La pioggia non spegne un De Marchi rosso fuoco
Spettacolare impresa del corridore della BMC che vince il Giro dell'Emilia con 20 chilometri di fuga solitaria. Urán e Teuns a podio
Una vera e propria impresa è quella realizzata oggi da Alessandro De Marchi sulle strade del Giro dell'Emilia: la vittoria, la prima in Italia nella sua carriera professionistica, va a ricompensare il maniera assolutamente meritata l'enorme lavoro che il friulano della BMC svolge ad ogni gara per i suoi capitani e che non poteva essere ripagato "solo" dalle vittorie in fuga alla Vuelta a España. Nell'ultimo mese De Marchi ha raggiunto una condizione di forma stellare, in Spagna volava e poi al Campionato del Mondo di Innsbruck è stato indiscutibilmente uno dei migliori tra gli azzurri: serve un corridore fuori dal comune per pensare di attaccare al Giro dell'Emilia a circa 30 chilometri dall'arrivo, sotto la pioggia, con tre ascese del San Luca ancora da affrontare e sperare di arrivare al traguardo a braccia alzate.
Dieci minuti di vantaggio per la prima fuga
Questa centounesima edizione della corsa organizzata da Adriano Amici e dal suo GS Emilia era partita con una fuga di otto corridori che erano riusciti a sganciarsi dal plotone dopo diciotto chilometri: Alberto Bettiol (BMC), Ben Swift (UAE Team Emirates), Robert Power (Michelton-Scott), Scott Davies (Team Dimension Data), Niklas Eg (Trek-Segafredo), Umberto Orsini (Bardiani-CSF), Nicola Bagioli (Nippo-Vini Fantini) e Viesturs Luksevics (Amore&Vita-Prodir) sono stati i ciclisti che sono usciti di forza dal gruppo, una fuga sicuramente di buon livello ma non abbastanza numerosa per sperare di far fuori il gruppo già prima di arrivare al circuito finale a Bologna con il San Luca.
Gli otto battistrada hanno sfruttato il poco controllo del plotone nei loro confronti per una prima ora di corsa a quasi 45 km/h di media che ha permesso loro di guadagnare addirittura dieci minuti di vantaggio: alle loro spalle, però, il gruppo non si è mai scomposto e ha dato l'impressione di avere sempre la situazione sotto controllo, alla Sky è bastato alzare un po' la velocità di crociera per giungere a metà dei 207.4 chilometri previsti con uno svantaggio ridotto a meno di sei minuti e mezzo. Nei chilometri successivi il trend è rimasto più o meno lo stesso: anzi, dal plotone c'è stata un'ulteriore accelerazione che ha fatto sì che la fuga approcciasse la prima ascesa del San Luca con appena 2'10" di margine.
Nel circuito del San Luca si scatena De Marchi
Negli ultimi 40 chilometri il Giro dell'Emilia è entrato nel vivo e tra i battistrada Robert Power, Scott Davies e Nicola Bagioli si sono dimostrati i più pimpanti in salita, mentre alle loro spalle sono iniziati i movimenti del gruppo: dopo la sfuriata iniziale della Groupama-FDJ, c'è stato un breve allungo di Ravanelli (Biesse) ma proprio in cima al primo San Luca è partito Matej Mohoric che si è messo all'inseguimento dei tre uomini di testa. Poco dopo si è mosso anche Alessandro De Marchi che proprio assieme a Mohoric è riuscito a rientrare davanti nel corso del secondo giro del San Luca.
A quel punto il gruppo era segnalato a circa 30" dalla testa della corsa, ma al terzo dei cinque passaggi sulla salita simbolo del Giro dell'Emilia è stato proprio il Rosso di Buja a decidere di fare tutto da solo: mancavano circa 20 chilometri al traguardo, ma questo non ha frenato l'azione dell'alfiere della BMC che, un po' come fatto l'anno scorso da Visconti, è addirittura riuscito a guadagnare sul gruppo principale. La pioggia, la temperatura non particolarmente elevata e le pendenze hanno assottigliato il plotone giro dopo giro e così ci si è ritrovati nella posizione di avere pochi uomini ancora in forze per fare un inseguimento ben organizzato: e nel momento in cui davanti c'è un corridore come De Marchi, avere esitazioni alle sue spalle può rivelarsi fatale.
De Marchi si gestisce, Teuns lo protegge
A 15 chilometri dall'arrivo Alessandro De Marchi aveva un minuto di vantaggio e ai meno 7 il gap era sceso, ma solo a 42": il friulano a quel punto ha maturato la convinzione di potercela fare e si è gestito per affrontare la salita finale di 2100 metri ad un ritmo il più possibile regolare. Nell'ultima discesa alle spalle di De Marchi c'era ancora Mohoric, uno spettacolo da vedere in discesa, con Gianluca Brambilla che aveva provato ad uscire dal gruppo in salita: sfortunatissimo l'azzurro della Trek-Segafredo che si trovava in buona posizione ma che è stato vittima di una foratura proprio sulle primissime rampe dell'ultimo San Luca.
A quel punto per De Marchi era praticamente cosa fatta, dietro invece sono state Bahrain-Merida ed EF Education First-Drapac a fare un ultimo disperato tentativo di riaprire i giochi: Domenico Pozzovivo ed un Vincenzo Nibali apparso in crescita di condizione hanno provato ad affrontare la salita ad andatura elevata fin dall'inizio, poi però è stato Michael Woods ad accelerare in prima persone per ben due volte, sempre stoppato dal belga Dylan Teuns che gli si è incollato a ruota per proteggere l'azione del compagno di squadra De Marchi. La marcatura tra Teuns e Woods ha quindi dato spazio a Rigoberto Urán che, dentro l'ultimo chilometro, è partito senza essere seguito da nessuno ed è andato a prendersi la seconda posizione.
Urán e Teuns completano il podio
Alla fine Alessandro De Marchi ha tagliato il traguardo con 8" proprio su Rigoberto Urán, la BMC invece ha completato un grandissima giornata piazzando il belga Dylan Teuns sul terzo gradino del podio a 9" davanti a Michael Woods. Poco efficaci sono stati oggi gli attesissimi scalatori francesi che hanno chiuso uno in scia all'altro a 13" dal vincitore: quinto posto per Thibaut Pinot, sesto è arrivato invece Romain Bardet, ma entrambi sull'ultima salita di sono limitati a fare il compitino senza provare ad osare, come Urán che così si è guadagnato il podio. A 13" è arrivato anche Primo Roglic quindi in ottava e nona posizione troviamo gli azzurri Vincenzo Nibali e Domenico Pozzovivo: interessante il segnale lanciato dal messinese che rispetto a domenica scorsa sembra aver ridotto sensibilmente il gap con i migliori e che potrebbe crescere ancora prima del Lombardia. Niente da fare per Gianni Moscon che ha provato a giocarsela supportato anche dal rientrante Egan Bernal, ma ha ceduto nel finale finendo 17° a 47" dientro anche a Villella (12°) e Ciccone (16°).