E Dumoulin ringrazia la Salda Alleanza
Ad Asiago Tom si difende e perde solo 15" da Quintana, Nibali e Pinot. Il merito? Anche di Jungels e Yates. E Mollema…
Alleanza doveva essere e alleanza è stata. Tra Quintana e Nibali ma non solo. La ventesima tappa del Giro d'Italia ha visto concretizzarsi l'alleanza tutta olandese tra Tom Dumoulin e Bauke Mollema, che ha potuto contare anche sul prezioso apporto di Bob Jungels ed Adam Yates.
Salvate il soldato Tom
Se un'indiavolata Katusha-Alpecin ha messo alla frusta il gruppo dei migliori sulle rampe del Monte Grappa, lungo la salita verso Foza è stato Vincenzo Nibali ad accendere la miccia tra gli uomini di classifica. L'attacco del capitano Bahrain-Merida ha costretto Nairo Quintana ad uscire allo scoperto per mettere in difficoltà lo "spauracchio" Dumoulin. L'olandese ex maglia rosa rappresentava l'uomo da far fuori su Grappa e Foza, le ultime due salite del Giro100. Tuttavia, la Farfalla di Maastricht ha resistito sull'ultima asperità di giornata per poi mantenere il gap nel successivo falsopiano che portava al traguardo di Asiago. Ma "Dumo", quanto ci ha messo del suo? Quanto bastava.
Utile alla causa, infatti, è risultato il lavoro di Jungels, Yates e Mollema, con i quali l'alfiere Sunweb ha stretto un'alleanza che molti non avrebbero pronosticato. Grazie alla collaborazione nata verso Foza, Dumoulin è uscito indenne dalla temuta frazione, pagando, abbuoni compresi, 25" a Pinot, 19" a Nibali e soltanto 15" a Quintana. La maglia rosa del colombiano è ora lontana 53". Per uno che domani avrà a disposizione una cronometro piatta di 30 km non è mica male, anzi.
Lotta per la maglia bianca? Macchè
Protagonisti del prezioso lavoro che ha permesso a Dumoulin di limitare i danni dopo gli attacchi di Quintana e Nibali, sono stati Yates e Jungels, i duellanti per la maglia bianca di miglior giovane. Chi si aspettava una lotta all'ultimo sangue anche per la palma di miglior under 25 è rimasto ben presto deluso. Anziché darsi battaglia, infatti, i capitani di Quick-Step Floors e Orica-Scott hanno stretto un patto di non belligeranza, in modo tale da favorire l'inseguimento alla testa della corsa, obiettivo condiviso proprio con Dumoulin.
Quintana, Nibali, Pinot, Zakarin e Pozzovivo. Un quintetto che, senza dubbio, faceva più paura al cronoman olandese, al contrario di Jungels e Yates, ormai lontanissimi dal podio e dalla top five. Quale obiettivo per giustificare un tale atteggiamento? La vittoria di tappa? Si sta parlando di due formazioni che hanno già conquistato successi parziali, con la Quick-Step che ha fatto sue ben cinque tappe (una proprio con Jungels), mentre la Orica ha potuto alzare le braccia al cielo con Caleb Ewan ad Alberobello. Successo di tappa che, dunque, non rappresentava un'ossessione per le due compagini, impegnate per un prestigioso traguardo come la maglia bianca.
Inutile dire che la spada di Damocle pendeva su Jungels, dall'alto dei 28" che lo dividevano dal leader Yates. Il lussemburghese, però, ha dalla sua anche la cronometro di domani, terreno nel quale riesce ad essere ben più competitivo del rivale britannico. Ciò poteva comportare, ovviamente, un qualche attacco di Yates, uno che non spicca di certo per l'intraprendenza. Il risultato che ne è venuto fuori è stato un aiuto prezioso (forse decisivo) nei confronti di Dumoulin che, così facendo, ha potuto anche centellinare le forze gestendo il complicato finale di tappa. Per il miglior giovane del Giro 100, la lotta sarà decisa dalle lancette, con molti rimpianti per qualcuno.
I "tulipani" spingono Dumoulin
Alleanza con i giovani e non solo. Elementi fondamentali per "Dumo" si sono rivelati anche i connazionali olandesi Bauke Mollema e Steven Kruijswijk. Un asse "oranje" ammirato già nella discesa da Sappada, quando Dumoulin è rimasto clamorosamente attardato dai migliori. Quest'oggi, con il capitano della LottoNL-Jumbo out per problemi intestinali, è stato Mollema a fornire il consueto apporto alla causa dell'ex leader della classifica generale. Nessun olandese ha mai vinto il Giro d'Italia, una "prima volta" storica che, probabilmente, unisce tutti al di là dei club di appartenenza. D'altronde questa è una storia vecchia quanto il ciclismo. Santa Alleanza italiana contro Jacques Anquetil docet.
Quella andata in scena da Pordenone ad Asiago può essere riassunta come una lotta tra due fazioni: quella composta da Quintana, Nibali e Pinot e l'altra capitanata da Dumoulin, che ha coinvolto anche Yates, Jungels e Mollema. Una sfida conclusasi in favore del terzetto a difesa dell'olandese, che domani avrà a disposizione il matchball per chiudere la partita del Giro100. Domani, però, saranno da soli l'uno contro l'altro. Non un dettaglio.