Cicloturismo in Italia, un'indagine su 34 tour operator
La rete degli appartenenti ad ActiveItaly delinea il profilo dei cicloturisti italiani e stranieri, con analogie e differenze
Uno studio di ActiveItaly, una rete di imprese che operano nel turismo attivo e sostenibile, che riunisce poco più di una trentina di realtà, nell’ambito del recente report ISNART, ci racconta il mondo del cicloturismo in Italia dalla prospettiva dei tour operator.
Il target del cicloturismo in Italia
Le agenzie italiane riferiscono di avere prevalentemente una clientela di età media attorno ai 55 anni, soprattutto coppie. Le agenzie straniere invece hanno una clientela di età spesso superiore. La prima implicazione è che le agenzie stesse devono frequentemente interfacciarsi con clienti che hanno specifiche necessità alimentari, sanitarie e fisiologiche. La clientela straniera che pratica cicloturismo in Italia sembra avere una maggiore esperienza della bicicletta, anche nell’uso quotidiano per gli spostamenti abituali. Tende quindi ad organizzarsi maggiormente da sola, pianificando il viaggio in autonomia. Viceversa, la clientela italiana fa maggiore riferimento ai tour operator, soprattutto in caso di viaggiatori singoli o gruppi organizzati di vari enti (ad esempio CRAL aziendali). La maggior parte dei clienti è originario del nord Italia e del Lazio, mentre quella straniera proviene nella maggior parte da Paesi del centro-nord Europa (Austria, Svizzera, Germania, Belgio, Olanda).
Le motivazioni di chi sceglie il cicloturismo in Italia
L’intenzione del cicloturista è quella di vedere quanto più possibile di un determinato territorio esplorandone le peculiarità. La bici è considerata un mezzo ideale per spostarsi e per offrire la possibilità di esperienze a 360°. La maggior parte della clientela che si avvale dei tour operator opta per il noleggio della bicicletta. Questo è ancor più vero per gli stranieri che praticano cicloturismo in Italia, in quanto il percorso cicloturistico costituisce frequentemente solo una parte nell’insieme di un viaggio più lungo, e quindi avere con sé la propria bici non appare importante né possibile. Per la clientela straniera l’Italia appare più come una opzione legata all’arte, alla storia, ad aspetti naturalistici ed enogastronomici più che ad una destinazione primariamente od esclusivamente cicloturistica.
Le criticità principali
I tour operator, nell’organizzare cicloturismo in Italia, incontrano principalmente due problemi. Il primo è relativo ai punti di ricarica per le e-bike, bici che stanno riscuotendo notevole successo. A tal punto, che alcune agenzie hanno cominciato a proporre tour guidati solo per e-bike. Il secondo problema è la necessità di trovare strutture che assicurino un adeguato e sicuro ricovero per le biciclette. La clientela segnala invece la scarsità o la scarsa manutenzione delle piste ciclabili, la necessità di viaggiare a contatto con il traffico automobilistico e le preoccupazioni per la sicurezza stradale. Per tutti, comunque, la bicicletta si pone come mezzo “trasversale” in quanto consente facilmente di passare da un turismo culturale ad uno enogastronomico o naturalistico.
Il cicloturismo in Italia: quale stagionalità?
Vi sono differenze fra coloro che praticano cicloturismo in Italia anche in rapporto ai periodi prescelti. I cicloturisti che provengono dai Paesi del sud Europa come Spagna, Francia e Italia mantengono luglio e agosto come mesi di riferimento. Quelli del nord Europa hanno principalmente maggio e settembre come riferimento, seguiti da giugno e ottobre. Un fattore di potenziale allungamento della stagionalità, sia per gli operatori sia per i territori.