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La Vuelta, 14a tappa: i Pirenei concedono diritto di replica

La Jumbo-Visma è in teoria nettamente superiore, ma di fatto almeno 3 avversari erano quasi al loro livello in salita sul Tourmalet; domani Hourcère e Larrau potrebbero essere il luogo del riscatto

08.09.2023 19:08

La classifica è già stata stravolta una volta e domani potrebbe avvenire di nuovo: quella tra Sauveterre-de-Béarn e la stazione sciistica di Larra-Belagua è la seconda tappa di montagna consecutiva, nonché quella più di tutte pensata per attaccare da lontano e sovvertire gli ordini in questa Vuelta; tuttavia anche questa presenta il difetto di essere molto contenuta (156.2 km). Ad ogni modo in poco più di 100 km si sommano circa 3500 metri di dislivello e, soprattutto, l'ultima salita non sarà la più dura del giorno, mentre la penultima sarà una delle più dure di tutta la Vuelta. La rumba inizia dopo una cinquantina di km di fondovalle, ai piedi del Col de la Hourcère, 11.1 km all'8.8% con la pendenza che parte subito tosta (dopo il primo km inizia un tratto di 3 km al 10.5%, max 14%) per poi essere leggermente più agevole (8% circa) nella seconda parte. L'ennesima discesa tecnica di questi due giorni (nonché talvolta molto ripida) conduce ad un tratto di fondovalle, prima a favore (7 km al -2.2%) e poi a salire (5.5 km all'1.8%) che precede la salita chiave del giorno, il Port de Larrau, salita molto dura ed affascinante, troppo ignorata dal ciclismo e sicuramente dalla Vuelta, che di qui non era mai transitata: ufficialmente 14.9 km all'8% (anche se la salita inizia davvero qualche metro più avanti) con i primi 10 km durissimi (9.7% di media, max 16%) che portano al Col de Erroymendi; qui la strada è appena ondulata, quasi pianeggiante (media 1%; il profilo ufficiale è molto più deformato del dovuto) per quasi 3 km, prima degli ultimi 1700 metri ancora molto ripidi (media 10.3%, max 14%). Da qui mancano 47.2 km, tanti, ma nemmeno troppi, teoricamente la distanza giusta per le imprese. La successiva discesa non è meno insidiosa della precedente ed immediatamente seguita dal Puerto de Laza (3.4 km al 6.3%). Il tratta che segue la discesa è l'unico sfavorevole per un attaccante, una ventina di km di fondovalle, prima a scendere poi a salire, che comunque non sono tantissimi. Poi inizia la salita finale verso gli impianti di Larra-Belagua, non durissima, adatta ad essere collocata in questo modo: sono ufficialmente 9.5 km al 6.3%, ma di fatto la salita finisce dopo i primi 8 km (media 7.2%, max 10%), al Portillo de Eraize. La pendenza poi è sempre più lieve, con l'ultimo km che è quasi pianeggiante (1%).

Fari puntati su…

La giornata di oggi ha fatto fuori uno degli uomini cardine della corsa, ovvero Remco Evenepoel (Soudal - Quick Step) che è uscito nettamente di classifica (19° a 27'50" da Kuss) e non rappresenta più un fattore per il successo finale. Gli resta, sempre che le condizioni fisiche non lo costringano al ritiro, la possibilità di testarsi in montagna provando a vincere una tappa andando in fuga: domani forse è troppo presto; riprendersi da una crisi del genere non è facile, quindi è più lecito attenderselo sulle Asturie.

Chiusa questa imprescindibile premessa, la classifica è stata riscritta, ponendo i Jumbo-Visma come dominatori assoluti, che tuttavia non potranno distrarsi: se è vero che oggi hanno fatto il bello e il cattivo tempo, c'è anche da dire che un gruzzolo di avversari è rimasto decisamente a galla in salita: Juan Ayuso (UAE Team Emirates) e Cian Uijtdebroeks (BORA - hansgrohe) hanno sì perso 38" da Jonas Vingegaard, ma ce n'erano invece soltanto 8 da Sepp Kuss e 5 da Primož Roglič, nonostante questa fosse una delle tappe più dure della Vuelta e alle spalle siano volati minuti nei confronti di tutti gli altri. Lo stesso si può dire per Enric Mas (Movistar Team), che ha perso soli ulteriori 2". Questo significa che sulle vere salite si sono comportati da padroni ma non hanno, almeno ad oggi, una netta superiorità che garantisce loro di guadagnare minuti; lo stesso Vingegaard ha scelto il momento giusto per andarsene e ne aveva più degli altri, ma non ha fatto molta differenza, tant'è che è bastata l'accelerata di Kuss e Roglič a caccia del podio per far riavvicinare anche gli altri tre. Aggiungiamoci inoltre che al comando si trova un Kuss che per forza di cose non dà garanzie assolute in termini di tre settimane, avendo sempre corso come gregario ed essendo per di più al suo terzo Grande Giro consecutivo. Se saltasse Kuss, cosa che non possiamo escludere, ad oggi si troverebbe in testa Roglič con appena 1' di vantaggio su Ayuso e 1'29" su Mas; più indietro Uijtdebroeks (9° a 5'30" da Kuss, 3'53" da Roglič) che aveva perso molto sia a Xorret de Catì, sia nella cronometro di Valladolid. Tutto questo significa che la battaglia è più aperta di quanto si pensi e domani è giusto che qualcuno voglia provare nuovamente a scombinare le carte, essendo anche che ci saranno nelle gambe le fatiche di oggi e le forze in campo potrebbero mutare ulteriormente.

Per completezza ricordiamo che relativamente vicini in top10 si trovano anche un Marc Soler (UAE Team Emirates) decisamente in calo ma ancora a galla (6° a 3'10"), un Mikel Landa (Bahrain - Victorious) oggi particolarmente battagliero che si ritrova 7° a 4'12" e Alexander Vlasov (BORA - hansgrohe), 8° a 5'02". 10° è un immenso João Almeida (UAE Team Emirates) che si è staccato sull'Aubisque, ha corso tutta la tappa inseguendo praticamente da solo e alla fine si è quasi salvato arrivando al traguardo 15° a 6'47"; adesso ha 8'39" di ritardo da Kuss e può ancora sperare di fare un buon piazzamento o muoversi da lontano per riavvicinarsi, anche se chiaramente non si gioca più il successo. Con lo stesso ritardo troviamo Steff Cras (TotalEnergies) 11°, che al pari di Hugh Carthy (EF Education-EasyPost), 12° a 9'14", e David de la Cruz (Astana Qazaqstan Team), 13° a 9'26", può ancora sperare di dare alla squadra la soddisfazione di un posto in top10, obiettivo raggiungibile buttandosi nelle fughe del mattino. Si potrebbe dire lo stesso di Lenny Martinez (Groupama - FDJ), già in difficoltà sull'Aubisque e definitivamente in crisi sul Tourmalet, che però forse è un po' troppo in calo, com'è lecito che sia vista la giovane età.

Ovviamente la fuga potrebbe avere la libertà di arrivare a giocarsi il successo di tappa e allora eccoci a scommettere sui nomi che potrebbero comporla. Noi proviamo a rimettere insieme qui tutti quelli già menzionati nelle tappe scorse per motivi diversi, componendo un elenco che è indicativo e non certo esaustivo: Lennard Kämna (BORA - hansgrohe), Damiano Caruso e Santiago Buitrago (Bahrain - Victorious), Geraint Thomas e Egan Bernal (INEOS Grenadiers), Rui Costa (Intermarché - Circus - Wanty), Romain Bardet (Team dsm - firmenich), Cristián Rodríguez (Team Arkéa Samsic), Jefferson Alveiro Cepeda (Caja Rural - Seguros RGA), Juan Pedro López (Lidl - Trek), Rudy Molard (Groupama - FDJ). Potrebbero adesso avere via libera anche i Soudal - Quick Step, non più vincolati dal gregariato per Evenepoel, primo fra tutti il nostro Mattia Cattaneo.

Non dimentichiamoci infine della lotta per la classifica degli scalatori, che di fatto è ancora aperta: la tappa di oggi, corsa in questo modo, ha fatto sì che venissero confermati al comando i big, ovvero Vingegaard (al comando con 36 punti) seguito da Kuss (27 punti). Il primo dei normali è Michael Storer (Groupama - FDJ), 3° con 25 punti, seguito da vicino da Jesus Herrada (Cofidis), 4° con 22 punti, e i due Lotto Dstny Eduardo Sepúlveda e Andreas Kron, rispettivamente con 21 e 20 punti. In mezzo a loro si trova lo stesso Remco Evenepoel, anche lui a 20 punti, che potrebbe ricentrare la sua Vuelta per prendersi la maglia a pois. Ad ogni modo, poco è cambiato rispetto a ieri e domani ci sono GPM in palio fino ad un massimo di 40 punti. Insomma, è ancora tutto da scrivere.

La Vuelta 2023, gli orari della quattordicesima tappa

La partenza ufficiale è prevista alle 13:17 e la tappa dovrebbe terminare tra le 17:15 e le 17:45. Sarà trasmessa in tv da Eurosport, Discovery+ e GCN+ (dalle 12:30 alle 18:00).

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