Il direttore del Tour de Suisse Olivier Senn con Thomas Pupp (di spalle) e Fabian Wegmann (sullo sfondo) © Radsport / Maria Hörhager
Professionisti

GPS in gara, gli organizzatori si mobilitano: "Non vogliamo limitarci a parlare"

La replica di Lappartient: "Non freneremo l'innovazione tecnologica che garantisce la sicurezza dei corridori"

27.11.2024 15:17

Le ultime due stagioni ciclistiche sono state segnate da un altissimo numero di incidenti in corsa, tre dei quali si sono rivelati fatali. Mentre l'UCI discute delle possibili misure da adottare per rendere il ciclismo uno sport più sicuro per chi lo pratica a livello professionistico, c'è già chi intende impegnarsi autonomamente.

 

La proposta degli organizzatori

Il direttore del Tour of Austria Thomas Pupp ha chiamato a raccolta gli omologhi Fabian Wegmann (Deutschland Tour) e Olivier Senn (Tour de Suisse), e con loro ha discusso durante il talk show ciclistico Windschatten sulla possibilità di implementare il tracciamento GPS dei corridori durante le corse che si svolgono nei loro tre paesi. “Non è possibile che un corridore non sia più visibile durante una gara: il tracciamento è stato molto discusso dopo gli incidenti” ha dichiarato Pupp, durante il cui evento è venuto a mancare, a causa di una caduta, il ciclista norvegese André Drege

Dello stesso parere Olivier Senn: “Per me è chiaro, non se ne può più fare a meno. Purtroppo, abbiamo dovuto impararlo nel modo più doloroso” ha detto il direttore del Tour de Suisse, durante il quale diciassette mesi fa ha perso la vita Gino Mäder. Senn è stato anche il direttore sportivo dei Campionati del Mondo di Zurigo, tristemente ricordati per la morte della giovanissima Muriel Furrer. "Cinquanta anni fa siamo andati sulla luna e ora abbiamo "perso" un'atleta in una gara ciclistica nella civilissima Svizzera". 

Il nostro sport deve svilupparsi ulteriormente” ha proseguito Senn. "Ci vorrà del tempo ed è per questo che noi organizzatori diciamo semplicemente: lo faremo ora! Perché probabilmente non si può prevenire l'incidente in sé, ma quello che è successo dopo poteva essere prevenuto e non si deve permettere che accada più". Senn ha poi annunciato che il Tour de Suisse, il Deutschland Tour e il Tour of Austria potrebbero adottare il tracciamento GPS già dal prossimo anno, senza attendere un parere favorevole da parte dell'UCI: "Riteniamo che sia nostro dovere fare il massimo e non limitarci a parlarne" ha concluso.

Anche Wegmann, parlando con Radsport si è dichiarato assolutamente favorevole: "Ma il sistema deve funzionare: sia il GPS stesso, sia l'allarme che fa scattare e la catena di soccorso ad esso collegata. C'è ancora molto da discutere e chiarire: dopotutto, un sistema del genere crea nuove responsabilità e quindi qualcuno che è attivamente e legalmente responsabile del suo funzionamento".
 

Il commento di David Lappartient

Il presidente dell'UCI David Lappartient, intervenuto all'assemblea dell'Associazione Internazionale Organizzatori Corse Ciclistiche (AIOCC), si è espresso a riguardo parlando anche dell'incidente occorso a Muriel Furrer.

David Lappartient © RaiSport
David Lappartient © RaiSport

Dobbiamo fare passi avanti nel campo della sicurezza e la tecnologia ci può aiutare. Oggi, con strumenti come i tracker GPS possiamo localizzare un corridore caduto, come nel caso di Muriel” ha commentato Lappartient, aggiungendo poi: “In questo caso il problema non è che il corridore non fosse localizzabile con il suo GPS, ma che nessuno si sia accorto che non fosse passato affatto”. Lappartient riconosce che l'uso di una tracker GPS possa consentire un intervento immediato in caso di caduta in un punto scoperto o remoto del percorso, concludendo: “La tecnologia i è andata avanti e dobbiamo tenerne conto. Non metteremo mai freni all'innovazione tecnologica che garantisce la sicurezza dei corridori”.  

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