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Sagan tenore, ma il resto dell'orchestra è di qualità

11.08.2020 15:05

Passiamo in rassegna gli attesi protagonisti per le tappe del Giro: le volate si preannunciano animate con Ewan, Viviani, Gaviria e Démare. E c'è il jolly Matthews


Se la lista degli uomini di classifica al Giro d'Italia è buona ma non di certo profonda, ben diversa è la situazione relativa a velocisti e cacciatori di tappa: l'edizione 103 della Corsa Rosa presenta un parterre ricco come da tempo non si vedeva. Questo nonostante la concomitanza con le classiche, soprattutto quelle delle pietre, e un percorso che, quantomeno per le ruote veloci più pure, non regalano eccessive opportunità di ben figurare.

Il colpaccio Sagan e il "regalo" Matthews: il Giro trova una potenziale supersfida per la classifica a punti
Il pezzo pregiato, in tutti i sensi, è Peter Sagan. Messo al centro di un progetto di promozione da RCS Sport, con tanto di incentivo alla presenza, lo slovacco debutterà finalmente al Giro, rinunciando all'amata Campagna del pavé. L'obiettivo minimo è di conquistare una tappa - e il terreno non manca, soprattutto lì dove gli sprinter puri saranno tagliati fuori in partenza - ma non è affatto utopistico ritenere il leader della Bora Hansgrohe come il principale favorito per la classifica a punti. Di certo l'attesa che circonda la sua calata in Italia è molta e chiudere a mani vuote sarebbe una sconfitta non da poco.

Un corridore spesso rivale del tre volte iridato è il suo coetaneo Michael Matthews, anche lui al via della Corsa Rosa ma senza bonus d'entrata. Anzi, una volta che il Team Sunweb ha deciso di dirottarlo dal Tour e dalle classiche alla partenza di Monreale, non ha nascosto la sua sorpresa, dichiarando al contempo di giungere in Sicilia desideroso di ben figurare. Con due partecipazioni precedenti e due tappe vinte, indossando per altro anche il simbolo del primato, l'australiano sarà pericolosissimo per tutti nei finali non banali come Agrigento, Matera, Tortoreto e Monselice. Veder combattere i due classe '90 su ogni traguardo volante come accade alla Grande Boucle sarebbe un ottimo spot per il Giro.

Ewan il favorito per gli arrivi pianeggianti, Viviani pronto a dargli filo da torcere
Tra i velocisti puri c'è l'imbarazzo della scelta: come accaduto nel 2019, Caleb Ewan doppierà, stavolta in posizione invertita, Giro e Tour. Un anno fa capace di vincere due tappe in Italia e tre al Tour, l'australiano ambisce ad essere il punto di riferimento degli sprint di gruppo e ha tutte le carte per riuscirci; ad aiutarlo un treno Lotto Soudal ben collaudato e con pochi eguali con Roger Kluge e Jasper De Buyst ad aprirgli in quest'ordine la strada.

Bis Giro e Tour anche per il principale scontento delle volate di un anno fa, quell'Elia Viviani che si vide declassato nell'arrivo di Orbetello. L'attuale campione europeo è ancora alla ricerca della prima affermazione in maglia Cofidis, nonostante diversi piazzamenti a ridosso del vincitore. Con lui è al momento sicuro del posto solo il fido Fabio Sabatini, ma non è da escludere che l'eventuale treno possa comprendere anche Simone Consonni. Di certo per il veronese arrivare ad ottobre senza vittorie in archivio sarebbe una delusione non indifferente.

Gaviria e Démare non sono semplici comparse
Ha invece vinto già quattro volte da gennaio in poi Fernando Gaviria: il colombiano della UAE Team Emirates, colpito nei mesi scorsi dal covid-19, è rientrato in gran spolvero alla Vuelta a Burgos per poi deludere alla Milano-Torino e alla Milano-Sanremo. Il Giro sarà il suo grande obiettivo della stagione, non partecipando al Tour. Il cinque volte vincitore di tappa alla Corsa Rosa ha il miglior apripista su piazza a disposizione, ossia Maximiliano Richeze, e un valido penultimo uomo come Sebastián Molano.

Con una scelta a sorpresa, la Groupama-FDJ ha preferito puntare sull'Arnaud Démare versione velocista piuttosto che su quella da pavearo: forte di un buon rendimento nell'ultima edizione, con la vittoria di Modena e altri tre podi, il transalpino sarà della partita. Se il Giro si disputasse fra pochi giorni sarebbe di certo uno dei più in palla, come mostrato dall'ottima vittoria alla Milano-Torino. Un punto di forza è il treno: Jacopo Guarnieri e Ramon Sinkeldam sono nell'élite del pilotaggio e riescono spesso e volentieri a lasciare il capitano nella miglior posizione possibile.

Sono previsti poi altri velocisti che, per palmares e forma, paiono partire un gradino dietro rispetto a quelli sopra analizzati. Davide Cimolai (Israel Start-Up Nation) è stato costante un anno fa, mentre nel 2020 non ha al momento confermato il medesimo trend. Jakub Mareczko (CCC Team) deve battere un colpo: in scadenza di contratto, per il bresciano servono prestazioni convincenti per meritarsi la conferma nel World Tour. A quanto si apprende, dovrebbero essere impegnati alla Corsa Rosa anche il tedesco Phil Bauhaus (Bahrain McLaren), il norvegese Kristoffer Halvorsen (EF Pro Cycling) e il tedesco Max Walscheid (NTT Pro Cycling), uomini buoni per completare la top ten.

Due che non ci saranno: senza Jakobsen e Groenewegen il Giro è più povero
Purtroppo la terrificante caduta avvenuta nella prima tappa del Tour de Pologne ha privato il Giro d'Italia di due attesissimi velocisti, annunciati come sicuri protagonisti degli arrivi di gruppo. Fortunatamente fuori pericolo, Fabio Jakobsen sarà atteso da un lungo recupero prima di salire in sella e, ovviamente, il suo ritorno in sella nel 2020 è fuori da ogni logica. Ha già detto di volersi prendere un periodo di stop, in attesa che giunga la probabile squalifica, anche chi quell'incidente lo ha provocato, ossia Dylan Groenewegen.

Da capire come le rispettive squadre decideranno di sostituirli: la Deceuninck-Quick Step prevede Bennett al Tour e Hodeg alla Vuelta e non sembra desiderosa di cambiare i piani - soprattutto a fronte delle chance di ben figurare nella generale con Evenepoel che crescono gara dopo gara. Il Team Jumbo-Visma non ha altri sprinter in organico per cui non è da escludere che la dirigenza del sodalizio giallonero opti per occupare il posto con uno dei tre tenori impiegati al Tour - teoricamente Kruijswijk dovrebbe schierarsi alla Vuelta mentre Roglic dovrebbe mettersi in gioco sulle Ardenne.

Ulissi e Aranburu, non semplici cacciatori di tappe. E ci sono anche i cronoman
Per quanto riguarda gli uomini da classiche vallonate, la lista è minore nella quantità e nella qualità. Diego Ulissi è forse il miglior esponente: cresciuto con gli anni anche in salita, il toscano ha mantenuto lo spunto veloce e, si augurano i suoi tifosi, anche il feeling con la Corsa Rosa. Pur non vincendo tappe dal 2016, l'alfiere della UAE Team Emirates ha già incamerato sei successi e le occasioni per incrementare il numero non mancano. Nella compagine asiatica attenzione anche a Valerio Conti, altro che con il Giro vanta un bel rapporto.

Esploso di prepotenza nelle ultime settimane, Alex Aranburu dovrebbe debuttare al Giro; pur in una squadra con due big come Fuglsang e Vlasov, lo spagnolo dell'Astana Pro Team ha le caratteristiche giuste di resistenza sugli strappi e velocità di punta per giocarsela sugli arrivi intermedi. Altra matricola del World Tour è Andrea Vendrame: in una AG2R La Mondiale senza capitani, il veneto, già protagonista nel 2019, rientra nella cerchia di quanti possono dar filo da torcere su diversi terreni.

E che dire di Alessandro De Marchi? Dopo due anni di assenza il friulano del CCC Team sarà della partita e, potete giurarci, sarà presenza fissa nelle tappe di montagna con le sue fughe da lontano. Proprio l'inseguimento ai successi parziali tramite attacchi dalla distanza pare essere la miglior opzione di successo per le Professional italiane, ciascuna pronta a schierare le proprie carte come Nicola Bagioli per la Androni Giocattoli-Sidermec, Giovanni Carboni per la Bardiani CSF Faizanè e Giovanni Visconti per la Vini Zabù-KTM.

La concomitanza tra l'ultima tappa del Tour de France e la prova a cronometro iridata porta un paio di specialisti di livello assoluto del tic tac a scegliere la Corsa Rosa: è il caso del neozelandese Patrick Bevin (CCC Team), dotato anche di discreto spunto veloce, del belga Victor Campenaerts (NTT Pro Cycling) e del nostro Filippo Ganna (Team Ineos), a cui ovviamente si somma il già citato Evenepoel. Vedere almeno di uno sul podio di Martigny e poi battersi per la prima maglia rosa è tutto fuorché utopistico.
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