Tour of Oman 2023 - Analisi del percorso
Nuovo appuntamento con la storica corsa omanita; debutta un nuovo arriva in salita, che la conferma come la corsa medio-orientale più varia nei percorsi, nonché la più impegnativa
In Oman non smettono mai di scovare qualche possibile novità e quest'anno in particolare compaiono nuovi traguardi, oltre alla classica che si è disputata questa mattina intorno a Muscat, su strappi che storicamente componevano il percorso del Tour of Oman negli passati. Scompare per la prima volta l'ormai tradizionale traguardo di Ministry of Housing, a cui si arrivava dopo almeno 3 (se non 4) ascese della Al Jabal Street. In compenso debutta un nuovo arrivo in salita (Jabal Haat) e l'intrigante finale vallonato di Yitti Hills. Morale della favola: soltanto la prima tappa sembra destinata alle ruote veloci ed è essa stessa piuttosto movimentata; si preannuncia una sfida costante tra gli uomini di classifica.
Sabato 11 febbraio - 1a tappa: Al Rustaq Fort - Oman Convention and Exhibition Centre (147.4 km)
Come appena anticipato, la prima frazione dovrebbe essere la più semplice delle cinque, ma non è comunque da considerarsi una banale tappa per velocisti. Già una prima variazione sul tema è rappresentata dal GPM di Fanja, strappo breve ma molto ripido posto a circa 55 km dal traguardo. Ancor più rilevanti nel complicare la volata sono alcune ondulazioni poste nel finale e nello specifico una salitella di circa 1 km al 5% posta a circa 8 km dal traguardo. Attenzione anche all'ultimo rettilineo sensibilmente inclinato, con l'ultimo km che presenta una pendenza media intorno al 3%.
Domenica 12 febbraio - 2a tappa: Sultan Qaboos Sports Complex - Qurayyat (174.0 km)
È già il momento del primo arrivo in salita, che chiamerà allo scoperto gli uomini di classifica. La tappa potrebbe risultare caotica fin dalla partenza, visto che in avvio si scala l'impegnativa salita di Al Jabal Street. La corsa presenta molteplici ondulazioni intervallate da tratti più o meno lunghi in falsopiano. La salita finale di 2.6 km al 7%, con tratti in doppia cifra, sarà scalata due volte: la prima dopo circa 120 km, quando ne mancheranno ancora 52; la seconda, ovviamente, per raggiungere il traguardo.
Lunedì 13 febbraio - 3a tappa: Al Khobar - Jabal Haat (151.8 km)
Alla terza tappa debutta l'inedito arrivo in quota di Jabal Haat, rampa da garage un po' vueltesca che modificherà ulteriormente la classifica generale. La tappa presenta un tracciato piuttosto semplice fino ai piedi della salita finale, durante la quale il gruppo dovrebbe esplodere tutto d'un tratto. I complessivi 4.6 km all'8.5% salgono in modo irregolare, tramite il susseguirsi di tre rampe in doppia cifra: con i primi due strappi di lunghezza inferiore ad 1 km, intervallati da tratti in falsopiano, si giunge agli ultimi 1500 metri, dove la strada impenna in modo definitivo, con punte che sfiorano il 20%.
Martedì 14 febbraio - 4a tappa: Izki > Yitti Hills (204.9 km)
Altra tappa ed altro arrivo inedito, non meno banale dei precedenti, anche se non formalmente in salita. Dopo 175 km molto semplici, con cui si raggiunge e supera Al Muscat, la strada inizia a presentare le prime ondulazioni sensibili, prima di superare un paio di salite classiche del Tour of Oman - nonché appena percorse nella Muscat Classic - dal versante opposto rispetto a quello tradizionale: prima 1 km di salita al 4/5% verso Wadi Al Kabir, poi la salita di Al Jissah, formalmente di 2.5 km al 6.9%, ma con pendenze molto più sensibili negli ultimi 1500 metri (9% di media). Mancheranno a questo punto soltanto 11 km dal traguardo e la corsa potrebbe già essere esplosa. La strada non sarà più del tutto pianeggiante fino al traguardo, con un paio di zampellotti di lunghezza inferiore ad 1 km che portano ai piedi dell'ultimo strappo: dei 1600 metri complessivi al 6.6%, i primi 1000 sono i più duri, con una media del 7.6%. Dal GPM mancheranno soltanto 900 metri al traguardo, posto anch'esso in leggera salita.
Mercoledì 15 febbraio - 5a tappa: Samail “Al Fayhaa Resthouse” > Jabal al Akhdhar (152.2 km)
La corsa si chiude con l'ascesa classica alla Green Mountain, salita che storicamente è in grado di creare ampi distacchi. La tappa procede appena ondulata per quasi 150 km fino ai piedi dell'ultima terribile ascesa di 5.7 km al 10.5%: fatta eccezione per un paio di tratti pedalabili, perfetti per rilanciare ed ampliare i distacchi, la strada si inerpica con pendenze costantemente superiori al 12%. Se fino a questo momento il gruppo ha avuto a che fare con salite più o meno brevi (anche se tutte ripide), qua gli scalatori più puri possono provare a prendersi la classifica finale su una salita vera.