L'Italia più giovane sogna in grande
Il bilancio degli juniores: Covi il talento più luminoso, ottimi Battistella e Zana
Mentre le settimane trascorrono con l’attività professionistica limitata ormai agli ultimi appuntamenti distribuiti nei posti più disparati del pianeta tra Asia, Africa e Centro-America e con l’attenzione degli appassionati equamente divisa nello spettacolo tra ciclocross e pista, i maggiori argomenti di discussione sono dati dall'attesa dell’annuncio degli ultimi colpi di mercato e con la ripresa dell’attività delle varie formazioni, alle prese con i primi raduni in vista della nuova annata e con le relative presentazioni al pubblico. Il momento, pertanto, si presenta alquanto propizio per riavvolgere ancora una volta il nastro sulla stagione 2016, occupandoci questa volta di una categoria sempre delicata per la sua collocazione ma in grado di costituire la prima vera vetrina verso la scoperta dei talenti del domani: quella dei ragazzi Juniores.
Sfiorati podi prestigiosi, l’Italia sa farsi valere
Sappiamo molto bene infatti come, nelle ultime stagioni, la categoria abbia assunto sempre una maggiore importanza nella crescita degli atleti, anche se è opportuno ricordare che quella degli juniores era e deve restare una categoria di transizione, che prepara i ragazzi (la maggior parte, peraltro, ancora impegnata negli studi) a quella Under 23 prima e all'eventuale professionismo poi, senza che si esasperino in essa determinati concetti che portino a vivere l’esperienza come una sorta di professionismo anticipato: da juniores è importante cominciare a capire se si può fare della bicicletta molto più di una semplice passione ma essa non deve rappresentare ancora il fine ultimo per giungere in un mondo a cui, obiettivamente, non tutti possono o riescono ad ambire.
Nasce da questa considerazione il confronto con realtà come quelle del Nord Europa o anche d’oltre oceano (pensiamo all'ascesa, anche a livello giovanile, degli Stati Uniti) sempre più abituate a raccogliere moltissimo in categorie come queste ma che non rappresentano per tutti i propri talenti in erba garanzia di egual successo anche nelle massime categorie. Più calzante può invece essere l’esempio di un movimento francese sempre florido e ben strutturato anche a livello locale e che non prescinde dalla multidisciplinarietà, che fortunatamente non manca anche nel nostro Paese. In parole povere: il confronto internazionale si fa ogni anno sempre più arduo e primeggiare nei principali appuntamenti non è mai facile, anche se l’Italia si è mostrata nuovamente buona protagonista, andando a sfiorare la conquista della medaglia sia in occasione dei campionati europei di Plumelec che di quelli mondiali di Doha, non lesinando anche qualche bella affermazione parziale in brevi gare a tappe tra Svizzera e Olanda.
Inoltre l’importanza di avere un’attività costante e qualificata sul nostro territorio può indubbiamente aiutare nella scoperta e nell'affinazione dei prospetti più interessanti: in questo la non sparizione di gare storiche è sempre uno dei punti di partenza, così come la non totale concentrazione dei migliori atleti in poche squadre, come spesso avviene nel dilettantismo. Da questo punto di vista la rinnovata vitalità del Giro della Lunigiana e il ritorno di una gara a tappe varia nel percorso e di respiro internazionale come il Giro della Basilicata costituiscono, senza dubbio, alcuni degli aspetti più positivi. Fatta la lunga premessa andiamo ad addentrarci nella rassegna dei migliori prospetti ammirati in questo 2016.
Alessandro Covi: un talento per tutte le stagioni
Trovare un corridore capace di staccare gli avversari in salita, di vincere in volate comprendenti anche 40-50 corridori e di difendersi egregiamente a cronometro è il sogno di ogni direttore sportivo. Ebbene, in questo 2016 tra gli juniores abbiamo avuto un atleta in grado di racchiudere al meglio tutte queste caratteristiche: parliamo di Alessandro Covi, diciottenne varesino del Team Giorgi che con ben 10 successi si è meritato anche la palma di plurivittorioso della categoria.
Ciò che però ha colpito è stata la varietà dei successi di un ragazzo che già nel 2015 aveva offerto qualche saggio della propria bravura: da volate di gruppo, come quella che gli ha permesso di vincere il Grand Prix Bati-Metallo in Belgio (in cui, per l’occasione, difendeva i colori di un’importante selezione internazionale) a quelle ristrette come la Montichiari-Roncone (gara internazionale) o la prima tappa dal Tour du Pays de Vaud in Svizzera o nell'ultima tappa della Tre Giorni Orobica fino ad assoli in salita come avvenuto proprio in finale di stagione nella Olgiate-Ghisallo o alla Brescia-Montemagno. Il tutto senza trascurare i piazzamenti, tra cui spicca il secondo posto nel duro arrivo sul Passo Maniva alla Tre Giorni Orobica (dove è giunto secondo anche nella generale) su cui aveva prevalso dodici mesi prima. Buone prestazioni che non sono mancate neppure a cronometro, tanto che il CT Rino De Candido lo ha scelto quale uno dei due rappresentanti azzurri nella prova iridata di Doha.
Un talento completo quindi, dotato anche di un’ottima guida del mezzo fornita dalla pratica del ciclocross nelle precedenti stagioni e che si candida pertanto ad essere uno degli atleti da seguire con maggiore interesse nelle prossime stagioni. Puntualmente non se l’è fatto scappare il Team Colpack, vera dominatrice della stagione dilettantistica ed alle prese con un importante ricambio generazionale, offerto dal passaggio al professionismo dei suoi maggiori talenti (su tutti Consonni e Ganna).
Tra i grimpeur la rivelazione è Samuele Battistella
Chi invece in questo 2016 è letteralmente esploso, con una seconda parte di stagione assolutamente fantastica, è stato il veneto Samuele Battistella, portacolori del Veloce Club Breganze. Il giovane trevigiano ha destato l’attenzione degli addetti ai lavori soprattutto per le sue prestazioni su percorsi particolarmente ardui, che l’hanno portato a primeggiare in alcune delle più impegnative gare del calendario nazionale. Sono stati in tutto 9 i successi messi a referto, con affermazioni da grimpeur di razza colte alla Cittadella-Colli Alti e nella Vittorio Veneto-Passo San Boldo, con un’anticipo da valido finisseur nel prestigioso Trofeo Buffoni in settembre e con una volata ristretta nell'altra internazionale disputata a Loria, a pochi chilometri da casa.
Se a questi aggiungiamo la splendida affermazione a Pian del Cansiglio con conseguente successo nella classifica finale del Trittico Veneto e il successo nel campionato regionale a cronometro, abbiamo l’idea di un atleta che fa della salita il suo ideale terreno d’espressione ma che sa difendersi abbastanza bene anche sul passo ed è in grado di dire la sua anche in volate ristrette. Oltre ai tanti successi non sono mancati neppure i piazzamenti di prestigio, tra i quali spicca il terzo posto colto nella classifica finale del Giro della Lunigiana e il quinto posto all'Europeo di Plumelec, situazioni in cui si è rivelato in entrambi i casi il miglior italiano al traguardo. Grazie alle sue qualità può crescere ancora molto e risultare competitivo tanto nelle gare a tappe quanto in quelle in linea, ragion per cui la Zalf Desirée Fior non se l’è fatto sfuggire e lo farà debuttare tra gli Under 23, con la speranza di poter magari ripetere con lui il fortunato percorso già attuato con Gianluca Brambilla ad esempio. Tra gli scalatori grande attenzione al toscano Niccolò Ferri: oltre al successo nella cronoscalata da Firenze a Fiesole ha saputo conquistare, grazie ad una spettacolare vittoria, il successo nel duro Tour du Valromey in Francia e a chiudere nei primi dieci al Lunigiana: anche il suo nome pertanto va segnato tra i possibili nuovi grimpeur di razza.
Zana e Monaco certezze quando il gioco si fa duro. Cresce bene il piccolo Bagioli
Tra le altre rivelazioni dell’annata ha senz'altro stupito per la costanza di rendimento un altro atleta veneto alla prima stagione nella categoria, ovvero Filippo Zana che in settembre è andato vicinissimo anche ad uno splendido successo a Plumelec nella prova che valeva la conquista del campionato europeo e in cui i suoi sogni di gloria si sono interrotti a poche centinaia di metri dal traguardo (con sesto posto finale). Il classe 1999 della Contri Autozai è stato però protagonista di una stagione superlativa, che lo ha visto protagonista soprattutto nelle gare più impegnative, in cui si è distinto anche per le ottime qualità d’anticipo, che gli hanno permesso di giocare d’astuzia e di anticipare lo sprint contro avversari decisamente più quotati. In questo modo è riuscito a lasciare il segno in ben 8 occasioni, con la Coppa Pietro Linari, la tappa di Maniago e la classifica finale del Giro del Friuli oltre ad una miriade di piazzamenti (ben sette anche le piazze d’onore, tra cui spiccano quelle nel Trofeo Paganessi e nella Coppa Dondeo) che lo proiettano già tra i possibili dominatori della prossima stagione.
Il 2016 si è rivelato un’annata estremamente soddisfacente anche per il pugliese Alessandro Monaco, atleta del Convertini Junior Team, che dimostra come anche nel Sud sia possibile tirare ancora su talenti in grado di dire la propria nelle gare più impegnative del nostro calendario e di poter avere ottimi margini di miglioramento nelle gare a tappe in cui abbiamo gran bisogno di ricambio generazionale. L’atleta di Grottaglie si è messo senza dubbio in mostra con ottimi assoli in gare quali il Trofeo Cingolani o il Trofeo Morucci ma ha compiuto il suo vero e proprio capolavoro in una corsa particolarmente esigente come la Tre Giorni Orobica, suggellata dalla spettacolare vittoria in cima al Passo Maniva. Per lui sono stati 7 i successi totali e il podio sfiorato al Lunigiana oltre alle risultanze già citate ci suggerisce di tenerlo in particolare considerazione nelle annate più immediate, soprattutto quando la strada sale.
Tra i primi anno invece uno dei nomi più caldi era quello di Andrea Bagioli, fratello minore di Nicola appena approdato al professionismo nelle file della Nippo-Vini Fantini, che era reduce da un’annata da vero dominatore tra gli allievi, in cui si era laureato anche campione italiano. Forte in salita e dotato anche di ottimo spunto veloce, l’atleta lombardo del Canturino 1902 è riuscito a far vedere già di che pasta è fatto, ottenendo anch’egli sette affermazioni e mettendo in carniere già una vittoria prestigiosa come quella ottenuta al Trofeo Città di Loano, tradizionale gara internazionale d’inizio stagione. Potenzialmente può divenire anche più forte del fratello e già nella prossima stagione potrebbe darci importanti conferme in merito.
Non solo velocisti: Mozzato e Gazzoli spesso protagonisti. Per Bevilacqua un lampo tricolore
La particolare conformazione di alcune gare e il tracciato di alcuni dei più importanti appuntamenti internazionali si sposano invece alla perfezione con le caratteristiche di quegli atleti dotati di uno spunto veloce tale da permettergli di prevalere anche in sprint di gruppo ma in grado di dire la loro anche con soluzioni d’anticipo o in volate ristrette. Uno degli atleti più interessanti sotto questo punto di vista è stato indubbiamente Luca Mozzato, reduce da una stagione in cui ha vinto meno della precedente ma che ha saputo mantenere una certa qualità nei propri successi, col grande rammarico del podio mondiale sfumato per un soffio a Doha, in cui era riuscito ad entrare nell'azione decisiva per poi essere beffato nello sprint che assegnava l’argento e il bronzo.
Per l’atleta della Contri Autozai non sono però mancate affermazioni (cinque in totale) importanti quali il Gran Premio di Sovilla (gara internazionale) e il Circuito della Riviera Apuana, con piazze d’onore prestigiose come quelle colte in due tappe del Giro della Basilicata e nel Trofeo Comune di Vertova. Ideale per i percorsi misti e capace di giocare anche d’anticipo, sarà anche lui uno dei volti della nuova Zalf a partire dal 2017. Assieme a lui nella Contri ha fatto bella mostra di sé anche il figlio d’arte Alberto Zanoni, atleta dal buon spunto veloce e valido sugli strappi autore di cinque successi (di spicco quello nella Coppa Remo Puntoni, oltre al podio colto nel Paganessi), che sarà invece uno dei nuovi acquisti della General Store.
Altro primo anno attesissimo era invece il bresciano Michele Gazzoli, uno dei fiori all'occhiello dell’Aspiratori Otelli con cui, nel 2015, era stato capace di conquistare ben 16 successi tra gli Allievi. Atleta dotato di grande potenza, non si è però distinto solamente come velocista ma ha mostrato di poter diventare un buon atleta anche sul pavé, come dimostrano le buone prestazioni alla Gand-Wevelgem (nono) e al Fiandre junior (terzo) mentre solo la sfortuna gli ha negato una prestazione notevole anche alla Parigi-Roubaix. I suoi sprint perentori gli hanno comunque permesso di vincere in sette occasioni, con la perla del successo conquistato a Matera al Giro della Basilicata, e di piazzarsi al secondo posto in altrettante gare. Va seguito ancora con attenzione e nel 2017 può candidarsi anche al ruolo di plurivittorioso.
Chi invece ha fatto della costanza il suo maggior cavallo di battaglia è stato il toscano Mattia Bevilacqua, portacolori del Team Franco Ballerini che nel 2017 vedremo protagonista tra i dilettanti con la casacca dell’Hopplà-Petroli. Il corridore livornese ha ottenuto la prima importante affermazione stagionale il 22 maggio nel campionato regionale toscano, replicando poi la settimana dopo in Liguria per poi ottenere l’affermazione più importante della propria annata a Solbiate Arno, nel varesino, che per l’occasione ha ospitato il campionato italiano in linea. Nell'occasione Bevilacqua ha condotto perfettamente i chilometri finali e si è imposto allo sprint davanti ad avversari decisamente più quotati sulla carta, con una perfetta scelta di tempo. A testimonianza della sua grande costanza di rendimento il fatto che per ben tredici volte è giunto in seconda posizione (compresa l’internazionale di Loano), che lo hanno reso protagonista praticamente per tutto il corso dell’anno ma del resto la formazione diretta da Andrea Bardelli è stata spesso garanzia di validi atleti.
Ottimi passisti ma non solo: Oldani e Donegà tra i top dell’annata
Vi è poi quella categoria di atleti in grado di andare particolarmente forte sul passo, cosa che consente loro di rendersi difficilmente raggiungibili qualora riescano a guadagnare qualche decina di metri di vantaggio, senza però disdegnare qualche zampata allo sprint o valide prestazioni anche su pista. Uno dei più vincenti tra questi è stato Stefano Oldani, atleta del GB Junior Team, che ha chiuso l’annata mettendo a referto ben 9 vittorie, con una buona predilezione per le prove contro il tempo: è stato infatti proprio l’atleta milanese, che si è pure laureato campione lombardo di specialità, a conquistare il titolo italiano a cronometro in quel di Romanengo, riuscendo a prevalere per una manciata di secondi su Filippo Ferronato (altro atleta da seguire) e Fabio Mazzucco. Un risultato che non è bastato per meritare, a giudizio del commissario tecnico, la convocazione per il mondiale di Doha ma che comunque è stato l’apice stagionale, in cui ha saputo cogliere anche successi spettacolari in linea e a far sua una tappa del GP Ruebliland in Svizzera con la maglia azzurra.
Anche per Oldani il futuro si chiama Colpack, alla ricerca di un atleta ideale per rinforzare la propria batteria di passisti, dove lo raggiungerà anche Davide Baldaccini, passista-scalatore vincitore in quattro occasioni in cui spiccano una tappa alla Tre Giorni Orobica e il secondo posto sul Ghisallo a fine stagione. Il team bergamasco si è assicurato poi anche Stefano Baffi, nipote d’arte, compagno di squadra di Oldani alla GB e capace di lasciare il segno in due occasioni quest’anno, con ottima piazza d’onore al Trofeo Buffoni.
Viene invece dalla provincia di Ferrara Matteo Donegà, atleta della Sancarlese che pure è riuscito a salire sul podio del Buffoni (terzo) ma capace di vincere in tre occasioni tra cui spicca il Giro delle Valli Aretine. Atleta forte sul passo e dotato di ottimo spunto veloce, è stato ottimo protagonista anche su pista, in cui è riuscito a conquistare una bellissima medaglia d’argento nella corsa a punti che si affianca al tricolore conquistato nel Madison in coppia con Niccolò Gozzi. Un buon prospetto, al pari del corregionale e compagno di team Massimo Orlandi, che pure ha messo a referto tre successi e si è classificato in seconda posizione al Trittico Veneto.
Marchetti e Dainese i re dello sprint
Venendo quindi agli specialisti della velocità pura, non possiamo non citare come primo nome quello di Moreno Marchetti: l’atleta della Work Service era tra gli sprinter più attesi ed ha centrato il bersaglio in sette occasioni (spicca una tappa del Giro del Friuli) a cui si affiancano vari piazzamenti e buone prestazioni anche in gare internazionali (terzo nello Stadi-Metallo citato a proposito di Covi). Probabilmente il maggior rammarico stagionale è legato al non essere riuscito ad inserirsi nell’azione decisiva del mondiale di Doha, che avrebbe potuto permettergli di lottare per una medaglia ma in compenso un bronzo più che soddisfacente è riuscito a centrarlo ad Aigle in occasione dei campionati del mondo su pista nello Scratch (per lui anche un tricolore nella Corsa a punti). Anche nel suo caso il futuro dice Zalf, in cui si candiderà a divenire una delle punte di diamante per gli sprint.
Stagione particolarmente proficua anche per Alberto Dainese, portacolori della Ciclisti Padovani che sarà tra le nuove ruote veloci della General Store: dopo una prima parte di stagione difficile è riuscito a lasciare ripetutamente il segno da giugno in poi, arrivando a toccare anche lui quota sette vittorie, con la giornata da ricordare in occasione della terza ed ultima frazione del Giro della Basilicata. Non sempre è riuscito ad esprimersi al meglio invece Leonardo Marchiori, a bersaglio in quattro circostanze ma ripetutamente piazzato anche oltre i confini nazionali, che resta comunque uno dei migliori prospetti dello sprint. Molto buona anche l’annata del romagnolo Nicolò Gozzi, vincitore di sei gare e tricolore su pista anche nel Keirin, e del toscano Edoardo Sali, che nelle giornate di grazia sa essere avversario temibile per chiunque, che ha chiuso con cinque successi all'attivo (anche per lui passaggio dal Team Ballerini all’Hopplà nel salto tra gli Under 23).
Chi seguire nel 2017? Molta attenzione a Rubino e Manfredi
Esaurita la lunga carrellata tra le varie tipologie di atleta, non resta che indicare i nomi di alcuni di coloro che saranno protagonisti nella categoria juniores anche nella prossima stagione, oltre a quelli dei più attesi “classe 2000”. Tra gli atleti del secondo anno, oltre ai nomi già citati in precedenza, occhio a Davide Ferrari del GB Junior Team, che ha concluso il 2016 con quattro vittorie all’attivo in cui spiccano una tappa al GP Ruebliland e una nella Driedaagse van Axel in Olanda, a cui si è affiancato anche il secondo posto nel Fiandre juniores: si tratta di un atleta assai veloce allo sprint ma che promette bene anche sul pavé.
Tra i passisti molta attenzione ad Andrea Innocenti, già campione italiano dell’Inseguimento tra gli allievi e vincitore in quattro occasioni in questo 2016, oltre a Fabio Mazzucco, passista veloce a podio nell’italiano contro il tempo e al veneto Stefano Lira. Giulio Masotto è invece il nome da tenere d’occhio tra i velocisti, con l’atleta della Cipollini già a segno in cinque occasioni quest’anno, compreso il Giro delle Conche che gli ha regalato il campionato regionale veneto. Per i tracciati più impegnativi attenzione invece a Luca Colnaghi, vice campione italiano in linea e ottimo vincitore a Massa, agli emiliano-romagnoli Giovanni Aleotti e Filippo Baroncini e al toscano Filippo Magli.
Molto attesi però saranno anche i debuttanti nella nuova categoria, su tutti i due dominatori dell’ultima stagione tra gli Allievi, che in comune hanno il nome di battesimo: il piemontese Samuele Rubino ha dato letteralmente spettacolo, conquistando ben 15 vittorie con vari assoli che ne faranno uno dei corridori più attesi nelle corse più impegnative; il ligure Samuele Manfredi invece si è invece confermato come eccellente passista, bissando il titolo italiano a cronometro ottenuto l’anno precedente e mostrando miglioramenti anche nei percorsi più impegnativi, mettendo a referto ben 12 successi. Occhio di riguardo però anche per il toscano Gabriele Benedetti, vincitore a fine stagione del prestigioso Trofeo L’Eco di Bergamo, autore di sette successi come il corregionale Tommaso Nencini. Tra i veneti invece nomi da segnare in rosso sono quelli di Samuele Carpene, atleta polivalente in grado di difendersi bene su tutti i terreni; di Mattia Petrucci, riuscito a laurearsi campione italiano mentre Davide Boscaro, con ben dodici affermazioni, è risultato indubbiamente il miglior velocista dalle categoria.