Mathieu van der Poel vince la Parigi-Roubaix 2025 ©parisroubaixcourse via IG
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E uscimmo a riveder le stelle: Van der Poel doma ancora l'inferno, il pavé tradisce Pogačar

Van der Poel domina la Roubaix per il terzo anno consecutivo, battendo Pogačar in un nuovo duello epico, interrotto solo da un errore fatale del campione sloveno

Quali colombe dal disio chiamate, con l’ali alzate e ferme Mathieu van der Poel e Tadej Pogačar si sono finalmente sfidati anche sul pavé della Parigi-Roubaix 2025. Solo la folle passione per il ciclismo del Campione del Mondo poteva spingerlo a misurarsi anche nella Classica dell’Inferno, come la chiamano in Belgio, e a sfidarne il re incontrastato degli ultimi due anni (ora tre). Del resto, tutti sapevamo che solo lui poteva pensare di contrastare l'egemonia di Van der Poel sui settori della Roubaix, operazione già riuscita due volte sui muri fiamminghi. Così doveva essere, e così è stato, con le due stelle che si sono trovate da sole già dopo Mons-en-Pévèle, quando anche Jasper Philipsen ha dovuto rinunciare a essere il nocchiero di Van der Poel.

Hanno lasciato a noi che li guardavamo un nuovo duello da brividi - lussuria per noi spettatori - come già era successo alla Sanremo e poi al Fiandre, questa volta senza nemmeno un Filippo Ganna o un Mads Pedersen a provare a resistere tra le vampe delle loro accelerazioni brucianti. Amor, che al cor gentil ratto s’apprende condusse Pogačar ad accettare la sfida con Van der Poel, a non restare passivo alla sua ruota mentre pennellava come nessun altro sa fare quei settori di pavé, finché per lui è giunta la condanna, quando una curva sbagliata ha posto fine – o forse solo rimandato? – ai suoi sogni di gloria. Da lì in poi, più non vi leggemmo avante: Van der Poel è di nuovo uscito dall'Inferno toccando il cielo con un dito. 

Come lui solo altri tre corridori nella storia sono stati in grado di vincere tre volte sia il Giro delle Fiandre che la Parigi-Roubaix: Johan Museeuw, Fabian Cancellara Tom Boonen. A Pogačar resta la consapevolezza di averci provato e di esserci andato molto vicino, a noi la speranza di rivedere questo duello ancora per molto.

Parigi-Roubaix 2025, la cronaca della corsa

La 122esima Parigi-Roubaix partiva come da tradizione dall'abitato di Compiègne: la corsa contava 259.2 chilometri fino al velodromo di Roubaix. Di questi, i 55.3 chilometri erano in pavé distribuiti lungo trenta settori di varia lunghezza e difficoltà: i più impegnativi, come di consueto, erano il Trouée d’Arenberg o Foresta di Arenberg (105 dall'arrivo), Mons-en-Pévèle (ai -50) e il Carrefour de l’Arbre, all'inizio degli ultimi 20 km.

Nella prima mattinata la pioggia aveva reso fangoso il tracciato: sebbene le condizioni meteo non fossero ottimali (ancora una lieve pioggia, che sarebbe presto cessata, accoglieva i corridori alla partenza), i settori di pavé si presentavano scivolosi quando non inframmezzati da pozze d'acqua.

Dopo il via, tra i primi attacchi subito rintuzzati c'era stato quello di Matteo Moschetti (Q36.5), ma per 20 km nessun tentativo aveva trovato spazio. 

I primi a prendere un vero vantaggio sono stati Kim Heiduk (INEOS Grenadiers), Oier Lazkano (Red Bull-BORA-hansgrohe), Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), Jonas Rutsch (Intermarché - Wanty), Max Walker (EF Education-EasyPost), Jasper De Buyst (Lotto Dstny), Rory Townsend (Q36.5), Abram Stockman (TDT-Unibet). In gruppo diversi hanno cercato di reagire, ma i nove (poi ridotti a otto dopo che Jelte Krijnsen si è rialzato) hanno guadagnato vantaggio fino a superare i 3' intorno al km 70.

Nell'avvicinamento al primo settore di pavé (Troisvilles–Inchy), diverse cadute hanno falcidiato il gruppo: tra i primi Michele Gazzoli (XDS Astana) e Manlio Moro (Movistar). Quest'ultimo è stato poi costretto al ritiro. Una seconda caduta ha coinvolto Wout van Aert (Visma | Lease a Bike) con il compagno Per Strand Hagenes, rientrati in circa cinque chilometri, e Matej Mohorič (Bahrain-Victorious), che ha fatto più fatica. 

All'uscita dal primo settore diversi corridori sono finiti a terra; tra di loro Jasper Stuyven (Lidl-Trek) e Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck). Forature e problemi meccanici hanno poi colpito due corridori della INEOS Grenadiers, prima Filippo Ganna e poi Ben Turner. Fermatosi anche Connor Swift per aiutare l'italiano, si è formato un folto gruppo di 40 corridori circa, comprendente anche Jasper Philipsen, che cercava di rientrare sul gruppo principale, con il vantaggio della testa della corsa che si sgretolava pian piano. 

A -135 km dall'arrivo una nuova caduta ha colpito gli inseguitori: tra gli undici coinvolti Alexander Kristoff (Uno-X Mobility) e Edward Theuns (Lidl-Trek), che si toccava la clavicola con preoccupazione. Quindici chilometri dopo il gruppo di Ganna e Philipsen aveva completato l'inseguimento: mancavano ancora 25 settori di pavé da affrontare e la differenza tra fuga e inseguitori si attestava intorno ai 2', quando in fondo al gruppo una nuova caduta coinvolgeva Alec Segaert (Lotto) e Niklas Behrens (Visma | Lease a Bike).

Nell'avvicinamento ad Arenberg, un succedersi di forature metteva in difficoltà Arnaud Démare (Arkéa-B&B Hotels), Marco Haller (Tudor), Gianni Vermeersch (Alpecin - Deceuninck), Sandy Dujardin (TotalEnergies) e Davide Ballerini (XDS-Astana).

I big si muovono prima di Arenberg

A 104 km dall'arrivo, sul settore di Haveluy à Wallers che precedeva Arenberg, il plotone inseguiva a meno di 1', ma iniziavano a muoversi i grossi calibri: il primo a muoversi era Mads Pedersen (Lidl-Trek), ma in poco arrivava il momento di Tadej Pogačar, su cui chiudeva lo stesso danese. A quel punto anche il vincitore uscente Mathieu van der Poel (Alpecin - Deceuninck) iniziava il suo forcing: all'uscita dal tratto in pavè erano rimasti circa 14 corridori all'inseguimento della fuga, ormai a soli 20". Tra di essi c'era anche Wout van Aert, ma non Filippo Ganna, rimasto nel terzo scaglione. 

Entrati nella Foresta di Arenberg si sono succedute le accelerazioni di Pogačar e Van der Poel, che si facevano strada tra i corridori che pian piano si rialzavano dalla fuga. Usciti dalla foresta, la nuova testa della corsa era formata da Mathieu van der Poel, Tadej Pogačar, Jasper Philipsen, Stefan Bissegger (Decathlon AG2R La Mondiale) e Mads Pedersen, con Abram Stockman che resisteva ancora dalla fuga del mattino. Intorno ai -90 km dall'arrivo un primo drappello rientrava su di loro: tra di essi Jonas Rutsch, Mike Teunissen (XDS Astana), Tim Van Dijke (Red Bull-Bora-Hansgroh), Joshua Tarling (INEOS Grenadiers), Florian Vermeersch (UAE Emirates-XRG),  Markus Hoelgaard (Uno-X Mobility), Oier Lazkano
Matthew Brennan (Visma | Lease a Bike). Un gruppo con Wout van Aert inseguiva a circa 20".

Una nuova accelerazione di Van der Poel scremava nuovamente il gruppo di testa, che si riduceva nuovamente a Mathieu van der Poel, Tadej Pogačar, Mads Pedersen, Jasper Philipsen, e Stefan Bissegger: il loro vantaggio arrivava a un minuto sul settore 15, quello di Tilloy à Sars-et-Rosières. Qui arrivava l'accelerazione di Pogačar a cui seguiva la risposta di Mathieu van der Poel. Pian piano rientrava anche Jasper Philipsen, mentre Mads Pedersen era vittima di una foratura.

I tre procedevano di comune accordo, con il vantaggio sul gruppo Pedersen e Van Aert (nel frattempo rientrato sui primi inseguitori) stabile intorno al minuto e 20". Oltre ai due citati, tra gli inseguitori c'erano Rutsch, Brennan, Bissegger, Hoelgaard e Florian Vermeersch.

Mathieu van der Poel, Tadej Pogačar e Jasper Philipsen sul tratto di Mons-en-Pévèle durante la Parigi-Roubaix 2025  ©Alpecin-Deceuninck Cycling Team e ©UAE-TeamEmirates
Mathieu van der Poel, Tadej Pogačar e Jasper Philipsen sul tratto di Mons-en-Pévèle durante la Parigi-Roubaix 2025  ©Alpecin-Deceuninck Cycling Team e ©UAE-TeamEmirates

L'accordo nel trio di testa finiva al termine di Mons-en-Pévèle, quando a una prima accelerazione di Van der Poel rispondeva pronto Pogačar, che si levava così di ruota Philipsen.

A quel punto Van der Poel restava inizialmente passivo a ruota del Campione del mondo, finché dall'ammiraglia gli arrivava il via libera per collaborare all'inizio del settore successivo (Mérignies–Avelin). 

Un errore è fatale a Pogačar

Mentre Philipsen veniva pian piano ripreso dal gruppo di Pedersen, la coppia di testa affrontava il settore di Pont-Thibaut–Ennevelin (9), a 39 km dall'arrivo: qui Pogačar commetteva un errore finendo fuori strada in una curva a destra e Van der Poel restava restava da solo al comando.

Lo sloveno, assistito nel minor tempo possibile dall'ammiraglia, iniziava così un lungo inseguimento: il distacco tra i due era intorno ai 20" all'uscita dal settore 9, a 16" all'ingresso del settore 8. Qui uno spettatore lanciava volontariamente una borraccia in volto a Mathieu van der Poel. Nel frattempo Florian Vermeersch rompeva gli indugi tra gli inseguitori, portandosi dietro Wout van Aert e Mads Pedersen

Ai -21, prima dell'ingresso nel Carrefour de l'Arbre, Pogačar si fermava nuovamente chiedendo un cambio di bicicletta all'ammiraglia, e il suo ritardo da Van der Poel aumentava da 26" a ormai 1'. A circa 600 metri dalla fine, però, anche Van der Poel era vittima di una foratura, e doveva fermarsi a cambiare la bicicletta. Il cambio di bicicletta però per lui era meno oneroso in termini di tempo, e il suo vantaggio restava sopra il minuto su Pogačar e di 2' sul gruppo di Pedersen e Van Aert.

Nulla più si frapponeva tra il neerlandese e la sua terza Parigi-Roubaix: i distacchi restavano invariati lungo i settori di Gruson e Willems–Hem e un boato accoglieva Van der Poel all'ingresso del Vélodrome André-Pétrieux).

Per l'ex-Campione del Mondo maturava la terza Parigi-Roubaix, come Octave Lapize e Francesco Moser prima di lui (davanti a lui, nella storia, restano solo Tom Boonen e Roger De Vlaeminck a quota 4) mentre per Pogačar, arrivato a 1'18", arrivava il primo podio alla Roubaix, nono corridore della storia a fare podio in tutte e cinque le Monumento.

Nel gruppo inseguitore Van Aert cercava di anticipare i due rivali ai -2, ma Pedersen chiudeva subito, mantenendo il terzetto compatto. Lo stesso Pedersen aveva poi la meglio nella volata per il terzo posto, davanti a Van Aert e a Vermeersch.

Il miglior italiano all'arrivo sarà Filippo Ganna, tredicesimo: Alessandro Ballan rimane dunque l'unico italiano in questo secolo a trovare una top ten a Sanremo, Fiandre e Roubaix nello stesso anno.

Parigi-Roubaix 2025, l'ordine di arrivo

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