Omloop Van Het Houtland, Walscheid lavora per Groenewegen, anzi no
Doppietta della Jayco-AlUla nella penultima gara del calendario belga. 3° Barbier
Non è così raro che un apripista finalizzi la volata al posto del capitano designato. In questi casi, le ipotesi sono due: un beau geste del corridore più titolato in favore della sua spalla - come accadde al Giro d'Italia del 2008, quando Mark Cavendish lasciò ad André Greipel il traguardo di Locarno - o un malinteso. Di grazia, sarebbe interessante chiedersi come abbia reagito Dylan Groenewegen quando ha scoperto di aver perso la Omloop van het Houtland per mano del compagno di squadra Max Walscheid, che ha preceduto al fotofinish il campione nazionale olandese in linea.
7 uomini all'attacco fino a 5 km dall'arrivo
Penultima gara del calendario belga, la 77ª edizione della Omloop van het Houtland (Eernegem-Lichtervelde, 195,2 km) segue un copione collaudato da tempo: si comincia con un anello di 15,1 km (da percorrere per tre volte) nei dintorni della località di partenza. Superato l'innocuo settore in pavé di Lookhuisstraat (1100 metri), la carovana avanza in direzione di Lichtervelde per affrontare i nove giri di un circuito che misura 12,1 km. Un paio di curve nell'ultimo chilometro prima di raggiungere la rampa conclusiva.
Subito dopo la partenza, prendono l'iniziativa in 6: i belgi Michiel Lambrecht (Bingoal-WB), Gianni Marchand (Tarteletto-Isorex) e Alex Vandenbulcke (Tarteletto), il britannico Alex Lewis (Skyline) e gli olandesi Tijmen Eising (BEAT) e Max Kroonen (VolkerWessels), ai quali si accoderà il figlio d'arte di nazionalità cipriota Bogdan Zabelinskiy (Soudal-Quick Step Development). I fuggitivi accumuleranno un vantaggio massimo di 2'43" (km 82) sul gruppo, trainato a turno dagli Intermarché-Wanty, dai Jayco-AlUla e dai Lotto Dstny, per poi viaggiare stabilmente sotto la soglia dei 2'.
I battistrada - seppure finiti nel mirino degli inseguitori - procedono compatti fino alla tornata conclusiva, quando Zabelinskiy decide di mollare la presa. Un paio di accelerazioni di Lambrecht servono soltanto a rimandare una sentenza che attende soltanto di essere depositata agli atti: gruppo compatto a poco meno di 5 km dalla linea bianca.
Walscheid brucia Groenewegen al fotofinish
Andatura sostenuta in vista dell'annunciatissima volata: tutti attendono un nuovo guizzo dell'eritreo Biniam Girmay (Intermarché-Wanty), un colpo di coda dell'olandese Fabio Jakobsen (DSM-Firmenich) in fondo a una stagione che più storta non si può o la stoccata vincente del francese Paul Penhoët (Groupama-FDJ), 2° alla Parigi-Chauny non più tardi di tre giorni fa. Dal mazzo, però, spuntano gli uomini veloci della Jayco: il campione nazionale olandese Dylan Groenewegen (Jayco-AlUla) e il tedesco Max Walscheid (Jayco). Che, in linea di principio, dovrebbe scortare il suo capitano. E invece, a 250 metri dall'arrivo, l'esperto corridore renano lancia… sé stesso, portandosi dietro proprio Groenewegen che - appena prima di tagliare il traguardo - si volta alla sua sinistra per capire dove sia il compagno. Fatto sta che il testa a testa in famiglia si decide al fotofinish: Walscheid batte Groenewegen e torna ad esultare dopo due anni e mezzo di digiuno - la sua ultima vittoria risaliva al marzo 2022, quando si aggiudicò il Grand Prix de Denain. 3° il francese Pierre Barbier (Philippe Wagner-Bazin) davanti ai belgi Gerbert Thijssen (Intermarché-Wanty) e Sente Sentjens (Alpecin-Deceuninck).
Nonostante le parole di circostanza («La doppietta è un grande risultato di squadra», ha dichiarato il velocista olandese a Sporza), l'epilogo della Omloop van het Houtland darà da pensare in casa Jayco. Anche perché il vincitore è stato molto meno diplomatico dello sconfitto: «So di essere l'ultimo uomo, ma voglio giocarmi sempre e comunque le mie chances». Viva la sincerità.