Pogačar: "La Visma ci ha provato, ma oggi ho vinto io"
Grisha Niermann (DS Visma - Lease a Bike): "Avevamo un piano per oggi, ma Jonas non aveva le gambe per staccare Tadej"
La tappa regina del Tour de France 2024 consolida il dominio di Tadej Pogačar: lo sloveno attacca (e vince) anche quando l'onere toccherebbe al secondo in classifica, Jonas Vingegaard. Ottima prova di squadra per la UAE Team Emirates, mentre si avvicina il weekend conclusivo nel quale il capitano della Visma - Lease a Bike dovrà difendere il proprio secondo posto dagli attacchi di Remco Evenepoel.
Tadej Pogačar: "Ora ho una media di tre vittorie all'anno al Tour de France!"
"Posso confermare che questa sia stata veramente la tappa regina del Tour de France, la Bonette è una salita veramente paurosa. Solo quando ti alleni ti ci puoi divertire, perché puoi saltare l’ultimo chilometro! Sono molto felice, avevo buone gambe oggi. Ci siamo allenati qui per un intero mese tra il Giro e il Tour: è stato un periodo duro, senza giornate tranquille, perché ogni volta dovevamo affrontare questa salita. La conoscevo molto bene. Ho parlato con i miei compagni di come avremmo dovuto correre questa tappa e l’abbiamo corsa esattamente come avevamo detto fino al punto in cui ho attaccato io: è stato tutto perfetto.
Abbiamo fatto un ottimo passo sulla Bonette e pensavo inizialmente che Jonas avrebbe provato ad attaccare lì. Ma poi abbiamo visto che [Kelderman e Jorgenson] stavano andando molto forte anche nella fuga, quindi penso che il loro scopo di oggi fosse di vincere la tappa ma… ho vinto io.
Ero un po' vuoto negli ultimi due chilometri, per questo mi sono girato più volte. Quando ho ripreso Carapaz e Simon Yates ero già al limite, ma poi ho visto che Matteo [Jorgenson] stava comunque perdendo, quindi ho provato a spingere ancora e a passarlo in velocità, ma mi sono finito. Ho temuto che sarebbe potuto tornare sotto e passarmi allo sprint. Era molto forte oggi: chapeau a lui e a tutti quelli che erano nella fuga, sono stati fortissimi.
Direi che sta andando meglio di qualsiasi altra volta: ho abbastanza margine e penso che domani mi godrò la tappa, lasceremo andare la fuga e forse riusciremo a goderci le strade dove abbiamo fatto allenamento nei mesi prima del Tour e dove io mi sono allenato per quasi tutta la mia carriera. Questo Tour è stato veramente fantastico per quando riguarda le vittorie di tappa. Diciamo che quest’anno ho bilanciato l’anno scorso, con quattro vittorie contro due, quindi posso dire di avere una media di tre vittorie all'anno al Tour. È pazzesco, sono molto fiero e felice”.
João Almeida: "Con Tadej e la squadra stiamo facendo la storia"
“Quello era il piano, sapevamo che ci sarebbe stata una parte più ripida in cui sarebbe stato più semplice fare la differenza. Tutti hanno fatto un grande lavoro, oggi, come sempre, ognuno di noi è stato impressionante. Il piano era vincere la tappa: i ragazzi hanno fatto un traning camp qui, conoscevano le strade, volevano vincere e ce l’abbiamo fatta. Ero vicino nel finale, ma sono veramente soddisfatto del lavoro che abbiamo fatto quindi sì, possiamo essere fieri di noi. Tadej è probabilmente nella sua forma migliore, è incredibile quanto sia forte. Personalmente, sono molto fiero di essere parte di questo team. È storia e io ne faccio parte, sono felicissimo".
Simon Yates: “Ho provato a partire nel finale, ma non è stato abbastanza"
"È stata una giornata durissima, la Visma era in vantaggio numerico [nella fuga], quindi ho dovuto giocare un po’ con loro. Ero anche consapevole dell’altitudine. Ho provato a partire nel finale, ma non è stato abbastanza. I ragazzi in fuga con me erano veramente forti: vi potete fare un’idea anche solo guardando la tappa. E poi, non è una sorpresa che il campione olimpico [Carapaz] sia forte! Forse ha pagato lo sforzo di essere stato in fuga anche ieri, perciò ho cercato di attendere il momento giusto e raggiungere Jorgenson, ma non è stato sufficiente. Quando mi ha passato Pogačar non ho pensato a molto: ho provato a seguirlo per un po’, poi ho detto alla squadra che ero finito: è stato anche un errore, perché mi sono bruciato per gli ultimi due chilometri".
Grisha Niermann: "Jonas ha disputato una grandissima prova: c’è stato solo un uomo più forte di lui"
"Ovviamente avevamo un piano per oggi, ma alla fine avrebbe dovuto decidere Jonas. Io non posso sapere come stanno le sue gambe: lo sa solo lui e oggi non era forte abbastanza per seguire Tadej. Era chiaro e lo sapevamo anche prima dell’ultima salita, per questo abbiamo cambiato strategia. Se avessimo potuto giocare sulla playstation, il piano sarebbe stato far attaccare Jonas sulla Bonette, ma non ha funzionato. Ci ha detto che non stava bene proprio sulla Bonette e prima dell’ultima salita, quindi abbiamo deciso che avrebbe corso in difesa, anche perché abbiamo visto che Pogačar voleva vincere la tappa dal modo in cui ha corso la UAE. È veramente forte e lo ha dimostrato.
Il nostro sogno era di vincere il Tour con Jonas, ma siamo realisti e ci siamo accorti anche lo scorso weekend che Pogačar fosse più forte. Avevamo ancora speranza con il piano di oggi, ma alla fine bisogna essere realisti: per il momento Jonas è secondo, e noi siamo fieri di lui. Non siamo spaventati di perdere il secondo posto, ma perché Jonas avrebbe dovuto tirare con Remco? Se Pogačar ha tre o cinque minuti, alla fine non importa, quindi l'importante era stare attenti proprio a Remco.
Oggi Jonas ha disputato una grandissima prova: solo che c’è stato uno più forte di lui. È stata un po' la storia di questo Tour e dobbiamo accettarlo. Jonas è forte e l’ha dimostrato anche oggi".
Jonas Vingegaard: "Ora combatterò per il secondo posto"
"Non è stata una buona giornata per me. A metà della tappa ho dovuto cambiare obiettivo. Volevo cercare di vincere, che è la ragione per la quale Matteo e Wilco erano in fuga: per avere corridori che facessero da testa di ponte se avessi voluto provare. Poi abbiamo dato la possibilità a Matteo di vincere al tappa e ha fatto un ottimo lavoro. Sfortunatamente è stato ripreso nel finale.
Credo che qualcosa mi stia presentando il conto: penso che sia normale con solo un mese e mezzo di preparazione. L’ho detto dall’inizio che sarebbe stato pazzesco se avessi potuto combattere per la vittoria con così poco allenamento, e l’ho fatto per due settimane e mezzo. Ora la battaglia per la vittoria è finita, ma non lo è quella per il secondo e terzo posto".