La lingua del Romandia è lo sloveno
Jan Tratnik (Bahrain-Merida) vince il prologo davanti al connazionale Primoz Roglic (Jumbo-Visma) che lancia segnali in vista del Giro d'Italia
L'edizione numero 73 del Tour de Romandie si è aperta oggi con un breve prologo a cronometro, 3.9 chilometri per le strade di Neuchâtel, capitale dell'omonimo cantone che nel 2014 ospitò proprio la tappa contro il tempo conclusiva della gara a tappe l'elvetica: su un percorso molto tecnico, fatto di curve, secchi cambi di direzione, brevi strappi, discesine insidiose e anche un breve tratto di pavé - il tutto fortunatamente su strada asciutta - ad imporsi è stato lo sloveno Jan Tratnik che ha realizzato un tempo di 5'06" a poco meno di 46 km/h di media, un dato che mette bene in evidenza le difficoltà del tracciato. Per Tratnik, eccellente passista e certamente non nuovo a ottime prestazioni a cronometro essendo campione nazionale in carica, si tratta della prima vittoria con la maglia della Bahrain-Merida, squadra per cui corre proprio da quest'anno: questo successo è una prima anche per il team che fino ad oggi nel 2019 era fermo a zero in gare del World Tour ed in totale alla sola tappa di Sonny Colbrelli al Tour of Oman.
Roglic lancia subito un messaggio ai favoriti del Giro
L'ordine d'arrivo del prologo di Neuchâtel è stato caratterizzato da un'insolita doppietta slovena visto con il secondo miglior tempo che è stato fatto registrare da Primoz Roglic. Il corridore della Jumbo-Visma è il vincitore uscente del Tour de Romandie, ma c'era un po' di incertezza sul suo approccio alla corsa elvetica visto che il suo grande obiettivo per la prima parte di stagione è il Giro d'Italia: l'ex saltatore con gli sci invece è partito subito a tutta, senza nascondersi o fare calcoli in vista della sfida che lo aspetta a partire dall'11 maggio. Questo secondo posto è anche un bel messaggio con Roglic manda ai suoi avversari: quest'anno ha vinto sia l'UAE Tour che la Tirreno-Adriatico, uniche due gare a cui ha partecipato fin qui, e di sicuro non vuole fermarsi adesso che inizia il bello.
Roglic ha fermato il cronometro in 5'07", 37 centesimi di secondo in più rispetto al vincitore Tratnik che però ne aveva cinque all'intermedio dopo circa 2'50" di gara ed è stato poi classificato con 1" di vantaggio: con lo stesso tempo è stato classificato anche lo svizzero Tom Bohli (UAE) che per alcuni attimi ha sognato il successo sulle strade di casa: Bohli si è anche preso un grosso spavento, e probabilmente ha perso qualche decimo che si è costato forse il secondo posto e chissà se anche la vittoria, quando si è ritrovato un piccione in mezzo alla strada in curva in piena traiettoria. Il pennuto si è spostato in tempo, ma nel frattempo Bohli era stato costretto a pizzicare i freni.
Bene Geraint Thomas e Carlos Betancur
In quarta posizione a 4" ha chiuso il tedesco Tony Martin che, se si escludono i campionati nazionali, non vince una cronometro dal Mondiale di Doha; stesso tempo di 5'10" anche per un ottimo Geraint Thomas che dopo una prima parte di stagione abbastanza difficile prova ad iniziare da qui il cammino verso la difesa del titolo al prossimo Tour de France. In sesta posizione, sempre a 4", è giunto quindi un altro britannico, Alex Dowsett, mentre potenziali favoriti per la vittoria in questa tappa come Stefan Küng, Maciej Bodnar e Patrick Bevin si sono piazzati rispettivamente settimo, nono e undicesimo, tutti in 5'11".
Tra i possibili uomini di classifica di questp Tour de Romandie, ovviamente si parte con Primoz Roglic davanti a tutti seguito da Geraint Thomas, ma va messo in evidenza anche l'ottavo posto a 5" del colombiano Carlos Betancur: dopo la vittoria alla Klasika Primavera e la bella prestazione alla Liegi-Bastogne-Liegi, un altro segnale incoraggiante da parte del corridore della Movistar che tanti appassionati sperano ancora di rividere ai suoi livelli migliori. A 5" è arrivato anche Rui Costa, mentre a seguire troviamo Felix Grossschartner a 6", Steven Kruijswijk e Tanel Kangel a 8", David Gaudu a 9", Emanuel Buchmann a 13", Michael Woods e Simon Spilak a 15", mentre perde 17" il russo Ilnur Zakarin. Male per una volta l'Astana con Merhawi Kudus a 28" e Jan Hirt a 35", mentre il giovane fenomeno Remco Evenepoel inizia il primo grande test della sua carriera con un 5'20" che lo colloca a 14" dalla testa.
Campenaerts a terra, Colbrelli primo italiano
L'uomo più atteso oggi, però, era il belga Victor Campenaerts al ritorno alle corse su strada dopo aver stabilito il nuovo record dell'ora su pista lo scorso 16 aprile in Messico con 55.089 chilometri chilometri percorsi. Campione europeo in carica della cronometro, il 27enne della Lotto Soudal si è trovato di fronte una prova dalle caratteristiche praticamente opposte e quella del velodromo di Aguascalientes, ma a tradirlo non sono state le gambe: Campenaerts è infatti finito a terra in uscita da una veloce curva verso sinistra in leggera discesa e così ha dovuto dire addio alle chance di vittoria di tappa; il belga si è comunque rialzato e ha concluso tranquillamente la cronometro finendo ultimo in 6'09".
Tra gli italiani invece il migliore al traguardo è stato Sonny Colbrelli che è partito fortissimo facendo registrare addirittura il secondo miglior intertempo a soli 2" dal compagno di squadra Jan Tratnik: il bresciano della Bahrain-Merida ha poi chiuso dodicesimo a 6". Restando agli azzurri si sono difesi bene anche Filippo Ganna (7"), Elia Viviani (8"), Simone Consonni (9") e Giacomo Nizzolo (9"): storicamente il Tour de Romandie non favorisce particolarmente i velocisti puri, ma grazie ad una buona condizione fisica i nostri potranno provare a ritagliarsi qualche occasione per lottare per un successo.