Sineddoche danese: Laporte per il tutto
Christophe vince il Tour of Denmark aggiudicandosi anche la tappa conclusiva. Lo affiancano sul podio Sheffield (primo nella cronometro) e Skjelmose. Le frazioni per velocisti appannaggio di Kooij (due) e Philipsen
Classico appuntamento agostano, quando il resto del ciclismo o è in pausa o sta ripartendo, il Giro di Danimarca si è offerto negli ultimi tempi come vetrina importante per mostrare al mondo giovani talenti e dare spazio a corridori che nelle corse più importanti interpretano generalmente il ruolo di outsider o seconde linee, grazie a tracciati esigenti e allo stesso stuzzicanti, che danno la possibilità a chiunque di provare ad inventare un numero, soprattutto se si ha dimestichezza con il Nord (di Belgio e Paesi Bassi). Ad addolcire e dare ulteriore lustro ad una corsa già di per sé ambita e rispettabilissima ci ha pensato il ritorno alle competizioni di Egan Bernal a sette mesi dall'incidente sulle strade di casa che stava per mettere fine alla carriera del colombiano. Già questa una bella notizia, è stato ancor più rassicurante vedere lo scalatore sudamericano impegnarsi con efficienza a servizio dei propri compagni, dimostrando da subito di essere più che pronto al ritorno in sella.
Tappa 1: Allerød - Køge
Si parte da Allerød con una frazione lunga, ben 226 chilometri, ma tranquilla, dedicata agli sprinter puri. In avvio prende il largo una fuga di sei uomini controllata da molte squadre, su tutte Alpecin-Deceuninck per il favorito Jasper Philipsen, EF Education-EasyPost, Quick-Step Alpha Vinyl Team, Jumbo-Visma, Ineos-Grenadiers e Bingoal Pauwels Sauces WB, tutte con interesse o per la tappa o per la classifica, se non per entrambe. Adrian Banaszek (HRE Mazowsze Serce Polski), Nicklas Pedersen (Danimarca), Rasmus Bøgh Wallin e Sebastian Nielsen (Restaurant Suri-Carl Ras), Mads Ostergaard (Team ColoQuick) ed Eirik Lunder (Team Coop), questi i nomi dei sei fuggitivi, non trovano la complicità del plotone che non lascia loro grande spazio d'azione e li va a riprendere un po' alla volta annullando del tutto il tentativo ai -11, all'inizio dell'ultima tornata, quando anche l'ultimo superstite Pedersen viene riassorbito.
Nel finale, tra le strette stradine danesi e i lunghi vialoni che portano all'arrivo, la lotta tra i vari treni viene condotta con molta efficacia dalla Jumbo, guidata dal campione neerlandese Pascal Eenkhoorn e dal talentuoso Mick van Dijke, e dalla Alpecin, impegnata nello scortare Philipsen e nel non fargli correre alcun rischio. A meno di due chilometri una caduta nella pancia del gruppo coinvolge una manciata di corridori, tra cui Tim Declercq (Quick-Step), ma nessun big rimane attardato. Al triangolo rosso degli ultimi 1000 metri, guarda un po' che novità, è la Quick-Step ad essere in testa con ben quattro uomini: Josef Cerný, Mauro Schmid, Michael Mørkøv e il velocista Ethan Vernon. Il danese lancia la volata ai -350 con alla propria ruota Christophe Laporte (Jumbo), il quale a propria volta rilancia l'azione per favorire lo sprint di Olav Kooij. Rimasto un po' bloccato dai movimenti precedenti, Philipsen trova spazio solamente ai -225 e lancia la propria lunghissima volata. Kooij gli prende immediatamente la scia e negli ultimi metri opera il sorpasso vincente, mentre tutti gli altri guardano la scena da spettatori non paganti. Importante successo per un giovane che negli anni a venire sarà costantemente a giocarsi le volate di gruppo anche nei grandi eventi. Il podio di tappa è completato dal vecchio Timothy Dupont (Bingoal), una garanzia di piazzamento in queste gare di seconda fascia anche contro una concorrenza più che qualificata.
Tappa 2: Assens - Assens (ITT)
La prima giornata deputata a scavare le differenze iniziali tra i contendenti alla classifica è proprio questa cronometro di Assens, dodici chilometri tortuosi sia altimetricamente che planimetricamente, adatta a corridori capaci tecnicamente e abili nei rilanci. A far segnare un primo tempo indicativo è il cronoman della Bahrain Johan Price-Pejtersen (qui con la casacca della nazionale danese) che grazie al proprio 13'57" si gode per qualche minuto l'hot-seat. A farlo scendere di forza Geraint Thomas (Ineos-Grenadiers), il quale stampa un interessante 13'50", a testimonianza di come la sua condizione non sia scesa dopo il podio al Tour de France. Il gallese rimane al comando a propria volta per molto tempo, mettendosi alle spalle molti possibili outsider per la vittoria parziale.
Quando mancano ancora trenta corridori a tagliare il traguardo Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo) balza al comando con uno spaventoso 13'38", ottenuto grazie ad una prova in cui il giovane danese ha aggredito ogni curva (con una tecnica particolare che ricorda quella di Eli Iserbyt e Lennert Van Eetvelt) e ha rilanciato la propria azione alzandosi sui pedali dopo ogni rallentamento prima di rimettersi in posizione aerodinamica. Nemmeno una buona prova di Søren Kragh Andersen (Team DSM), attestatosi sui tempi di Thomas, ed una decisamente convincente di Christophe Laporte (Jumbo-Visma, 13'41") bastano per scalzare il danese dal primo posto. Solamente i due Magnus, Sheffield della Ineos e Cort Nielsen della EF Education-EasyPost, rappresentano un pericolo per il primato di Skjelmose. L'americano classe 2002 mette in luce una capacità di guida sublime, che unita alla sua enorme potenza gli consente di sgretolare il 13'38" di Jensen, battuto per tre secondi. Cort conclude invece con un mesto sesto posto a 20" da Sheffield. La generale ricalca in tutto e per tutto la classifica di tappa, ma con ancora tre frazioni da correre e tanti abbuoni da distribuire nulla è deciso.
Tappa 3: Otterup - Herning
La tappa con gli sterrati si presenta ai corridori come uno spauracchio da superare nel migliore dei modi ma allo stesso tempo da temere, complice anche la distanza di 240 chilometri, considerevole per una manifestazione di questo rango. Già dalla partenza si capisce che non sarà una frazione semplice, ma al contrario tirata e nervosa sin dall'inizio; prendono il largo infatti nelle primissime fasi ben dodici atleti, tra cui Samuele Zoccarato (Bardiani-CSF-Faizanè), Matias Malmberg (Team ColoQuick), Corbin Strong (Israel-Premier Tech) e Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras), già in avanscoperta nella tappa inaugurale nonché leader della classifica dei GPM. Come sempre accade in casi di fuga numerosa per il gruppo controllare non è semplice e allora la Ineos-Grenadiers della maglia blu Magnus Sheffield si impegna a tenere moderato il vantaggio dei battistrada grazie al prezioso lavoro di Egan Bernal e Michal Kwiatkowski.
Sul quartultimo settore fuoristrada, precisamente ai -81, Jasper Philipsen (Alpecin-Deceuninck) sferra un primo serio attacco per mettere in croce le gambe dei rivali, a partire dal vincitore della prima tappa Olav Kooij (Jumbo-Visma) e dall'alfiere della Quick-Step Alpha Vinyl Ethan Vernon. Tuttavia l'azione del belga viene stoppata immediatamente dal connazionale ed omonimo Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) e poco più tardi anche dal capoclassifica. L'allungo si risolve in un nulla di fatto, la Ineos riprende il comando delle operazioni e mantiene l'ordine fino al traguardo, con l'eccezione di qualche punzecchiatura di Zdenek Stybar, Josef Cerný, Mauro Schmid (tutti della Quick-Step) e Søren Kragh Andersen (Team DSM) durante e appena dopo l'ultimo settore sterrato.
A trenta chilometri dalla fine la fuga ha ancora 1'15" di margine da gestire, è in forze e di conseguenza rappresenta un serio pericolo per le ambizioni degli sprinter sopravvissuti. Alpecin, Jumbo e Bingoal Pauwels Sauces WB (per il solito Timothy Dupont) sono quindi costrette a coordinare un inseguimento dispendioso che consuma quasi tutti i gregari rimasti per poi concludersi ad appena 3 km dall'arrivo, quando anche l'ultimo fuggitivo, Malmberg, viene inghiottito dal plotone. Nel tortuoso finale, già di per sé poco favorevole ai treni, le squadre faticano ad organizzarsi e lasciano in mano alla EF Education-EasyPost di Magnus Cort Nielsen (poco brillante sugli sterrati) il compito di allungare la fila. Ai -300 sbuca fuori come una volpe dalle spalle degli Ineos Christophe Laporte (Jumbo), con a ruota Kooij. Il francese prende in testa l'ultima curva ad altissima velocità, tanto che Stuyven, in terza posizione, fa il buco al duo giallonero. Kooij esce dalla ruota di Laporte negli ultimi 100 metri e va a cogliere il secondo successo in questo Giro di Danimarca, mentre Christophe riesce a respingere il ritorno di Cort Nielsen e oltre alla seconda piazza guadagna anche 6" di abbuono che lo portano a pari tempo con Sheffield a due giornate dalla fine.
Tappa 4: Skive - Skive
Prima della tappa regina di Vejle il Giro di Danimarca concede un'altra ghiotta opportunità ai velocisti e dunque ecco che dopo pochi chilometri dalla partenza e per tutta la durata della frazione in testa al gruppo si danno da fare tre formazioni: Quick-Step Alpha Vinyl Team per Ethan Vernon, Jumbo-Visma per Olav Kooij e Alpecin-Deceuninck per Jasper Philipsen. Da controllare una fuga composta da Ludovic Robeet (Bingoal Pauwels Sauces WB), André Drege (Team Coop), Alan Banszek (HRE Mazowsze Serce Polski), Mads Andersen (Team Coloquick), Magnus Henneberg (Danimarca) e dal solito inossidabile Rasmus Bøgh Wallin (Restaurant Suri-Carl Ras).
Ai -21, cioè all'inizio dei tre giri previsti sul circuito di Skive, solamente una ventina di secondi dividono i sei attaccanti dal resto del plotone. Il ritmo imposto dalle squadre dei velocisti e dalla Ineos Grenadiers ma soprattutto i continui attacchi promossi con molta convinzione da Søren Kragh Andersen (Team DSM) e dallo stesso Magnus Sheffield (Ineos) finiscono per annullare un po' alla volta l'esiguo margine dei battistrada. Drege si arrende per ultimo al suono della campana, a soli sette chilometri dall'arrivo. La EF Education-EasyPost prende a massima velocità l'unico strappetto presente nel circuito aprendo la strada all'attacco di Magnus Cort Nielsen. Il danese fa il vuoto solo per pochi metri, poi Geraint Thomas (Ineos), seconda punta e guardaspalle di Sheffield, chiude su di lui portandosi dietro tutto il gruppo, notevolmente sfilacciato. Nei chilometri seguenti si procede ordinatamente seguendo il ritmo dettato dal vincitore del Tour 2018, ma Cort non è domo e ai -3 ci riprova, stavolta in pianura. Thomas non ha più energie, devono entrare in azione i treni degli sprinter. La Alpecin riprende il baffuto padrone di casa ai -2, poi si sposta e lascia il lavoro alla Quick-Step. Appena prima della fiamma rossa dalla scia dei belgi esce con tempismo perfetto la Jumbo-Visma con Mick van Dijke e Tosh Van der Sande a lanciare Christophe Laporte e Olav Kooij. Nel finale tuttavia, a differenza del giorno precedente, il francese e il neerlandese si disuniscono, lasciando strada libera alla progressione indomabile di Philipsen, netto e meritato vincitore di tappa davanti a Sasha Weemaes (Sport Vlaanderen-Baloise) e Vernon. Nulla cambia nella generale alla vigilia del gran finale.
Tappa 5: Give - Vejle
La frazione più dura del PostNord Danmark Rundt, che generalmente regala grande spettacolo, in quest'edizione è deputata a decidere le sorti della classifica e vista l'estrema vicinanza dei primi tre, Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers) e Christophe Laporte (Jumbo-Visma) con lo stesso tempo, Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo) a 3", è probabile che rivoluzionerà i piani alti della generale. In avvio si inseriscono nel tentativo di attacco ben otto uomini, tra cui Tim Declercq (Quick-Step Alpha Vinyl Team), Otto Vergaerde (Trek), Jens Keukeleire (EF Education-EasyPost) e Olav Kooij (Jumbo). Il compito di inseguire è tutto sulle spalle della Ineos poiché Jumbo e Trek hanno inserito un corridore nella fuga.
La squadra britannica non concede mai troppo vantaggio ai battistrada ed entrati nel circuito finale mantiene un'andatura elevata per anestetizzare la corsa ed evitare scatti. Tra i fuggitivi il migliore è Mathias Bregnøj, ripreso dal gruppo a soli quindicimila metri dall'arrivo da un gruppo ancora piuttosto numeroso. Nemmeno nell'ultima tornata si verificano attacchi rilevanti, tutti aspettano l'ultimo chilometro con il muro di Vejle, temibile traguardo dove negli ultimi anni si sono imposti corridori del rango di Wout van Aert, Remco Evenepoel e Mads Pedersen. Lo prendono in testa gli Jumbo, i quali tentano di rallentare il passo per assicurare la volata a Laporte. Omar Fraile e Jhonnatan Narvaez (Ineos) comprendono lo schema tattico dei rivali (assecondato per tutta la giornata) e rilanciano anticipando di poco la mossa di Søren Kragh Andersen (Team DSM), che con uno scatto secco lascia sul posto tutti meno Laporte, Alexander Kamp (Trek), il quale avrebbe fatto meglio a rimanere al fianco di Skjelmose, e lo stesso Sheffield. Lo statunitense tenta di sorprendere il francese ai -250 metri ma Laporte gli balza a ruota e lo fredda nel finale, conquistando così tappa e classifica generale. Secondo il giovanissimo portacolori della Ineos e terzo Skjelmose.
Questo l'ordine anche sul podio della classifica finale riportata di seguito:
- Christophe Laporte (Jumbo-Visma)
- Magnus Sheffield (Ineos Grenadiers) a 4"
- Mattias Skjelmose Jensen (Trek-Segafredo) a 9"
- Søren Kragh Andersen (Team DSM) a 25"
- Magnus Cort Nielsen (EF EDucation-EasyPost) a 30"
- Mauro Schmid (Quick-Step Alpha Vinyl Team) a 42"
- Mick van Dijke (Jumbo-Visma) a 44"
- Stefano Oldani (Alpecin-Deceuninck) a 48"
- Jasper Stuyven (Trek-Segafredo) a 52"
- Anton Charmig (Uno-X Pro Cycling Team) a 56"