ABLOC, una storia di tenacia e pertinacia
Il fondatore della squadra neerlandese Paul Tabak scelse di ripartire da zero per evitare una fusione e il tempo gli ha dato ragione: la sua "creatura" è ancora in gruppo. Focus su Anton Kuzmin, grande protagonista in Asia
Trentesimo appuntamento con la rubrica Mondo Continental. In questa puntata: Tour of Yiğido, Tour of Kandovan, Ronde van de Achterhoek, Campionati Nazionali, Campionati Balcanici, Anton Kuzmin, grande protagonista fra Turchia e Asia Tour, e ABLOC, che ha evitato una fusione ed è ancora in gruppo.
Le corse della settimana
Tour of Yiğido
In settimana è andata in scena l’ennesima gara del foltissimo calendario turco 2023: il Tour of Yiğido, corsa a tappe di tre giorni, all’esordio nel calendario UCI. Al via si sono schierate le Continental locali Spor Toto, Beykoz Belediyesi e Konya Buyuksehir, la giapponese VC Fukuoka, la malese Terengganu Polygon, le selezioni nazionali di Algeria e Uzbekistan e quattro formazioni dilettantistiche. Ancora una volta assente la Sakarya BB, ormai ferma da diversi mesi.
La prova si è aperta con un cronoprologo pianeggiante di sette chilometri nell’abitato di Sivas. Il miglior tempo è stato quello del britannico Maximilian Stedman (Beykoz Belediyesi), che ha sfiorato i 50 km/h di media. Ahmet Örken (Spor Toto) ha chiuso secondo con 6” di ritardo e Jeroen Meijers (Terengganu Polygon) ha completato il podio, con un distacco di 11”.
La prima tappa in linea prevedeva un profilo piuttosto ondulato, con diversi strappetti e un finale piuttosto impegnativo. L’esperto Muradjan Khalmuratov (Nazionale Uzbekistan) ha staccato tutti e ha tagliato il traguardo in solitaria, conquistando anche la maglia di leader. Alle spalle del quarantunenne uzbeko si sono piazzati Jeroen Meijers, staccato di 32” e Ahmet Örken, che ha chiuso con 34” di ritardo.
La seconda e ultima frazione presentava diverse difficoltà altimetriche, con una discesa lunga e ripida a caratterizzare il finale. Maximilian Stedman ha fatto il vuoto e si è involato verso una grande vittoria solitaria. Alle spalle del britannico, un gruppo di una decina di uomini, comprendente anche il leader Muradjan Khalmuratov, ha tagliato il traguardo con 3’34” di ritardo. Jeroen Meijers ha vinto la volata per il secondo posto davanti a Yaroslav Parashchak (Beykoz Belediyesi).
Il grande assolo nell’ultima tappa ha regalato il successo finale a Maximilian Stedman, che ha preceduto di 3’02” Muradjan Khalmuratov e di 3’21” Jeroen Meijers, vincitore della classifica a punti. La Beykoz Belediyesi ha dominato la graduatoria a squadre grazie anche a Mengis Petros, settimo e miglior giovane della corsa. Azzedine Lagab (Nazionale Algeria), infine, si è laureato re dei GPM.
Tour of Kandovan
Nel weekend, in Iran, si è disputata la prima edizione del Tour of Kandovan, corsa di un giorno che fungeva da antipasto alla più importante corsa a tappe del paese. Al via erano presenti sedici squadre: dodici Continental (undici asiatiche e la neerlandese Universe), le selezioni nazionali di Iran, Iraq e Mongolia e una rappresentativa regionale locale. Il percorso di gara misurava soltanto cinquantuno chilometri, ma era molto impegnativo, con oltre mille metri di dislivello e un arrivo in salita, con la cima posta ad oltre i duemila metri di altitudine.
Come in occasione del GP Kaisareia, disputato in Turchia la settimana precedente, i grandi protagonisti sono stati Anatoliy Budyak (Terengganu Polygon) e Anton Kuzmin (Almaty Astana Motors). Rispetto alla corsa turca, in cui l’ucraino aveva staccato il kazako tagliando il traguardo in solitaria (seppur con un vantaggio risicato), le cose sono andate diversamente: i due sono arrivati insieme all’arrivo e il corridore dell’Almaty Astana Motors si è preso la rivincita sul rivale, precedendolo in volata. L’ex corridore della Gazprom-Rusvelo ha centrato così la terza vittoria UCI in carriera, la seconda stagionale.
Sul terzo gradino del podio è salito Ariya Phounsavath (Roojai Online Insurance), che ha chiuso la prova con soli 7” di ritardo. Per il campione nazionale laotiano, di gran lunga il miglior corridore del suo paese, si tratta di una bella conferma dopo gli ottimi risultati ottenuti nella prima parte di stagione.
Tutti gli altri hanno chiuso molto più lontani: solo il giapponese Marino Kobayashi (Matrix Powertag), quarto a 1’29”, e l’eritreo Metkel Eyob (Terengganu Polygon), quinto a 1’35”, hanno contenuto il distacco al di sotto dei due minuti dalla coppia di testa.
Ronde van de Achterhoek
Nei Paesi Bassi è andata in scena la Ronde van de Achterhoek, corsa di un giorno che fa parte del calendario internazionale dal 2021. Hanno preso il via ventitré squadre: un ProTeam (la Green Project-Bardiani), sedici Continental e sei formazioni dilettantistiche. Il percorso di gara era prevalentemente pianeggiante e le difficoltà erano rappresentate da ventidue settori di pavé, l’ultimo dei quali, però, era situato ad oltre trenta chilometri dall’arrivo. Dopo un primo passaggio sul traguardo, i corridori sono entrati in un circuito finale di circa 6 km da ripetere per quattro volte.
La gara è stata caratterizzata dall’attacco di Martijn Rasenberg (ABLOC), Rick Ottema (Allinq), Tim Marsman (Metec-SOLARWATT), Bertjan Lindeman (VolkerWessels) e Luca Dressler (Lotto-Kern Haus). I cinque hanno proseguito di comune accordo fino ai -10, quando il corridore della ABLOC ha deciso di andarsene da solo. Il vantaggio abbastanza limitato sul plotone lasciava presupporre un ricongiungimento generale, ma, anche a causa di qualche esitazione di troppo nell’inseguimento, il ventunenne non è più stato raggiunto ed ha potuto festeggiare la prima vittoria UCI in carriera.
Alle spalle di Martijn Rasenberg, il gruppo ha ripreso gli ex compagni di fuga del neerlandese e sono stati circa cinquanta corridori a giocarsi in volata la seconda posizione. Lo sprint ha premiato Martijn Budding (TDT-Unibet), che ha tagliato il traguardo con 10” di ritardo dal battistrada, precedendo di poco Noah Hobbs (Groupama-FDJ Continental). Appena fuori dal podio sono rimasti Mathias Larsen (Restaurant Suri-Carl Ras), che si è migliorato di una posizione rispetto al quinto posto dello scorso anno, e Gil D’Heygere (BEAT). Il migliore degli italiani è stato Luca Colnaghi (Green Project-Bardiani), che non è riuscito ad andare oltre l’undicesimo posto.
Campionati Nazionali Uzbekistan, Indonesia e Campionati Balcanici
Si sono finalmente disputati i campionati nazionali uzbeki, dopo lo scandalo di maggio, in cui la federazione aveva, di fatto, inventato delle corse, basandosi sui risultati dei corridori di casa nel Tour of Bostonliq I (per la cronometro) e nel Tour of Bostonliq II (per la prova in linea). Nessuna differenza nella gara a cronometro, con Aleksey Fomovskiy che si è confermato davanti a Muradjan Khalmuratov. Behzodek Rakhimbaev non ha disputato la prova e, così, terzo si è piazzato Dmitriy Bocharov.
Grossi cambiamenti, invece, nella prova in linea: nessuno dei corridori del podio di maggio si è piazzato nei primi tre (Khalmuratov ottavo, Damir Zabirov quinto e Akramjon Sunnatov nono). La vittoria è andata a Bocharov, che ha preceduto Edem Eminov e Danil Evdokimov.
Tempo di campionati nazionali anche in Indonesia: Aiman Cahyadi è tornato a conquistare il titolo a cronometro a quattro anni di distanza dalla precedente affermazione. Il corridore della Terengganu Polygon ha preceduto di 24” Muhammad Abdurrohman e di 1’31” Bernard Van Aert, entrambi tesserati per la MULA. Nella prova in linea, invece, si è imposto Terry Kusuma (Kelapa Gading Bikers) davanti a Cahyadi e ad Abdul Gani (Nusantara).
In settimana si sono disputati anche i Campionati dei Balcani. La prova a cronometro ha premiato il serbo Ognjen Ilić, grande favorito della vigilia. Il ventiquattrenne ha preceduto nettamente i rumeni della Sofer Savini Due Emil Dima, staccato di 1’45” e Mihnea-Alexandru Harasim, che ha pagato 2’58”. Una volata di otto corridori ha deciso la prova in linea ed è stata doppietta greca con Nikiforos Arvanitou (Sofer Savini Due) vincitore davanti a Nikolaos Michail Drakos, dilettante in Italia con l’Aries. L’albanese Olsian Velia si è preso il terzo posto, lasciando giù dal podio la Romania.
Le Continental tra i big
Cinque formazioni di terza divisione hanno partecipato, in Francia, al Tour du Poitou-Charentes. Oltre alle quattro compagini locali (assente come al solito la Groupama-FDJ Continental) era presente al via la neerlandese Allinq. A raccogliere il miglior risultato in classifica generale è stata la Van Rysel-Roubaix Lille Métropole, con il diciassettesimo posto di Samuel Leroux. I migliori piazzamenti di tappa, invece, li ha centrati la St.Michel-Mavic-Auber 93: Romain Cardis è stato secondo nella seconda frazione e quinto nell’ultime, mentre Rudy Barbier ha chiuso al quinto posto la prima. Anche la Nice Métropole Côte d’Azur ha ottenuto un buon piazzamento, grazie a Jean-Louis Le Ny, terzo nella terza tappa.
Il Deutschland Tour ha dato spazio soltanto a quattro delle otto Continental locali: Bike Aid, P&S Benotti, Rad-Net Oßwald e Saris Rouvy Sauerland. Il migliore in classifica è stato Frank Van Den Broek, sedicesimo, corridore della Development DSM-Firmenich in gara con il ramo WorldTour del team. Fra le formazioni invitate Vinzent Dorn è stato l’unico a tenere nelle tappe più impegnative: il venticinquenne della Bike Aid ha chiuso ventiduesimo. Il miglior risultato di tappa è stato ottenuto da Theo Reinhardt, pistard della Rad-Net Oßwald, sedicesimo nell’ultima frazione.
Negli ultimi giorni l’UCI ha annunciato diversi movimenti di mercato, che hanno riguardato principalmente formazioni asiatiche. L’iraniano Hossein Mahdi Nateghi ha firmato con gli indonesiani della Nusantara: il trentaseienne ha trovato posto nel mondo Continental per il diciassettesimo anno consecutivo, ma per la prima volta fuori dal suo paese. Il suo connazionale Hossein Askari, invece, non ha dovuto spostarsi all’estero: il quarantottenne correrà con la Omidnia e tornerà a far parte di una formazione UCI dopo sette anni, molti dei quali passati ai box per via di una lunga squalifica.
Diverse novità arrivano dalla Cina: la Li Ning Star ha messo sotto contratto il trentasettenne Periklis Ilias, che, almeno nel settore strada, era fuori dal giro delle squadre UCI dal 2014. Il corridore greco ha ottenuto dei buonissimi risultati nella prima parte di stagione con la maglia della propria nazionale e si è guadagnato questa possibilità. La Tianyoude Hotel, invece, ha dato una nuova occasione a Yonathan Monsalve, al rientro da una squalifica per doping di quattro anni: il venezuelano, che per diversi anni ha corso in Italia, correva proprio con la formazione cinese al momento dello stop.
Triplo arrivo in casa Wuzhishan: la formazione cinese ha ingaggiato tre corridori stranieri all’esordio nel mondo Continental: il ventottenne Oliver Anderson, il ventenne Angus Miller e il trentacinquenne Javier Sarda. I due australiani hanno corso diverse gare dilettantistiche in Belgio nella prima parte di stagione, ottenendo risultati incoraggianti. Lo spagnolo, invece, è da anni uno dei grandi protagonisti delle corse del calendario nazionale vietnamita, in cui ha conquistato tanti successi: ora avrà la possibilità di testarsi ad un livello superiore.
Soltanto sette corridori dell’attuale roster dell’Iraq Cycling Project fanno parte della squadra dall’inizio della stagione: tra partenze anticipate e arrivi tardivi, ben ventitré ciclisti hanno vestito la maglia della formazione irachena nel 2023. Il volto più noto fra i recenti arrivi in squadra è quello di Abdulhadi Alajmi, probabilmente il più importante ciclista kuwaitiano in attività e, attualmente, unico corridore del paese ad essere tesserato in squadre UCI.
Qualche novità arriva anche dagli altri continenti: gli australiani della St.George hanno riportato in gruppo Aidan Buttigieg che, pur essendo nato nel Down Under, ha rappresentato Malta agli ultimi Campionati del Mondo. Il turco Batuhan Özgür ha firmato con una Continental del suo paese, la Konya Buyuksehir, lasciando in anticipo la Sofer Savini Due. Con la partenza del venticinquenne, la compagine italo-rumena si ritrova così con soli nove corridori sotto contratto e avrà bisogno di ingaggiare qualcuno se vorrà gareggiare ancora in questa stagione, dato che le Continental devono avere un minimo di dieci ciclisti in rosa.
Il corridore della settimana: Anton Kuzmin
Anton Kuzmin sta vivendo un 2023 importante dal punto di vista della continuità di risultati: il ventiseienne ha concluso almeno una gara al mese in top ten, con l’unica eccezione di febbraio, in cui ha corso soltanto una gara di un giorno non adatta alle sue caratteristiche. Il corridore dell’Almaty Astana Motors ha conquistato una tappa al Tour of Thailand nel mese di aprile e si è ripetuto la scorsa settimana, quando si è imposto nel Tour of Kandovan.
Proprio nell’ultimo periodo sembra aver cambiato marcia, mostrandosi sempre più efficace in salita: prima del successo in Iran, infatti, il kazako era salito sul podio in due corse turche, il GP Kaisareia e il GP Kültepe, e aveva chiuso al sesto posto il Tour of Huangshan in Cina, dovendo rinunciare ad un risultato migliore a causa di uno spunto veloce non irresistibile.
Anton Kuzmin si fece notare per la prima volta dal grande pubblico al suo secondo anno tra gli juniores, quando chiuse al terzo posto il campionato nazionale a cronometro di categoria. Questo risultato gli aprì le porte del mondo Continental: firmò, infatti, con la Seven Rivers, formazione kazaka nata sulle ceneri dell’Astana Continental, che aveva chiuso al termine della stagione precedente a causa di numerosi casi di doping.
Già al primo anno tra gli under 23 divenne uno dei punti fermi della nazionale: disputò, infatti, diverse gare della Coppa delle Nazioni e si guadagnò la convocazione per i Campionati Asiatici di categoria. A livello UCI non ottenne grandissimi risultati, ma poté sicuramente archiviare con soddisfazione la sua prima stagione tra i grandi.
Nella stagione successiva difese i colori dell’Astana City, la nuova denominazione della Seven Rivers. Ancora una volta disputò diverse gare di Coppa delle Nazioni, ma, pur mostrando dei miglioramenti, restò ancora lontano dalle prime posizioni. Il suo percorso di crescita lo portò anche ad esordire in una gara di categoria HC, il Presidential Tour of Turkey, che portò a termine.
Nel 2017 Kuzmin iniziò a farsi vedere nelle corse di categoria 2, ottenendo i migliori risultati al Gemenc GP. Terminò la corsa ungherese all’ottavo posto, cogliendo anche due top ten di tappa. Riuscì a ben figurare anche nel Tour of China I e nel Tour of China II, due corse di categoria 1: in entrambe le occasioni tenne bene in classifica, finendo non troppo lontano dalle prime posizioni.
Nell’ultimo anno da under 23 confermò la buona predisposizione per le corse a tappe, già lasciata intravedere nelle stagioni precedenti: fu sesto al Tour of Cartier e nono al Baltyk-Karkonosze Tour, in cui si portò a casa la maglia di miglior giovane. A livello più alto, chiuse al ventesimo posto il Czech Cycling Tour, battuto soltanto da Torjus Sleen nella classifica riservata ai corridori sotto i ventitré anni.
Per quanto incoraggianti, i risultati del quadriennio tra gli under 23 non furono sufficienti a garantirgli un approdo tra i professionisti e, così, il kazako rimase all’Astana City anche per il primo anno da élite, continuando la sua crescita regolare. Terminò sul podio il campionato nazionale (battuto solo da due corridori dell’Astana WT) e chiuse nella top ten tre corse a tappe: fu nono al CCC Tour, settimo al Baltyk-Karkonosze Tour e decimo al Tour of Almaty.
Il costante miglioramento dei suoi risultati anno dopo anno convinse la Gazprom-Rusvelo a puntare su di lui e a portarlo fra i professionisti. Il primo anno nella formazione russa, però, non andò come sperato: anche a causa della pandemia, Kuzmin mise insieme solo ventuno giorni di corsa, accumulando ritiri e ottenendo come miglior risultato un non esaltante cinquantacinquesimo posto al Trofeo Matteotti. Si tolse, comunque, la soddisfazione di esordire in una corsa WorldTour, partecipando al Lombardia.
Nel 2021 riuscì a fare meglio, concludendo in sesta posizione il campionato nazionale e in diciottesima il Sazka Tour (con un nono posto di tappa all’attivo). Rispetto alla stagione precedente il miglioramento fu evidente, ma non sufficiente per guadagnarsi la conferma con la Gazprom.
Lo scorso anno il kazako è tornato in patria e ha firmato con l’Almaty. Nonostante un calendario piuttosto ristretto, che lo ha visto in gara soltanto in Turchia e nei campionati nazionali, Kuzmin è tornato a fare qualche buon risultato. Ha centrato la top ten in entrambi i campionati nazionali (nono in linea e terzo a cronometro) e ha raccolto diversi piazzamenti interessanti nelle corse turche, con la perla della prima vittoria UCI in carriera al GP Cappadocia.
Quest’anno, anche grazie ad un calendario più internazionale, sta facendo ancora meglio e potrà togliersi ancora diverse soddisfazioni, anche se le possibilità di un ritorno tra i professionisti, almeno nell’immediato, sembrano scarse. Attualmente Anton Kuzmin è in gara al Tour of Iran, in cui si sta comportando piuttosto bene.
La squadra della settimana: ABLOC
Nel folto mondo delle Continental neerlandesi, la ABLOC è una delle principali protagoniste: sempre presente nelle corse di casa, la formazione diretta da Paul Tabak non si è limitata a correre nel Benelux, ma ha disputato diverse gare in giro per l’Europa, arrivando a prendere parte (con ottimi risultati) anche al Tour of Qinghai Lake. Martijn Rasenberg si è recentemente imposto alla Ronde van de Achterhoek, regalando alla squadra il settimo successo stagionale. Curiosamente le altre sei erano arrivate tutte fuori dai Paesi Bassi.
La compagine neerlandese è stata creata nel 2008 e, dopo qualche stagione nel panorama dilettantistico locale, ha preso la licenza Continental nel 2014, con il nome di Parkhotel Valkenburg. Nel 2017 la squadra avrebbe dovuto fondersi con la Jo Piels, ma il fondatore Paul Tabak ha deciso di opporsi e di proseguire la sua avventura in proprio con un nuovo sponsor, Monkey Town. La scelta si è rivelata vincente: la Destil-Parkhotel Valkenburg, frutto della fusione, ha chiuso i battenti alla fine del 2018, mentre la ABLOC, erede della Monkey Town, è ancora in gruppo. Quattro corridori italiani, Marco Zanotti, Massimo Graziato, Antonio Santoro e Nicola Gaffurini, hanno fatto parte della rosa del team nei primi anni da Continental, ma dal 2020, anno in cui la squadra ha preso la denominazione attuale, non ci sono più stati azzurri nel roster.
Attualmente la rosa della ABLOC è composta da diciotto corridori: Frank Van Den Broek, il corridore più vincente del team nel 2023 con tre successi all’attivo, ha lasciato la squadra a metà luglio per passare alla Development DSM-Firmenich.
Il corridore più noto in squadra è Jan-Willem Van Schip. Il ventinovenne ha corso da professionista con la Roompot nel biennio 2018-2019 e conta nel proprio palmares nove vittorie UCI, tra cui una tappa del Belgium Tour 2019. Negli ultimi anni si è concentrato soprattutto sulla pista: quest’anno si è laureato campione del mondo nella Madison (in coppia con Yoeri Havik), conquistando la sua seconda maglia iridata, dopo quella della Corsa a Punti 2019.
Un altro corridore molto attivo su pista è Philip Heijnen. Il ventitreenne ha conquistato quest’anno la prima medaglia internazionale a livello élite (un bronzo nell’eliminazione ai Campionati Europei), dando continuità ai buoni risultati ottenuti nella categoria under 23. Questa stagione è la sua prima a livello Continental, ma, per ora, su strada non è stato in grado di farsi notare.
Il corridore che, al momento, offre le maggiori garanzie su strada è Mārtiņš Pluto. Il lettone ha vinto una sola corsa UCI, la Midden-Brabant Poort Omloop nel 2022, ma si è dimostrato un velocista regolare e affidabile. Quest’anno non è ancora riuscito a vincere, ma ha ottenuto ben sei piazzamenti sul podio. Il venticinquenne è la bandiera della squadra, con cui corre sin dal 2018.
Ha, invece, esultato nel 2023 l’altra ruota veloce del team, Jesper Rasch. Il venticinquenne si è imposto in una tappa del Tour du Loir-et-Cher e ha sfiorato il bis al Memoriał Andrzeja Trochanowskiego: nella corsa polacca aveva preso in testa l’ultima curva, situata a soli 100 metri dal traguardo, ma era finito a terra, dovendo dire addio ai sogni di gloria.
Ha già vinto nel 2023 anche Antti-Jussi Juntunen. Il ventiquattrenne si è laureato campione nazionale finlandese per la seconda volta (dopo il titolo del 2020), mentre nelle gare internazionali si è fatto notare soprattutto al Sibiu Tour, con la conquista della maglia di miglior scalatore. Un paio di anni fa sembrava promettere molto di più, ma al momento la sua carriera sembra essere un po’ in stallo.
Nils Sinschek ha conquistato quest’anno la sua prima vittoria UCI, imponendosi, grazie ad una fuga, nella seconda tappa del Tour of Qinghai Lake. Il venticinquenne è un prodotto del Development Team Sunweb (attuale DSM), ma non è riuscito a guadagnarsi un contratto da professionista al termine del quadriennio da under 23.
Martijn Rasenberg ha vinto recentemente la Ronde van de Achterhoek, conquistando il primo successo UCI in carriera. Il ventunenne si è imposto a sorpresa, ma aveva già fatto vedere ottime cose al Tour of Qinghai Lake, in cui aveva centrato ben quattro top ten di tappa. Passista dal fisico possente, potrà togliersi altre soddisfazioni in carriera.
Non hanno vinto, ma ci sono andati vicinissimi sia Stijn Appel che Callum Macleod. Il ventiseienne neerlandese si è fatto sorprendere da Thimo Willems nel finale della Midden-Brabant Poort Omloop, mentre il ventitreenne britannico è arrivato a soli tre secondi da Tim Marsman nella classifica finale del Tour du Loir-et-Cher. Entrambi hanno mostrato interessanti passi avanti rispetto alle stagioni precedenti.
Arrivano dal ciclocross i ventiduenni Bodi Del Grosso e Luke Verburg. Il primo ha un po’ abbandonato la specialità negli ultimi anni, oscurato dalla stella del fratello Tibor. Su strada, invece, è vicecampione nazionale under 23 in carica. Il secondo, invece, sta continuando la sua carriera nel fuoristrada, anche se non è ancora esploso. Su strada si è fatto notare con otto top ten e la medaglia d’argento nella prova in linea dei campionati nazionali.
Tra gli altri uomini della rosa, i più anziani sono Jelle Johannink e Meindert Weulink. Il primo, ventisei anni, è al primo anno nel mondo Continental ed è stato terzo in una tappa del Tour of Qinghai Lake di quest’anno. Il secondo, ventiquattro anni, ha chiuso al secondo posto il GP Velo Alanya 2022, mentre quest’anno ha fatto bene alla Ronde de l’Oise, in cui è stato sesto in classifica e ha vinto la maglia di miglior scalatore.
Concludono il roster cinque corridori ancora a caccia di grandi risultati: i ventiduenne Lars Loohuis (in squadra dal 2019) e Luuk Herben, il ventenne Mike Schuch, vincitore della maglia dei GPM alla Course de la Paix Grand Prix Jeseníky di quest’anno, e i diciottenni Maxime Duba e Otto Van Zanden.
Nel mese di settembre, in assenza di corse nei Paesi Bassi, dove si correranno i Campionati Europei (riservati alle nazionali), la ABLOC sarà impegnata in Belgio per la Gooikse Pijl e il Circuit Franco-Belge.