Evenepoel di nuovo battuto: "Devo migliorare in salita". Ciccone: "Sogno il gradino più alto!"
Le dichiarazioni dei protagonisti del Lombardia 2024: il belga pensa al 2025, Pogačar si gode l'ennesima giornata di gloria, Ciccone sogna in grande
Tadej Pogačar ha vinto il suo quarto Lombardia consecutivo lasciando sul posto il gruppo dei migliori sulla Colma di Sormano, a 48.4 km dall'arrivo. Il secondo, Remco Evenepoel è arrivato con oltre 3' minuti dallo sloveno, mentre Giulio Ciccone è riuscito con una notevole rimonta a staccare i rivali per il terzo gradino del podio sull'ultima salita, il San Fermo della Battaglia.
Queste le dichiarazioni di alcuni dei protagonisti:
Tadej Pogačar:"Ogni vittoria è speciale, questa non è diversa"
“Ogni vittoria è speciale e oggi non è diversa”- ha detto il Campione del Mondo - “La squadra ha lavorato duro tutto l’anno e così è stato anche oggi. È stata una giornata lunga e un compito arduo per noi. Abbiamo fatto un ottimo lavoro e sono molto felice di aver vinto per la squadra.
Avevamo pianificato l'attacco. La corsa è talmente dura che negli ultimi quaranta chilometri si lotta uomo contro uomo. Sapevo che con un margine in cima avrei potuto resistere. Per fortuna ci sono riuscito.
C’è stato un momento in cui Evenepoel si è avvicinato un po’ di più durante la discesa. Poi il percorso è andato un po' su e giù. Lì ho provato a spingere il più forte possibile per guadagnare qualche secondo. È così che speravo di metterlo in crisi mentalmente. Questo mi ha dato un po’ di aiuto.
Mi è piaciuto il pubblico e tutto il loro incoraggiamento. Ma non vedo l'ora che arrivi la fine della stagione. Il mio posto nella storia del ciclismo? Guardiamolo dopo la mia carriera."
Remco Evenepoel: “Devo diventare uno scalatore migliore”
“Sono felice” - ha detto il Campione Olimpico a Cycling Pro Net- "La mia previsione stamattina si è avverata. Tadej ha attaccato a circa sei chilometri dalla vetta, nella parte più difficile, quindi è logico che si sia attivata in quel momento. Ho cercato di trovare il mio ritmo e sono arrivato in cima con un piccolo distacco. In questo modo ho potuto spingere in discesa e guadagnare un po' di vantaggio. Ho sofferto molto nel finale, ma il margine c'era già quindi non ho preso rischi. La battaglia riguardava più i ragazzi dietro di me. Sapevo già che era un minuto e mezzo rispetto a Tadej. È stato fantastico per tutta la stagione. Volevo assicurarmi il secondo posto. Questo era il massimo possibile oggi.
Per l'anno prossimo devo lavorare sulle mie doti di scalatore. Tra il Tour e oggi Tadej stava migliorando sempre di più in salita. Questo è ciò su cui devo lavorare: diventare uno scalatore migliore per avvicinarmi a quei ragazzi. Quest’anno ho dimostrato molta pazienza e fiducia. Ora inizia il lavoro per restare al top nei Grandi Giri e nelle classiche da scalatori”.
Giulio Ciccone: “Sogno il gradino più alto”
“È un podio che significa molto per me, è il modo migliore per concludere un anno difficile. Ho iniziato a pedalare a marzo, questo mi è costato una parte importante della stagione e sono stato costretto a rivedere piani e obiettivi. Questo è un risultato che mi dà morale per preparare la nuova stagione con fiducia e grinta. Fin dalle prime salite ho sentito che le mie gambe erano quelle dei giorni migliori. È stata una iniezione di fiducia. Ho detto ai miei compagni di squadra che mi hanno dato morale e tanto supporto…grazie ragazzi! Abbiamo ottenuto il massimo che potevamo, non abbiamo rimpianti.
Dobbiamo essere realisti, corro in un momento in cui ci sono campioni assoluti. Essere sul podio con due di loro, Pogačar ed Evenepoel, è una specie di soddisfazione. Dà un valore aggiunto al mio risultato. La gara è andata come ci aspettavamo. Dura fin dall'inizio, le intenzioni di tutti erano chiare. Il ritmo è salito in crescendo perché la fuga sembrava pericolosa a molti corridori e le squadre non lasciavano respiro durante l'inseguimento. Quando abbiamo raggiunto la fuga, il ritmo è rimasto alto fino a diventare insopportabile per tutti, tranne Pogi. Per me era importante gestirmi, correre in modo intelligente. Sentivo di avere ancora qualcosa nelle gambe e l'ho tenuto per l'ultima salita. Il Lombardia è una corsa dura, quando la finisci sei distrutto, ma è una classica fantastica che adoro e, sulla carta, apre così tanti scenari diversi. Oggi sono sul podio per la prima volta. Il sogno, un giorno, è salire sul gradino più alto.”