Elogio di Fran: un monellaccio ribalta il Sicilia!
Il 19enne Miholjevic va in fuga, stacca tutti, si difende dal ritorno del gruppo, vince a Piazza Armerina e strappa a Damiano Caruso la maglia di leader: l'eco di un capolavoro letterario! E domani il gran finale sull'Etna
Che bella storia, che bella sorpresa oggi nel cuore della Sicilia, che rivelazione Fran Miholjevic, ragazzo croato di 19 anni da sempre abituato a respirare ciclismo in quanto figlio di (Vladimir, già corridore con lunghi anni di gregariato nel palmarès, oggi direttore sportivo della Bahrain-Victorious), e al lavoro per invertire la semantica, che sia Vladimir, un domani, a essere identificato come "padre di". Nell'attesa, oggi il giovanotto si gode una giornata realmente indimenticabile. Non è uno che vinca tutte le settimane, il corridore del CT Friuli, ma oggi l'ha fatto in una maniera che resta negli occhi, attaccando tutto il giorno, conservando le energie necessarie per un finale da brividi, addirittura andando a conquistarsi una maglia che sta avendo come contendenti uomini del livello di Damiano Caruso (che oggi la indossava), Vincenzo Nibali, Domenico Pozzovivo. Un 19enne spazza - per un giorno solo, s'ipotizza - un'intera schiera di ultratrentenni che da una vita detengono il centro della scena, ma che rivincita generazionale, che ventata d'aria fresca, che colpo di vitalità! Poi domani l'Etna rimetterà probabilmente tutte le pedine al proprio posto, anche giustamente perché - diciamocelo - che campioni sono quelli che oggi Miholjevic ha spodestato? Ma è bello che per un giorno la bizzarria dell'imprevedibile poggi tutta sulle spalle ancora acerbe ma già robuste di questo ragazzino appena uscito dalla pubertà: una scena che nel ciclismo degli anni '20 sta peraltro diventando sempre più frequente, familiare, rassicurante.
La Realmonte-Piazza Armerina di 171 km, terza e penultima tappa del Giro di Sicilia 2022, offriva un percorso nervoso e potenzialmente molto amico di eventuali fughe. Non per caso ci è voluta una ventina di chilometri prima che l'attacco a lunga gittata iniziasse a comporsi, dopodiché ci siamo ritrovati con un drappello di 6 al comando, e nella fattispecie Martin Svrcek (Biesse-Carrera), Veljko Stojnic (Corratec), Alessandro Iacchi (Qhubeka), Fran Miholjevic (Cycling Team Friuli), Matteo Furlan (D'Amico-UM Tools) e Federico Burchio (Work Service Vitalcare Vega). Stojnic ha conquistato il Gpm di Naro dopo 34 km (ma la maglia di migliore scalatore restava intoccata sulle spalle di Stefano Gandin del Team Corratec), quindi Furlan si staccava dal drappello ai -95 (e addirittura poco dopo si ritirava), mentre gli altri arrivavano ad avere 5'10" di vantaggio massimo a 67 km dalla conclusione.
Il gruppo lasciava fare un po' troppo a dire il vero, e quando nel finale la Eolo-Kometa ha aumentato il ritmo pareva già quasi troppo tardi per andare a chiudere sui primi. Tra i quali però la situazione era in evoluzione: ai -14 Svrcek, appiedato da una foratura, si è dovuto far da parte; ma il meglio doveva ancora venire, infatti ai -12 Miholjevic, che dei battistrada era il più vicino in classifica (soli 35" dal leader Damiano Caruso), ha optato per la soluzione personale, involandosi e non senza grande convinzione.
A questo punto la Nazionale Italiana ha compreso che bisognava stringere i tempi se si voleva quantomeno salvare la maglia, e in prima persona Caruso, supportato da Giovanni Carboni e Nicola Conci, ha fatto una notevole sgasata, chiamando alla reazione anche altri grossi calibri a partire da Vincenzo Nibali (Astana Qazaqstan) e di fatto frazionando indelebilmente il gruppo. Ma la sfuriata del ragusano ha sì riavvicinato il fuggitivo, da 1'30" a 1'10", ma si è poi esaurita abbastanza presto, permettendo molti rientri da dietro e al contempo lasciando il croato a gestire un margine che ancora ai 3 km era superiore al minuto. Praticamente imprendibile ormai.
L'Italia di Daniele Bennati ha continuato, con Cristian Scaroni e Alessandro Verre, a spingere dietro, ma ciò non ha inficiato l'esito che andava a determinarsi all'arrivo di Piazza Armerina: il giovane Fran è andato a prendersi il successo, non mascherando una grande incredulità, e raddoppiandola poco dopo alla notizia che non solo la vittoria di giornata conquistava, ma pure il primo posto in classifica: cosa chiedere di più a 19 anni e qualche mese?
Anzi, il croato ha pure rallentato visibilmente nel finale, quasi quasi mettendo a rischio la presa della maglia rossogialla. Ma il suo margine lo metteva al riparo da sorprese: 41" alla fine sul gruppo regolato dal canadese Pier-André Coté (Human Powered Health), che tra l'altro aveva pure forato non molti chilometri prima, davanti a Filippo Fiorelli (Bardiani-CSF), Nicola Venchiarutti (Work Service), Vincenzo Albanese (Eolo), Vincenzo Nibali, Jacopo Mosca (Trek-Segafredo), Valerio Conti (Astana), Georg Zimmermann (Intermarché-Wanty) e Alessandro Fedeli (Italia).
La nuova generale è la seguente: Miholjevic guida con 18" su Caruso, 22" su Nibali, 23" su Fiorelli (che come consolazione si è preso la maglia della classifica a punti che gli ha concesso una gita sul palco premiazioni tra il tripudio del suo pubblico), 24" su Domenico Pozzovivo (Intermarché), 28" su Kenny Elissonde (Trek), 31" su Fedeli, Conci, Jefferson Alexander Cepeda (Drone Hopper-Androni Giocattoli), Edgar Pinzon (Colobmia Tierra de Atletas-GW Bicicletas) e Albanese.
Domani la quarta e ultima tappa del Giro di Sicilia porterà la carovana da Ragalna all'Etna, all'approdo di Piano Provenzana, un totale di 140 km senza un metro di pianura. Le salite verso Maletto, della Strada Provinciale dell'Etna Settentrionale e di Contrada Giuliana (dove c'è il traguardo volante ai -61.6) precederanno la lunga ascesa finale, che passerà ancora da Contrada Giuliana (ma da un altro versante), oltre 14 km quasi al 6%, quindi - dopo breve contropendenza - tornerà di nuovo a salire fino al Rifugio Citelli (12.5 km al 6.5%) e, dopo un altro paio di chilometri di discesa, ancora più su fino al traguardo, con la rampa finale di 3.3 km all'8.5% medio ma con punte al 13%. Non mancherà anche domani il vento, insomma sarà una giornata da uomini veri: ne resterà soltanto uno!