
L'ultimo saluto del ciclismo italiano a Vito Di Tano
Il bicampione del mondo di ciclocross stroncato da una grave malattia
Il fuoristrada era la sua vita. Ma il povero Vito Di Tano - morto il 5 febbraio all'età di 70 anni per le conseguenze di un tumore ai polmoni - non ha mai cercato scorciatoie nella sua parabola sportiva e umana, affrontata con orgoglio e dignità fin da ragazzo, quando ha dovuto prendersi carico della sua famiglia dopo la precoce scomparsa del padre.
Il ciclismo italiano ricorda Vito Di Tano
Nato a Monopoli (Bari) il 23 settembre 1954, Di Tano lasciò la Puglia nella seconda metà degli anni Settanta per trasferirsi in provincia di Bergamo. Ferroviere ausiliario di professione, il longilineo corridore pugliese si ritagliò una carriera di prim'ordine nel ciclocross, vincendo per due volte il titolo mondiale dei dilettanti: se il trionfo del gennaio 1979 a Saccolongo (Padova) destò una certa sensazione perché Di Tano si era avvicinato da poco tempo al cross, la seconda maglia iridata - conquistata 7 anni dopo a Lembeek (Belgio) - arrivò in fondo a una prova esemplare sia dal punto di vista tecnico, sia sul piano atletico: il crossista metà pugliese, metà lombardo seminò la concorrenza su un percorso oltremodo indurito dalla pioggia e dalla neve, affrontando quasi metà gara con la bicicletta sulle spalle.
Il corridore della Guerciotti Milano - 13 presenze consecutive in maglia azzurra dal 1978 al 1990 - ha conquistato anche 6 titoli italiani di ciclocross tra il 1980 e il 1987, macinando in tutto più di 140 vittorie. Nella sua carriera, Di Tano ha anche gareggiato su strada, dove ha totalizzato una cinquantina di successi.

I funerali nella sua Fasano
Conclusa la carriera agonistica, Di Tano ha continuato a frequentare assiduamente il ciclismo d'inverno, rivestendo l'incarico di commissario tecnico della Nazionale per poi diventare direttore sportivo della Fas Airport Services Guerciotti, la squadra del pluricampione italiano Gioele Bertolini e del due volte iridato Daniele Pontoni, l'ultimo, indiscusso fuoriclasse italiano della specialità. Di Tano ha altresì seguito le prime fasi della carriera di due ottime stradiste come Alice Maria Arzuffi e Gaia Realini.
Già provato da una malattia rara della pelle, la sclerodermia, l'ex campione di ciclocross ha scoperto appena 5 mesi fa di avere un tumore maligno ai polmoni. I suoi funerali sono stati celebrati giovedì mattina nella chiesa della Madonna del Carmine di Fasano (Brindisi), dove ha trascorso gli ultimi anni della sua esistenza.
Ai figli Alessandro, Mariagrazia e Sara e ai suoi quattro nipoti le condoglianze della direzione e della redazione di Cicloweb.