Vingegaard, ottima scelta per la prima vittoria
Giro della Valle d'Aosta, la crono d'apertura va al danese. Sul podio De Bod e Donovan, ottimo quarto Matteo Bellia
Dal nostro inviato
Dopo una vittoria a marzo in una prova del calendario dilettantistico tedesco non era più riuscito a esultare accumulando, fra gare UCI e non, dodici piazzamenti tra i migliori 10. Al GP Priessnitz, nelle tre tappe in linea, è giunto prima terzo, poi sesto quindi ottavo, chiudendo in classifica al quinto posto. Oggi Jonas Vingegaard è tornato a riassaporare il gusto per la vittoria: e per lui, quarto anno della categoria ma ancora a digiuno nel panorama internazionale, imporsi in una prova di rango come il Giro della Valle d'Aosta è un biglietto da visita per il futuro.
Crono d'apertura a Saint Nicolas de Véroce, fra strade semiaperte ma senza problemi
La cinquantacinquesima edizione del Giro della Valle d'Aosta parte, per il secondo anno di fila, con la crono in terra savoiarda da Saint Gervais Mont Blanc a Saint Nicolas de Véroce. La prova di 7.9 km è, come d'uopo in una manifestazione simile, quasi tutta all'insù ad eccezione di un breve tratto in discesa nel km conclusivo: la pendenza media è del 5%, con un tratto più complicato nella fase centrale, prima di un livellamento nel km conclusivo.
In Francia è abitudine che le manifestazioni non di livello assoluto vengano indicate come ciclosportive: l'unica differenza non è affatto sostanziale dal punto di vista organizzativo, dato che questi appuntamenti non prevedono la chiusura completa delle strade. Con l'aiuto dei tanti volontari sparsi sul percorso non si sono fortunatamente avuti problemi di sorta, con la circolazione stradale ordinaria che non interferisce con la gara.
López fa subito la voce grossa, Monaco non dispiace affatto
Ad inaugurare, esattamente alle 16 in punto, la prova dalla rampa di partenza posta sulla esplanade Marie Paradis, intitolata alla prima donna capace di scalare il Monte Bianco quasi 210 anni fa (14 luglio 1808, questo il giorno dell'impresa), è Simone Sanò, terzo anno della Overall FGM Tre Colli: il siciliano impiega 18'15" per completare la prova. Con le partenze date ogni 30", non si è dovuto attendere a lungo per un tempone: l'undicesimo a partire, lo spagnolo Juan Pedro López, conferma con i fatti che la scelta della Polartec-Kometa di promuoverlo a metà maggio dalla formazione di sviluppo a quella Continental è stata sensata. Il tempo di 17' netti scuote la classifica e gli permette di sedersi sulla sedia di leader provvisorio a lungo.
Per oltre dieci minuti nessuno non riesce a stare entro i 30" di gap da lui: colui che va maggiormente vicino è l'idolo valdostano Michel Piccot (Biesse Carrera Gavardo) con 17'32". Il primo ad avvicinarsi a López è il compagno di squadra Wilson Peña: il colombiano si esprime in 17'14". Presto, però, la coppia Polartec viene separata: il merito è di Alessandro Monaco che, dopo un bel Toscana Terre di Ciclismo e un Giro d'Italia in ombra, riesce a mostrare le sue doti. Il pugliese della Petroli Firenze Hopplà Maserati convince con 17'06".
Italiani sugli scudi, spicca Bellia, ciclista-studente con profitto
Altro italiano che può sorridere è Marco Negrente: il veneto del Team Colpack si inserisce in quinta posizione provvisoria con 17'22". Neppure il tempo di arrestarsi dopo il traguardo ed ecco arrivare Mikkel Honoré Frølich: il potente danese, in gara con la nazionale, fa tremare López con 17'04". Si difende in 17'26" un nome atteso come Kevin Inkelaar (Polartec-Kometa), piace molto invece Ottavio Dotti: il lombardo della Petroli Firenze Hopplà Maserati, tornato sui suoi passi dopo l'annuncio di ritiro in marzo, si esprime in 17'23". Tempo simile per Alberto Giuriato (Cycling Team Friuli), che prosegue il suo bel 2018 con un 17'27".
Per rimanere in tema di giovani italiani in palla sinora, Alessandro Fedeli (Trevigiani Phonix-Hemus 1896), vincitore di Edil C e Liberazione, splende con la quarta piazza provvisoria in 17'08". Ma la più bella notizia di giornata in chiave azzurra arriva poco più tardi: merito di Matteo Bellia, ventenne che milita in Svizzera per la IAM Excelsior. L'ossolano, diciannovesimo al Giro d'Italia, è il primo a far crollare il muro dei 17' con un 16'56" che profuma di podio, quantomeno.
A questo terzo anno nella categoria vanno i complimenti anche per quanto realizza giù di sella: lunedì, il giorno dopo il termine della corsa, darà l'ultimo esame del secondo anno in medicina. Settimana scorsa, invece, il penultimo esame è stato vicino alla perfezione: 29 il voto ottenuto dal ragazzo piemontese, che abbiamo sentito sul traguardo di Saint Nicolas de Véroce.
Prima Donovan e poi De Bod passano al comando
Bellia inizia a farci un po' la bocca, dunque, ma a spegnere i suoi sogni di colpaccio giunge uno dei grandissimi favoriti per il successo finale, vale a dire Mark Donovan. Il primo anno britannico del Team Wiggins, splendido quarto al Giro d'Italia, balza al comando con 17'46". La sua prova è veramente buona e viene confermata dal riscontro di Jonas Greegard (Danimarca), che conclude in 17'10". Nell'ultimo giro di partenti si mette in luce un altro classe '99, quell'Andreas Leknessund subito a suo agio nella categoria: il norvegese termina in 17'14", buon viatico per le seguenti quattro tappe.
Ok per Kevin Colleoni (Biesse Carrera Gavardo) in 17'26" e Rémy Rochas (Haute Savoie Auvergne) mentre è splendido Stefan De Bod. Il sudafricano disputa quasi tutta la crono in posizione aerodinamica, andando a riprendere prima Habtom e poi Castaño: il risultato è un 16'43" che pare difficile da battere per tutti. Uno dei favoriti per la generale, Einer Rubio, conclude in 17'28", mentre Andrea Bagioli (Team Colpack) fa poco meglio di lui in 17'22".
Il penultimo a partire vince, l'ultimo a partire sbaglia strada ed è ultimo
Ma il lombardo viene superato dal penultimo a partire, vale a dire Jonas Vingegaard. Il quarto anno danese, passista-scalatore puro, sfreccia in 16'36", andando ovviamente al comando e migliorando di 2" il tempo fatto registrare nel 2017 da Matteo Fabbro. Per avere la conferma del successo lo scandinavo deve attendere un solo elemento, vale a dire Maxim Van Gils. Ma si capisce subito che qualcosa non va perché il belga della Lotto Soudal non arriva.
Si saprà poi che, unico fra i 125 in gara, sbaglia percorso, non giungendo neppure al traguardo. La giuria decide di assegnarli il tempo dell'ultimo arrivato Omar Marouan, quindi il capitano dell'armata belga inizia la corsa con un ritardo di 4'33" sul groppone. Vince dunque Jonas Vingegaard con 7" su De Bod, 10" su Donovan (miglior giovane), 20" su Bellia, 24" su López, 28" su Honoré Frølich, 31" su Monaco, 33" su Fedeli, 34" su Greegard e 38" su Peña.
Si torna in Italia con salite toste: il Colle San Carlo spartiacque, si arriva a Rhêmes Notre Dame
Domani si torna all'interno dei confini della Vallée, nella parte sud occidentale della regione: partenza e arrivo nella lunga e stretta Valle di Rhêmes, con il via alle 12 da Rhêmes Saint George, prima giungere, dopo quasi 5 ore, nella ancor più incuneata Rhêmes Notre Dame. Nel mezzo un percorso nel fondovalle, con Aosta come giro di boa prima di risalire fino a Entrèves, ultimo approdo prima del Traforo del Monte Bianco.
Il punto più atteso di giornata arriva dopo 85 km, in quel di Morgex: inizia, infatti, la terribile ascesa del Colle San Carlo, salita definita dagli abitanti della zona come la più dura della regione. E dato il livello decisamente alto, per gli atleti una simile scalata è da brividi: i dati, inoltre, incutono timore con i 10.4 km all'insù con pendenza media del 9.9%. Dalla cima rimangono oltre 60 km dal traguardo e altre tre salite: prima il Col de Combes, poi lo strappetto breve ma ripido di Bullet e infine i 15.2 km al 5.2% di pendenza media che portano ai 1729 metri del traguardo. 158.8 km da percorrere, la distanza maggiore in questa cinque giorni, e oltre 3500 metri di dislivello, nel Giro più duro che ci sia tra gli under 23.