uomini lo possiamo traslare al quartetto femminile. Dei problemi per le ragazze negli ultimi mesi abbiamo già diffusamente parlato, stasera a Glasgow è andata in scena un'appassionante sfida con la Francia per il bronzo. Con Chiara Consonni al posto di Elisa Balsamo accanto a Letizia Paternoster, Vittoria Guazzini e Martina Fidanza, l'Italia è partita bene pure qui, superando il secondo di margine dopo 875 metri, esponendosi però poi alla rimonta francese, concretizzatasi con un primo sorpasso ai 2625 metri.
Da lì la gara ha assunto i connotati di una palpitante contesa al millesimo, l'orgoglio di Paternoster ha riportato avanti le azzurre ai 2875 metri, ma le avversarie hanno effettuato il sorpasso definitivo ai 3375, due giri e mezzo dal termine. Alla fine 4'13"059 per Marion Borras, Valentine Fortin, Clara Copponi e Marie Le Net, 4'13"334 per le italiane.
La finale per l'oro non ha avuto storia: la Gran Bretagna con Katie Archibald, Elinor Barker, Josie Knight e Anna Morris ha fatto polpette della Nuova Zelanda, relegata a quasi 5" di distanza (4'08"771 UK contro 4'13"313 di Michaela Drummond, Ally Wollaston, Emily Shearman e Bryony Botha). Era dal 2014 che la Gran Bretagna non vinceva l'iride nella specialità, all'epoca c'erano già Archibald e Baker, ma andava concludendosi il ciclo Trott (definiamolo così), ovvero quella supremazia che aveva permesso alle suddite di Elisabetta di conquistare sei delle prime sette edizioni dell'Inseguimento a squadre mondiale (che esordì nel 2008). Per la Nuova Zelanda è il secondo argento, unico precedente il 2009.
Mondiali su pista 2023, scatto d'orgoglio di Miriam Vece nel Keirin
Belle notizie da Miriam Vece, che dopo un brutto primo turno nel Keirin si è rifatta alla grande vincendo la propria batteria di ripescaggio davanti alla belga Nicky Degrendele (qualificata anch'essa ai quarti), alla spagnola Helena Casas e alla francese Taky Marie Divine Kouamé (disastroso il suo Mondiale finora). Domani saranno tre le batterie dei quarti di finale e per ognuna passeranno il turno le prime quattro classificate sulle sei partenti: la formula offre insomma delle chance da cogliere al volo per la cremasca.
Vece sarà impegnata nella seconda batteria, opposta a gente che si chiama Emma Hinze (Germania), Kristina Clonan (Australia), Lauriane Genest (Canada), Riyu Ohta (Giappone) ed Ellesse Andrews (Nuova Zelanda). Non è facile dire chi potrà far meglio e chi peggio, ogni keirin fa storia a sé, probabilmente Miriam dovrà considerare di far corsa su Genest e Andrews, ma soprattutto conterà l'attitudine con cui affronterà la gara: oggi nel ripescaggio è stata perfetta, restando coperta nella prima parte, venendo fuori nella seconda prendendo la ruota di Degrendele e non temendo di prendersi i propri spazi spingendo all'esterno (in maniera lecita, çvsd) Kouamé. Grinta e colpo d'occhio e la semifinale non sarà utopia.
Nelle altre batterie occhio alla francese Mathilde Gros e alla britannica Emma Finucane nella prima, alla colombiana Martha Bayona e all'olandese Hetty van der Wouw nella terza.
Mondiali su pista 2023, tutte le gare di domenica 6
Oltre al Keirin femminile, i cui quarti si disputeranno alle 12.56 ora italiana (semifinali alle 19.13, finali alle 20.57), domani, domenica 6 agosto, ci saranno diverse altre gare molto interessanti. Discutibile la contemporaneità di diverse di esse con la prova iridata dei professionisti su strada, ma tant'è, il programma è questo e gli appassionati - se vorranno seguire tutto - dovranno dividersi su più schermi.
Alle 11.22 in scena le qualificazioni dell'Inseguimento individuale maschile, con Filippo Ganna e Jonathan Milan impegnati: rispettivamente primo e secondo nel 2022, terzo e secondo nel 2021, primo e quarto nel 2020… insomma è chiaro che saranno loro i nomi di grido in cartellone. Tra gli avversari, occhio al britannico Dan Bigham (già recordman dell'Ora proprio prima di Pippo), al portoghese Ivo Oliveira (bronzo un anno fa), al francese Corentin Ermenault. Le finali sono in programma alle 20.01.
La Velocità maschile vedrà solo un turno, i quarti di finale in programma alle 14.09. Gli accoppiamenti: Harrie Lavreysen (Olanda)-Matthew Richardson (Australia), Mateusz Rudyk (Polonia)-Kaiya Ota (Giappone), Nicholas Paul (Trinidad e Tobago)-Joseph Truman (Gran Bretagna), Thomas Cornish (Australia)-Jack Carlin (Gran Bretagna). Passa il turno chi vince due manche su tre.
Nel pomeriggio (con lo Scratch alle 15.28) prenderà il via pure l'Omnium maschile, che vedrà poi un intensissimo finale con la Tempo Race fissata alle 19.22, l'Eliminazione alle 20.16 e la Corsa a punti alle 21.12. L'azzurro in gara sarà Elia Viviani, a cui - strano ma vero - non è mai riuscito di vincere un Omnium mondiale (due bronzi per lui, 2015 e 2021). Mancano un po' di nomi pesanti al via, ma occhio al francese Benjamin Thomas (i francesi storicamente sono stati sempre delle bestie nere per il veronese), al danese Niklas Larsen, al tedesco Tim Torn Teutenberg, all'olandese Vincent Hoppezak, al giapponese Shunsuke Imamura, al neozelandese Campbell Stewart.
L'altra finale della serata sarà l'Eliminazione femminile, alle 19.34, giunta appena alla terza edizione iridata. La prima la vinse Letizia Paternoster davanti a Lotte Kopecky, la seconda Lotte Kopecky davanti a Rachele Barbieri. La belga, fresca protagonista al Tour de France, sarà in pista a difendere il proprio titolo, e ci sarà pure Rachele a cercare la rivincita del 2022: non sarà facile al cospetto di una Lotte dotata di gamba spaziale. Altre ragazze da seguire con attenzione, la statunitense Jennifer Valente (due volte di fila terza), la neozelandese Michaela Drummond, la francese Valentine Fortin, la britannica Elinor Barker, la tedesca Lea Lin Teutenberg e la neerlandese Marit Raaijmakers.
Infine il medagliere dopo tre giorni di gare élite: prima la Germania con 2 ori, 1 argento e 1 bronzo, seguono Gran Bretagna (2 ori e 1 argento), Stati Uniti (2 ori), Olanda (1 oro e 1 argento), Danimarca (1 oro), Australia (2 argenti), Nuova Zelanda (1 argento e 3 bronzi), Italia e Giappone (1 argento), Francia (2 bronzi), Belgio e Cina (1 bronzo).