Philipsen vince a Parigi la disfida degli sprinter
Jasper, show finale: è lui il velocista numero uno del Tour de France 2022. Battuti Dylan Groenewegen e Alexander Kristoff, tra i tanti attaccanti sui Campi Elisi ci ha provato pure... Tadej Pogacar. Jonas Vingegaard chiude in trionfo
Non poteva certo finire senza qualche momento palpitante anche nell'ultima tappa il Tour de France 2022, una corsa che resterà stampata nei ricordi di tutti gli appassionati che in queste tre settimane hanno avuto la fortuna di poter seguire 21 tappe quasi mai scontate, quasi mai banali, quasi mai noiose. La Grande Boucle si è chiusa con la classica volata di Parigi, dei Campi Elisi, e l'ultima vittoria è andata a Jasper Philipsen, di sicuro il velocista che ha chiuso meglio, in crescendo, laddove altri avevano faticato tantissimo sulle montagne (Caleb Ewan - pure per le cadute - o Fabio Jakobsen). A 24 anni il belga della Alpecin-Deceuninck ha raggiunto la consacrazione e ha vinto la sfida con tutti i colleghi: le sue due tappe al Tour, in un'edizione che ha avuto pochissimi riguardi per gli sprinter, rappresentano un tesoro di un certo livello.
La 21esima tappa del Tour, da La Défense Arena - appena fuori Parigi - ai Campi Elisi, 115.6 km di cui gli ultimi 55 in circuito, senza Guillaume Boivin e Michael Woods (Israel-Premier Tech) e Gorka Izagirre (Movistar), ultimi DNS della gara, è iniziata con un goliardico scatto al km 0 di Wout Van Aert (Jumbo-Visma) seguito da Tadej Pogacar (UAE Emirates) e Jonas Vingegaard (Jumbo). Insomma il meglio del meglio del Tour, a fare per gioco quello che per tre settimane gli abbiamo visto fare sul serio (quante volte Wout è partito al km 0?). Dopo un paio di chilometri (in cui i tre hanno avuto fino a 50", ovvero il vantaggio massimo che sarebbe stato registrato nell'intera giornata di oggi!) è rientrato pure Simon Geschke (Cofidis), sicché abbiamo avuto tutte e quattro le maglie del Tour al comando della corsa (anche se il tedesco indossava la pois per procura). Foto di rito, tante risate, e ai -113 il gruppo ha annullato la finta azione ed è partita la passerella vera e propria, media bassissima, festeggiamenti, brindisi e tutto il ben noto armamentario cerimoniale.
La corsa vera è iniziata all'ingresso sul circuito dei Campi Elisi, ci hanno provato per primo Jan Tratnik (Bahrain-Victorious), poi Benoît Cosnefroy (AG2R Citroën), Nils Politt (Bora-Hansgrohe) e Krists Neilands (Israel-Premier Tech), su cui è rientrato in un secondo momento Pierre Latour (TotalEnergies); e poi ancora Stefan Bissegger (EF Education-EasyPost) con Stan Dewulf (AG2R) e poi anche con Tratnik (di nuovo), Mathieu Burgaudeau (TotalEnergies) e Daniel Martínez (INEOS), e Matteo Jorgenson (Movistar), rientrato per ultimo ai -35. Il gruppo annullava comunque ogni azione.
Ai -32 sono partitiOwain Doull e Jonas Rutsch (entrambi EF) e Maximilian Schachmann (Bora); poi i tre sono stati raggiunti dalla coppia Groupama-FDJ formata da Olivier Le Gac e Antoine Duchesne, e il ménage per un po' ha funzionato, sono stati superati i 20" di vantaggio, poi si sono staccati prima Doull (ai -29), poi Le Gac (ai -13), quindi Duchesne (ai -9), e ai 7 km, mentre si stava passando per l'ultima volta sotto il traguardo, Rutsch e Schachmann sono stati raggiunti dal gruppo.
Immediatamente è partito un contropiede, anzi, due contropiede, uno a destra con Geraint Thomas (INEOS Grenadiers) a tirare via il compagno Filippo Ganna; e uno a sinistra, solitario. Di Tadej Pogacar... Voglioso di dare spettacolo fino all'ultimo metro, lo sloveno ha proseguito per un po' con Ganna che però addirittura faticava a dargli il cambio, e comunque il gruppo era lanciatissimo e non ha concesso che pochi metri, prima di chiudere (tirava la DSM con Andreas Leknessund). Paradossalmente, se gli INEOS non fossero usciti (fungendo da punto d'appoggio per il plotone), Tadej avrebbe potuto forse prendere un po' di margine in più, ma la giocata è stata bella lo stesso.
Ganna - giacché era lì davanti - ha tirato il gruppo fino ai -5, poi i treni hanno piazzato tutti i propri vagoni e l'ultimo tentativo di anticipo, operato ai 1600 da Benjamin Thomas (Cofidis), non ha visto aprirsi nemmeno luce tra l'attaccante e il plotone. Volata a tutta velocità allora, con la BikeExchange a lanciare Dylan Groenewegen, partito troppo presto (mancavano più di 200 metri) e vistosi subito affiancare da Jasper Philipsen, uscito proprio dalla sua ruota. Il fiammingo della Alpecin ha preso il lato destro della strada e lì ha dispiegato tutta la propria potenza, dando diverse biciclette di distacco a Groenewegen, secondo.
Al terzo posto s'è inserito, dopo fiera battaglia di spallate con Caleb Ewan (Lotto Soudal), Alexander Kristoff (Intermarché-Wanty), al miglior risultato in tre settimane di gara. Il quarto posto è andato a Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) davanti a Peter Sagan (TotalEnergies), Jérémy Lecroq (B&B Hotels-KTM), Danny Van Poppel (Bora), Ewan, Hugo Hofstetter (Arkéa Samsic) e Fred Wright (Bahrain); fuori dai 10 stavolta gli italiani, 11esimo Luca Mozzato (B&B), 12esimo Alberto Dainese (DSM) e 14esimo Andrea Pasqualon (Intermarché), preceduto da Fabio Jakobsen (Quick-Step Alpha Vinyl) che chiude con un 13esimo posto. Jonas Vingegaard e i suoi Jumbo-Visma hanno tagliato la linea del traguardo tutti insieme, salutando il pubblico.
La classifica va in archivio così: Vingegaard vince il Tour con 3'34" su Pogacar, 8'13" su Thomas, 13'56" su David Gaudu (Groupama), 16'37" su Aleksandr Vlasov (Bora), 17'24" su Nairo Quintana (Arkéa), 19'02" su Romain Bardet (DSM), 19'12" su Louis Meintjes (Intermarché), 23'47" su Alexey Lutsenko (Astana Qazaqstan), 25'43" su Adam Yates (INEOS), 36'50" su Valentin Madouas (Groupama), 46'14" su Bob Jungels (AG2R), 47'48" su Neilson Powless (EF), 50'09" su Luis León Sánchez (Bahrain), 50'53" su Thibaut Pinot (Groupama), 56'52" su Patrick Konrad (Bora), 1h01'08" su Thomas Pidcock (INEOS), 1h02'29" su Sepp Kuss (Jumbo), 1h11'28" su Dylan Teuns (Bahrain) e 1h31'17" su Brandon McNulty (UAE). Van Aert stravince la classifica a punti, Vingegaard quella dei Gpm, Pogacar la classifica dei giovani, la INEOS quella di miglior team e ancora Wout è il supercombattivo del Tour.